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Il rintocco della campana. Riflessioni sulla Pasqua vissuta, oggi, nel carcere di
Padre Vittorio Trani, cappellano di Regina Coeli Pasqua. Nella mente incalzano due immagini forti: quella di un popolo in marcia verso la libertà e di un uomo, sfolgorante di luce, che lascia la tomba e riprende la vita. Il vocabolo "pasqua" accomuna i due eventi (passaggio del Mar rosso e risurrezione di Cristo) per sottolineare le meraviglie che Dio opera a favore del suo popolo.
Gli Ebrei, in fuga dinanzi all'esercito del faraone, attraversano il Mar Rosso camminando sul fondo asciutto, tra due pareti di acqua miracolosamente tenute sospese da forze invisibili. Era bastato il gesto di Mosè rivolto al mare per trasmettere quel potere che viene dall'alto e domina la natura. Per gli inseguitori, invece, in quel percorso si consuma la tragedia che porta al loro sterminio. La libertà al popolo eletto, viene "donata" da Dio con segni grandi e braccio potente. Su questo evento ogni pio israelita ancorerà la sua fede. Ogni padre dovrà parlarne ai figli e tramandarne la memoria.
Il sepolcro dove sistemarono il corpo di Gesù era a pochi passi dalla croce sulla quale aveva consumato il suo sacrificio. C'era fretta di seppellirlo per via del sabato, giorno di assoluto risposo, le "cui luci già apparivano", annota S. Luca. La chiusura dell'ingresso venne assicurata da una grossa pietra. E, all'esterno, presero posto le sentinelle.Tutte le precauzioni umane vennero messe in atto per garantire che nessuno potesse avvicinarsi a quella singolare tomba. La domenica mattina, però, quel sepolcro fu trovato vuoto. L'occupante non c'era più. Era risorto. Vivo e rassicurante si era presentato in mezzo ai suoi discepoli. E vi rimase per quaranta giorni, tanto da mettere dentro le teste di tutti che Egli era il padrone della vita, capace di donarla e poi riprenderla. San Paolo, scrivendo ai cristiani, dice che "se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe stata la nostra fede". Ecco la Pasqua cristiana: il ritorno alla vita di Colui che viene ucciso sotto gli occhi di tutti ed poi torna alla vita.
Celebrare
la Pasqua, oggi, è allungare lo sguardo a questo orizzonte dove si trovano
motivi si speranza e di fiducia per tutti. Il Signore è dentro la storia dei
popoli e di ogni persona. E Cristo, il Dio fatto uomo, risorto e glorioso, è la
presenza viva in mezzo agli uomini.
E'
la singolare affermazione che troviamo sulla bocca di Gesù nel vangelo di San
Matteo. Piace guardare la parte di umanità che si trova dietro le sbarre, priva
di libertà e "declassata" dalla considerazione generale, partendo da
questo singolare pulpito. Cristo non declassa nessuno, anzi, si identifica con
chi vive una esperienza di emarginazione così particolare.
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