Rassegna stampa 8 aprile

 

Amnistia: Capezzone; altri aderiscano a ddl senatori a vita

 

Ansa, 8 aprile 2005

 

Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani, sottolinea che Marco Pannella prosegue nello sciopero della fame e della sete per l’amnistia, e sollecita altre adesioni al disegno di legge che ha per primi firmatari i senatori Giulio Andreotti, Francesco Cossiga ed Emilio Colombo. Capezzone ricorda che oggi Pannella "ha preso atto dei primi fatti emersi in questa giornata", cioè l’annuncio del presidente della commissione giustizia della Camera, Gaetano Pecorella, "di voler incardinare il dibattito", ed al Senato "anche grazie al contributo dell’amico Luigi Compagna, l’annuncio di un disegno di legge sottoscritto dai senatori a vita Andreotti, Colombo e Cossiga (e da altre decine di parlamentari)". Infine "l’analogo preannuncio venuto dai Ds attraverso i senatori Calvi e Brutti".

Capezzone sottolinea peraltro che Pannella "ha aggiunto che mentirebbe a sé stesso, ai cittadini e ai detenuti se affermasse che questi fatti costituiscano qualcosa di non riassorbibile nelle sabbie mobili della politica ufficiale italiana" e che per questo proseguirà nella sua iniziativa, invitando "parlamentari, forze politiche di maggioranza e di opposizione, governo, a fare quanto possibile nelle prossime ore". "In particolare - conclude Capezzone - il disegno di legge sottoscritto dai senatori a vita è aperto in queste ore e anche domani, alle firme di ogni altro deputato e senatore", e "sarebbe fondamentale che in tanti, in queste ore, facessero tesoro di questa occasione".

Giustizia: senatori Cdl propongono indulto in memoria Papa

 

Ansa, 8 aprile 2005

 

Sono 32 i senatori della maggioranza che hanno presentato a Palazzo Madama un disegno di legge per l’indulto. Con la prima firma di Mario Greco, senatore di Forza Italia, il disegno di legge è stato depositato negli uffici del Senato. Tra gli obiettivi, c’è anche quello di onorare la memoria di Giovanni Paolo II, che chiese nel suo storico discorso al Parlamento l’approvazione di un provvedimento di clemenza per i detenuti.

L’indulto proposto dai senatori del centrodestra è limitato ad una fascia di persone di scarsa pericolosità: condannati definitivi che devono scontare un residuo di pena di 3 anni o meno. I senatori calcolano che il provvedimento interesserebbe circa 10 mila detenuti, tra i quali un’alta percentuale di tossicodipendenti.

Il provvedimento porterebbe anche ad un risparmio di circa 750 milioni di euro. Dal provvedimento sarebbero esclusi i detenuti condannati per i reati più gravi: associazione di tipo mafioso, strage, sequestro di persona, usura, riciclaggio, traffico di stupefacenti. L’indulto sarebbe revocato se chi ne ha usufruito infrange la legge e viene condannato ad una pena non inferiore ad un anno di carcere. L’indulto avrebbe efficacia per i reati commessi fino al 2 aprile 2005.

Amnistia: Siniscalchi; basta attese, si apra dibattito serio

 

Ansa, 8 aprile 2005

 

"Spero si torni al più presto ad esaminare, nelle competenti sedi parlamentari, un testo di legge in materia di indulto". Lo afferma il deputato dei Ds Vincenzo Siniscalchi. "Insieme ad altri colleghi deputati Ds già nel lontano settembre 2002 - spiega Siniscalchi - ho presentato una proposta di legge diretta ad introdurre l’indulto revocabile per le pene detentive.

L’iniziativa legislativa non è assolutamente riconducibile ad un ‘perdonismo di comodò che appare più come una resa dello stato nei confronti dei condannati. È necessario dare ingresso in questa materia ad un serio progetto di indulto ispirato ad esigenze di clemenza ed al tempo stesso di ottimizzazione delle strutture carcerarie".

"Occorre tendere - prosegue il deputato diesse - alla realizzazione di un provvedimento di clemenza idoneo a curare un sistema punitivo gravemente affetto da patologiche disfunzioni la cui gravità rischia di stravolgere la concreta funzione della sanzione penale in un moderno stato di diritto". "Quanto auspicato nella storica visita a Montecitorio dal Sommo Pontefice - dice Siniscalchi - si muoveva proprio in questa direzione.

Il Santo Padre sottolineò il penoso sovraffollamento delle carceri auspicando un provvedimento di clemenza senza compromettere la tutela e la sicurezza dei cittadini. Le condizioni in cui versano molti detenuti nelle strutture di reclusione non sono certo migliorate ad oltre due anni di distanza da quell’augurio del Santo Padre". "Al contrario - sottolinea l’esponente della Quercia - si è registrato un concreto arretramento dell’intero complesso delle problematiche legate al sovraffollamento di molti istituti. Così, oggi, nell’ultimo scorcio di legislatura si impone una riflessione seria sulla approvazione, in tempi rapidi, di un testo di legge in materia di indulto, che si orienti concretamente nei confronti di quella numerosa schiera di condannati particolarmente segnati da tratti di debolezza.

Una debolezza psichica, una fragilità caratteriale, una carenza assoluta di risorse economiche". "Con opportuni contrappesi (revocabilità e specifiche esclusioni) - afferma Siniscalchi - un provvedimento di tal fatta oltre a rendere più vivibili e dignitosi gli spazi carcerari rappresenterebbe un viatico alla celebrazione più celere dei processi per i reati più gravi. Non si tratta solo di far fronte alla pur evidente emergenza carceraria, più volte e da più parti sottolineata, ma di una politica legislativa coerente e moderna". "Se al più presto nelle competenti sedi parlamentari si continueranno a "tenere nel cassetto" i progetti di riforma su questa delicata materia - conclude Siniscalchi - ogni rievocazione delle parole del Pontefice ed ogni riflessione sulla emergenza carceraria, finirà per rappresentare una certificata ipocrisia".

Amnistia: Compagna; onoriamo papa con rapido esame ddl

 

Ansa, 8 aprile 2005

 

Onoriamo il Papa con un rapido esame del ddl sull’amnistia e l’indulto chiede senatore Luigi Compagna, promotore e firmatario del disegno di legge che raccoglie le firme di alcune decine di senatori tra i quali Cossiga, Andreotti, Colombo. "Amnistia ed indulto ad ogni morte di Papa: mi permetto di usare questa espressione per onorare la memoria del Santo Padre, che il Parlamento Italiano applaudì per poi produrre un provvedimento legislativo deludente", aggiunge il senatore di Fi conversando con i giornalisti.

"Mentre il Papa era in quella zona grigia, tra la vita e la morte, Marco Pannella ha pensato a questo atto laicissimo, a suo modo cristiano, di amicizia intellettuale e politica, con un personaggio che non c’è più. Penso che questo personaggio meriti che sia il Senato che la Camera verifichino subito se ci sono margini per rispondere con maggiore profondità e dare seguito legislativo a quella straordinaria giornata di festa del Parlamento che fu il novembre del 2002" . "Il Papa amava e rispettava il parlamentarismo - ha aggiunto Compagna - e penso che la prossima settimana, all’indomani dei suoi funerali, il Parlamento possa velocemente verificare se ci siano margini per chiudere in fretta questo provvedimento".

"Io lavorerò - ha aggiunto il senatore - perchè siano brevi i tempi della verifica parlamentare, entro la prossima settimana. Ma devo aggiungere - e queste sono le virtù del bicameralismo - che spero che già la prossima settimana il provvedimento marci parallelamente alla Camera, nella commissione presieduta dal Professor Pecorella. Ho l’impressione che siamo andati al di là dei trenta senatori, con la partecipazione di colleghi dalle idee diversissime dalle mie. Siamo stati discreti nel sollecitare firme di colleghi della Lega e di An, per rispetto di quelle posizioni di principio avverse alla legislazione di clemenza.

Ovviamente nel corso del lavoro parlamentare noi auspichiamo un cambiamento del loro orientamento. La nostra proposta è molto sobria, e sono molto grato al Presidente Cossiga di averci fatto l’onore di sottoscrivere questo Ddl", ha concluso Compagna. Oltre a Compagna, i firmatari del disegno di legge sono i suoi colleghi dell’UDC Alessandro Forlani, Gino Moncada e Francesco Salzano, Francesco Cossiga, Giulio Andreotti, Emilio Colombo (senatori a vita), Alessandro Forlani, Gino Moncada e Francesco Salzano (Udc), Emanuela Baio Dossi, Paolo Giaretta (Margherita), Paolo Brutti, Giovanni Lorenzo Forcieri, Cesare Salvi e Giorgio Tonini (Ds), Luigi Malabarba e Livio Togni (Rifondazione comunista), Laura Bianconi, Gianpiero Cantoni, Valerio Carrara, Guglielmo Castagnetti, Domenico Contestabile, Lino Jannuzzi, Antonio Tomassini, Guido Ziccone (Fi), Stefano Boco, Fiorello Cortiana e Sauro Turroni (Verdi), Antonio Del Pennino (Pri), Giovanni Crema e Gerardo Labellarte (Sdi).

Milano: nessuno vuole in casa detenuto malato, scarcerato

 

Ansa, 8 aprile 2005

 

Le condizioni di salute del detenuto non sono compatibili col regime carcerario: per questo il giudice Oscar Magi, della quarta sezione del Tribunale Penale di Milano, ha disposto la liberazione anticipata di Isidoro Contreras Candia, un peruviano che stava scontando un anno e quattro mesi di reclusione (gli rimaneva circa metà della pena) per tentata rapina.

Il suo difensore, Umberto Cacciola, aveva sottolineato la situazione sanitaria dell’uomo e Magi aveva concesso gli arresti domiciliari, ma la moglie del detenuto non lo voleva in casa e una signora, che si era detta disponibile ad affittargli una stanza, aveva cambiato idea. A questo punto, l’avv. Cacciola ha fatto un’ulteriore istanza, sempre in relazione alle precarie condizioni di salute del suo assistito, e il giudice ha disposto la scarcerazione con obbligo quotidiano di firma al commissariato Greco-Turro. Ora l’uomo avrà bisogno soprattutto di cure mediche.

Amnistia: Cavallaro (Dl); intervenire, Castelli inadempiente

 

Ansa, 8 aprile 2005

 

"Davanti alle reiterate inadempienze del Ministro Castelli e al continuo aggravarsi della situazione carceraria italiana, sarebbe disumano continuare a temporeggiare". Lo afferma il senatore della Margherita Mario Cavallaro, firmatario del Ddl dell’Unione per la concessione dell’amnistia. "Governo e maggioranza - continua Cavallaro in una dichiarazione - devono aprire gli occhi sulla situazione disastrosa e a volte, purtroppo, tragica in cui vivono i detenuti, avviando a breve la discussione del provvedimento sulla concessione dell’amnistia e dell’indulto per i reati meno gravi, chiaramente deducibili dal testo oggi depositato in Senato dall’Unione".

Ricorda infine il senatore della Margherita: "Sono passati quasi tre anni dall’appello che il Papa fece al Parlamento auspicando un atto di clemenza verso il popolo dei detenuti, ma questo governo ancora non ha fatto nulla. È ora che l’Italia dia un segno concreto di accoglimento di uno dei più significativi messaggi di Giovanni Paolo II".

Amnistia: Pisapia; evitare ripetersi di vergognosi balletti

 

Ansa, 8 aprile 2005

 

Giuliano Pisapia, capogruppo del Prc nella commissione giustizia della Camera, chiede che si chiarisca in parlamento se ci sono le condizioni per arrivare ad un provvedimento di clemenza, evitando "balletti vergognosi". Pisapia si dice "assolutamente favorevole" all’amnistia "per reati con pena massima fino a quattro anni di reclusione" e ad un "indulto (revocabile) di due anni". Non solo "come atto di clemenza, ma anche come presupposto per rendere più celere la celebrazione dei processi per i reati più gravi".

Per Pisapia la clemenza "inciderebbe in modo positivo sulla drammatica situazione di sovraffollamento delle nostre carceri" ed avrebbe effetti positivi anche "sugli oltre quattro milioni di processi pendenti che ingolfano le aule di giustizia e che impediscono di celebrare i processi di maggiore gravità".

"Non posso nascondere, però, di essere pessimista rispetto alla possibilità che in Parlamento vi siano le condizioni per arrivare realmente ad un’approvazione del provvedimento", avverte Pisapia, per il quale "in ogni caso è importante che non si verifichi quanto accaduto (in ultimo) due anni fa, quando l’acceso e lungo dibattito in parlamento e nel paese sull’amnistia e l’indulto, con relativi e vergognosi balletti sul sì-no, non ha portato a fatti concreti, con ciò illudendo inutilmente i detenuti ed esasperando il clima già incandescente all’interno delle carceri".

Amnistia e indulto: comincia di nuovo la farsa della politica

 

Amisnet, 8 aprile 2005

 

In questi giorni diversi politici italiani hanno ricordato l’appello di Giovanni Paolo II a favore di sconti di pena per i carcerati fatto durante la storica visita a Montecitorio il 14 nov 2002. La necessità, affermano all’unisono, è di riprendere la discussione su amnistia e indulto. Ma la situazione nelle carceri, al di là della parole, resta immutata.

Diversi uomini politici in questi giorni hanno riportato all’attenzione la questione amnistia e l’appello del Papa. Pier Ferdinando Casini, Presidente della Camera, lo ha ricordato mercoledì in Parlamento, mentre Marcello Pera, Presidente del Senato, lo ha ribadito ai microfoni di Radio Radicale.

L’on. Gaetano Pecorella, presidente della Commissione Giustizia della Camera, ha affermato: "Abbiamo tutti il dovere morale e politico di dare una risposta sulla questione dell’amnistia che da anni si trascina senza che ciascuno prenda con chiarezza una posizione. Per questo - si impegna Pecorella - riprenderà dal 6 aprile l’iter in Commissione Giustizia della Camera delle proposte di legge su amnistia e indulto sino a pervenire ad un voto finale, positivo o negativo che sia". Ma il verde Paolo Cento avverte: "Su amnistia non si illudano i detenuti, si verifichino invece con serietà e celerità se esistono le condizioni".

Vittorio Antonini, coordinatore dell’associazione Papillon Rebibbia, afferma di non credere alle recenti dichiarazioni né alle iniziative di Marco Pannella e Marco Rigamo, di Radio Sherwood, avverte: "In questo modo si creano inutili aspettative nei detenuti".

Le sette amnistie più importanti in Italia:

22 giugno 1946: è passata alla storia come "l’amnistia Togliatti". Venne varata 20 giorni dopo il referendum repubblica-monarchia, in clima di pacificazione nazionale, e ne beneficiarono infatti tutti coloro che erano rimasti compromessi con la Repubblica di Salò. (Portò alla scarcerazione di 11.800 detenuti politici).

19 dicembre 1953: rappresenta ancora il più vasto provvedimento di clemenza del dopoguerra, grazie al quale la pena dell’ergastolo veniva commutata in quella di dieci anni per tutti i reati politici, comunque legati alla guerra, commessi tra l’8 settembre 1943 e il 18 giugno 1946.

11 luglio 1959: è la più importante amnistia tributaria. Il decreto mise ordine in materia di violazione delle norme doganali, delle imposte di fabbricazione di monopolio e di alcuni reati di evasione fiscale.

4 giugno 1966: mirò a sfoltire i processi in corso e ad alleggerire la sovrappopolazione delle carceri. Vennero amnistiati i reati con pene massime di tre anni.

22 maggio 1970: il decreto cancellò tutti i reati con pena detentiva non superiore ai cinque anni di reclusione commessi, anche con finalità politiche, in occasione di manifestazioni sindacali e studentesche.

4 agosto 1978: il provvedimento voleva anticipare la riforma dei codici. Riguardava i reati punibili fino a tre anni di reclusione. Erano esclusi vari reati tra cui (nell’anno del sequestro Moro) quelli di terrorismo.

18 dicembre 1981: cancellò tutti i reati che prevedevano una pena di tre anni con l’esclusione, tra gli altri, dei reati di peculato, corruzione, frode alimentare e terrorismo (Ne beneficiarono oltre 10.000 detenuti).

Padova: Sportello Informativo SP.IN coordinato dal C.S.S.A.

 

Comunicato stampa, 8 aprile 2005

 

Il 5 Aprile 2005 è stato inaugurato lo sportello informativo SP.IN, gestito da personale volontario appositamente formato e in grado di fornire un servizio di primo segretariato sociale, coordinato dal Centro di Servizio Sociale per adulti (Cssa) con sede in Via della Navigazione Interna 38/A.

All’interno di questo spazio si intende offrire assistenza gratuita alle persone detenute in misura alternativa al carcere e alle loro famiglie, supporto alla redazione di modulistica per istanze di misura alternativa, informazioni rispetto alla rateizzazione o conversione della multa, patrocinio a spese dello stato, remissione del debito, ma anche ascolto, prima accoglienza e attività di orientamento; in particolare, le richieste inoltrate nella prima giornata di apertura hanno riguardato la ricerca di lavoro e la richiesta di documenti personali.

Inoltre, gli operatori SP.IN, che appartengono al mondo delle associazioni di volontariato e dei servizi sociali, sono in continuo contatto tra loro e, attraverso il confronto e il lavoro di rete, perseguono l’obiettivo di fornire sostegno all’utenza e di offrire aiuto e supporto per l’inserimento delle persone nel territorio. Lo sportello sarà aperto al pubblico il martedì mattina dalle 9.00 alle 13.00, il giovedì pomeriggio dalle 13.00 alle 17.00 e ogni ultimo venerdì del mese. Il numero telefonico dello SP.IN, attivo durante gli orari di apertura, è il seguente: 049.7811950, fax 049.8076902.

Roma: sportello per l’assistenza legale gratuita ad ex detenuti

 

Comunicato Stampa, 8 aprile 2005

 

L’associazione Angels Roma e Lazio Martedì 12 Aprile 2005 inaugurerà il progetto pilota denominato "Giustizia di Strada". Lo sportello dove i legali dell’associazione offriranno consulenza ed assistenza legale gratuita sarà ubicato all’interno del diciassettesimo municipio. L’innovazione del progetto, unico nella Capitale, consiste nel fatto che prevede un servizio "mobile" Gli avvocati due volte al mese oltre che ricevere in sede si recheranno in strada con i volontari, nei centri di accoglienza che ospitano ex detenuti e clochard. Le richieste che per adesso sono giunte all’associazione Angels Roma e Lazio riguardano assistenza legale gratuita per l’assegnazione delle case comunali, separazioni e divorzi, affidamento dei figli minori e problemi legati a sanzioni amministrative. Gli avvocati riceveranno, esclusivamente su appuntamento, ogni Martedì dalle 17,00 alle 19,00. Per informazioni e per richiedere consulenza legale gratuita contattare l’associazione Angels Roma e Lazio cell. 3387698887 e-mail noeminovelli@angelsroma.it

Droghe: don Smacchia (Fict); chi entra in comunità lo fa per scelta

 

Redattore Sociale, 8 aprile 2005

 

L’ambiente restrittivo non consente un recupero adeguato. Perché la casa di reclusione a custodia attenuata per detenuti tossicodipendenti di Castelfranco Emilia è pur sempre un carcere e non una comunità. È questo in sostanza il pensiero di don Egidio Smacchia, presidente della Fict (la Federazione italiana comunità terapeutiche), e di Marco Cafiero, penalista, esperto di reati legati alla droga, che sulle pagine web di Progettouomo.net ritornano sulla questione della struttura detentiva inaugurata il 21 marzo scorso dai ministri Castelli e Giovanardi.

"Si è fatta molta confusione nel considerare questa struttura una comunità terapeutica. La comunità terapeutica è un’altra cosa: su questo aspetto bisogna mettere un punto fermo per non creare confusione nell’opinione pubblica – precisa don Smacchia -. Chi entra in comunità lo fa per scelta, ha delle motivazioni che sono il motore portante del cambiamento.

Inoltre ha la libertà di abbandonare la comunità in qualsiasi momento e il percorso terapeutico è personalizzato. Da anni la Fict ha avviato diverse esperienze in collaborazione con gli istituti penitenziari. Quella di Castelfranco è invece una strada diversa, che non escludo possa essere preferibile rispetto alla reclusione in un carcere tradizionale, ma che non ha nulla a che vedere con il percorso in comunità".

Il presidente della Fict lancia poi una proposta per far uscire i detenuti tossicodipendenti dalla droga. "Una vera occasione sarebbe l’ampliare l’accesso in comunità per chi ha subito una pena fino a sei anni di reclusione, anziché i quattro attuali. Questo vorrebbe dire più giovani che possono entrare motivati nelle comunità. Nel caso di Castelfranco, invece, le persone sono in un carcere dove sicuramente il loro soggiorno non è molto motivante.

Per non parlare poi delle molte incertezze sorte dal punto di vista gestionale e politico e delle perplessità rispetto anche all’intesa tra servizi pubblici e del privato-sociale, molto importante per la ricaduta sul territorio". Anche l’avvocato Cafiero esprime qualche perplessità: "Non voglio unirmi al coro dei luoghi comuni che proliferano sulla possibilità che una realtà del genere possa diventare un ghetto. Mi preoccupa solo l’idea che una struttura simile si cronicizzi.

Temo che possa rappresentare una rinuncia all’applicazione più flessibile della pena nei confronti dei tossicodipendenti. Potrebbe divenire la modalità di curare il tossicodipendente in carcere per eccellenza, a discapito di quella più ovvia rappresentata dalla realizzazione di un percorso all’esterno. Sono dell’idea che l’intervento in carcere vada effettuato in modo pregnante, ma per periodi brevi e mirati alla fuoriuscita di soggetti tossicomani.

L’ambiente restrittivo non consente un percorso di recupero adeguato: è difficile smantellare i codici comportamentali tipici della struttura penitenziaria. Chi lavora nelle comunità di recupero sa come è difficile gestire le persone sottoposte agli arresti domiciliari all’interno delle strutture comunitarie, figuriamoci in un carcere". (mt)

Nuoro: lezioni dietro le sbarre, così diamo speranza

 

L’Unione Sarda, 8 aprile 2005

 

La maestra del carcere, così la chiamano, è arrivata a Badu ‘e Carros tre anni fa, quando decise di insegnare a leggere e a scrivere a chi, forse, ne aveva più bisogno. "Adulti, detenuti, stranieri", sintetizza lei. Pasquina Ledda, 50 anni, un viso da ragazza, un’esperienza lunghissima nelle scuole elementari della provincia, ha deciso di lavorare in carcere dopo un laboratorio di teatro fatto assieme ai detenuti. Come lei tanti altri insegnanti che ogni giorno varcano i cancelli di Badu ‘e Carros, Mamone e Macomer per tenere lezione.

Corsi per la licenza elementare, media e anche, da quest’anno, per il diploma di ragioniere, coordinati dal Centro territoriale permanente che cura il programma EdA, ovvero l’educazione permanente degli adulti, quindi tutti i corsi di istruzione e formazione: dalle ex 150 ore delle scuole serali per i lavoratori, ai corsi brevi di laboratorio, alle lezioni in carcere.

Bachisio Porru, preside della scuola media 4 di Nuoro e presidente del Consorzio universitario barbaricino, è il responsabile del programma per il territorio. "Un territorio in cui il bisogno di istruzione e formazione per gli adulti è molto forte. Casalinghe, lavoratori, ma anche ragazzi, persone molto giovani che si avvicinano ai corsi serali per conseguire la licenza media".

Trecento in tutta la provincia (con sedi in diversi paesi), gli iscritti ai corsi per lavoratori. A questi si aggiungono quanti frequentano i laboratori di ceramica, falegnameria, lingue straniere, informatica: sono mille le domande d’iscrizione arrivate all’inizio dell’anno scolastico, poco più di trecento gli allievi che frequentano.

Diverse centinaia anche i detenuti iscritti ai corsi, un numero quasi impossibile da definire visto che - causa trasferimenti, abbandoni, fine pena, (ma anche nuovi ingressi) - cambia continuamente. Prendere il caso del corso Igea di ragioneria nella sezione Alta Sicurezza di Badu ‘e Carros: stanno frequentando in sei, ma all’inizio gli iscritti erano molti di più.

Oppure gli stessi alunni della maestra Ledda: "una classe di non più di dodici allievi, ma c’è un ricambio, chi arriva e chi va via". Marcello Diolosà, 39 anni, siciliano, dal 2001 insegna inglese a Badu ‘e carros, Mamone e Macomer.

Diciotto ore settimanali divise tra la classe di dieci alunni della terza media nel carcere nuorese, e i ventidue delle superiori, "sei di questi si preparano per il diploma. Certo, è una grande soddisfazione per noi insegnanti". Insegnanti che, più dei colleghi che lavorano all’esterno, sanno bene che c’è altro oltre il programma ministeriale. "Sono alunni speciali, che hanno necessità di guardare il mondo anche attraverso i nostri occhi - spiega Maria Pina Chessa, 40 anni, nuorese, docente di lettere -.

Leggono i quotidiani, c’è chi ne legge anche più di uno, facciamo la discussione dei fatti d’attualità in classe". Undici alunni, i suoi, che frequentano la quarta ragioneria. Gli alunni dei corsi superiori sono perlopiù sardi e originari della penisola, mentre quelli che frequentano medie e alfabetizzazione per la maggior parte sono extracomunitari. "Adulti, detenuti, stranieri", sintetizza la maestra Pasquina Ledda.

"Certo, c’è anche qualche allievo sardo, ma sono soprattutto gli extracomunitari a iscriversi al corso elementare". Funziona praticamente come una pluriclasse, con il solito continuo ricambio, "e anche per questo, se insegno le regole della lingua italiana e altre nozioni, devo pure lavorare molto per tenere desta la loro attenzione altrimenti si corre il rischio che la volta successiva non tornino. Noi insegnanti dobbiamo insegnare prima di tutto una cosa: fuori c’è un mondo che accoglie, c’è qualcosa di positivo. La scuola deve sempre dare speranza". Piera Serusi

Bologna: una pena da 2500 euro? Piuttosto il carcere

 

Corriere della Romagna, 8 aprile 2005

 

Piuttosto che pagare circa 500 euro in più, oltre a quelli già stabiliti dal giudice, passerà 5 giorni in carcere. Ad espiare per intero la sua condanna, senza passare per il portafogli o per i ricorsi, sarà una 34enne imolese che nel 2000 venne fermata dalle forze dell’ordine in quel di Faenza e denunciata per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

Denuncia che è penale, e come tale procede. Fino al processo e in questo caso alla condanna, alla quale l’imputata non si è opposta, e forse nemmeno troppo interessata. Il giudice che ha esaminato il caso e lo ha valutato, ha infatti disposto per lei una pena di 5 giorni di reclusione e 2000 euro di ammenda. In realtà anche quei giorni , secondo la procedura, con l’opportuno intervento nei tempi stabiliti dalla legge, 30 giorni dalla notifica, sarebbero stati "monetizzabili", ma l’interessata non lo ha chiesto e quindi i carabinieri mercoledì l’hanno portata in carcere.

Amnistia: Pisicchio (Udeur); necessario un atto di clemenza

 

Il Campanile, 8 aprile 2005

 

Nel giorno in cui il mondo si accomiata da Giovanni Paolo II, si comincia a riflettere sull’opportunità o meno di un "atto concreto", come lo definisce il leader dei Radicali Marco Pannella, per onorare politicamente i sentimenti espressi da milioni di persone in questi giorni di lutto. D’altra parte, fu lo stesso Pontefice, il 15 novembre 2002 alla Camera, a chiedere "pace e clemenza per i detenuti".

Impegno che la politica ha poi impallinato con un gioco di veti incrociati. Ma oggi la questione è di stringente attualità. E Pannella - che è in sciopero della sete per far emergere il tema - propone di "concedere un’immediata amnistia generalizzata per tutti i reati commessi entro il 2004". Come reagiranno questa volta i partiti? Per un’Unione che, secondo Daniele Capezzone, segretario Pr, "temporeggia", malgrado più di un esponente di peso si sia esposto in maniera evidente, vi è una Cdl che, non senza qualche sorpresa, presenta a Palazzo Madama un ddl per la concessione dell’indulto limitato ad una fascia di persone di scarsa pericolosità.

Insomma, tutto lascia sperare che l’atto di clemenza diventi operativo a breve. Questo è anche l’auspicio di Pino Pisicchio, deputato del Campanile, per il quale è "giusto, corretto ed utile" dare seguito all’invito di Wojtyla. Ora, come nel 2002, tutte le forze politiche d’accordo su un atto di amnistia. Cosa ne pensava ieri e cosa ne pensa oggi?

"Già all’epoca, l’Udeur aderì all’invito autorevole ed umano di Giovanni Paolo II e sottoscrisse la proposta Boato che andava in quella direzione. A maggior ragione oggi un gesto di questo tipo è giusto, corretto ed utile a dare un significato concreto alle parole della politica". Però allora il gesto fu bloccato dai veti incrociati della politica stessa. Prevede possa accadere qualcosa di diverso dopo la morte del Santo Padre, ma alla scadenza della legislatura? "Vede, se esiste una convergenza effettiva dei partiti, perché non tradurla sul piano progettuale e fattivo? Se c’è, in sostanza, la volontà politica, non esiste nessun problema nella calendarizzazione di questo provvedimento alla Camera. Del resto, il tema è stato già dibattuto lungamente in Parlamento e nell’opinione pubblica. Ripeto se c’è volontà politica di farlo non sussiste problema".

Bergamo: Castelli domani in visita alla Casa Circondariale

 

L’Eco di Bergamo, 8 aprile 2005

 

Una giornata speciale, quella di domani, per i detenuti della casa circondariale di via Gleno. Nel primo pomeriggio, infatti, riceveranno la visita del ministro della Giustizia Roberto Castelli e dei Pooh. Il popolare gruppo di musica leggera doveva visitare il carcere già lo scorso novembre, ma all’ultimo momento il programma fu annullato perché non arrivò l’autorizzazione da parte del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

Nemmeno un mese prima, dalle celle della sesta sezione di alta sicurezza, fuggirono Max Leitner e Emanuele Radosta, due pericolosi criminali che sono stati acciuffati due mesi e mezzo dopo l’evasione, quando probabilmente si sentivano già al sicuro, in Marocco. La visita dei Pooh era attesa da tempo, tanto che la scuola di musica del carcere aveva anche preparato alcune canzoni del celebre quartetto che sarebbero state eseguite dai detenuti in occasione dell’incontro. Radosta era tra i musicisti e avrebbe dovuto suonare il flauto.

Domani i Pooh arriveranno in via Gleno verso le 15 e, come già hanno fatto in passato, ad esempio nel carcere del Bassone di Como nel 1999, si intratterranno con i detenuti, arrangiando molto probabilmente insieme a loro alcuni dei loro successi. Ma domani sarà anche il giorno della visita istituzionale, perché il ministro della Giustizia Roberto Castelli sarà in via Gleno contemporaneamente all’incontro dei Pooh con i detenuti.

Sarà l’occasione per un colloquio con il direttore Antonino Porcino e la vicedirettrice Francesca Fioria e per tutti i dipendenti della casa circondariale, più volte citata dal ministro della Giustizia come uno degli esempi più virtuosi del sistema penitenziario nel nostro Paese. Le attività con i panificatori, i laboratori artigianali, la stessa scuola di musica e le esperienze di lavoro all’esterno sono solo alcuni degli esempi del rapporto che, negli anni, si è consolidato tra il carcere e la società civile bergamasca.

Ma spesso in via Gleno ci si trova a dover fare i conti con un sistema penitenziario che, ormai da qualche anno, soffre di molteplici emorragie, come ha sottolineato nell’ultima relazione annuale il procuratore generale della Corte di Cassazione Favara. Il sovraffollamento, ad esempio: i detenuti sono più di 56.000, a fronte di 41.324 posti.

Gli investimenti, sempre più inconsistenti (a Bergamo da anni si attende l’apertura della nuova ala che ospiterà la sezione penale): gli stanziamenti per le attività culturali sono stati praticamente dimezzati nel giro di tre anni, nello stesso arco di tempo sono stati tolti 10 milioni di euro dai fondi destinati a pagare il lavoro dei detenuti e anche le spese per la sanità si sono ristrette di una trentina di milioni di euro. A fronte poi di edifici carcerari assolutamente inadeguati (non è fortunatamente il caso di Bergamo, anche se il problema degli spazi è sempre più sentito), come a Napoli o a Lucca, anche i fondi per l’edilizia sono stati diminuiti da 30 a 18 milioni di euro. Paolo Doni

Amnistia: Pannella oggi in visita al carcere Regina Coeli

 

Agenzia Radicale, 8 aprile 2005

 

Marco Pannella con un intervento a Radio Radicale annuncia che oggi, venerdì 8 aprile, dalle 14 alle 17.30, si recherà a visitare il carcere di Regina Coeli per vivere con i detenuti la sua sesta giornata di sciopero della sete.

Per la prima volta Pannella affronta una sesta giornata di astensione totale da cibo e acqua. Marco Pannella con un intervento a Radio Radicale annuncia che oggi, venerdì 8 aprile, dalle 14 alle 17.30, si recherà a visitare il carcere di Regina Coeli per vivere con i detenuti la sua sesta giornata di sciopero della sete. Per la prima volta Pannella affronta una sesta giornata di astensione totale da cibo e acqua. Saranno illustrate ragioni ed obiettivi della sua decisione, quale che sia il responso delle analisi mediche che fra due ore saranno disponibili.

Civitavecchia: lo sport unisce studenti e detenuti

 

Civionline, 8 aprile 2005

 

Scuola e sociale, insieme, ancora una volta. Ieri mattina alle 11, presso l’impianto sportivo Corsini e La Rosa, sul campo di calcetto "Secondiano Cosimi", si è disputata la partita tra i detenuti della Casa di Reclusione di via Tarquinia e gli alunni del Itcg Baccelli.

L’evento è stato promosso dalle professoresse Cristiana Pieroni e Marina Scaccia, docenti dei detenuti stessi, dal referente Franco Ceccotti, che coordina le attività che vengono fatte all’interno della Casa di Reclusione e grazie alla disponibilità del Presidente dell’ASP, Giancarlo Di Gennaro che si è dimostrato disponibile anche per altre iniziative. Il tutto è stato possibile grazie alla collaborazione dell’Assessore alla Scuola e Formazione, Gabriella Sarracco, della direttrice dell’Istituto Silvana Sergi, il preside dell’ITCG Baccelli, ingegner Mario De Sanctis, che hanno presenziato all’avvenimento come spettatori.

Lo scorso 3 marzo i detenuti hanno battuto gli alunni per 10 a 3, e la partita di ieri ha rappresentato, quindi, per i ragazzi del Baccelli una sorta di rivincita, visto che hanno battuto i "colleghi" reclusi 7-5. Il prossimo ed ultimo incontro di calcetto della stagione, tra l’ITCG e gli alunni detenuti, si terrà il 16 maggio. Silvia Tamagnini

Amnistia: Piemonte; appello dei Consiglieri regionali radicali

 

Agenzia Radicale, 8 aprile 2005

 

Bruno Mellano e Carmelo Palma (consiglieri regionali radicali uscenti), al termine del loro primo giro di visite nelle carceri piemontesi, hanno dichiarato: "È stato detto che Papa Giovanni Paolo II sia stato il pontefice più applaudito e meno ascoltato; tale affermazione trova puntuale riscontro rispetto alla questione dell’amnistia.

Il 14 novembre 2002, il Papa fece visita al Parlamento italiano - per la prima volta nella storia - e, nel corso del suo intervento, pronunciò queste testuali parole: "…merita attenzione la situazione delle carceri, nelle quali i detenuti vivono spesso in condizioni di penoso sovraffollamento. Un segno di clemenza verso di loro mediante una riduzione della pena costituirebbe una chiara manifestazione di sensibilità, che non mancherebbe di stimolarne l’impegno di personale recupero in vista di un positivo reinserimento nella società…": applausi scroscianti dei 950 parlamentari presenti e dei membri del governo.

Da allora, la situazione nelle carceri non è cambiata, anzi si è ulteriormente aggravata, e quegli applausi non si sono trasformati in legge positiva. Solo in questi giorni, grazie all’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella, il presidente della Commissione Giustizia della Camera, on. Gaetano Pecorella, si è impegnato a tirare fuori dai cassetti tutti i disegni di legge presentati nel frattempo; in Senato, sia Forza Italia sia il centro-sinistra hanno presentato disegni di legge su amnistia e indulto e, su input radicale, anche tre senatori a vita - Giulio Andreotti, Emilio Colombo e Francesco Cossiga - hanno presentato una proposta di legge. Ci rivolgiamo ai parlamentari piemontesi, affinché proprio in queste ore decidano di sottoscrivere la Pdl dei senatori a vita; sarebbe un bel modo per onorare quelle parole del Papa e quegli applausi del Parlamento… e per intraprendere l’ultimo anno di legislatura!".

Modena: le officine della solidarietà, laboratori interattivi

 

Volontariamo, 8 aprile 2005

 

Domenica 10 aprile è la giornata conclusiva della manifestazione "Le officine della solidarietà", iniziativa promossa dal Centro Servizi per il volontariato di Modena per permettere alla cittadinanza di conoscere più da vicino il mondo del volontariato e della solidarietà.

Rivolta inizialmente solo agli studenti delle scuole medie e superiori, domenica pomeriggio apre a tutta la cittadinanza, in particolare alle famiglie con bambini: dalle ore 16 alle 19, presso la hall dell’aula Magna dell’Istituto Barozzi, in via Cittadella 10 a Modena, più di venti associazioni del territorio proporranno un’attività, un gioco, un questionario e un video per parlare di un problema sociale e di come la loro associazione affronti tale problema. Saranno presenti anche alcune attrazioni rivolte soprattutto ai bambini di scuola elementare e materna: clown, giocolieri e "T-riciclo", spettacolo di burattini costruiti con materiale di recupero e di riciclo.

La realizzazione di questi laboratori interattivi è una delle tante iniziative proposte dal Centro Servizi per il volontariato di Modena che ha tra i suoi obiettivi principali fornire strumenti e promuovere iniziative per la crescita della cultura della solidarietà. Per raggiungere questo scopo, infatti, già da alcuni anni realizza, in collaborazione con le associazioni di volontariato del territorio, dei percorsi dedicati al tema della solidarietà e del volontariato per le scuole, dalle elementari alle superiori.

Senza dimora: Bologna è ancora la città dell’accoglienza?

 

Bandiera Gialla, 8 aprile 2005

 

Il nuovo numero di Piazza Grande parla del rischio di chiusura del dormitorio di via Carracci, di Federica Buccelli e Nicolò M. Capanni. Questo mese all’interno di Piazza Grande è stata pubblicata l’inchiesta "Tutti Fuori", un’indagine sul dormitorio di via Carracci ("La Casa del Riposo Notturno Massimo Zaccarelli") che rischia di venire chiuso nei prossimi mesi. Sono state raccolte storie di persone che vi abitano, fatte interviste ad operatori e volontari e ad alcuni profondi conoscitori della storia della struttura come Piero Stefani, Presidente della Rete Carracci, e ad Alberto Milani, Presidente della Consulta per la lotta all’esclusione sociale.

Il progetto Carracci, dormitorio attivo dal 2001, accoglie al suo interno ottanta persone che hanno la possibilità di trovare non solo un tetto ma anche d’intraprendere un percorso di reinserimento sociale attraverso laboratori e corsi. Nelle ultime settimane, si è parlato con crescente insistenza dell’intenzione da parte del Comune di Bologna di non rinnovare i finanziamenti ad alcuni servizi rivolti ai senza fissa dimora, come "La Casa del Riposo Notturno Massimo Zaccarelli", Mensabus, Servizio Mobile di Sostegno, Sportello sociale e Progetto Oltre la Strada.

L’unica certezza, per ora, è che i finanziamenti sono stati prorogati fino a giugno, dopo questa data l’incertezza è assoluta. Dal 1993, anno di nascita dell’Associazione Amici di Piazza Grande, il territorio bolognese si è arricchito di una realtà dove gli stessi senza fissa dimora si sono fatti carico di realizzare servizi per persone in grave difficoltà, ma ora il rischio di non ricevere più finanziamenti, aggiunto alle gravi perdite causate dall’incendio del 23 luglio 2004, mette a dura prova l’esistenza stessa dell’Associazione.

Amnistia: Pecorella, con Pannella, accusa il Parlamento

 

Il Gazzettino, 8 aprile 2005

 

Alle insistenze di Marco Pannella perché il Parlamento vari una amnistia, Gaetano Pecorella (Fi, presidente commissione Giustizia della Camera) assicura che "da molto tempo Berlusconi ha espresso un parere favorevole al provvedimento di amnistia ed indulto, ancor prima che venisse messo in calendario. Parliamo di anni fa, seppur nell’ambito di questa legislatura". Berlusconi ne ha parlato con lo stesso Pannella, ma Pecorella spiega i ritardi ricordando che il Parlamento "manifestò consenso alle parole del Papa sulla clemenza, tutti applaudirono", ma poi agli applausi non seguirono comportamenti coerenti.

Contrari all’amnistia sono la Lega e Idv, tiepida An. Favorevole il fronte di sinistra. Il verde Cento chiede che "il presidente del Consiglio e il ministro della Giustizia vengano in Parlamento a spiegare la posizione del governo e del centrodestra sulla approvazione di una legge di amnistia-indulto". Per Cento, infatti, è bene sapere se "la posizione espressa da Berlusconi nel colloquio con il leader radicale sia quella di tutto l’esecutivo.

Non è accettabile, infatti, l’ennesima presa giro nei confronti dell’opinione pubblica e di quanti guardano con speranza ad un provvedimento di clemenza per alleviare i disagi nelle carceri". Buemi (Sdi) afferma che la "situazione delle carceri è drammatica" e sottolinea che "qualsiasi provvedimento di clemenza deve tenere conto anche di questa situazione. Il problema deve essere affrontato da più punti di vista, perché bisogna guardare anche all’esigenza di assicurare la certezza della pena e tempi ragionevoli dei processi".

Padova: nasce linea di gadget ispirata a Giotto

 

Il Gazzettino, 8 aprile 2005

 

Probabilmente a Giotto, che fece della Cappella degli Scrovegni un grande cantiere-laboratorio, l’idea sarebbe piaciuta. Solo che questa volta il luogo della "sperimentazione" non è la splendida chiesetta voluta da Enrico Scrovegni, ma il carcere Due Palazzi di Padova.

È dietro le sbarre che nell’ultimo anno è nata e cresciuta un’iniziativa originale e insieme coraggiosa: un gruppo di quattro detenuti è diventato protagonista di un nuovissimo laboratorio di cartotecnica, dal quale è uscita una linea di design destinata a celebrare i 700 anni dalla consacrazione della Cappella. Su block notes, portapenne, segnalibri, portafoto, carta da lettere risaltano dettagli o intere scene degli affreschi di Giotto.

Il progetto è stato messo in piedi dalla Cooperativa sociale Giotto, che si occupa dell’inserimento di detenuti e di disabili e che per conto del Comune gestisce l’apertura serale della Cappella, e dalla Cusl, un’altra cooperativa sociale che opera nell’ambito universitario. "Questa iniziativa - afferma il presidente della "Giotto" Nicola Boscoletto - ribadisce ancora una volta l’importanza, umana e sociale, di un effettivo recupero dei detenuti".

Basti pensare che i recidivi sfiorano in Italia l’80 per cento, percentuale che si abbassa al tre per cento se i detenuti beneficiano di attività lavorative e di formazione. "Un detenuto costa 250 euro al giorno, ridurre la recidiva di un punto percentuale significa per lo Stato un risparmio di 51 milioni di euro all’anno". È da tempo che il Due Palazzi è all’avanguardia nelle attività per i detenuti. Spiega il direttore del carcere Salvatore Pirruccio: "Far imparare un mestiere è l’unica concreta speranza di reinserimento. A Padova, ormai, su 750 detenuti oltre la metà è impegnata in diverse attività e i risultati si vedono".

Con la Cooperativa Giotto sono già stati avviati negli ultimi due anni anche i laboratori per la costruzione di manichini artistici per il mondo della moda, molto richiesti, che hanno consentito di avviare collaborazioni con gli stilisti tra i quali la padovana Rosy Garbo. Moncef Benabid, tunisino, è un "veterano" di questi laboratori. "Mi è stata offerta un’importante opportunità - dice - Ora sono impegnato anche nel lavoro esterno, ma se ne avrò la possibilità sarò felice di mettere a frutto quanto ho imparato".

I bellissimi oggetti realizzati in carcere saranno in vendita nei prossimi giorni al bookshop dei Musei Civici. Il Comune e la direzione dei Musei hanno collaborato al progetto, concedendo i diritti di riproduzione degli affreschi. Tra i gadget, anche gli immancabili puzzle che ieri, alla presentazione al Caffè Pedrocchi, un gruppo di alunni della elementare Beretta si è divertito a montare in una specie di gara. Erano da 150 pezzi, ma per appassionati e collezionisti sarà disponibile un puzzle da 2005 tessere, in omaggio all’anniversario. Maria Grazia Bocci

Amnistia: verso un sì condiviso, Pannella continua la sua protesta

 

Il Messaggero, 8 aprile 2005

 

Dopo 115 ore di digiuno totale, la battaglia di Marco Pannella per l’amnistia diventa una battaglia sanitaria. Perché ieri sera, dopo cinque giorni di dura protesta, i medici dell’ospedale Madre Giuseppina Vannini di Roma hanno consigliato caldamente all’anziano leader radicale di accettare il ricovero. Il bollettino parla chiaro: Pannella ha già perso dieci chili e mezzo di peso e le sue condizioni generali cominciano a destare serie preoccupazioni.

Eppure, a ben vedere, almeno sulla carta una protesta così radicale non sarebbe nemmeno necessaria. Dopo le proposte avanzate nei giorni scorsi dai parlamentari dell’opposizione e dei radicali, ieri è arrivata anche l’iniziativa di 32 parlamentari della maggioranza, capitanati dal senatore forzista Mario Greco. La loro proposta è dedicata al Papa Giovanni Paolo II, che chiese nel suo storico discorso al Parlamento l’approvazione di un provvedimento di clemenza per i detenuti.

L’indulto proposto dai senatori del centrodestra è limitato ad una fascia di persone considerata di scarsa pericolosità sociale, già condannati con sentenze definitive che devono scontare un residuo di pena di 3 anni o meno. I senatori calcolano che il provvedimento interesserebbe circa 10 mila detenuti, tra i quali un’alta percentuale di tossicodipendenti.

E, soprattutto, porterebbe ad un risparmio di circa 750 milioni di euro. Da questo indulto, sarebbero esclusi i detenuti condannati per i reati più gravi: associazione di tipo mafioso, strage, sequestro di persona, usura, riciclaggio, traffico di stupefacenti. E Mario Greco, primo firmatario della proposta, rassicura tutti: "La sicurezza sarà salvaguardata comunque con opportune limitazioni e condizioni, come la revoca dell’indulto in caso di recidiva e la previsione della sua non applicabilità per i reati di un certo allarme sociale". In ogni caso, il provvedimento avrebbe efficacia per i reati commessi fino al 2 aprile 2005.

Che in Parlamento ci sia una condivisione allargata per un provvedimento di clemenza generalizzato lo testimonia Luigi Compagna, senatore dell’Udc, promotore del ddl per l’amnistia e l’indulto che raccoglie le firme di alcune decine di senatori, fra i quali Francesco Cossiga, Emilio Colombo e Giulio Andreotti: "Amnistia ed indulto ad ogni morte di Papa - dice Compagna - mi permetto di usare questa espressione per onorare la memoria del Santo Padre, che il Parlamento italiano applaudì per poi produrre un provvedimento legislativo deludente".

E da Palazzo Chigi arriva l’avallo definitivo per bocca di Gaetano Pecorella, presidente forzista della Commissione Giustizia della Camera: "Da molto tempo Berlusconi ha espresso un parere favorevole al provvedimento di amnistia ed indulto, ancor prima che venisse messo in calendario. Parliamo di anni fa, seppure nell’ambito di questa legislatura" ha aggiunto Pecorella, rispondendo ad una richiesta di Pannella sull’atteggiamento del governo sul tema. Se però non si è giunti al varo di un provvedimento di clemenza, secondo Pecorella, è perché ci sono momenti "in cui l’emozione si manifesta con il consenso a qualcosa che poi non si è disposti a mettere in atto". M. Mart.

 

 

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