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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 21 novembre 2023
di Luigi Ferrarella
Corriere della Sera, 21 novembre 2023 Uno dei nuovi reati proposti vorrebbe parificare, nella sanzione di 8 anni, chi in un carcere “usi atti di violenza o minaccia” con chi solo pratichi “resistenza anche passiva all’esecuzione degli ordini impartiti”. Il populismo penale come analgesico a buon mercato all’ansia sociale, certo. La moltiplicazione dei reati pescati all’amo dei talk show tv d’area, anche. Ma la vera cifra del testo del disegno di legge pubblicizzato dalla maggioranza come ennesimo “pacchetto sicurezza” è forse lo slittamento del significato delle parole e degli istituti giuridici.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 21 novembre 2023 Gli esponenti del governo Meloni lo hanno detto chiaramente. La norma del pacchetto sicurezza, che introduce la possibilità di trattenere in carcere le donne incinte e con figli piccoli (fino a un anno di età), è il risultato del fenomeno, come ha dichiarato il capo della Lega Matteo Salvini, delle “borseggiatrici Rom che usano bimbi e gravidanza per evitare il carcere e continuare a delinquere”, associando così un’etnia al reato. Ancora una volta, a dettare legge sono i media. Questo accade con tutti i governi, è successo quando c’era il guardasigilli Alfonso Bonafede, all’epoca dell’indignazione pompata dal Massimo Giletti sulle “scarcerazioni” durante l’emergenza Covid, e subito per reazione c’è stato un intervento legislativo altrettanto disumano.
di Susanna Ronconi e Grazia Zuffa
L’Unità, 21 novembre 2023 Nell’aprile di quest’anno, la campagna Madri Fuori, dallo stigma e dal carcere, con i loro bambini e bambine ha mobilitato molte donne e associazioni in tutta Italia in difesa delle donne detenute madri: in gioco i loro diritti fondamentali e quelli dei loro figli e figlie. Allora, mentre in Parlamento si discuteva su come lasciare definitivamente alle spalle lo scandalo dei bambini che crescono in carcere insieme alle madri, Fdl rilanciava una iniziativa legislativa finalizzata a togliere la responsabilità genitoriale a tutte le donne condannate in via definitiva.
di Paolo Pandolfini
Il Riformista, 21 novembre 2023 Inasprite le pene per i reati esistenti, e ampliata l’estensione del catalogo dei reati ostativi previsti dall’articolo 4 bis: sembra di essere di fronte ad una deriva giustizialista. È stato deciso ieri mattina dalle Camere penali lo stato di agitazione per protestare contro la deriva sempre più ‘giustizialista’ del governo Meloni che, a detta di molti, starebbe facendo rimpiangere il periodo manettaro e forcaiolo che aveva caratterizzato nella scorsa legislatura gli esecutivi a guida M5s.
di Stefano Anastasia
garantedetenutilazio.it, 21 novembre 2023 Il problema è che tipo di scelte vogliamo fare rispetto al penitenziario: se pensiamo che veramente il carcere debba essere l’estrema ratio oppure se pensiamo che debba essere l’ospizio dei poveri, il luogo in cui mettere coloro che danno fastidio.
redattoresociale.it, 21 novembre 2023 Dopo la pandemia aumentato l’uso di sostanze stupefacenti. L’appello dei medici della Simspe in Congresso in queste ore a Napoli: “Occorre nuova organizzazione della Sanità penitenziaria”. Le carceri italiane esplodono tra problemi cronici e conseguenze della pandemia. Da una parte vi sono sovraffollamento, mancanza di personale, strutture fatiscenti, difficoltà per il personale medico, psicologi ed infermieri. Dall’altra, nonostante l’impatto della pandemia sia stato contenuto, vi sono le conseguenze psicologiche sui nuovi detenuti, come si evince dai dati su suicidi, uso di stupefacenti, violenza.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 21 novembre 2023 Arrivano in Senato le modifiche al Codice Rosso, ma in un anno i fondi sono stati tagliati del 70%. Domani il ministro della Giustizia Carlo Nordio si presenterà davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sui femminicidi. Un appuntamento annunciato la settimana scorsa ma che, dopo la vicenda di Giulia Cecchettin assume un valore diverso. Lo stesso giorno, peraltro, come annunciato dalla premier Meloni, in Senato arriverà la revisione del Codice Rosso contro la violenza sulle donne, con una serie di misure che in linea teorica dovrebbe contribuire a farlo funzionare meglio: dal braccialetto elettronico alla distanza minima di avvicinamento, fino alla cosiddetta vigilanza dinamica.
di Annarita Digiorgio
Il Foglio, 21 novembre 2023 La legge del taglione, la vendetta privata, il rancore. Perché è sbagliato dire “in galera e buttate la chiave”: ce lo insegna l’esperienza di Lara in carcere. “Lo sai che facciamo qui dentro a quelle come te?”, dice con aria minacciosa una detenuta a Lara, dopo che in carcere si è sparsa la voce che ha provato ad ammazzare un neonato. È lo spirito di vendetta privata, giustizia sommaria, la famosa legge del taglione di epoca medioevale, con cui i criminali vendicano crimini che non accettano. Ma con cui sempre più spesso, nonostante l’illuminismo e la società della ragione, ancora oggi spesso abbiamo a che fare.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 21 novembre 2023 Era inevitabile che la drammatica uccisione della giovane Giulia Cecchettin mettesse in moto il solito corto-circuito mediatico-politico- social(e) intorno alla figura del presunto assassino, Filippo Turetta e del suo legale Emanuele Compagno. Prima ancora che la macchina della giustizia italiana possa compiere i primi passi, sono partiti la mostrificazione del giovane, l’attacco al suo diritto di difesa, e il processo mediatico parallelo. In un batter di ciglia siamo diventati tutti investigatori, psichiatri, sociologi. Ma quasi nessuno davvero ha cercato di indagare sulla complessità delle ragioni che avrebbero spinto il ragazzo a commettere il gesto, così come su quelle del fenomeno in generale di uomini che uccidono le donne ...
di Maria Carla Sicilia
Il Foglio, 21 novembre 2023 A dieci anni dall’introduzione della prima legge sui femminicidi le donne continuano a morire. Da allora sono state inasprite sanzioni e introdotte nuove fattispecie, ma la prevenzione è rimasta al palo. Le morti di Giulia Cecchettin e delle altre 102 donne uccise dall’inizio dell’anno raccontano in maniera drammatica come le leggi che nascono sull’onda di un allarme emotivo non bastino per affrontare i problemi. Sono passati dieci anni da quando l’Italia ha recepito nella sua legislazione la convenzione di Istanbul che riconosce per la prima volta una specificità nella violenza di genere. Era il 2013, a capo del governo c’era Enrico Letta e la parola “femminicidio” era entrata nel vocabolario da qualche anno.
di Vanessa Ricciardi
Il Domani, 21 novembre 2023 Nei casi di femminicidio presi in carico dal fondo Con i Bambini, l’83% delle famiglie beneficiarie del supporto arriva a fine mese con grande difficoltà. Il presidente Marco Rossi Doria: “Questi ragazzi perdono entrambi i genitori nello stesso momento, anche perché il padre o si toglie la vita o finirà i suoi giorni in prigione”. In gergo vengono definiti “orfani speciali”, sono i figli e le figlie delle vittime di femminicidio in Italia. Per la prima volta, il fondo Con i Bambini, in occasione della giornata mondiale dei diritti dell’infanzia si concentra su di loro: nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile ha avviato A braccia aperte, la prima iniziativa di sistema in loro favore e a supporto delle famiglie affidatarie.
di Romina Marceca
La Repubblica, 21 novembre 2023 L’appello delle madri di vittime di femminicidio. Si rivolgono al governo per chiedere pene certe e nessun permesso premio per gli assassini delle loro ragazze. “Nessuno sconto di pena, nessun permesso premio per chi ha ucciso le nostre figlie. Vogliamo pene certe”. È l’appello al governo da parte delle mamme di ragazze uccise dai loro ex. Mamme che conoscono quell’orrore per averlo visto coi loro occhi sui corpi delle figlie. Pamela, Desirée, Noemi, Giordana, Lauretta, Jennifer, Anna sono state uccise come Giulia Cecchettin.
di Sarah Martinenghi
La Repubblica, 21 novembre 2023 “Filippo è un uomo come me”. Il post del “Cerchio degli uomini”, associazione torinese che “rieduca” stalker e uomini violenti, lancia un messaggio forte, di identità e di denuncia, per far riflettere sull’origine del problema: la cultura “maschilista e patriarcale che permea ogni anfratto della nostra società”. Roberto Poggi, vicepresidente del Centro, riflette sul femminicidio di Giulia Cecchettin: “Anche questo caso è figlio di una cultura della prevaricazione, “dell’io valgo se sono più di te”. Uccidere la ragazza che si laurea prima di me non è che espressione di fragilità, del fatto che io debba controllarti perché se tu te ne vai, io non sono più niente e resto nel vuoto”.
di Andrea Molteni
chiesadimilano.it, 21 novembre 2023 A quasi un anno dal varo, la Riforma Cartabia ha inciso positivamente sulla durata dell’iter processuale, meno sull’applicazione delle pene sostitutive. Ma il concetto di “ristoro” non deve limitarsi al piano giudiziario, perché può estendersi alla comunità in generale. Un anno (o quasi) dalla riforma, una settimana per approfondirne contenuti e prospettive. Nel corso della Settimana internazionale della giustizia riparativa (Restorative Justice Week, 19-25 novembre), appare opportuno tentare un primo, parziale bilancio della riforma che in Italia ha reso norma il ricorso alla stessa.
di Felice Manti
Il Giornale, 21 novembre 2023 A pochi mesi dal via, l’istituto previsto dalla Cartabia mostra tutti i suoi limiti: le strutture non ci sono, il personale è risicato e serve la formazione perché mediatori e avvocati sono stati fatti fuori. C’è un nuovo business disegnato su misura per le coop. Si chiama giustizia riparativa, una riforma partita lo scorso 30 giugno 2023 grazie all’ex Guardasigilli Marta Cartabia per potenziare il percorso (gratuito) “dal dolore alla riconciliazione”, con una forma di risarcimento economico o morale, con l’intento di svuotare le carceri e ristabilire (finalmente) il principio costituzionale di rieducazione e reinserimento sociale del condannato.
di Antonio Gagliano*
Il Dubbio, 21 novembre 2023 Il sospetto come valore assoluto: è l’abnorme principio che regola le misure di prevenzione antimafia. Così ventidue anni fa si è aperta una voragine nel diritto. Va dato merito al “Dubbio” di essere tra le poche testate che hanno denunciato la ripresa e la diffusione delle immagini dell’arresto dell’ex magistrato Silvana Saguto, e così l’esecrabile costume di “mettere in scena” con accorta regia - è proprio il caso di dirlo- un momento così tragico della vita di una persona e dei suoi familiari, per darlo in pasto ad un pubblico sempre più bramoso di compiacersi della sofferenza e della umiliazione specie di chi, già potente, sia caduto in disgrazia.
di Tiziana Maiolo
Il Dubbio, 21 novembre 2023 Rinascita-Scott di Gratteri finisce con 131 assoluzioni, si tratta di vite e carriere spezzate. Undici anni di carcere a Pitteli, simbolo del processo. Sentenza storica proprio no, quella emessa nella maxi-aula di Lametia per il processo “Rinascita Scott”. Certo, c’è la bandierina simbolica della condanna a 11 anni di carcere per l’avvocato Giancarlo Pittelli, ma è appunto poco più che una sagoma di cartapesta, e non c’è bisogno di ricordare Enzo Tortora e i tanti condannati al primo processo e poi assolti in appello.
rainews.it, 21 novembre 2023 La tragedia domenica pomeriggio a dieci giorni dal caso precedente. Il compagno di cella uscito per l’ora d’aria. Le lenzuola strette attorno al collo e annodate alle sbarre. Erano le quattro del pomeriggio di domenica quando Giovanni Polin, 34 anni, ha deciso di togliersi la vita nel carcere di Montorio, a Verona. Stessa scelta, dieci giorni fa, di un altro detenuto, deceduto poi in ospedale. Polin, che aveva 34 anni, era stato arrestato di recente a seguito della denuncia per maltrattamenti sporta dalla ex compagna. L’uomo è solo l’ultima vittima di un’emergenza di cui si fatica a invertire la rotta. In Italia il 2022 è stato l’anno nero dei suicidi nei penitenziari: 84 le vittime. Mai così tante dal 1992. Quest’anno, con Polin, i casi sono arrivati a 63.
di Alice Dominese
Il Domani, 21 novembre 2023 È “l’ospedaletto”. In questa sezione, distaccata dal corpo centrale, si è suicidato Balde nel 2021. Nell’indagine, archiviata, i pm hanno rilevato numerose violazioni. Ora il governo vuole riaprirlo. Dodici locali, ognuno di 28 metri quadri scarsi perché cinque sono occupati dal bagno, senza finestre. Questo è il famigerato “ospedaletto”, una sezione del centro di permanenza temporanea per migranti di Torino più simile a una cella per via del piccolo cortile circondato da muri e sbarre sul soffitto.
casertanews.it, 21 novembre 2023 La testimonianza di una delle vittime dei pestaggi del 6 aprile 2020 ma è scontro sui riconoscimenti. “Non hanno risparmiato nessuno, nemmeno gli invalidi”. Così Carmine Di Saverio, uno dei detenuti picchiati durante il pestaggio avvenuto il 6 aprile 2020 al carcere di Santa Maria Capua Vetere e per cui è in corso il processo a carico di 105 imputati, tra cui agenti, funzionari del Dap e medici dell’Asl. Di Saverio, cieco ad un occhio ed oggi libero, nei video mostrati proiettati dinanzi alla Corte d’Assise - presidente Roberto Donatiello - è nella stanza della socialità inginocchiato e faccia al muro ...
veronasera.it, 21 novembre 2023 “Molti dei detenuti sono residenti in città, come le loro famiglie, lavoriamo nell’ottica di un loro reinserimento nella società. Nel tavolo di lavoro verranno raccolte le necessità del carcere per le quali si cercheranno risposte concrete”, ha spiegato l’assessora Zivelonghi. Per la maggior parte delle persone che entrano in carcere, la detenzione è un’esperienza transitoria, terminata la quale tornano ad essere cittadini a tutti gli effetti. Un ritorno nel territorio che non può prescindere dal territorio stesso, considerato anche che molti dei detenuti nel carcere di Montorio sono residenti del Comune. Partire da zero, una volta usciti dal carcere, può significare isolamento sociale, mancanza di integrazione, difficoltà economiche, situazioni che ricadono inevitabilmente sul tessuto sociale della comunità.
vita.it, 21 novembre 2023 Quasi uno su quattro, tra i nuovi ingressi nel sistema penale, ha fra i 14 e i 15 anni: i minori che commettono reati tendono ad essere esclusi dalla società, inquadrati come soggetti da cui è meglio stare lontani. Un ciclo di incontri gratuiti approfondisce gli strumenti e il senso della giustizia riparativa. Prossimo appuntamento il 22 novembre. Spesso i minori che commettono reati tendono ad essere esclusi dalla società, inquadrati come soggetti da cui è meglio stare lontani. Troppo facilmente si dimentica però che sono ragazzi molto giovani - anzi sempre più giovani - che nella maggior parte dei casi pagano una situazione di forte disagio familiare e di mancanza di punti di riferimento.
di Francesco Munafò
giornalelavoce.it, 21 novembre 2023 Il progetto innovativo di una scuola del territorio che lascia un segno positivo sui partecipanti. Per capire il carcere e i carcerati ci va empatia. E l’empatia può anche essere imparata e sviluppata attraverso l’istruzione. “Capire il carcere” potrebbe essere infatti una buona locuzione da usare per riassumere il progetto che il professor Davide Pelanda ha pensato per i suoi alunni dell’Istituto Fermi di Cirié. Un esperimento cominciato l’anno scorso e che ha lasciato una grande impronta negli alunni che vi hanno partecipato. C’è persino chi ha mantenuto una corrispondenza epistolare con uno dei carcerati, così come c’è chi ha deciso di cominciare, dopo la fine della scuola, a fare volontariato negli istituti carcerari del territorio.
di Rosanna Ricci
Il Resto del Carlino, 21 novembre 2023 Il festival “Trasparenze di Teatro Carcere”, giunto alla 3ª edizione e che vede impegnati gli istituti penitenziari di Ferrara, Reggio Emilia, Parma, Bologna, Forlì, Ravenna, Modena, arriva a Forlì oggi alle 16, con lo spettacolo “Città sul filo- storie di esseri alati, viaggiatori e uomini”, che sarà presentato all’interno della Casa Circondariale forlivese con la regia di Sabina Spazzoli, Michela Gorini, Alberto Zaffagnini, e con la drammaturgia di Sabina Spazzoli, Giovanna Casalboni, Daniela Romanelli, Paolo Turroni. Le scene sono firmate da Stefano Camporesi. Prodotto da Con…tatto Aps e Malocchi & Profumi Aps, lo spettacolo vedrà in scena 20 attori e attrici detenuti della Casa Circondariale di Forlì e 5 allievi del liceo classico Monti di Cesena.
L’Unione Sarda, 21 novembre 2023 La pièce prende spunto dai loro racconti originali, riadattati dal regista Simone Gelsomino. Racconta una visione dell’universo carcerario, libero da stereotipi e pregiudizi. Arriva a Cagliari “La luna del pomeriggio”, lo spettacolo teatrale nato da testi originali dei detenuti nel carcere ad alta sicurezza “Paolo Pittalis” di Nuchis. L’appuntamento è sul palcoscenico del Teatro Del segno, giovedì 23 e venerdì 24 novembre, con la terza tappa della tournée regionale. La pièce indaga differenti punti di vista su due dimensioni intime del carcere, quella personale e quella collettiva/familiare, attraverso l’intreccio delle vite di nove personaggi e una narrazione spazio-tempo sfumata e onirica.
di Simona Musco
Il Dubbio, 21 novembre 2023 Più carcere, meno omicidi? Balle, le uccisioni sono più diffuse nei Paesi in cui si fa largo uso della pena capitale e di ergastoli. Sotto il post con il video dell’intervista a Elena Cecchettin, sorella di Giulia, uccisa e abbandonata in un burrone, c’è una sfilza di uomini che le dicono come dovrebbe parlare, come dovrebbe soffrire, che dovrebbe stare a casa a piangere, altrimenti il suo dolore non vale, non è credibile. Che la maglietta che indossa non è adeguata, che l’eyeliner è fuori luogo, perché la sorella è appena morta. Lei ce l’ha col patriarcato, non solo con l’assassino di sua sorella, che non è la prima, non sarà l’ultima.
di Eleonora Camilli
La Stampa, 21 novembre 2023 Una ragazza su dieci ne è vittima nel rapporto di coppia con coetanei. I trapper replicano all’attrice: “Qualunquismo in stile italiano”. Può bastare un post sui social o un selfie non gradito a far scattare una scenata di gelosia o un’aggressione. Sono sempre di più i ragazzi adolescenti che controllano in maniera ossessiva il cellulare della fidanzata, che ne condizionano i comportamenti di vita, il modo di vestire, il tempo libero. Gesti troppo spesso scambiati per attenzione o amore ma che raccontano di come la violenza di genere sia in crescita anche tra i più piccoli. Gli esperti lo chiamano “teen dating violence”, un fenomeno ancora poco conosciuto e studiato.
di Giovanna Casadio
La Repubblica, 21 novembre 2023 Il ddl femminicidi domani in commissione Giustizia. La segretaria: “Occorre approvare una legge che renda obbligatoria l’educazione all’affettività e al rispetto delle differenze in ogni ciclo scolastico”. Non basta reprimere, non basta inasprire le pene, se non si riesce a prevenire. Elly Schlein si è rivolta alla premier Giorgia Meloni affinché la politica si muova e affronti la tragedia dei femminicidi dal punto di vista dell’educazione affettiva e sessuale. Perciò la segretaria del Pd spiega: “Non ci sono stati contatti diretti con la premier. Ma mi sono rivolta a lei per proporre di approvare una legge che renda obbligatoria l’educazione all’affettività, al rispetto delle differenze in ogni ciclo scolastico.
di Luciana Cimino
Il Manifesto, 21 novembre 2023 Solo critiche per l’idea del ministro. Niente lezioni sulla sessualità: l’Italia resta lontana dal resto d’Europa. Elaborato subito dopo gli episodi di stupro di gruppo avvenuti a Palermo e Caivano, il piano “Educare alle relazioni” del ministro dell’Istruzione (e merito) Giuseppe Valditara, sarebbe dovuto partire a settembre. Dopo due mesi di oblio è spuntato fuori all’indomani del femminicidio di Giulia Cecchettin e sarà presentato mercoledì prossimo con i ministri alla Famiglia, Eugenia Roccella e della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
di Jonathan Bazzi*
Il Domani, 21 novembre 2023 L’idea dell’educazione di genere come farmaco miracoloso per l’emergenza attuale non mi convince. Credo che l’agency femminile (e, in generale, dei soggetti più deboli) vada rinforzata. Ho pensato in queste ore all’extrema ratio, l’autodifesa, non solo letterale ma anche in termini di consapevolezza, prontezza nel riconoscere precocemente certe dinamiche. Servono strumenti nuovi, dispositivi tecnologici per chiedere aiuto, strutture che consentano di allontanarsi dalle situazioni a rischio.
di Francesco Pallante
Il Manifesto, 21 novembre 2023 Tra le misure previste nell’ennesimo provvedimento-sicurezza del Governo, quella che prevede l’inasprimento della norma sulla revoca selettiva della cittadinanza riapre una ferita che sanguina nel nostro ordinamento costituzionale dal 2018. Il colpo iniziale era stato inferto dal primo Governo Conte - con Matteo Salvini spadroneggiante dal Viminale - tramite l’introduzione nella legge sulla cittadinanza di un’inaudita discriminazione interna alla categoria dei cittadini, consistente nella possibilità, in caso di condanna definitiva per reati di matrice terroristica, di revocare la cittadinanza a coloro che l’hanno acquisita nel corso della loro esistenza e non anche a coloro che cittadini lo sono per nascita da genitori italiani.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 21 novembre 2023 È stata fissata per il prossimo 30 gennaio l’udienza della Cassazione che deciderà il destino del dl Cutro in merito al trattenimento dei richiedenti asilo provenienti dai “paesi sicuri” durante l’iter della domanda di protezione internazionale. Un provvedimento ad hoc ha stabilito la data e unificato la discussione dei dieci ricorsi presentati dall’Avvocatura dello Stato. A occuparsi della questione, che da un lato vede il Viminale e dall’altro le decisioni del tribunale di Catania firmate dalla giudice Iolanda Apostolico e dal collega Rosario Maria Annibale Cupri, saranno le Sezioni unite.
ESTERI
di Alessandro Fioroni
Il Dubbio, 21 novembre 2023 Un dibattito ad alta tensione, durissimo quello che si è svolto ieri alla Knesset, il parlamento israeliano. Otzma Yehudit, Potere ebraico, il partito di estrema destra guidato dall’oltranzista ministro per la Sicurezza Nazionale Itamar Ben- Gvir, che è una componente fondamentale del governo di Benjamin Netanyahu, ha avanzato alla commissione parlamentare un disegno di legge che prevede la pena di morte per terrorismo. Proposta arrivata sull’onda della strage compiuta da Hamas lo scorso 7 ottobre ma che è da molto tempo un cavallo di battaglia di Gvir: molti analisti israeliani individuano in questo radicalismo il segreto della sua ascesa rapidissima sulla scena politica nazionale in un paese già estremamente polarizzato.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
"Agorà penitenziaria 2023. XXIV Congresso nazionale SIMSPe" (Napoli, 21 e 22 novembre 2023)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 26 novembre 2023
Incontro-dibattito: "Giustizia riparativa. Una grande sfida culturale" (Bologna, 28 novembre 2023)
Terzo convegno di Giustizia Insieme: "100 anni di leggi sugli stupefacenti" (Roma, 1 dicembre 2023)
Mostra fotografica: "Ritratti in carcere", di Margherita Lazzati (Milano, fino al 7 gennaio 2024)
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