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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 25 novembre 2023
di Marco Fattorini
Il Riformista, 25 novembre 2023 Più carcere per tutti. Potrebbe riassumersi così, con uno slogan semplice ed efficace l’ultimo “pacchetto sicurezza” approvato dal governo e, più in generale, il primo anno di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Un decreto dopo l’altro, l’esecutivo ha inventato nuovi reati o aumentato le pene per moltissime situazioni. Nel magico mondo sovranista tutto diventa penale.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 25 novembre 2023 Il disegno di legge in materia di sicurezza pubblica, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 16 novembre, ha sollevato considerevoli riflessioni e preoccupazioni tra i Garanti regionali, provinciali e comunali delle persone private della libertà personale. Samuele Ciambriello, il nuovo Portavoce nazionale della Conferenza dei Garanti territoriali, ha elaborato assieme a 28 garanti, un appello che mira a stimolare una riflessione approfondita da parte di parlamentari, magistrati, avvocati, sindacalisti e operatori del terzo settore presenti nelle carceri. Il documento offre un’analisi critica evidenziando le problematiche che potrebbero essere corrette durante il suo percorso parlamentare.
di Franco Corleone
Messaggero Veneto, 25 novembre 2023 Il 16 novembre nel carcere di Udine un detenuto di 64 anni, si è suicidato. La tragedia si è consumata dopo soli sei giorni dall’arresto e le ragioni di ordine familiare e sociale sono note. Quello che non si sa è che Rodolfo Hillic aveva chiesto un colloquio con lo psicologo. Era in lista di attesa con una psicologa dell’Amministrazione penitenziaria (un esperto ex art. 80 dell’Ordinamento penitenziario con contratto di poche ore al mese), ma non ha atteso il suo turno. Si tratta di un retaggio di quando la sanità era di competenza dell’amministrazione penitenziaria e personalmente ho molti dubbi sulle funzioni ambigue di questa figura.
di Andrea Oleandri*
lavialibera.it, 25 novembre 2023 Un’alta percentuale delle persone recluse negli istituti italiani è straniera, vive in condizioni economiche precarie, ha un basso livello di istruzione e fa uso di sostanze. Bisognerebbe intervenire per risolvere queste criticità, ma la risposta della politica è sempre la stessa: repressione. “Troppe poche le carceri per rinchiudervi tutti i poveri del mondo”, scrisse il poeta e saggista polacco Czeslaw Milosz nel suo libro Il cagnolino lungo la strada. La stessa frase apre Sociologia della povertà di Enrica Morlicchio, professoressa ordinaria di Sociologia dello sviluppo all’università di Napoli Federico II.
di Maria Elena Masala
greenplanner.it, 25 novembre 2023 Aumentano i progetti, dentro e fuori i confini italiani, che vedono a collaborazione tra aziende e istituti penitenziari. Alla base una collaborazione che spesso ha a che fare anche con il recupero di materiali di scarto che prendono nuova vita. L’economia circolare entra negli istituti penitenziari italiani con varie iniziative che promuovono l’inserimento dei detenuti nel mondo del lavoro attraverso le cooperative sociali e le aziende, in un’osmosi virtuosa tra profit e no profit.
di Annarita Digiorgio
Il Foglio, 25 novembre 2023 Lara è in fin di vita, picchiata in carcere. Una storia che fa pensare a ciò che è accaduto ad Alberto Scagni. Lara è in fin di vita, picchiata in carcere. Marina e Roberto si sono rivolte alle detenute per farla fuori. Sfruttando la vendetta carceraria su una donna che ha avvelenato un bambino. Una storia purtroppo che accade anche nel paese reale. È notizia di ieri che Alberto Scagni, condannato a 26 anni per aver ammazzato sua sorella, è stato nuovamente picchiato in carcere a Sanremo a poco più di un mese dall’episodio che si è verificato in quello di Marassi. Scagni è arrivato in codice rosso con diversi traumi ed è stato sottoposto a un intervento chirurgico per la frattura del naso e della mandibola.
GIUSTIZIA
di Niccolò Nisivoccia
Il Manifesto, 25 novembre 2023 Come rispondere alle ingiustizie? Come rimettere a posto le cose, quando le cose abbiano perso il loro posto, il loro presunto ordine nel mondo? Come rispondere alle istanze di riconoscimento che qualunque domanda di giustizia presuppone, e che ogni ingiustizia mette in crisi? Le norme contenute nel “Pacchetto sicurezza” approvato dal Cdm inducono a porsi la medesima domanda che l’Alta Scuola Federico Stella sulla Giustizia Penale ha rivolto, a fine ottobre, ai partecipanti al primo incontro del suo nuovo ciclo su “Giustizia e letteratura”: “Ma come rispondere diversamente?”.
di Alberto Gentili
huffingtonpost.it, 25 novembre 2023 Intervista con il deputato di Forza Italia: “La separazione delle carriere è un architrave del programma, va fatta e bene. L’elezione diretta del premier ha due punti deboli: la norma antiribaltone e il premio di maggioranza. Lo sa anche Meloni”.
di Liana Milella
La Repubblica, 25 novembre 2023 La grave norma nel decreto sicurezza che toglie il 5% al lavoro dei detenuti per incrementare il Fondo per le vittime della mafia. Serracchiani e Gianassi “decisione aberrante”. Verini “Il governo indebolisce di fatto il contrasto alle organizzazioni criminali”. A parole i meloniani si dichiarano sempre contro le mafie. A partire da Giorgia Meloni, per finire alla deputata Chiara Colosimo che la premier ha piazzato come presidente della commissione parlamentare Antimafia. Ma poi, quando c’è da scrivere le leggi, tagliano persino i pochi fondi esistenti per tutelare le vittime delle organizzazioni criminali.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 25 novembre 2023
Domani, presso la Corte di Cassazione, si terrà l’assemblea generale dell’Anm con il seguente ordine del giorno: “Gli attacchi alla giurisdizione e la pesante denigrazione dei singoli magistrati che hanno adottato provvedimenti in materia di protezione internazionale”. Detto altrimenti: il caso Apostolico. Di questo e delle ultime iniziative del governo ne parliamo con Giovanni Zaccaro, neo Segretario di AreaDg.
di Nadia Somma*
Il Fatto Quotidiano, 25 novembre 2023 Si è parlato di prevenzione dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, se ne parla dopo ogni femminicidio, se ne parla da anni. I femminicidi non caleranno nell’immediatezza e continueranno con i numeri attuali, fino a quando sarà fatta una rivoluzione culturale e si sarà investito in politiche sociali. Così come il precariato e l’assenza di garanzia di diritti e i bassi salari non facilitano le donne nell’uscita dalla violenza. Gli interventi a sostegno delle vittime di violenza possono essere efficaci in un contesto sociale che grazie a programmi politici, favorisca la cura di situazioni di disagio e la possibilità di progettare un futuro ma i governi che si alterano non vedono oltre gli spot elettorali per la conservazione del consenso popolare.
di Lirio Abbate
La Repubblica, 25 novembre 2023 Quattordici anni fa, a 35 anni, fu assassinata dal compagno. Morì perché aveva deciso di essere testimone di giustizia, e perché aveva detto no alla logica maschile della ‘ndrangheta. Lea Garofalo aveva 35 anni quando venne uccisa dal suo compagno il 24 novembre 2009 a Milano. Sognava un futuro lontano dalla mafia, e una prospettiva piena d’amore per la figlia, fuori dal sangue e dalla malavita. È stata uccisa non solo perché era una testimone di giustizia ma anche perché era donna e, quindi, colpevole di essersi ribellata agli uomini del clan calabrese a cui apparteneva la famiglia.
di Luigi Ferrarella
Corriere della Sera, 25 novembre 2023 Introdotta dalla legge Cartabia nel 2022, è inattuata perché mancano centri e mediatori. Il genitore, un carabiniere, affronterà un processo penale: stava accompagno la piccola all’asilo nido. Marito e moglie annichiliti come genitori, e dilaniati nel loro matrimonio, dalla tragedia della figlioletta di un anno scordata in auto per automatismo mentale dal padre che la stava portando all’asilo nido a Roma, e nella caldissima giornata del 7 giugno morta sul sedile proprio per il colpo di calore: per pochi altri dolori, come questo, lo spazio giusto — invece di un processo penale al padre per omicidio colposo - sembrava uno dei nuovi percorsi di “giustizia riparativa” introdotti anche in Italia nel 2022 dalla legge Cartabia.
di Enrica Riera
Il Domani, 25 novembre 2023 I detenuti appartengono a più di 15 nazionalità diverse. Gli operatori di polizia penitenziaria latitano e nessuno vuole fare il direttore al “Panzera” di Reggio, forse per l’alto tasso di criminalità del contesto di riferimento. Ecco cosa rivelano i dati raccolti dal Garante regionale. Appartengono a oltre 15 nazionalità diverse. Intorno a loro non c’è quasi nessuno che possa dargli voce. Sono i detenuti delle carceri di Reggio Calabria-Arghillà e della vicina Locri. Uomini reclusi e doppiamente isolati. Nelle case circondariali in cui si trovano i mediatori culturali sono pari a zero. Negli istituti penitenziari calabresi a mancare sono dunque quelle figure-filtro tra chi sta dietro alle sbarre e chi dovrebbe garantirne i diritti. Non serve parlare di incomunicabilità col mondo di fuori: le barriere “nascono” già all’interno delle celle.
Corriere del Veneto, 25 novembre 2023 “Vi ringraziamo per questa opportunità molto importante, per poterci reinserire da una situazione di grande svantaggio in cui ci troviamo”. Le parole sono quelle di un detenuto del carcere di Santa Bona che ieri, insieme ad altri 13 uomini di varie età, nazionalità e con pena media o breve da scontare, hanno ricevuto l’attestato per il corso di “sicurezza per i lavoratori, alto rischio”. La formazione, con lezioni che si sono tenute nella casa circondariale, in collaborazione con l’ordine degli Ingegneri di Treviso e dell’Ascom, permetterà ai detenuti, una volta usciti dal carcere, di essere facilmente reinseriti nel mondo del lavoro, dalla cantieristica edile all’industria, passando per il commercio.
ravennatoday.it, 25 novembre 2023 Una struttura piccola, ma dove non mancano iniziative perché il periodo detentivo sia davvero un momento di rieducazione e di reinserimento nella società, a partire dal lavoro. “Vogliamo diffondere il senso della solidarietà”. A parlare è Oscar, pizzaiolo in pensione che insegna nei corsi di formazione per detenuti nel carcere di Ravenna. E le sue parole danno il senso dell’impegno dei volontari che nell’istituto romagnolo operano affinché l’avviamento al lavoro sia un modo per reinserire i detenuti nella società dopo la fine della loro pena.
veneziatoday.it, 25 novembre 2023 Sabato 25 Novembre 2023, alle ore 15.00 presso la Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, nell’ambito del progetto teatrale Passi Sospesi di Balamòs Teatro negli Istituti Penitenziari di Venezia e in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2023, sarà presentato il breve video dallo studio di teatro danza “Altro giro, altra corsa…”, tratto dall’omonimo scritto di una donna detenuta della Casa di Reclusione Femminile di Giudecca e diretto da Michalis Traitsis. Seguirà la proiezione del film “Ariaferma” diretto da Leonardo Di Costanzo.
erbanotizie.com, 25 novembre 2023 Nell’ottica di gettare uno sguardo diretto sulla realtà della giustizia e dell’importanza della legalità, gli studenti delle classi quarte e quinte dell’Istituto Professionale Agricoltura e Sviluppo Rurale “San Vincenzo” di Albese con Cassano hanno dato vita a un’esperienza senza precedenti. La scuola di via Roma, infatti, è la prima scuola della Provincia ad aderire al progetto “Giustizia e legalità”, nell’ambito dell’insegnamento di educazione civica. Accompagnati dal preside Ismaele Pozzoli, dalla docente di diritto Giulia Gilardi e dall’insegnante di italiano Carlo Farina, i giovani si sono immersi nella realtà della casa circondariale di Como.
di Alessandra Pigliaru
Il Manifesto, 25 novembre 2023
Un percorso di libri, tra saggi e prose, su femmincidi e violenza maschile contro le donne. Italia, Stati Uniti, Argentina, Spagna e ancora oltre. Per dire di no a abusi e disuguaglianze. Da Giusi Palomba a Eve Ensler, proseguendo con Rita Laura Segato e Joanna Bourke.
di Nino Luca
Corriere della Sera, 25 novembre 2023 “La protesta va bene ma la violenza no”: questo il messaggio ai rapper e trapper lanciato da Amadeus alla Milano Music Week. Interpellato sulla polemica sui contenuti a volte misogini della trap, Amadeus per quanto riguarda Sanremo ha spiegato che “non ho mai censurato nessun testo, ma per la violenza quotidiana che viviamo dobbiamo fare tutti una riflessione, ci vuole un senso di responsabilità ed educazione generale, non bisogna dare la colpa a qualcuno, alla musica, alle istituzioni, alle famiglie, ma dare l’esempio”.
di Rosanna Scardi
Corriere della Sera, 25 novembre 2023 Dalla fiction campione di ascolti “Lea - I nostri figli” di Raiuno a un reading teatrale. Giorgio Pasotti è atteso, sabato prossimo, nella chiesa di San Vittore Martire per interpretare “Aspettando domani”, testo scritto da Carlotta Balestrieri per celebrare un’occasione speciale: la Banca di Credito cooperativo dell’Oglio e del Serio festeggia i 120 anni della fondazione della Cassa rurale di prestiti di Calcio. La curatela dell’evento è affidata a deSidera. Insieme a Pasotti, in chiesa a Calcio, ci sarà la violoncellista Daniela Savoldi.
AFFARI SOCIALI
di Fabrizia Giuliani
La Stampa, 25 novembre 2023 C’è un prima e dopo Giulia, non c’è dubbio. In questa storia non ci sono mostri, periferie degradate, famiglie in pezzi; non ci sono droghe, vite eccessive, problemi di salute mentale, cattivi maestri. Gli alibi, insomma, sono caduti, non c’è più modo di spingere la violenza - i suoi autori - in una zona che ci faccia sentire al sicuro, in condizione di dire “non io, non noi”. Il suo assassinio ha una valenza periodizzante, direbbero gli storici, è uno spartiacque. L’ha acquisita perché ha reso ineludibile un dato che fino ad ora si è provato rimuovere o a definire in altro modo, ossia che la violenza contro le donne - anche qui, nei nostri confini, nelle nostre case - è una reazione all’esercizio della loro libertà.
di Fiorenza Sarzanini
Corriere della Sera, 25 novembre 2023 Nulla servirà fino a che non si deciderà di creare un vero sistema di protezione. Servono fondi, personale specializzato, la violenza contro le donne deve essere trattata come una vera emergenza. Accade sempre, dopo ogni femminicidio. Soprattutto se, come nel caso di Giulia Cecchettin, l’emozione per il delitto diventa un’onda che travolge tutto e tutti. E allora la politica si mobilita, il Parlamento si impegna, il governo promette.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 25 novembre 2023 La data nasce nel 1999, ma prende vita nel 2016 con la nuova esplosione femminista. “Come primissima sensazione ricordo la sorpresa. Non sapevamo cosa aspettarci perché negli anni precedenti era diventata una data rituale. L’impatto con la piazza, invece, fu incredibile”. A colpire Carlotta Cossutta, attivista di Non una di meno Milano, in questo giorno di sette anni fa furono i colori all’uscita dalla stazione Termini. Le organizzatrici della manifestazione contro la violenza maschile sulle donne avevano dato indicazione di indossare il rosa e il fucsia. “Erano ovunque”.
di Francesca D’Amato
Il Domani, 25 novembre 2023 “Il confronto tra uomini è fondamentale, perché possono riconoscere nell’altro, i comportamenti che loro stessi mettono in atto” dice Alessandra Pauncz, presidente di Cam, il Centro uomini maltrattanti. Negli ultimi due anni 250 soggetti sono stati rieducati nella gestione delle loro emozioni. Esiste una struttura che prova a interrompere la meccanica dell’odio contro le donne. Il Centro Uomini Maltrattanti (Cam) nasce nel 2008 e si costituisce come associazione nel 2019. L’obiettivo è quello di rieducare gli uomini autori di violenza, attraverso un percorso di assunzione di responsabilità e consapevolezza. Secondo i dati Istat nove donne su dieci subiscono maltrattamenti.
di Francesca Mannocchi
La Stampa, 25 novembre 2023 Le donne che consegnano la loro storia dalle case rifugio non vogliono avere nome e non vogliono mostrare il volto. Hanno bussato alla porta dei centri antiviolenza per recuperare quell’identità smarrita e riappropriarsi del corpo che un altro ha violato. Per questo, la giovane che apre la porta della sua camera nella casa rifugio di via di Villa Pamphili, a Roma, chiede di essere chiamata solo: donna.
di Vincenzo R. Spagnolo
Avvenire, 25 novembre 2023 Chiesta la fiducia (si vota lunedì) sul dl Cutro 2. In commissione esteso il periodo di permanenza per chi ha più di 16 anni. E sale da 30 a 45 giorni pure il limite nelle strutture per minori. Ancora una stretta in materia di immigrazione, che stavolta riguarda anche i minorenni. Fra i cori di indignazione delle opposizioni, che lamentano come “il Parlamento venga ancora una volta delegittimato”, il governo ha posto la fiducia sull’attuale versione del terzo decreto in materia di migranti, modificata durante l’esame in commissione a Montecitorio. Dopo la richiesta di fiducia, avanzata per conto dell’esecutivo dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani (FdI), la Camera è stata convocata per lunedì 27 novembre a mezzogiorno.
di Francesca Caferri
La Repubblica, 25 novembre 2023 Lo scambio alle 4 del pomeriggio: 24 rapiti tra israeliani e thailandesi contro 39 detenuti palestinesi. A Gaza migliaia di persone tentano di tornare a Nord ma trovano la strada sbarrata: due morti e timori per la tenuta del cessate il fuoco. Il cuore di Israele ieri si è fermato alle quattro in punto. A quell’ora nella piazza che negli ultimi 49 giorni è diventata l’arteria pulsante di questo Paese, quella stretta fra il museo di Tel Aviv e la Kyria, il ministero della Difesa, c’erano migliaia di persone: senza convocazioni, senza appuntamenti, senza striscioni, erano venute per stringersi intorno alle famiglie dei 236 ostaggi portati con la forza a Gaza il 7 ottobre e ancora nelle mani dei miliziani di Hamas e dei loro supporter.
di Maria Novella De Luca
La Repubblica, 25 novembre 2023 “Ma come è possibile, mi chiedo, che in Europa, negli Stati Uniti, in Italia, il MeToo taccia?”. “Il silenzio del femminismo sugli stupri del 7 ottobre è grave, colpevole, un vero cortocircuito nell’agenda delle donne. Noi, in quanto femministe, dobbiamo essere solidali con tutte le vittime di abusi sessuali. Ovunque ci sia una violenza, dentro e fuori i conflitti, non si può essere di parte di fronte a una donna che subisce violenza di genere. Parlare delle atroci violenze sessuali compiute dai miliziani di Hamas su tutte quelle donne, ragazze, bambine, non ci fa mica dimenticare i bambini che muoiono a Gaza”.
di Domenico Quirico
La Stampa, 25 novembre 2023 Per la prima volta in settant’anni lo Stato ebraico si è mostrato vulnerabile con l’attacco ai kibbutz. Ora è in un vicolo cieco: o riduce Gaza a un cumulo di sabbia o si ritira garantendo il ritorno del nemico. Israele ha perso la guerra. Per la prima volta in settantaquattro anni. Ora i cannoni tacciono, per quattro giorni si spera, “prorogabili” come enuncia il linguaggio burocratico che non risparmia neppure la tragedia delle guerre. Ma il meccanismo del cessate il fuoco è avviato, seppure a puntate, Hamas distillerà la sua macabra contabilità, dieci oggi, dieci tra una settimana, nella liberazione degli ostaggi costringendo a prolungarlo, e avrà tempo di riorganizzarsi, mentre la rete delle pressioni internazionali si avvilupperà sulle intenzioni israeliane di riprendere gli attacchi.
DOCUMENTI
"Garantire il diritto alla affettività e alla intimità in carcere". Il testo dell'Appello
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione del 27 novembre al 3 dicembre 2023
Incontro-dibattito: "Giustizia riparativa. Una grande sfida culturale" (Bologna, 28 novembre 2023)
Terzo convegno di Giustizia Insieme: "100 anni di leggi sugli stupefacenti" (Roma, 1 dicembre 2023)
Mostra fotografica: "Ritratti in carcere", di Margherita Lazzati (Milano, fino al 7 gennaio 2024)
CORSI E MASTER
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notiziario è registrato al Registro Stampa del Tribunale di Padova (n° 1964 del
22 agosto 2005)
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