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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di venerdì 24 novembre 2023
di Vladimiro Zagrebelsky
La Stampa, 24 novembre 2023 La Corte costituzionale è prossimamente chiamata a decidere la questione, postale dal Magistrato di Sorveglianza di Spoleto, se in assenza di contrarie ragioni di sicurezza, sia conforme alla Costituzione vietare al detenuto di svolgere colloqui intimi, anche a carattere sessuale, con la persona convivente non detenuta, senza il controllo a vista da parte del personale di custodia. Si tratta di tema importante che nasce dalla assolutezza del divieto, che incide, come la stessa Corte costituzionale ha in passato affermato, su “una esigenza reale e fortemente avvertita... quella di permettere alle persone sottoposte a restrizione della libertà personale di continuare ad avere relazioni affettive intime, anche a carattere sessuale.
di Daniele Barbaresi, Lara Ghiglione e Emilio Miceli
collettiva.it, 24 novembre 2023 Le soluzioni proposte dal governo vanno verso l’inasprimento delle pene, l’azione repressiva dei conflitti sociali e la codificazione di nuovi reati. Lo schema di disegno di legge in tema di sicurezza pubblica, tutela del personale in servizio e ordinamento penitenziario, approvato di recente dal Consiglio dei ministri è un condensato di propaganda e populismo istituzionale diretto più a dare risposte emergenziali di ordine pubblico che non ad affrontare il tema della sicurezza come questione sociale.
di Daniela Barbaresi* e Denise Amerini**
collettiva.it, 24 novembre 2023 Il provvedimento approvato dal governo è inefficace e dannoso, perché introduce nuovi reati e inasprisce le pene. Dopo il cosiddetto decreto rave e dopo il decreto Caivano, arriva il disegno di legge sicurezza, il cosiddetto pacchetto giustizia: una serie di misure che introducono nuovi reati e inaspriscono le pene già previste nel nostro ordinamento. A conferma di quanto questo governo, tutto, compattamente, pensa in tema di giustizia e carcere, anche se qualcuno, il ministro della Giustizia, continua ad autodefinirsi un garantista.
di Chiara Evangelista
lasestina.unimi.it, 24 novembre 2023 Il nuovo provvedimento approvato dal Governo prevede l’introduzione di norme più dure contro le rivolte dei detenuti. Il 18 novembre il consiglio dei ministri ha approvato un nuovo pacchetto sicurezza che prevede una serie di norme per combattere la criminalità diffusa. Alcune di queste hanno creato polemica, soprattutto quella che riguarda la possibilità per le forze dell’ordine di girare armate anche fuori servizio e l’abolizione del rinvio della pena per le neomamme. Tra le disposizioni anche quelle che riguardano le rivolte in carcere. “Credo che il disegno di legge voglia mirare a soddisfare le istanze di alcuni sindacati autonomi di polizia penitenziaria”.
di Giuseppe Anzani
Avvenire, 24 novembre 2023 Nel pacchetto di misure che il governo ci ha regalato per la nostra sicurezza, cioè per i nostri sonni tranquilli, ce n’è una che il sonno me l’ha tolto: il carcere per i bambini. Io so, e tutti sanno, che i bambini piccoli non è neanche serio pensare che abbiano fatto qualcosa di male da doverli punire. La loro mamma sì, la loro mamma può aver fatto qualche delitto, per esempio può aver rubato un borsellino sul metrò (sembra questa oggi l’ossessione), e quando è stata presa va mandata in prigione come tutti, perché la legge è uguale per tutti.
di Piero Sansonetti
L’Unità, 24 novembre 2023 Roba da Medioevo? Ma nel Medioevo non mettevano in prigione i neonati. Chissà come si chiama questo bambino. O questa bambina. Sappiamo solo che oggi ha un’età di due giorni. Domani compirà il terzo giorno e probabilmente sarà dimesso, o dimessa, dall’ospedale Pertini, a Roma. Però non verrà a prenderlo suo padre per accompagnarlo a casa con la mamma. Verranno dei carabinieri. Lo caricheranno su un furgone blu, con i finestrini protetti dalla grata di ferro, e lo porteranno, sempre insieme alla mamma, al carcere di Rebibbia.
di Mattia Feltri
La Stampa, 24 novembre 2023 Prosegue strenua la campagna di Giorgia Meloni contro i poteri forti. L’ultimo esempio: compilata la legge di bilancio, un occhio sulla calcolatrice, l’altro sui mercati, il consenso dell’Unione europea, l’assenso della Bce, un accordo con le banche, una mano tesa a Confindustria, il governo s’è accorto d’essere rimasto a corto di quattrini per il Fondo delle vittime dei reati di mafia. Accidenti. E adesso? Intollerabile per una presidente del Consiglio avviata alla politica in morte di Paolo Borsellino. Dunque? Vendere una quota del Monte dei Paschi? Espropriare tre magazzini di Amazon? Requisire gli yacht di George Soros? Mettere all’asta l’auto blu di Lollobrigida? E dai e dai, il colpo di genio è arrivato: e se prendessimo il denaro dalle buste paga dei carcerati?
di Alberto Gentili
huffingtonpost.it, 24 novembre 2023 Il governo lo chiama “contributo di solidarietà obbligatorio”, toglie il 5% sul compenso dei detenuti che avviano un percorso di reinserimento. Tutto per riparare a un danno commesso dal governo stesso, con la manovra, svuotando il Fondo per le vittime di usura, estorsione, mafia. A dispetto di ciò che hanno detto e promesso per una vita, le tasse sembrano essere la vera passione di Giorgia Meloni & C. Dopo l’aumento dell’Iva su pannolini e Tampax e delle accise per le sigarette, dopo l’incremento della cedolare secca per gli affitti brevi e i tagli alle pensioni, il governo ha deciso di spremere anche i carcerati. Per l’esattezza, introduce un “contributo di solidarietà” del 5% a carico dei detenuti che lavorano.
Femminicidio di Alice Scagni, il fratello-killer Alberto di nuovo aggredito in carcere
di Marco Lignana
La Repubblica, 24 novembre 2023 Intervista alla madre, Antonella Zarri: “Lo Stato invece di curarlo vuole vendetta. Viviamo in un Paese dove un ministro chiede il carcere a vita prima dei processi” È successo di nuovo. Dopo un’aggressione a Genova, nel carcere di Marassi, la storia si è ripetuta nell’istituto penitenziario di Sanremo. Solo che stavolta è andata molto peggio: Alberto Scagni, il killer della sorella Alice, condannato a 24 anni e 6 mesi in primo grado, ora è ricoverato in ospedale dopo essere stato brutalmente pestato, sequestrato e minacciato di morte da tre compagni di cella.
di Maurizio Crippa
Il Foglio, 24 novembre 2023 Alberto Scagni, condannato a 24 anni e detenuto per avere ucciso la sorella, è stato sequestrato in cella e massacrato di botte da due compagni di pena. Un fatto indegno di un sistema penitenziario civile. Ma, in un sistema mediatico ancora più incivile, la notizia è stata confezionata come se si trattasse di una punizione per il femminicidio. La canea dei commenti immaginatela voi. La notizia di cronaca, indegna di un paese civile e che abbia un sistema penitenziario civile, è questa: un detenuto della sezione “detenuti protetti” del carcere di Sanremo è stato sequestrato per un’intera notte e massacrato di botte da due detenuti della stessa cella ed è stato salvato per miracolo dagli agenti penitenziari, in grave ritardo.
di Alessandra Arachi
Corriere della Sera, 24 novembre 2023 Destra e sinistra d’accordo sul nuovo disegno di legge approvato al Senato che prevede misure più stingenti per stalker e maltrattamenti. È un testo corposo di diciannove articoli il ddl sul rafforzamento delle misure di contrasto alla violenza sulle donne, principalmente in ambito familiare, approvato in via definitiva in Senato. È Il cosiddetto ddl Roccella, dal nome della ministra delle Pari opportunità che lo ha realizzato insieme ai ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e della Giustizia Carlo Nordio. Alla Camera era stato approvato a fine ottobre all’unanimità e sempre all’unanimità ha avuto il via libera al Senato ed è dunque diventato legge mercoledì pomeriggio, il 22 novembre, tra gli applausi di tutte e due le parti dell’emiciclo di Palazzo Madama.
di Monica Guerzoni
Corriere della Sera, 24 novembre 2023 Le leggi italiane sono davvero arretrate come spesso si racconta e si scrive? La risposta è no. Per capire cosa ancora si deve fare per azzerare i numeri, bisogna compiere un salto all’indietro di dieci anni. I numeri sono drammatici, costringono il Paese a interrogarsi per capire come sia possibile estirpare alle radici una violenza che uccide, stando alle curve delle statistiche e del dolore, una donna ogni tre giorni. L’uccisione barbara, spietata e all’apparenza incomprensibile di Giulia Cecchettin ha imposto al Paese intero il silenzio e il “rumore”, un grido corale e collettivo che vuol dire “mai più”.
di Elisa Messina
Corriere della Sera, 24 novembre 2023 Una legge di non facile applicazione e un grande progetto ma tutto privato: così in Italia proteggiamo i sopravvissuti alla violenza. “Orfani speciali” li chiamava Anna Costanza Baldry, psicologa e criminologa che, per prima (prima anche dello Stato) si dedicò a una ricerca sugli orfani dei femminicidi: “Quei tanti orfani di mamme uccise dai padri. Tanti, tantissimi ma ignorati e segregati - Scriveva Baldry nel 2017 nel presentare un enorme dossier a cui lavorava da tre anni - Come stanno oggi, dopo 5, 10, 15 anni da quel tragico e assurdo giorno? Chi sono? dove sono adesso? E cosa è accaduto loro, dove stanno, con chi? A questi figli cosa è stato detto?
di Giulia Merlo
Il Domani, 24 novembre 2023 La motivazione lascia perplessi perché da essa traspare come sia possibile che essa costituisca una traccia per altri casi di ammissione del processo in assenza. Un divieto che costituisce per noi un’affermazione di diritto raggiunta solo recentemente con la riforma Cartabia. Di fronte alla pronuncia della Consulta (la n.192/23) che consente che a Roma si celebri il processo contro i rapitori e torturatori e l’omicida di Giulio Regeni, tutti contumaci, io ho gioito: finalmente, dopo sette anni, si arriva alla possibilità di fare chiarezza su quella orrenda tragedia. Forse non si arriverà a vedere puniti quegli infami energumeni, ma almeno si giungerà alla affermazione di responsabilità e può darsi che il processo italiano arrivi anche “più in alto” nell’accertamento di chi commissionò il rapimento di Giulio.
di Anna Cinzia Pani*
Il Sole 24 Ore, 24 novembre 2023 La vittima del reato ex art. 572 c. p. è tutelata anche da probabili condizionamenti connessi al tessuto socio culturale nel quale la stessa è inserita, in modo da escludere la possibilità di demandare ad una mera valutazione relativistica la sussistenza o meno del reato il quale verrebbe privato della sua stessa tipicità. Il reato di cui all’ art. 572 c. p , relativo ai maltrattamenti in famiglia, a parere del recentissimo orientamento della Corte di Cassazione, non è escluso per effetto della maggiore capacità di resistenza alle condotte maltrattanti dimostrata dalla persona offesa ...
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 24 novembre 2023 La condizione del figlio neonato non esclude il pericolo presunto connesso alle condotte illecite in danno della madre. Non incide l’età del minore che assiste ai maltrattamenti contro la madre o l’accertamento di un danno psico-fisico che lo stesso possa aver subito affinché sia contestabile l’aggravante dell’articolo 572, comma 2, del Codice penale. Infatti, i maltrattamenti cosiddetti “assistiti” sono legati al dato di fatto di essere stati perpetrati in presenza di persona minorenne.
ansa.it, 24 novembre 2023 Il 35% dei detenuti costretto ad annullare le visite specialistiche esterne o a rinviare interventi. I numeri contano. Al 31 ottobre 6.453 persone sono detenute nei 14 istituti per adulti del Lazio, 520 in più dall’inizio dell’anno (+8,8%). A questa “comunità” dobbiamo aggiungere i minori detenuti a Casal del Marmo, i sottoposti a misure di sicurezza in sei comprensori regionali e il Cpr di Ponte Galeria. Tutto questo microcosmo sarebbe curato in carcere e nei due ospedali di riferimento: il Pertini a Roma e il Belcolle a Viterbo.
di Luca Molinari
Gazzetta di Parma, 24 novembre 2023 È una emergenza di cui si parla poco. Ma che lascia smarriti. Nel corso dell’anno in corso si sono suicidate in carcere ben 64 persone. E il dato è tragicamente destinato ad aumentare. Lo dimostra l’ultimo episodio che risale alle scorse ore: quello in cui ha perso la vita un 47enne della Costa D’Avorio. L’uomo, recluso, dal 2020 per furti e rapina era passato da San Vittore a Modena e solo lo scorso 31 ottobre era arrivato a Parma dove sarebbe dovuto rimanere fino al 2026.
di Laura Tedesco
Corriere di Verona, 24 novembre 2023 Lo aveva fatto arrestare per maltrattamenti: “Ora la incolpano perché si è ucciso in cella”. Giovanni si è tolto la vita impiccandosi in carcere e adesso la compagna che l’ha denunciato è sommersa dall’odio degli hater. “Questo ragazzo non era perfetto, e non solo per colpa sua”. Il “ragazzo non perfetto” si chiamava Giovanni Polin: il 34enne montatore di mobili che domenica pomeriggio si è tolto la vita nel carcere di Verona. “Giovanni non era perfetto, aveva bisogno di sostegno e, quando si sono presentati i primi segnali di violenza, avrebbero dovuto parlargli, stargli vicino per capire cosa lo rendesse così insicuro”.
di Maria Cristina Sabatini
La Nazione, 24 novembre 2023 Sono numerose le attività per i detenuti nella Casa circondariale di Spezia “Permettono una proiezione verso l’esterno e un iter di rielaborazione”. Quant’è importante il lavoro per riacquisire dignità e trovare il proprio ruolo nella società? Moltissimo. Soprattutto per chi è detenuto in carcere. Ma anche la scuola, il teatro e tutte le attività culturali costruiscono un ponte. Ne è convinta Maria Cristina Bigi, direttore della casa Circondariale della Spezia.
di Maria Cristina Sabatini
La Nazione, 24 novembre 2023 Sono numerose le attività per i detenuti nella Casa circondariale di Spezia “Permettono una proiezione verso l’esterno e un iter di rielaborazione”. Quant’è importante il lavoro per riacquisire dignità e trovare il proprio ruolo nella società? Moltissimo. Soprattutto per chi è detenuto in carcere. Ma anche la scuola, il teatro e tutte le attività culturali costruiscono un ponte. Ne è convinta Maria Cristina Bigi, direttore della casa Circondariale della Spezia.
stampareggiana.it, 24 novembre 2023
Il progetto di ricerca-intervento “diStanze in Gioco” ha inteso riqualificare e riprogettare gli spazi dedicati ai bambini in visita ai loro famigliari negli Istituti Penali di Reggio Emilia, come dialogo tra l’approccio scientifico criminologico e l’esperienza educativa della città sugli ambienti di apprendimento. Ieri, giovedì 23 novembre 2023, è stato presentato “diStanze in Gioco”, un progetto di ricerca-intervento sulla relazione tra genitore-detenuto e figlio, che ha messo in dialogo le competenze scientifiche criminologiche e l’esperienza educativa per la prima infanzia di Reggio Emilia, a partire dalla riqualificazione dello spazio dedicato agli incontri dei detenuti con le loro famiglie, le loro bambine e i loro bambini, realizzata all’interno degli Istituti Penali di Reggio Emilia.
di Cavallito & Lamacchia
La Repubblica, 24 novembre 2023 “Piacevoli Evasioni” è l’evento organizzato dall’Ordine degli Avvocati e dalla direzione del Lorusso e Cutugno. A capitanare le due squadre Alessandro Mecca e Cesare Grandi. Per una volta possiamo scrivere non solo nella nostra veste di critici gastronomici ma anche in quella di avvocati. Ieri presso la Casa Circondariale Lo Russo e Cutugno di Torino, su iniziativa del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino e della direzione del carcere, si è tenuta la manifestazione Piacevoli Evasioni, gara di cucina tra due squadre di detenuti coordinate da Alessandro Mecca, cuoco del Ristorante Al castello di Grinzane Cavour e da Cesare Grandi, cuoco del Ristorante La Limonaia di Torino.
di Paola Ducci
Gazzetta di Modena, 24 novembre 2023 Alle Passioni trilogia di Shakespeare del Teatro dei Venti con i carcerati. Stefano Té: “Esperienza ricchissima, presto in scena anche le detenute”. Prosegue la trilogia su William Shakespeare di Teatro dei Venti, la compagnia modenese diretta da Stefano Tè, con il debutto di Amleto, in scena da questa sera e fino a domenica al Nuovo Teatro delle Passioni. Lo spettacolo è realizzato insieme agli attori della Casa di Reclusione di Castelfranco ed è una coproduzione di Emilia Romagna Teatro Ert / Teatro Nazionale con Teatro dei Venti.
ansa.it, 24 novembre 2023 Si intitola “Dialoghi di libertà”, il primo festival nel Sud Italia dedicato al Teatro in Carcere, organizzato dall’Associazione Polluce in collaborazione con il Ministero della Cultura, il Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria della Regione Campania, la Casa di Reclusione “G. De Angelis” di Arienzo ed il Comune di Arienzo.
AFFARI SOCIALI
di Gianna Fregonara
Corriere della Sera, 24 novembre 2023 Presentato il progetto di prevenzione della violenza di genere per gli studenti. È sperimentale e saranno ore extracurriculari per le scuole che lo chiedono. Coinvolti l’Indire e l’ordine degli psicologi. Quindici milioni per partire. Dice il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che “in prima linea nella battaglia per sradicare il maschilismo deve esserci la scuola”. Ma il progetto elaborato dal governo resta nel dopo-scuola. Non entra infatti nel curriculum, l’educazione alle relazioni, presentata mercoledì al Senato: saranno infatti ore extra curriculari, cioè pomeridiane in cui si svolgeranno gruppi di discussione per far prendere “coscienza agli studenti dei propri atteggiamenti e delle proprie rappresentazioni ...
di Riccardo Antoniucci
Il Fatto Quotidiano, 24 novembre 2023 Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha presentato mercoledì 22 novembre il progetto per contrastare la violenza di genere nelle scuole, ampiamente annunciato nei mesi scorsi sull’onda dei casi di cronaca. Si intitola “Educare alle relazioni” e al momento oltre al titolo contiene solo alcune scarne linee guida, che però bastano ad attirare le critiche di sindacati e associazioni che si occupano di violenza. Il documento di 3 pagine e cinque articoli, si rifà alla direttiva “Educare al rispetto” varata nel 2016 (in attuazione di una legge del 2015) dall’allora governo Paolo Gentiloni, con ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli.
di Patrizia Mattioli*
Il Fatto Quotidiano, 24 novembre 2023 Filippo le diceva di sentirsi solo e disperato, di non vedere un futuro senza di lei, incapace evidentemente di affrontare le sue angosce di perdita. Giulia si dispiaceva, forse si sentiva in colpa o cattiva per la rottura e la sofferenza involontariamente inflitta e accettava di rivederlo. Un distacco difficile da realizzare, per due ragazzi cresciuti in una piccola comunità, dove ci si conosce tutti, il gruppo di amici è lo stesso. L’ultimo incontro le è stato fatale e forse lui aveva in mente una conclusione che non è riuscito a portare a termine. Una storia già vista. Siamo tutti stanchi di leggere le stesse notizie, di stare con fiato sospeso per il mistero di una storia d’amore, che misteriosa purtroppo non è.
di Marina Lomunno
La Voce e il Tempo, 24 novembre 2023 La morte violenta di Giulia - la ragazza assassinata in Veneto dall’ex fidanzato - mi interroga nel profondo, innanzitutto come madre, su che “razza” di genitori siamo, noi generazione del boom economico, noi “boomer” come ci chiamano i nostri figli. E ancor più mi interroga, dopo aver incrociato gli sguardi di alcune delle centinaia di ragazzi e ragazzi che affollavano venerdì scorso la Cattedrale di Torino per ascoltare il nostro Arcivescovo: “Si parla spesso di voi come di un problema, invece che come una risorsa”, ha scritto mons. Repole nella lettera inviata a tutti i giovani delle diocesi Torino e Susa per invitarli alla catechesi.
di Francesca Spasiano
Il Dubbio, 24 novembre 2023 Dalla chiamata al 112 “senza risposta”, ai messaggi struggenti alle amiche. Alla fine Giulia è rimasta sola, vittima - dice l’esperta - di quella “manipolazione tipica di tutti gli uomini violenti”. Si dirà che Giulia Cecchettin avrebbe dovuto cogliere i segnali della violenza. Che avrebbe dovuto meglio valutare il rischio che correva all’interno di quella relazione con l’ex compagno Filippo Turetta, con il quale aveva rotto, sì, ma senza allontanarsene definitivamente. Tutto questo si dirà soprattutto ora che le parole della 22enne ammazzata e ritrovata in un canalone vengono a bussarci alla coscienza.
di Greta Privitera
Corriere della Sera, 24 novembre 2023 Il modo in cui raccontiamo i femminicidi influisce sull’opinione pubblica ecco perché la scelta delle “parole giuste” è fondamentale. Nel punto 10 del “Manifesto di Venezia” - la Carta per i giornalisti e le giornaliste per il rispetto e la parità di genere nell’informazione - c’è scritto tutto. Ci sono le indicazioni per un uso corretto del linguaggio per scrivere e parlare anche di femminicidi in modo consapevole. Perché la scelta delle “giuste parole” è il primo strumento che abbiamo per cambiare cultura e narrazione.
di Federico Plantera*
Il Fatto Quotidiano, 24 novembre 2023 Tra le tante immagini della calda e soleggiata estate italiana, ce n’è una un po’ nascosta che mi ha accompagnato. L’espressione di viscerale disgusto di mia madre, a pranzo o cena. Ogni volta che al telegiornale usciva la notizia di uno stupro, un femminicidio, una violenza di genere. Una cosa che viene davvero dal profondo, e lo noti, si vede. Anche perché io e mio padre siamo stati abbastanza fortunati da non vederla spesso, quell’espressione. Anzi, quasi mai, andando a memoria.
di Maurizio Tucci*
Corriere della Sera, 24 novembre 2023 Maurizio Tucci, presidente del Laboratorio Adolescenza, ci invita a riflettere sull’educazione e sul nostro sguardo sui figli, che sono diventati “sovrani” in famiglia. A parità di tragedia e a parità di dolore, l’omicidio della giovane Giulia - che non è il primo e purtroppo è difficile sperare che possa essere l’ultimo di questa rabbrividente categoria - ha suscitato un clamore particolare e una reazione dell’opinione pubblica fortissima. Tra le possibili ragioni, il fatto che sia maturato in un ambiente familiare e sociale “insospettabile”. Probabilmente, se Filippo fosse stato un personaggio borderline, un bullo conclamato, un ragazzo proveniente da un contesto sociale a rischio o, perché no, un immigrato, saremmo, per assurdo, più “confortati”, perché questo ci consentirebbe di allontanarlo ...
di Maria Luisa Agnese
Corriere della Sera, 24 novembre 2023 Cristiana Mainardi è l’autrice del documentario “Un altro domani” con il regista Soldini. Storie di ex mariti ed ex fidanzati usciti dalla spirale della violenza grazie ai percorsi con i Cipm. Cristiana Mainardi, produttrice e sceneggiatrice, ha incontrato gli uomini maltrattanti dal 2019, quando la questora Alessandra Simone si è rivolta a lei e al suo socio storico Lionello Cerri per dare visibilità al protocollo Zeus, un progetto di rieducazione che aveva appena ideato e a cui voleva dare visibilità anche attraverso una narrazione culturale.
di Greta Sclaunich e Chiara Severgnini
Corriere della Sera, 24 novembre 2023 Offrono strumenti utili, ma anche armi per umiliare, tormentare o spiare le donne. Sono un volano per idee all’insegna della parità, ma ospitano anche contenuti retrogradi. E c’è chi trasforma i temi di genere in slogan da monetizzare. Nella lotta contro la violenza sulle donne, social e Rete sono nemici o alleati? Riducono i temi di genere a slogan da sbandierare tra un post sponsorizzato e l’altro, o sono un volano capace di renderli più efficaci? Rispondere è difficile, ma chiederselo è necessario dato che ormai viviamo (anche) online.
di Francesca Sforza
La Stampa, 24 novembre 2023 Il vero angolo cieco nel dibattito sul controllo come forma patologica di dipendenza nelle relazioni affettive - spesso all’origine di gravi episodi di violenza nei confronti delle donne - riguarda il controllo che i ragazzi esercitano l’un l’altro da quando le loro relazioni si sono sempre più strutturate nella dimensione “da remoto” anziché “in presenza”.
di Barbara Stefanelli
Corriere della Sera, 24 novembre 2023 È insensato e folle dividersi tra “Team Palestine” e “Team Israel”. Chi è intorno scenda dalle barricate fondamentaliste. In queste settimane, ormai sono quasi due mesi, abbiamo visto e letto moltissimo di quanto sta accadendo ai confini di Israele e dentro Gaza. Gli indici di lettura e condivisione attivi su Corriere.it lo confermano: il conflitto mediorientale ci chiama e ci infiamma da sempre, forse più che mai in questa crisi sconvolgente. Ci siamo divisi e continuiamo a farlo come se appartenessimo a due squadre. I sostenitori di “Team Israel” e “Team Palestine” - come ha scritto l’editorialista Simon Kuper sul Financial Times - sanno come sono andate le cose prima ancora di leggerle o ascoltarle nei notiziari, a volte prima ancora che accadano.
di Fabio Marcelli*
Il Fatto Quotidiano, 24 novembre 2023 La Corte penale internazionale si gioca la sua credibilità sulla questione del massacro tuttora in corso a Gaza. Molte sono le denunce che stanno pervenendo in questi giorni alla Corte a tale proposito. Colla nostra piccola associazione, il Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia (CRED), abbiamo aderito a quella redatta e promossa da alcuni avvocati, tra i quali Gilles Devers, che ha già raccolto l’adesione di oltre cinquecento avvocati e centinaia di organizzazioni sociali in tutto il mondo, che abbiamo pubblicato sul nostro sito ...
di Sabato Angieri
Il Manifesto, 24 novembre 2023 A 21 mesi dall’inizio dell’invasione russa, Mosca non avanza e Kiev non avanza. E il fronte pro-ucraino inizia a perdere pezzi. Frizioni tra Zelensky e il suo comandante in capo Zaluzhny. Che però non si tocca: lo difendono gli Usa. I soldati dei due schieramenti si scontrano in fazzoletti di terra; nel mezzo, i civili. Ventuno mesi fa il mondo è uscito dalla convinzione che per l’Europa fosse finita l’epoca delle guerre. I carri armati russi che oltrepassavano la frontiera con l’Ucraina e i primi missili volati nel cielo di Kiev possono essere considerati l’inizio di una nuova epoca per il Vecchio continente.
DOCUMENTI
"Garantire il diritto alla affettività e alla intimità in carcere". Il testo dell'Appello
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
Convegno Caritas Diocesana Ancona-Osimo: "La giustizia che ripara" (Ancona, 24 novembre 2023)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione del 27 novembre al 3 dicembre 2023
Incontro-dibattito: "Giustizia riparativa. Una grande sfida culturale" (Bologna, 28 novembre 2023)
Terzo convegno di Giustizia Insieme: "100 anni di leggi sugli stupefacenti" (Roma, 1 dicembre 2023)
Mostra fotografica: "Ritratti in carcere", di Margherita Lazzati (Milano, fino al 7 gennaio 2024)
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