Seminario Nazionale di Studi
Per qualche metro e un po’ di amore in più
Lunedì 1 dicembre 2014, ore 9.30-16, Casa di
Reclusione di Padova
La redazione della rivista dal carcere Ristretti Orizzonti, in collaborazione con la Casa di reclusione di Padova, organizza per l’1 dicembre 2014 il Seminario di Studi “Per qualche metro e un po’ di amore in più”, aperto a chi si occupa di “Carcere e affetti” (su prenotazione, per permettere l’accesso al carcere), a operatori, magistrati, avvocati, parlamentari, giornalisti.
Carceri più umane significa carceri che non annientino le
famiglie
L’Europa
non si può “accontentare” dei tre metri di spazio a detenuto per decretare
che le nostre carceri non sono più disumane. Lo sono eccome, e lo sono in
particolare per come trattano i famigliari dei detenuti: sei ore al mese di
colloqui e dieci miserabili minuti a settimana di telefonata, spazi per gli
incontri spesso tristi e affollati, attese lunghe, estenuanti, umilianti.
Siamo
convinti che unirci in questa battaglia possa essere una forza in più per
ottenere il risultato sperato. E noi speriamo che questa battaglia qualche
risultato lo dia: una legge per liberalizzare le telefonate, come avviene
in moltissimi Paesi al mondo, e per consentire i colloqui riservati. E
una legge così, aiutando a salvare l’affetto delle famiglie delle persone
detenute, produrrebbe quella “sicurezza sociale”, che è cosa molto più
nobile e importante della semplice sicurezza.
ü
Troviamoci per mettere a punto finalmente insieme una proposta di legge,
coinvolgiamo le famiglie di chi è detenuto, ma anche quelle dei cittadini
“liberi”, perché in ogni famiglia può capitare che qualcuno finisca in
carcere, e nessuno più dovrebbe essere costretto alla vergogna e alla
sofferenza dei colloqui, come avvengono ora nelle sale sovraffollate delle
nostre galere.
ü
Chiediamo da subito, in attesa di una nuova legge, delle misure urgenti per
rendere più umani i rapporti delle persone detenute con i loro cari, perché
l’“umanizzazione” delle carceri deve partire da chi non ha nessuna
responsabilità, e subisce sulla sua pelle la detenzione di un famigliare.
Al Seminario
interverranno figli, mogli fratelli, sorelle, genitori di persone detenute
La redazione di Ristretti Orizzonti
Si può aderire alla campagna “Carcere: per qualche
metro e un po’ di amore in più” anche online, firmando la petizione online
nel sito www.ristretti.org
Hanno già dato la disponibilità a partecipare ai lavori
Tra gli operatori
Lucia Castellano,
ex direttrice del carcere di Bollate, autrice con
Donatella Stasio del libro “Diritti e castighi.
Storie di umanità cancellata in carcere”
Mauro Palma,
presidente
del Consiglio europeo per la cooperazione nell’esecuzione penale e consigliere del
ministero di Giustizia
Desi Bruno,
garante dei detenuti Regione Emilia Romagna
Diego De Leo, Professore Ordinario di Psichiatria alla Griffith
University, Australia (è uno dei
maggiori esperti internazionali di suicidio, direttore dell`Australian
Institute for suicide research and prevention, affronterà il
seguente tema: La possibilità di mantenere rapporti più umani con le famiglie
per le persone detenute potrebbe costituire una forma di prevenzione dei
suicidi?)
Margherita Forestan, Garante dei
diritti dei detenuti del Comune di Verona
Armando Michelizza, Garante del Comune di Ivrea per i diritti delle persone
private della libertà personale
Enrico Sbriglia, Provveditore dell’Amministrazione penitenziaria per il Triveneto
Andrea Pugiotto, Ordinario di Diritto Costituzionale all'Università di Ferrara
Annamaria Alborghetti, Avvocato dell'Osservatorio Carcere dell'Unione delle Camere Penali (racconterà l'esperienza della sua recente visita in due carceri del Brasile)
Adriana Tocco, Garante dei diritti dei detenuti della Regione Campania.
Tra gli esponenti politici
Sandro Favi, responsabile carceri
del Partito Democratico
Sergio
Lo Giudice, Senatore del Partito Democratico
Rita Bernardini,
Segretaria di Radicali italiani
Gessica Rostellato, deputata
del Movimento 5 stelle
Gianpiero Dalla Zuanna, Senatore del Partito Democratico
Agnese Moro, figlia dello statista Aldo Moro, rapito e ucciso dalle Brigate Rosse