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Civitavecchia: ancora un’aggressione ad un agente
Ansa, 24 settembre 2004
Dopo l’aggressione avvenuta domenica scorsa nel carcere di Aurelia da parte di un detenuto ai danni di un agente di Polizia Penitenziaria, che se l’era cavata con delle mini fratture al setto nasale ed una prognosi di 20 giorni, un altro spiacevole episodio si è verificato nella struttura penitenziaria. Un altro agente sarebbe infatti stato aggredito da un detenuto che gli avrebbe causato alcune ferite al volto. Dopo essere stato sottoposto ad una prima medicazione, gli sarebbero stati applicati ben undici punti di sutura. Sotto accusa nuovamente le carenze di organico, che, come già aveva denunciato la CGIL "denotano il disinteresse delle autorità penitenziarie nei confronti delle realtà periferiche e dei lavoratori della polizia penitenziaria". Stavolta è la Uilpa, per mezzo del Responsabile Giuseppe Di Franco a criticare la carenza di personale, che causa condizioni di lavoro definite senza mezzi termini ‘‘allucinanti’’. Di Franco sottolinea anche casi limite come la presenza di 3 soli agenti per ben 180 detenuti. "Per questo - ha detto il responsabile - abbiamo chiesto un immediato incontro con il Provveditore Regionale dell’amministrazione penitenziaria". San Marino: abrogata la legge che puniva l’omosessualità
Gay News, 24 settembre 2004
È stato abrogato oggi in seconda lettura dal Consiglio Grande Generale della Repubblica di San Marino l’art. 274 del codice penale, che recita: "Chiunque abitualmente compie atti di libidine con persone del medesimo sesso è punito, se dal fatto deriva pubblico scandalo, con il carcere fino a due anni e l’interdizione dai pubblici uffici". Questa norma del codice penale della Repubblica (approvato nel 1974) non era rivolta a punire gli atti osceni, ma gli "atti di libidine", intesi come manifestazione di affettività in senso lato con persone dello stesso sesso, e prendeva dunque di mira il vissuto omosessuale in generale, qualora provocasse "pubblico scandalo", nel caso cioè diventasse semplicemente noto. Dal 1974 la legge non era stata mai applicata, ma aveva una forte valenza repressiva e di minaccia sociale. La battaglia per la sua abrogazione ha inizio nel 1996 per iniziativa di Arcigay e di Duccio Paci, e riceve l’appoggio dell’Onorevole Daniela Berti e di ottanta cittadini sanmarinesi. Ne segue una prima discussione in Parlamento, e una risoluzione che però si arena per il disinteresse dell’allora ministro della Giustizia. Nel 1998 nella piazza del Comune si svolge la prima manifestazione gay di San Marino, a cui partecipa anche Alessandro Rossi, oggi deputato indipendente nelle liste Ds, che tre anni fa presenta la proposta di abrogazione approvata questa mattina con 29 voti favorevoli e 17 contrari. Milano: rapporto sul crimine, reati in calo dal 1997
Ansa, 24 settembre 2004
Il numero totale dei reati commessi a Milano e Provincia è decisamente sceso dal 1997 ad oggi, anche se i primi otto mesi del 2004 segnano un lieve ma costante nuovo aumento. È quanto emerge dal rapporto sui ‘Dati sulla sicurezza in città e provincia di Milano, presentato oggi dal prefetto di Milano, Bruno Ferrante, e discusso dallo stesso prefetto durante la riunione odierna del Comitato provinciale sull’ordine e la Sicurezza. Il rapporto, di cui il prefetto ha parlato con il sindaco di Milano, Gabriele Albertini, con il presidente della Provincia, Filippo Penati, e con i vertici delle forze dell’ordine cittadine, vede in particolare - sempre sul periodo gennaio-agosto - lo stesso numero di omicidi nel 2004 rispetto al 1997, un netto aumento delle violenze sessuali, un calo dei furti, un aumento dei borseggi ma un calo degli scippi, un vero e proprio crollo dei furti d’auto e di quelli in appartamento, un calo dei furti in negozi. E poi, un deciso aumento delle rapine, non di quelle in banca che calano, ma negli uffici postali. Scendono anche le rapine alle gioiellerie, ai rappresentanti di gioielli, quelle ai danni di autotrasportatori, di coppiette e di prostitute. Aumentano invece gli incendi dolosi, ma scendono gli attentati dinamitardi, lo sfruttamento della prostituzione, la produzione e il commercio di stupefacenti. Infine, il rapporto fornisce dati di una certa stabilità delle persone denunciate e un deciso aumento di quelle arrestate. Napoli: civiltà di un Paese si misura dalle carceri
Il Mattino, 24 settembre 2004
Non ho certamente simpatia per i ladri, gli stupratori, i delinquenti e gli assassini, ma ne ho ancor meno per le istituzioni, presenti e passate che, con ignavia, per inettitudine o peggio per interessi vari permettono, anzi provocano situazioni per le quali ogni cittadino, ogni essere umano dovrebbe sentirsi coperto di vergogna. Ovviamente mi riferisco alle "lettere da Poggioreale" riportate nella vostra rubrica e un impeto di ribellione mi assale nella consapevolezza che io e parecchi che la pensano come me non siamo in grado di fare assolutamente nulla, se non manifestare il nostro sdegno. La giustificazione di chi potrebbe e non fa sono sempre le stesse: "Per risolvere certe situazioni occorrono soldi. Che non ci sono, eccetera". Dovrebbero esserci priorità inderogabili. E tra le prime, se non la prima in assoluto, dovrebbe esserci quella di un maggiore interesse per la gioventù deviata, offrendo delle alternative valide, come quella di preparare carceri dignitose (le vogliamo chiamare case circondariali?) dove non bisogna maledire dalla mattina alla sera; dove, scontando una pena, ci sia anche un attimo per pensare a un ravvedimento. Delle carceri insomma dove si viva da esseri umani e non da bestie. E per quanto riguarda il danaro occorrente, quanto costerà il ponte sullo Stretto di Messina? Quanto costerà un certo ponte di vetro che dovrebbe unire piazza Municipio al porto? Quanto costano le cose inutili e invero anche brutte che di quando in quando "ornano" piazza del Plebiscito? Le montagne di sale, i teschi e così via. Sappiamo che su ogni opera molta gente guadagna disonestamente, ma vivaddio, che guadagnassero anche (se lo Stato non è capace di debellare questi soprusi) nella costruzione di nuove carceri, di laboratori che possano preparare futuri artigiani, di campi sportivi per la gioventù meno fortunata. Dottor Gargano, mi scusi la veemenza, ma sono troppo arrabbiata.
Adriana Pulpo - Napoli
La bella lettera della signora Adriana è la premessa di altre lettere dalle carceri. Vittorio Onalini, romano, 52 anni, a fine marzo è stato trasferito a Benevento - "nel reparto tanto per dire infermeria" - dopo sedici mesi passati a Santa Maria Capua Vetere "senza ricevere cure alle mie patologie: sono un disabile poliomelitico, portatore di tutore ortopedico, diabetico, circolazione, colesterolo, acidi urici, ipertensione, ernia discale eccetera". Onalini scrive che non è cambiato nulla, che da 15 giorni non riceve il prescritto farmaco Trentaz. "Mi hanno fatto perdere l’uso delle gambe". Allega certificati medici del centro clinico di Poggioreale, dell’Asl di Caserta, di un medico legale, di un dirigente sanitario che dice "aggravato" il quadro neurologico: "Solo così si può provare come si muore in carcere ed è una morte assistita dalla Giustizia". Onalini ci chiede di conservare la sua lettera "come ricordo di un detenuto che morirà sicuramente dentro un carcere. La colpa è di chi non ha preso un serio provvedimento e spero che venga punito come sono stato punito io. Viva l’Italia". A Benevento è recluso anche Luciano Gargiulo, 51 anni, detenuto da cinque, anch’egli portatore di handicap avendo avuto amputato il terzo medio della gamba sinistra. A Taranto nel 2000 ha tentato il suicidio. "Fin dal primo giorno ci sono stati problemi per la protesi. Dal 21 settembre 1999 ho deambulato con sedia a rotelle e bastoni canadesi. A luglio 2002 mi veniva consegnata la protesi, pensai che stavano finendo le sofferenze, ma la tortura persiste. Ho bisogno di fisioterapie e rieducazione al passo, possibili in una struttura adatta, ed ecco che sono diventato un pacco postale: da Taranto a Lecce, Bari, Poggioreale, di nuovo Bari, Santa Maria Capua Vetere, poi Secondigliano "migliore centro clinico di Europa", ma dopo sei mesi il dirigente sanitario dice di non avere la struttura adatta. Mi rimandano a Santa Maria, stessa cosa. Dal 7 agosto sono a Benevento, in infermeria, senza essere chiamato da nessun sanitario. Se vado al passeggio devo lasciare i bastoni canadesi e sedermi per terra per due ore senza potermi gestire". Gargiulo denuncia "torture psicologiche ai massimi livelli", dice che "chi ha pigiato il bottone per la bomba di Hiroshima è un galantuomo nei confronti di chi gestisce l’ordinamento penitenziario in Italia"; ma si ritiene "fortunato rispetto ad altri compagni che non ce l’hanno fatta e si sono lasciati pendolare dalle sbarre di una finestra. Prego il Signore che quel giorno non venga e mi aiuti ancora per questi quattro anni che mi restano da espiare". Diego Della Libera ricorda il suicidio dell’anziano Pasquale Scognamiglio e critica aspramente il Tribunale di Sorveglianza di Napoli: "Il detenuto è considerato un numero, non un essere umano". Aldo Perrucci scrive dal famigerato Padiglione Salerno di Poggioreale, dov’è recluso dal 4 maggio con l’accusa - derivata da intercettazioni telefoniche della Dia - di aver promosso una truffa ai danni di ditte estere nel settore delle carni. Dal giorno dell’arresto chiede di essere trasferito a Roma e interrogato dai giudici per chiarire la sua posizione: "C’è il truffatore ma non il truffato, perché nessuna azienda è stata truffata mai. Invece silenzio assoluto, perché non mi chiamo Tanzi, Cragnotti o Previti e non ho la possibilità di pagarmi un avvocato di grido". Camera: detenuti al lavoro per ristrutturare le carceri
Asca, 24 settembre 2004
La Commissione Giustizia, nel corredare con alcune osservazioni il parere sulla destinazione delle disponibilità per gli investimenti in materia di edilizia giudiziaria penitenziaria e minorile, ha rilevato la opportunità che "per quanto possibile siano effettuati in economia gli interventi di manutenzione facendo ricorso ai detenuti che possiedono una professionalità adeguata". Una successiva osservazione a corredo del parere auspica che in relazione all’edilizia penitenziaria minorile siano previsti interventi per creare o ristrutturare all’interno degli istituti adeguati spazi di socializzazione e ricreazione ed aree dedicate all’inserimento lavorativo dei giovani detenuti. Caltanissetta: iniziative in favore degli ex detenuti
La Sicilia, 24 settembre 2004
L’Associazione culturale "Papillon" di Caltanissetta Onlus (con sede in via De Cosmi 98) federata con l’Associazione culturale "Papillon - Rebibbia" di Roma, ha comunicato che tra le iniziative che il Comune di Caltanissetta si appresta ad avviare nel prossimo futuro nel campo della solidarietà sociale ve ne saranno alcune a favore degli ex detenuti, quali l’apertura di uno sportello di informazione, per ex detenuti. "Si tratta - spiega il responsabile Alfredo Maffi - di corsi di formazione professionali, ma anche di assegnazione di borse di lavoro. Gli iscritti dell’Associazione culturale Papillon di Caltanissetta e gli ex detenuti sono fiduciosi nel buon esito di tali iniziative e danno la loro disponibilità a collaborare con l’amministrazione comunale affinché abbiano successo". Maffi spera che anche a Caltanissetta, venga avviato un processo di dialogo e collaborazione "che abbatta - sottolinea - quel muro di indifferenza che esiste tra società civile e gli ex detenuti, con l’auspicio che si apra il carcere alla città per far sì che la società libera del nisseno e provincia impari a rispettare l’uomo detenuto e a non ad emarginarlo". Quanti fossero interessati alle iniziative a favore degli ex detenuti, potranno rivolgersi al responsabile dell’Associazione culturale Papillon di Caltanissetta (con sede in via G.B. De Cosmi 98) o telefonare al 347/6380984. AN: 4 anni di carcere per chi sbarca senza permesso
Ansa, 24 settembre 2004
Introdurre il reato di clandestinità e creare un ministero per l’immigrazione. Sono le proposte di An contenute nel pacchetto di emendamenti al decreto correttivo della Bossi-Fini da ieri all’esame del Senato. Una volta trasformata in reato la clandestinità, lo straniero privo di permesso di soggiorno rischierà pene da 1 a 4 anni al solo varcare la frontiera o le acque territoriali. Sassari: discussione sul "San Sebastiano" slitta a martedì
L’Unione Sarda, 24 settembre 2004
Per occuparsi della triste situazione del carcere sassarese di San Sebastiano, il Consiglio provinciale dovrà attendere martedì prossimo: l’assemblea dello Sciuti, infatti, è stata convocata in seduta straordinaria per il pomeriggio del 28 settembre per affrontare il problema, in risposta ad un ordine del giorno proposto dal consigliere Antonello Unida. A questo punto, si ha quasi la sensazione di ripercorrere un sentiero già conosciuto. Dell’argomento, infatti, il consiglio se ne doveva occupare da tempo; ma soltanto nell’ultima seduta era giunto al capolinea della discussione. E pareva, veramente, che, anche se con grande ritardo, gli esponenti politici che siedono sui banchi dello Sciuti prendessero coscienza del problema gravissimo di uno dei penitenziari peggiori d’Italia e proponessero sull’argomento il loro giudizio e le loro tesi di soluzione a questa vergogna che coinvolge tutta la provincia. Ebbene, al momento dell’appello per dare inizio ai lavori del consiglio soltanto 15 consiglieri risultavano presenti: esattamente la metà dell’assemblea aveva dato forfait, non presentandosi all’appuntamento con i lavori del consiglio. Risultavano assenti, fra gli altri, lo stesso presidente della Giunta ed oltre metà degli assessori. Da segnalare, inoltre, che si attese quasi un’ora per dare inizio alla chiamata. Quel che più conta, tuttavia, è che il deserto quasi assoluto era rappresentato dai banchi della maggioranza: poiché l’ordine del giorno su cui si sarebbe dovuto argomentare non rappresentava un documento degli esponenti della forza di governo della Provincia, la quasi totalità dei rappresentanti della coalizione non si sarebbe sentita in dovere di partecipare ai lavori dell’assemblea. Ogni altra considerazione di natura politica dovrebbe essere esclusa: a parole, infatti, tutti i gruppi politici, da sempre, si sono dichiarati d’accordo per una soluzione drastica del problema del carcere di San Sebastiano. Vi era stata addirittura la garanzia del Ministro Beppe Pisanu, che assicurava entro l’anno in corso l’arrivo delle risorse per un nuovo carcere. A questo punto, vista l’assenza di gran parte del consiglio, si preferì rinviare l’argomento, rimandando a martedì e sperando che questa volta l’assemblea sia al completo. Follonica: giornata nazionale San Vincenzo De’ Paoli
Ansa, 24 settembre 2004
"Dare una mano colora la vita", "Il lavoro vale la pena", sono i due slogan che caratterizzeranno la giornata nazionale della San Vincenzo De’ Paoli, associazione di volontariato sociale che dal 1833 opera in tutto il mondo all’insegna della carità cristiana, della giustizia e dell’aiuto concreto ai bisognosi, contro le forme di solitudine, emarginazione e povertà. L’iniziativa, che si svolgerà domenica 26 settembre, avrà come argomento "la povertà del carcere", nasce cioè con lo scopo di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle pessime condizioni in cui versano le strutture penitenziarie italiane e sottolineare, nel contempo, l’importanza di un reinserimento e recupero sociale degli ex detenuti. La privazione della libertà, l’impatto pesantissimo con l’ingresso in prigione, non dovrebbe rappresentare in nessun caso un attentato alla dignità dell’individuo: la stessa costituzione italiana afferma che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". Ed è proprio su questi principi che si fonda l’attività della San Vincenzo, che da molto tempo impegna quotidianamente una grande schiera di volontari nella realtà delle carceri italiane con progetti di solidarietà e aiuto non solo per i detenuti ma anche per le loro famiglie. L’ultimo di questi progetti, lanciato con la giornata nazionale di domenica prossima, riguarda la dotazione nelle carceri di laboratori artigianali e informatici tendenti ad insegnare attività lavorative in vari settori per consentire ai detenuti, una volta fuori, di sopravvivere con le proprie forze e allontanare così il rischio della recidiva. Un progetto molto ambito nelle carceri, che però richiede adeguate risorse umane e finanziarie. Per sostenerlo, nelle parrocchie di Follonica (San Leopoldo, San Paolo della Croce e Madonna di Lourdes) durante le messe di domenica 26, verrà distribuito gratuitamente materiale divulgativo sul progetto ed anche un bollettino di conto corrente con il quale chi vorrà potrà sostenere questa benemerita attività dell’associazione anche con un contributo economico deducibile dalla dichiarazione dei redditi. (c/c postale n° 38066254 intestato a: Associazione La San Vincenzo Onlus progetti sociali. Via Pisacane, 32 20129 - Milano).
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