Rassegna stampa 31 ottobre

 

Roma: solidarietà a infermieri penitenziari in sciopero della fame

 

Ansa, 31 ottobre 2005

 

"Esprimiamo la nostra solidarietà con gli infermieri penitenziari in sciopero della fame. - Lo dichiarano i deputati Tiziana Valpiana (Prc), Maria Celeste Nardini (Prc), Katia Zanotti (Ds) e Luigi Giacco (Ds), che hanno incontrato questa mattina gli infermieri in protesta sotto la sede romana del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria - I ripetuti scioperi della fame e della sete non hanno portato, finora, ad alcun risultato se non a vane promesse mai mantenute. Gli infermieri penitenziari - spiegano - sono senza soldi, senza mezzi e senza direttive. Il numero degli assunti è assolutamente esiguo a fronte delle presenze dei detenuti: un professionista ogni 300 dei 60 mila carcerati. La più parte di chi pratica cure sanitarie all’interno delle carceri proviene da cooperative che operano con appalti al massimo ribasso, o è formato da infermieri parcellisti, per i quali non è riconosciuto alcun punteggio nelle graduatorie per le future assunzioni. Il diritto alla qualità dei servizi sembra essere sospeso all’interno delle strutture carcerarie dopo che anche la richiesta di passaggio della medicina penitenziaria al sistema sanitario nazionale è stato bloccato da questo governo. È evidente - hanno concluso - che in Italia non solo non è tutelato il diritto alla salute per i detenuti, ma neppure il diritto ad un lavoro dignitoso per gli infermieri penitenziari"

Informazione: Radiocarcere in rubrica su "Il Foglio" di domani

 

Comunicato stampa, 6 ottobre 2005

 

Martedì 1 novembre con il Foglio la pagina di Radio Carcere, quindicinale di informazione su giustizia penale e detenzione a cura di Riccardo Arena. In questo numero: dopo Milano, Roma e Catania, continua l’approfondimento di Radio Carcere dedicato a singole "città giudiziarie". Martedì si cercherà di capire come funziona la Giustizia e il carcere a Venezia. Troverete gli editoriali di: Ennio Fortuna, Vittorio Borraccetti e dell’avv. Marco Vassallo. La rubrica Altri Hotel, sarà dedicata a due carceri di Venezia, tanto vicini ma tanto diversi: il carcere di Santa Maria Maggiore e quello della Giudecca. Ad un caso di ordinaria ingiustizia, è dedicato l’articolo del misterioso editorialista "Emile". Vi ringrazio per l’attenzione.

 

Riccardo Arena

Droghe: Capezzone; no al colpo di mano del governo

 

Apcom, 31 ottobre 2005

 

Il segretario dei Radicali italiani, Daniele Capezzone, dice no al "colpo di mano del governo, mirato ad approvare un ulteriore peggioramento delle norme vigenti in materia di droghe". Lascio da parte il curioso per non dire patetico mercanteggiamento per cui ora la "soglia" sale dai 6-7 agli 8-10 spinelli e punto invece l’attenzione - dice Capezzone in una pausa dei lavori congressuali di Riccione - su due fatti: questa linea aggressiva non intacca gli spaventosi interessi criminali di mafia e ‘ndrangheta, a cui si lascia in pugno un mercato ulteriore e, come frutto di questa legge, ho l’impressione che questo governo non realizzerà mai, come grandi opere, né il Mose né il Ponte sullo Stretto, ma solo galere e carceri". Insomma, per Capezzone, questa "è una prospettiva pericolosa. Proporrò - conclude - che i Radicali siano alla conferenza di Palermo per dire il loro No e facciano partire una forte campagna nel Paese contro questa stretta inutile sul piano della sicurezza e dannosa su quello delle garanzie".

Verona: i carcerati a lezione per un futuro da arbitro

 

L’Arena di Verona, 31 ottobre 2005

 

Msp, il Movimento sport azzurro, che ha aperto le gare del suo quindicesimo campionato di calcio a cinque, non dimentica chi è in difficoltà. Dall’inizio dell’estate, fino alla fine di quest’anno, l’ente porta avanti una serie di attività, con il contributo regionale, legate al volontariato e alla solidarietà nei confronti dei detenuti.

Alla casa circondariale di Montorio lo staff di Antonio Portale ha organizzato un corso arbitri di calcio a cinque, uno di yoga e uno di pallavolo. Una serie di lezioni teoriche e pratiche che hanno lo scopo di fornire ai partecipanti le nozioni utili a diventare dei buoni arbitri di calcio a cinque. "Una possibilità di reinserimento per quei detenuti che, una volta ottenuta la libertà, avranno voglia di tornare nel mondo dello sport", spiega il presidente. "Ma anche un modo per rendere meno pressante la vita in carcere".

E per superare le ansie da reclusione e raggiungere uno stato di benessere psicofisico, si è pensato anche a un corso di yoga che ha avuto un notevole successo in termini di iscrizioni. Oltre cinquanta i partecipanti, uomini e donne, alle lezioni tenute dall’insegnante Paolo Incontri. Altrettanto consenso ha riscosso il corso di pallavolo, diretto da un tecnico federale, che ha registrato circa trenta iscritti.

Lanciano: risoluzione della Regione Abruzzo per il carcere

 

Il Tempo, 31 ottobre 2005

 

Blocco dell’arrivo di nuovi detenuti e sospensione dell’apertura di altre 2 sezioni, a partire da quella per detenuti psicotici. Sono i punti principali della risoluzione approvata dal consiglio regionale sulla situazione in cui versa il carcere di Lanciano, dove gli agenti di custodia da settimane sono sul piede di guerra per la cronica mancanza di personale. Carenze che hanno portato ad accumulare oltre 9mila giornate di ferie non godute. Il provvedimento - presentato dai consiglieri regionali Antonella Bosco, Maria Rosaria La Morgia e Angelo Orlando - impegna il Presidente della Regione Abruzzo Ottaviano del Turco e la sua giunta ad assumere ogni iniziativa opportuna presso il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, per evitare un ulteriore aggravarsi dei disagi all’interno della casa circondariale di Lanciano, che rappresenta nel panorama abruzzese una vera e propria emergenza per la sicurezza del territorio. Di notte, ad esempio, c’è un solo agente che controlla il perimetro del penitenziario. E lo stesso accade per molti altri compiti, che necessiterebbero invece di un organico diverso. Attualmente nel carcere di Lanciano sono rinchiusi 290 detenuti.

Vicenza: al San Pio X meeting di atletica con il Csi

 

Giornale di Vicenza, 31 ottobre 2005

 

Bella giornata di sport pregno di valori all’interno del carcere San Pio X di Vicenza. Da un’idea nata casualmente ad Enrico Mastella, il presidente del CSI Vicenza nonché vice del gruppo sportivo Vicenza Est all’indomani della forzata rinuncia alla realizzazione, l’ultimo venerdì di agosto, del 24° Meeting della Stanga, è germogliata una bella manifestazione, atipica di atletica in quanto si disputa in un campo di calcio.

Per problemi legati alla copertura erbosa del campo della Stanga il meeting della Stanga era stato forzatamente annullato e rinviato al prossimo anno ma il magone è rimasto agli organizzatori del Vicenza Est e così Mastella ha trovato l’escamotage: "Non ci è stato possibile fare il meeting all’esterno - ha motivato la scelta Mastella - e noi lo facciamo all’interno, dentro al San Pio X".

Non risulta che altre manifestazioni di atletica siano mai state organizzate dentro istituti di pena pertanto l’iniziativa del Vicenza Est è praticamente una prima mondiale assoluta per un meeting di atletica organizzato in un solo pomeriggio di gare all’interno di un campo di calcio. Per gli organizzatori che dal primo mattino si sono sacrificati per ricavare il tracciato della gara di mezzofondo, per disegnare le corsie di quella della velocità e per predisporre la pedana del getto del peso, la ricompensa si è letta negli occhi dei ragazzi reclusi al termine delle gare. L’applauso e le strette di mano dei carcerati al San Pio X di Vicenza hanno ripagato il sacrificio organizzativo e lasciato anche qualcosa in più. Il manipolo di volontari di Vicenza Est, Centro Sportivo Italiano e del Gruppo La Cerniera di Vicenza hanno fatto tutto da soli ma per la prossima edizione, rotto il ghiaccio, già si pensa ad arricchire il programma tecnico inserendo anche le premiazioni finali.

Presenti anche il presidente del Coni Umberto Nicolai, quello della federazione di atletica Luigi Cerin e Bruno Golin, presidente dell’Associazione la Cerniera che ha donato le magliette a tutti i partecipanti. A dar lustro alla manifestazione c’erano anche le campionesse italiane Elisa Trevisan, rossanese numero uno delle prove multiple, Laura Bordignon, argento nei Giochi del Mediterraneo e protagonista della migliore performance italiana nel lancio del disco nonchè Francesca Carlotto, specialista del salto triplo e delle prove multiple. La Bordignon in particolare ha letteralmente lasciato di sasso tutti quanti nel getto del peso. Il vincitore della gara, un marcantonio che risponde al nome di Nicolae con m 12,25, il solo a violare i 12 metri con l’attrezzo da 5 kg ha dovuto prendere atto che la bionda campionessa bassanese l’ha surclassato di 2 metri abbondanti.

Tra i 20 partecipanti alla gara del peso argento a Giovanni con m 11,30 e bronzo per Francesco con m 11,05 mentre tutti gli altri si sono segnalati con misure inferiori agli 11 metri più per l’approssimativa conoscenza della tecnica di lancio che per il reale valore dei singoli.

La gara di mezzofondo si è disputata su una distanza "mitica" per l’atletica: il miglio ossia otto volte il circuito disegnato nel campo di calcio del carcere per coprire la distanza classica di 1609,347 metri. Qualcuno ci ha trovato un significato particolare per una gara disputata sul tappeto erboso in una casa circondariale, una simbologia che ricorda un successo cinematografico: "Il miglio verde". La vittoria è andata a Francesco in 6’13"06 davanti a Milorad in 6’25"70 e terzo posto per Loris, autore di un bel recupero sino al terzo posto in 6’22"79, tutti tempi cronometrici da vagliare tenendo presente che la gara si è corsa sul prato verde senza scarpette chiodate.

Eliminatorie e finali per la gara di velocità sugli 80 metri piani. Netta la superiorità espressa da Cristian in 10"44 davanti a Doci, argento in 10"90 e bronzo a Milorad, bronzo in 11"07. La palma di miglior atleta della manifestazione va decisamente a Milorad argento nel miglio, bronzo nella velocità e settimo classificato nel getto del peso. Un plauso ai giudici di gara del Centro Sportivo Italiano mentre gli agenti di polizia penitenziaria si sono fatti avanti per chiedere di poter avere un meeting anche per loro. Una sorpresa anche per il prof. Nicolai che si è trattenuto a lungo a dialogare con un proprio ex allievo ora purtroppo detenuto al San Pio X.

Livorno: riaperta inchiesta sulla morte di Marcello Lonzi

 

Il Manifesto, 31 ottobre 2005

 

Una nuova perizia medica riapre il caso di Marcello Lonzi, il detenuto morto nel carcere di Livorno il 12 luglio 2003, apparentemente per le conseguenze di un malore. Il consulente della famiglia - il dottor Marco Salvi, medico legale della Usl di Genova - ritiene che le ferite riscontrate sul cadavere non siano compatibili con l’ipotesi di una caduta per malore, ma sembrerebbero piuttosto i segni di un’aggressione. Inoltre, secondo il medico, dai materiali relativi all’autopsia mancherebbero alcuni importanti esami di laboratorio. La madre di Marcello Lonzi, la signora Maria Ciuffi, ha sempre sostenuto la tesi che il figlio sia morto per un pestaggio da parte degli agenti di polizia penitenziaria.

Sanremo: intervento della Cgil sui collegamenti con il carcere

 

Ansa, 31 ottobre 2005

 

Paolo Marengo, Segretario Provinciale della Funzione Pubblica della Cgil, in una lettera inviata a Prefetto, sindaco di Sanremo, Direttore della casa circondariale di Valle Armea e Direzione Riviera Trasporti, denuncia la carenza di collegamenti da e per le carceri di Valle Armea, sottolineando la grave mancanza di sicurezza stradale. "Dopo alcuni anni dall’istituzione dei collegamenti tra il centro cittadino e la casa circondariale, si ritiene opportuno segnalare che, a seguito delle aumentate presenze di operatori penitenziari residenti e dell’aumento del flusso dei familiari dei detenuti, le corse oggi previste appaiono insufficienti - scrive Marengo -. In particolare segnaliamo che gli orari delle corse non coincidono con gli orari di inizio e termine dei turni del Personale di Polizia e degli altri operatori penitenziari, non sono compatibili con gli orari scolastici per le famiglie che abitano negli alloggi di servizio e non è prevista nessuna corsa nelle ore serali con notevoli disagi per il personale che alloggia nell’Istituto.

Vogliamo inoltre richiamare l’attenzione sul fatto che i collegamenti attuali non rispondono neppure alle esigenze dei famigliari dei detenuti per i colloqui. Alcuni di essi, infatti, prendono il bus fino al cimitero e poi raggiungono a piedi l’Istituto e hanno lo stesso problema al termine dei colloqui. A parere della scrivente, il problema potrebbe essere risolto, concordando con la Direzione alcune modifiche alle corse esistenti, affinché corrispondano con gli orari di inizio e termine delle varie attività, mentre un potenziamento potrebbe essere ottenuto spostando il capolinea nei pressi della Casa Circondariale per le corse attualmente previste per il cimitero dell’Armea. Si segnala inoltre che, nonostante siano trascorsi nove anni dall’apertura dell’Istituto, nell’ultimo tratto di valle Armea che porta sino all’istituto penitenziario, non è stata ancora ultimata la strada di collegamento.

Nelle condizioni attuali - termina Paolo Marengo - non sono garantite condizioni adeguate di sicurezza, considerate sia le dimensioni della carreggiata, sia il continuo transito di camion di grosse dimensioni e sia la mancanza di specchi idonei a segnalare, nel tratto più ristretto, l’arrivo di altri mezzi. Per questa mancanza, in diverse occasioni si sono verificati incidenti".

 

 

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