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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di domenica 5 febbraio 2023
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 5 febbraio 2023 Habeas Corpus. Il tribunale pensa ad un eventuale trasferimento in ospedale, in caso di peggioramento. La foglia di fico della “sacra” tutela della vita e della salute del detenuto Alfredo Cospito, in sciopero della fame dal 20 ottobre scorso, coniugata alla fermezza millimetrica sul tipo di detenzione cui è sottoposto l’anarco-insurrezionalista nel carcere di Opera (41 bis anziché Alta sicurezza, come suggerisce la stessa Procura antimafia), rischia di incartapecorirsi già nelle mani del governo Meloni ancora prima che venga utilizzata per coprire la mancanza di coraggio politico.
di Giacomo Galeazzi
La Stampa, 5 febbraio 2023 Il vicepremier e ministro degli Esteri: “Mafia e terrorismo non sono ancora sconfitti”. “Il 41 bis non si può toccare in questo momento, perché bisogna ancora sconfiggere mafia e terrorismo”, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rispondendo ai cronisti che gli hanno chiesto se è possibile aprire una riflessione sul 41 bis in seguito al caso di Alfredo Cospito.
di Angelo Picariello
Avvenire, 5 febbraio 2023 “Non si può confondere il dibattito sul 41 bis, con la necessità di garantire le cure necessarie a ogni detenuto”. Per Marcello Bortolato, presidente del Tribunale di sorveglianza di Firenze, “questo istituto va mantenuto, ma adeguato ai parametri europei e privato di restrizioni inutilmente vessatorie”.
di Simone Alliva
L’Espresso, 5 febbraio 2023 Il magistrato difende la formula del carcere duro tornata alla ribalta nel caso dell’anarchico Alfredo Cospito. “La contrapposizione nel campo degli strumenti giudiziari sta raggiungendo un livello preoccupante”.
di Simone Alliva
L’Espresso, 5 febbraio 2023 “Il 41 bis è una palese forzatura, ma una certa parte politica ceda alla tentazione di facili slogan. Quanto ai cosiddetti anarchici violenti, a loro non interessa nulla delle sue condizioni, vogliono solo farne un martire”. Parla la senatrice in prima linea per i diritti dei reclusi.
di Giovanni Rossi
Il Giorno, 5 febbraio 2023 I timori dell’ex magistrato: Cospito si è trasformato in un influencer delle istanze dei mafiosi. “Il terrorismo storico è finito. Ma qualche nostalgico potrebbe infiltrarsi tra gli anarchici”. Gian Carlo Caselli, 83 anni, ex procuratore capo di Palermo e di Torino, ha competenze speciali per parlare di mafia e anarchia, ora associate a sorpresa - nel dibattito pubblico - dal regime di carcere duro per Alfredo Cospito.
di Gian Carlo Caselli
Corriere della Sera, 5 febbraio 2023 Il caso Cospito sta esasperando le divisioni della politica, sta infiammando le piazze, sta scatenando forme pericolose di violenza anche internazionale. I rischi sono tanti e diversi. In gioco c’è pure il 41 bis, che spesso certe polemiche associano inappellabilmente a parole pesanti come violenza, barbarie, vendetta, tortura, incostituzionalità.
di Antonio Padellaro
Il Fatto Quotidiano, 5 febbraio 2023 C’è una vicenda che dovrebbe essere tenuta a mente da tutti coloro per i quali il caso Cospito non è il solito teatrino di Pulcinella dove esibirsi a favore di telecamere (la comica coppia di FdI) ma l’occasione per gettare uno sguardo, almeno, in quel buco nero che è il sistema carcerario in Italia.
di Giorgia Meloni
Corriere della Sera, 5 febbraio 2023 La presidente del Consiglio risponde alle polemiche sul caso Cospito e alla domanda sul passo indietro del sottosegretario con una lettera al “Corriere”.
di Virginia Piccolillo
Corriere della Sera, 5 febbraio 2023 La linea della premier Giorgia Meloni, via chat, ai suoi: “Storia inquietante, ora tutti zitti”. Prima l’appello all’unità lanciato con una lettera al Corriere e l’invito al suo partito, Fratelli d’Italia, ad abbassare i toni sul caso Cospito. Quindi un nuovo invito ai suoi: “Ora zitti. La linea la do io”.
di Andrea Colombo
Il Manifesto, 5 febbraio 2023 Dalla premier rimbrotto a Delmastro e Donzelli per i toni. Poi rilancia le accuse ai dem. La premier è stata di parola. Aveva promesso da Berlino che avrebbe fatto sapere ieri cosa pensa del caso Delmastro-Donzelli: nella mattinata scrive al Corriere della sera, procede come un trattore. Non che sia sguaiata come i due incontinenti guardiaspalle. Al contrario pesa parole e toni. Paga il dovuto obolo all’autocritica: “I toni si sono alzati troppo e invito tutti, a partire dagli esponenti di FdI...
di Adriana Logroscino
Corriere della Sera, 5 febbraio 2023 Enrico Letta in videoconferenza con le capogruppo Malpezzi e Serracchiani. L’idea di una querela anche a nome del partito. Tra i parlamentari dem spuntano malumori sull’opportunità della visita all’anarchico in carcere.
di Liana Milella
La Repubblica, 5 febbraio 2023 L’ex presidente della Consulta: “I rapporti riservati devono essere usati solo per le finalità per cui sono stati consegnati”. E ancora: “Il ministro della Giustizia può revocare il 41bis perché il parere dei magistrati non è vincolante”.
di Andrea Malaguti
La Stampa, 5 febbraio 2023 L’ex magistrato: “Barbarie contro il Pd, ma avrei evitato una delegazione vistosa in carcere. Il caso Cospito interroga le coscienze, ora qualunque scelta rischia di essere sbagliata”.
di Susanna Turco
L’Espresso, 5 febbraio 2023 Dal caso Cospito al fantasma del Terzo polo. Dalle carte riservate usate da Fratelli d’Italia alla struttura che guida il dicastero. Con gli uomini di Matteo Renzi e di Carlo Calenda. E le donne. Mentre Giorgia Meloni deve decidere da che parte stare. Così via Arenula diventa il crocevia di tutte le trame.
di Giulia Merlo
Il Domani, 5 febbraio 2023 Il guardasigilli ha dovuto avallare l’operato del suo sottosegretario, ma si è legato le mani da solo. La premier ha avallato le posizioni dei suoi fedelissimi, pur chiedendo di abbassare i toni, e il ministro non ha potuto che seguirla. Alla fine, il rischio è che l’unico vero perdente sia proprio il guardasigilli e soprattutto le sue iniziative di riforma della giustizia.
di Marco Bertoncini
Italia Oggi, 5 febbraio 2023 C’è chi tende a escluderlo totalmente, chi afferma che un’intesa sarebbe difficile, che la necessità sussiste ma il malessere esploso in questi giorni lo sconsiglia. Invece sarebbe ora di riformare la giustizia. Bisogna ammettere, va da sé, che non si tratta di una riforma organica e globale. Se si guardasse oltre un secolo e mezzo di unità nazionale, potremmo ricordare due soli, concreti ed esaustivi esempi: la Costituzione, è ovvio, e la riforma della scuola legata al nome di Giovanni Gentile.
di Giovanni Tizian
Il Domani, 5 febbraio 2023 Roma non è stata messa a ferro e fuoco dagli anarchici, nonostante ai negozianti fosse stato consigliato di abbassare le serrande. Ma Fratelli d’Italia continua nella strategia di far salire la tensione sulla giustizia.
di Paolo Becchi
Il Riformista, 5 febbraio 2023 A ciascun governo, la sua emergenza. Sembra essere questa, ormai, la regola della politica italiana, da qualche tempo. Alluvioni, crollo di un ponte, per governi un po’ incolori, migranti, epidemie, guerre, per quelli a cui piace il gioco duro. Cosa c’era allora di meglio, per un governo “dio-patria-famiglia”, della vecchia emergenza “rossa”, anarchico-insurrezionalista?
di Mattia Feltri
huffingtonpost.it, 5 febbraio 2023 Ci chiedevamo quanto il garantista Nordio avrebbe contaminato un governo giustizialista, ma per il momento il governo giustizialista si è ingoiato il garantista Nordio. Così non abbiamo più il Nordio pensatore e non abbiamo ancora il Nordio ministro.
di Andrea Fabozzi
Il Manifesto, 5 febbraio 2023 Antonio Sangermano era nel direttivo dell’Anm per la corrente di destra. Il ministro lo ha chiamato a dirigere la giustizia minorile. L’accusa delle altre correnti: “Lo statuto vieta i passaggi diretti. Così rischiamo il collateralismo”.
LETTERE
La Stampa, 5 febbraio 2023 La lettera dei carcerati di San Vittore: “Qui dentro si rischia di perdere la dignità. I nostri diritti sembrano solo retorica, ma ci aiutano a capire davvero gli errori”.
I detenuti di “Costituzione Viva” - Con questo articolo, inizia una collaborazione tra La Stampa e “Costituzione Viva”, un gruppo di detenuti del carcere milanese di San Vittore, uno dei più grandi d’Italia. La loro voce sarà una testimonianza della vita “dentro” e del lavoro portato avanti in questi anni sulla legalità e la Costituzione, dopo l’incontro con la Corte costituzionale. Ascolteremo i disagi e le aspettative di chi ha commesso reati, anche gravi, che sa di aver sbagliato e di dover saldare i conti con la giustizia...
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 5 febbraio 2023 Non è stato il mondo di Alfredo Cospito a scendere in strada ieri a Roma. Del resto sarebbe stato difficile: lui, individualista convinto, ha sempre avuto una certa allergia per i cortei, le assemblee e chi fa cose del genere. Non è un mistero: le famose lettere dal carcere - rintracciabili nei blog di area anarchica e in alcune pubblicazioni dalla ridottissima circolazione ma certo non clandestine - erano tutte un’esortazione a non unirsi in collettivo e a non discutere delle azioni fatte.
di Roberto Maggioni
Il Manifesto, 5 febbraio 2023 Alla destra che tifava incidenti per alimentare l’allarme anarchici è andata male, i due giorni di mobilitazione milanese per Alfredo Cospito si sono conclusi senza tensioni.
palermotoday.it, 5 febbraio 2023 Anche a Palermo ieri, in piazza Verdi, si è svolta una manifestazione di solidarietà in centro per Alfredo Cospito, l’anarchico da più di cento giorni in sciopero della fame, per protesta contro il regime del 41 bis, con il quale è detenuto. In Sicilia si sono tenuti diversi presidi di protesta contro il regime del 41 bis, per l’abolizione dell’ergastolo ostativo e in solidarietà a Cospito. Le manifestazioni sono state promosse da una rete di associazioni territoriali.
L’Unione Sarda, 5 febbraio 2023 Anche a Cagliari gente in piazza per manifestare solidarietà ad Alfredo Cospito. Un centinaio di persone ha partecipato questa sera al sit in piazza Garibaldi “contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo, contro la repressione dello Stato italiano e l’uso della Sardegna come colonia carceraria”, hanno spiegato gli organizzatori.
di Pietro Barghigiani
Il Tirreno, 5 febbraio 2023 Dopo la causa il ministero dovrà versare in tutto 20mila euro. Due detenuti battono lo Stato e ottengono la condanna del ministero a versare la differenza tra quanto avrebbero dovuto essere pagati e l’effettiva retribuzione per il lavoro svolto nelle carceri in cui sono stati reclusi. Sono un 42enne tunisino, a Volterra per scontare una condanna per l’omicidio di un connazionale avvenuto a Rimini - fine pena 2024 - e un albanese di 52 anni - fine pena 2034 - che nel 2014 uccise la moglie nel genovese.
di Irene Decorte
Gazzetta di Lucca, 5 febbraio 2023 “Il carcere di Lucca è vivo”. Con questa pregnante affermazione Alessandro Maionchi, avvocato e responsabile dell’Osservatorio Carcere della Camera Penale di Lucca, ha aperto il convegno che si è tenuto questa mattina 4 febbraio presso la Casa circondariale San Giorgio. Ha voluto così sottolineare l’importanza che ha tenere discussioni del genere entro lo stesso ambiente del carcere. “Riteniamo che l’unico vero modo per accendere i riflettori sul carcere sia aprirlo alla società civile...
di Giuliana Covella
Il Mattino, 5 febbraio 2023 Il riscatto dei detenuti tra violoncello, pianoforte e chitarre. Cambiare si può e se lo si fa attraverso il recupero e la rieducazione di chi ha commesso un reato, obiettivi primari del carcere, allora il risultato è un concreto ed efficace esempio di inclusione. Questo lo scopo della lunga mattinata all’insegna della musica e del canto nell’istituto penitenziario di Secondigliano con i detenuti dell’Alta e media sicurezza.
di Alessandro Carini
giornaledibrescia.it, 5 febbraio 2023 Si chiama “Progetto carcere” e da trentasei anni porta lo sport oltre le sbarre, contribuendo in maniera sostanziale al percorso di rieducazione del condannato. Ad organizzarlo è il comitato bresciano dell’Uisp, l’Unione italiana sport per tutti, che anche quest’anno si spende convintamente nella promozione di svariate attività tra il “Fischione” e Verziano.
di Guido Caldiron
Il Manifesto, 5 febbraio 2023 Per Bur, “Un piccolo angolo d’inferno”, prefazione di Francesca Mannocchi. L’attualità degli scritti sulla Cecenia della cronista della “Novaya Gazeta” uccisa il 7 ottobre del 2006. “La cronaca di un avvertimento inascoltato” per come quel conflitto ha plasmato la società russa e il sistema di potere di Vladimir Putin fino all’invasione dell’Ucraina. Dopo Maidan annota che molti a Mosca invidiano la piazza di Kiev. “Quanto accaduto ha segnato la fine della Grande Depressione politica russa. Siamo così simili... eppure”.
AFFARI SOCIALI
di Leonardo Cecchi
L’Espresso, 5 febbraio 2023 Antonio, di cosa si occupa esattamente “Avvocato di strada”?
di Antonella Napoli
La Repubblica, 5 febbraio 2023 Il racconto di Amal Ahmadi, meno di vent’anni, che dal 2016 vive in un campo profughi della capitale. Uno spaccato delle violenze denunciate da papa Francesco. Amal Ahmadi ha poco meno di 20 anni, nello sguardo e sulla pelle i segni delle violenze che da sopravvissuta mostra al mondo affinché il “mai più” tante volte declamato, non sia più uno slogan vuoto.
CASO COSPITO
Appello. "Morire di pena", piattaforma per l’abolizione di ergastolo e 41bis
DOCUMENTI
Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia: percorso assembleare elettivo
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv dal 6 al 12 febbraio 2023
Presentazione del libro: "Le pene e il carcere", di Stefano Anastasìa (Ferrara, 7 febbraio 2023)
Incontro-dibattito: "Costruire relazioni di cura con le persone migranti" (Trento, 8 febbraio 2023)
Questo
notiziario è registrato al Registro Stampa del Tribunale di Padova (n° 1964 del
22 agosto 2005)
e al Registro Nazionale degli Operatori della Comunicazione (n° 12772 del 10
dicembre 2005).
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