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L’alta moda fa il suo ingresso anche a Rebibbia
Nell’ambito delle sfilate romane alcune detenute parteciperanno ad un progetto di reinserimento nel lavoro
Gazzetta del Sud, 26 gennaio 2004
Dalle luci psichedeliche del Piper ai saloni di Palazzo Chigi, dai cortili tetri di Rebibbia al candore del Vaticano. L’alta moda romana non conosce confini e guida in ogni luogo della città la sua dorata riscossa. Così se stanno andando avanti i contatti coi cardinali per organizzare a luglio una sfilata in Sala Nervi di soli abiti da sposa bianchi e immacolati, cresce la febbre dell’invito per il ricevimento di mercoledì sera dal presidente Silvio Berlusconi al quale non dovrebbe mancare, per la massima soddisfazione del fashion system, Lady Veronica. Ma sarà soprattutto l’appuntamento nel carcere femminile di Rebibbia a segnare lo spartiacque tra ieri e oggi per questa alta moda italiana. Perché durante l’evento del 29 prossimo (e poi per la sfilata di fine corso a luglio) più di 30 detenute entreranno a far parte di un progetto speciale di educazione e reinserimento nel lavoro che parte proprio dalle tecniche di atelier, dal ricamo e dal cucito. E di questo vanno giustamente fieri il vicesindaco di Roma, Maria Pia Garavaglia, e il presidente di "AltaRomAlta Moda", Stefano Dominella, impegnati nel rilancio della città, della sua immagine attraverso gli atelier, di un altissimo artigianato che non deve morire. E mentre si accendono le luci sulle passerelle all’Auditorium e al Tempio di Adriano, scorrono le immagini dei sette videoclip, realizzati in sinergia tra "AltaRoma" e "Cinecittà Entertainment", che vantano registi-consulenti come Gillo Pontecorvo, Pappi Corsicato, Ferzan Opzetek e Marco Bellocchio. Il primo, sulle dive italiane da Silvana Mangano a Monica Bellucci (passando per Giulietta Masina e Lucia Bosè), ha aperto la sfilata di Gattinoni al Piper, mitico locale degli anni Sessanta-Settanta: tutti in piedi, come per ballare, tutti incantati dai 25 vestiti che Guillermo Mariotto, direttore creativo della maison, ha dedicato a grandi della couture come Forquet, Pucci, Capucci, Fabiani, Schubert, Valentino e Madame Fernanda, reinterpretandone l’anima stilistica e la cifra d’eleganza, tra le orchidee.
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