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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 30 dicembre 2023
di Ornella Favero*
Ristretti Orizzonti, 30 dicembre 2023 Ci siamo illusi per anni, noi volontari che operiamo nelle carceri, che “dovesse passare la nottata”, sentivamo che “il malato era grave” ma speravamo che qualche cosa di buono potesse però ancora succedere. Papa Francesco ha affermato con forza che non ci può essere pena senza una finestra di speranza, sarebbe importante che dicesse anche quanto è doppiamente sadico socchiudere quella finestra, e poi richiuderla brutalmente. E invece è successo e succede di continuo per le carceri, è successo con l’ergastolo ostativo cacciato dalla porta dalla Corte Costituzionale e rientrato dalla finestra in una legge, che rende quasi impossibile l’accesso ai benefici per gli ergastolani ostativi che non hanno collaborato con la giustizia. È successo con il sovraffollamento, per cui la Corte europea ci aveva imposto di dare delle risposte, e delle risposte, per quanto parziali, erano state date, ma ora il sovraffollamento sta montando senza sosta e di risposte non se ne vedono.
di Rebecca
Ristretti Orizzonti, 30 dicembre 2023 Lettera di una studentessa dell’Istituto Newton Pertini di Camposampiero (PD). “Cara persona detenuta, uso un sostantivo così generale per cercare di racchiudere chiunque si trovi in uno stato di detenzione, e non una singola persona. Durante il 2023 ho avuto l’opportunità di avvicinarmi molto al tuo mondo anche grazie al progetto scuola/carcere proposto dalla mia scuola. Prima di questi progetti non mi ero mai preoccupata di cosa potesse significare passare il tempo in carcere e nemmeno di come quest’ultimo fosse organizzato, e penso di poter estendere questa mia noncuranza ed ignoranza a gran parte della società.
di Luigi Travaglia*
Il Manifesto, 30 dicembre 2023 Il dibattito sulla detenzione lo seguiamo anche da qui, dalla tv. Hanno vinto le idee di vendetta e punizione perché soddisfano meglio gli istinti della piazza. Quando poco prima di mezzanotte rientro in carcere dopo una giornata di lavoro, in cella le luci sono già spente. L’unico chiarore che mi aiuta nel buio a evitare di inciampare e svegliare gli altri arriva dalla televisione che qualcuno si è dimenticato di spegnere la voce dei conduttori tv viene fuori dalle celle e raggiunge i corridoi, affianca i miei passi al secondo piano, evidentemente i miei compagni non sono gli unici a seguire l’attualità. La televisione è lo strumento principale attraverso cui i detenuti seguono le notizie, anche i dibattiti sul carcere.
di Adriano Sofri
Il Foglio, 30 dicembre 2023 Fra i meccanismi che hanno storicamente portato al sistema carcerario, alla sua ipertrofia e alla sua irriducibilità al senso di umanità e al buonsenso pratico c’è l’interesse di una vasta gamma di categorie che del carcere vivono: e non sono soltanto né tanto i carcerieri. Uno che avesse il talento di Jonathan Swift potrebbe raccontare, piuttosto che la galera come specchio della società, la società come rendita materiale e culturale della galera.
di Enrico Cicchetti
Il Foglio, 30 dicembre 2023 I punti critici sono sempre gli stessi: tasso di crescita dei detenuti, sovraffollamento, istituti fatiscenti. Ci sono stati 68 suicidi dietro le sbarre nell’anno appena trascorso. Migliorano percorsi formativi e istruzione. Un rapporto di Antigone. Dopo avere partecipato alla messa del 24 dicembre nel penitenziario della sua Treviso, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha ribadito che occorre “potenziare le occasioni di lavoro per i detenuti” e investire “sul reinserimento”. Ancora però non si vede all’orizzonte nessun progresso del piano che il guardasigilli aveva avanzato quest’estate in risposta all’emergenza sovraffollamento nelle carceri.
di Fulvio Fulvi
Avvenire, 30 dicembre 2023 Nel 2023 sono aumentate le presenze: 12.715 i detenuti in più rispetto ai posti disponibili nei 192 istituti di pena. Ora l’Italia rischia una condanna della Corte Europea dei diritti umani. Il garante Mauro Palma: “Nessun piano di rieducazione è possibile per i circa 10mila ristretti che devono scontare in prigione pene minime, il territorio deve interagire e offrire opportunità”. Gonnella (Antigone): “È allarme: governo e parlamento mettano il tema della riforma penitenziaria come priorità”.
di Guido Stampanoni Bassi*
Avvenire, 30 dicembre 2023 I recenti suicidi in cella e la grande lezione del Pontefice: puntare al reinserimento dei condannati. Poche settimane fa, durante il secondo atto della prima della Scala “diffusa” nella casa circondariale di San Vittore a Milano, un detenuto si è impiccato ed è poi morto nella notte. Più o meno nelle stesse ore, un altro detenuto si è impiccato nella casa circondariale di Verona Montorio (ed era il terzo, in quel carcere, nell’ultimo mese).
di Giovanni Salvi*
La Stampa, 30 dicembre 2023 Quando si parla di sovraffollamento il problema sono le strutture, non l’alto numero di prigionieri. I nuovi penitenziari dovranno essere pensati con spazi di inserimento al lavoro. Sulla Stampa del 28 dicembre Donatella Stasio, a fronte del drammatico sovraffollamento nelle carceri, indica la scelta cui si avvicinò nel 2013 la Corte costituzionale, il numero chiuso. La Corte non fece il passo decisivo e demandò la soluzione al Legislatore. La Corte Suprema degli Stati Uniti impose invece, nel 2014, proprio quel meccanismo.
di Francesco Petrelli*
Il Dubbio, 30 dicembre 2023 Se esistesse un Pil del diritto penale liberale e del giusto processo, credo che con l’anno che si chiude saremmo scesi a livelli di crisi piuttosto preoccupanti. Anziché procedere sulla strada del diritto penale minimo, caposaldo di un diritto penale liberale, abbiamo assistito ad una superproduzione normativa di nuove fattispecie di reato. Dentro e fuori il pacchetto sicurezza si contano credo una quindicina di nuove ipotesi di reato: riguardano i contesti sociali e criminali più disparati e trovano nei fatti di cronaca i loro spunti opportunistici.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 30 dicembre 2023 Dalla “trattativa stato-mafia” al Ruby-ter, dall’ex calciatore Michele Padovano ai vertici di Monte dei Paschi di Siena, dalla loggia Ungheria ai genitori di Matteo Renzi. Anche nel 2023 sono stati numerosi i processi e le indagini crollati in sede di giudizio, spesso dopo inchieste eclatanti, arresti preventivi e sputtanamento mediatico dei malcapitati. Torna la rassegna del Foglio sui principali casi emersi nel corso dell’anno che sta per concludersi.
di Giovanni Tizian
Il Domani, 30 dicembre 2023 L’emendamento Costa spinge la democrazia nelle tenebre. E questa soccombe nell’oscurità, parafrasando il motto del Washington Post. La norma approvata alla Camera prevede il divieto di pubblicazione sui giornali del contenuto delle ordinanze di custodia cautelare, cioè i mandati di arresto, disposti nell’ambito delle indagini preliminari. Atti il cui scopo è informare gli indagati sul motivo del provvedimento che li riguarda. Le informazioni contenute sono però utili anche per fornire un quadro accurato ai lettori, prima di tutto cittadini e dunque titolari del diritto a essere informati su questioni di interesse pubblico.
di Valentina Sella
Il Dubbio, 30 dicembre 2023 Prosegue il dibattito sull’emendamento di Enrico Costa che vieta la pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare. Oggi ne parliamo con il giurista Glauco Giostra: “Conterà il significato normativo che verrà assegnato alla locuzione: estratto del testo”.
di Giovanni M. Jacobazzi
Il Dubbio, 30 dicembre 2023 Bocciato l’emendamento D’Alfonso che istituiva l’obbligo di formazione garantista. Chi insegna al personale di polizia, carabinieri e guardia di finanza come si scrive una informativa di reato? E soprattutto quali parole e quali aggettivi devono essere utilizzati per scrivere una informativa di reato? Se lo è chiesto l’ex presidente della Regione Abruzzo e ora deputato del Pd Luciano D’Alfonso presentando un emendamento, poi però non accolto, alla legge di delegazione europea sulla presunzione d’innocenza e avente ad oggetto “l’obbligo di formazione continua delle forze di Polizia, della Guardia di finanza dell’Arma dei carabinieri e della Polizia penitenziaria nonché norme per la continenza linguistica”.
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 30 dicembre 2023 Il professor Oliviero Mazza commenta la sentenza della Corte Costituzionale sulle intercettazioni all’ex senatore Esposito. La sentenza n. 227 del 2023 della Corte Costituzionale, depositata giovedì, ha chiarito ulteriormente il tema delle intercettazioni a carico di un parlamentare. Nel caso specifico, è stato dichiarato che non spettava alle autorità giudiziarie, che hanno sottoposto ad indagine e, successivamente, rinviato a giudizio l’ex senatore Stefano Esposito, disporre, effettuare e utilizzare intercettazioni rivolte nei confronti di un terzo imputato, ma in realtà univocamente preordinate ad accedere alla sfera di comunicazione del parlamentare, senza aver mai richiesto alcuna autorizzazione al Senato della Repubblica.
di Tiziana Maiolo
Il Dubbio, 30 dicembre 2023 Gli inquirenti non hanno mai chiesto l’autorizzazione al Senato ed è chiaro che il bersaglio era il parlamentare Esposito e non il terzo interlocutore. “Sono state violate le leggi e la Costituzione, lo dice l’Alta Corte. Ora mi aspetto l’intervento del ministro Nordio, perché mandi gli ispettori a verificare quel che succede e che è successo dal 2015 alla Procura di Torino. Ma chiedo anche iniziative del ministro Crosetto, dell’ex guardasigilli Andrea Orlando e di parlamentari piemontesi come il leghista Riccardo Molinari ed Enrico Costa, che conduce tante battaglie meritevoli, ma sul mio caso non ha ancora detto nulla”.
TERRITORIO
di Elisa Sola
La Repubblica, 30 dicembre 2023 Sovraffollamento, condizioni sanitarie insufficienti e personale scarso secondo i Garanti. Ad Alba ci sono 40 detenuti, di cui molti con problemi psichici, ma un’area sanitaria attiva solo dodici ore al giorno. Ad Alessandria si gela: con le stufette accese si arriva a 16,5°. C’è una palestra nuova, ma nessuno la usa. A Cuneo, nei prossimi mesi, prevedono che la presenza dei detenuti del 41 bis raddoppierà. E il 60% dei reclusi è immigrato ma mancano mediatori e poliziotti.
di Giuliana Covella
Il Mattino, 30 dicembre 2023 Due anni fa aveva chiesto la somma di 2 euro a un automobilista per la sosta. Per questo un parcheggiatore abusivo di 25 anni, di origine nigeriana, è rinchiuso in una cella a Poggioreale per scontare il reato di estorsione. È uno dei 2.528 detenuti che nella nostra regione sono ristretti con residuo di pena da 0 a 3 anni. A tracciare la “radiografia in bianco e nero” del carcere in Campania nel 2023 sono il Garante regionale dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello, e il Garante comunale di Napoli don Tonino Palmese.
di Erica Manna
La Repubblica, 30 dicembre 2023 Il Garante regionale della Liguria per i diritti delle persone private della libertà personale ha visitato i luoghi di detenzione il giorno di Natale. Ecco quali sono le sue conclusioni. I frigoriferi sono arrivati. Ma uno, a pozzetto, deve bastare per oltre cinquanta persone. A Marassi i bidé non esistono. A Pontedecimo sì: ma non per la cella per disabili, priva anche di doccetta. A Marassi c’è il Centro clinico: un hub, tanto che molti detenuti vengono inviati lì anche dalle carceri di Saluzzo, o Imperia. Ma i posti sono circa 45: un terzo per chi è affetto da Hiv, altrettanti per chi ha problemi di natura psichiatrica.
di Manuela Trevisani
L’Arena, 30 dicembre 2023 La Procura ha aperto un’indagine sui suicidi avvenuti all’interno della casa circondariale di Montorio. Al momento di tratta di un fascicolo conoscitivo, senza alcun nome iscritto sul registro degli indagati: l’obiettivo è fare chiarezza su quanto avvenuto nei mesi scorsi dietro le sbarre del carcere veronese e, soprattutto, individuare eventuali responsabilità. Il fascicolo è stato affidato al pubblico ministero Maria Federica Ormanni. Delle indagini si occuperanno gli agenti del Nucleo investigativo centrale (Nic) della polizia penitenziaria, in arrivo dalla sede compartimentale di Padova.
di Gabriella Mazzeo
fanpage.it, 30 dicembre 2023 Antonella Zarri, mamma di Alberto Scagni, racconta le condizioni in cui si trova il figlio 42enne dopo essere uscito dal coma farmacologico. “Sbattuto in una cella di isolamento disposta dal reparto di Fisiatria dell’ospedale di Imperia quando ancora non riusciva a reggersi in piedi”. Dopo due interventi chirurgici al viso, Alberto Scagni ha lasciato il reparto di Rianimazione dell’ospedale di Sanremo e si trova ora nel reparto di Fisiatria.
di Stefano Baudino
L’Indipendente, 30 dicembre 2023 Per la Procura di Torino erano vere e proprie torture, per il giudice - almeno in relazione alle condotte contestate all’imputato alla sbarra - solo “comportamenti aggressivi” in cui manca l’elemento della “sadica soddisfazione” per la capacità di “generare sofferenza”. Ma le carte giudiziarie emerse dal processo in corso sulle violenze cui sarebbero stati sottoposti alcuni detenuti nel carcere di Torino raccontano nitidamente come, all’interno del padiglione C dell’istituto penitenziario - dedicato ai responsabili di reati a sfondo sessuale - un clima di “timore e omertà” abbia spianato la strada a innumerevoli episodi di pestaggi, vessazioni e insulti da parte del personale carcerario nei confronti dei reclusi.
di Vito De Filippo
L’Unità, 30 dicembre 2023 Pediatra, già parlamentare, Siani ha riunito esperti e scrittori per tenere alta l’attenzione sull’incredibile situazione dei piccoli chiusi in carcere con la propria mamma, che squarcia come un’ascia ogni pretesa di civiltà del nostro Paese. Ci sono libri che lasciano un sedimento insuperabile di inquietudine. Sono moltiplicatori di domande. Enigmi, ma luminosi. Questo produce la lettura di un piccolo ma travolgente lavoro a più mani coordinato da Paolo Siani: “Senza colpe, bambini in carcere”, Guida editore.
di Paolo Valenti
Il Domani, 30 dicembre 2023 Tal Mitnik, 18 anni, è il primo israeliano a finire in carcere per essersi rifiutato di arruolarsi nell’esercito che sta combattendo a Gaza e in Cisgiordania. Prima del 7 ottobre erano centinaia a professare l’obiezione di coscienza, tanti poi hanno preferito le armi o il silenzio. “Non c’è soluzione militare a un problema politico. L’attacco criminale su Gaza non riparerà il massacro che Hamas ha compiuto il 7 ottobre. Per questo rifiuto di arruolarmi”. Mitnik ha lo sguardo fiero e un borsone a tracolla sulla spalla mentre si appresta a entrare nella base militare di Tel HaShomer, a pochi chilometri da Tel Aviv, tra gli applausi e le grida di incoraggiamento di altri giovani attivisti come lui.
ilpost.it, 30 dicembre 2023 Ha chiesto un provvedimento immediato, ma la questione è complessa e una sentenza potrebbe richiedere molto tempo e non servire a niente. Venerdì il Sudafrica si è rivolto alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia accusando Israele di star commettendo un genocidio nella Striscia di Gaza. Il Sudafrica ha chiesto un provvedimento urgente del tribunale internazionale per l’interruzione dei bombardamenti e di tutte le operazioni militari dell’esercito israeliano, sostenendo che le sue azioni violino la cosiddetta Convenzione sul genocidio, un trattato internazionale approvato dall’Assemblea generale dell’ONU nel 1948 e ratificato da Israele.
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Ristretti Orizzonti Marassi, numero 7 dicembre 2023: "La reclusione non è esclusione"
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