Collaboratori e polemiche

 

"Basta benefici ai killer"

 

LA NAZIONE, 14 marzo 2002

 

Dallo sconcerto alla riflessione fino alla dichiarazione d'intenti. La scoperta della libertà concessa ai killer di Giovanni Falcone e della richiesta di alcuni componenti della banda della Uno Bianca di accedere ai benefici previsti dalla legge, ha spinto il vicepremier Gianfranco Fini ad annunciare che oggi, in sede di consiglio dei ministri, proporrà la revisione della legge Gozzini-Simeone, che consente a killer senza scrupoli di riacquistare la libertà sotto lo sguardo attonito dell'intera società civile e, soprattutto, dei familiari delle loro vittime. In ballo non ci sono solo gli sconti concessi a coloro che dietro le sbarre mostrano un comportamento esemplare, ma anche i benefici per i cosiddetti «pentiti» che regolano velocemente il loro conto con la giustizia. E' il caso degli assassini di Falcone. Oggi ne discute il governo «Fermo restando — ha premesso Fini — l'assoluto e doveroso rispetto per le leggi vigenti e per l'autonomia della magistratura, è semplicemente immorale che i mafiosi assassini di Falcone siano tornati liberi e che due ergastolani pluriassassini della banda della Uno Bianca possano godere, tra brevissimo tempo e dopo pochissimi anni di carcere, dei benefici previsti dall'ordinamento penitenziario». «La modifica in senso restrittivo — ha aggiunto il vicepresidente del Consiglio — delle leggi premiali e delle leggi Gozzini e Simeone è un impegno a cui il governo non può sottrarsi e, in tal senso, porrò la questione della revisione in sede parlamentare fin dal consiglio dei ministri di domani (oggi per chi legge ndr)».

«La certezza della pena — ha concluso Fini — è un valore che va garantito: è un dovere morale nei confronti di tutta la società e in particolare per le famiglie delle vittime e per le forze dell'ordine. Sono certo del pieno sostegno del presidente Berlusconi, del ministro della Giustizia e di tutto il governo». L'annuncio è importante e foriero di non poche polemiche. A caldo anche il vicepresidente del Senato Cesare Salvi, DS, ammette che qualcosa da rivedere c'è. Ma il parlamentare diessino punta il dito non tanto sulla Gozzini-Simeone quanto sulle norme per i pentiti «che possono determinare, così come sono formulate, conseguenze francamente inaccettabili sul piano etico e della civiltà giuridica». Per concludere che «è evidente che occorre rivederne caratteristiche ed effetti».

Di diverso avviso il suo collega di partito Guido Calvi, che ricorda: «Senza la collaborazione di questi soggetti non sarebbe stata accertata la verità su alcuni delitti e non sarebbe stato possibile impedirne altri». «Non è possibile non ricordare — ha poi aggiunto Calvi — che fu proprio Falcone a battersi perché venisse approvata una legge sui collaboratori di giustizia».

Un collegamento che sottolinea anche Roberto Centaro, presidente della Commissione antimafia, ricordando che: «La Cassazione deve ancora emettere la sentenza definitiva. Se coloro che sono accusati dell'omicidio di Falcone fossero condannati tornerebbero subito in carcere».

E, sempre sugli autori della strage di Capaci, il procuratore aggiunto di Caltanissetta Francesco Paolo Giordano avverte: «Con la nuova legge sui pentiti, in vigore dal settembre scorso, i killer di Falcone sarebbero in carcere perché dovrebbero scontare almeno un quarto della pena».

 

«E’ vergognoso che questi assassini possano uscire dal carcere
Dicono di voler vedere i loro figli. E il mio, chi me lo ridà?»

 

«È un fatto vergognoso, mi auguro che non succeda». Anna Stefanini, madre di Otello, il giovane carabiniere romano ucciso insieme a due colleghi al Pilastro di Bologna il 4 gennaio ‘91, commenta così la possibilità che a breve alcuni dei componenti della «banda della Uno bianca» possano usufruire di permessi per uscire dal carcere.

«Il problema è andare alla radice — spiega Anna Maria Stefanini, che ha seguito tutti i processi di vario grado alla banda di poliziotti-killer — bisogna riconsiderare le leggi che consentono questo. Io sono la prima a dire che è necessario reinserire nella società chi ha fatto certi sbagli. Ma questi tutto sono fuor che da inserire. Io non ho mai visto nella faccia di questi signori un minimo di pentimento, anzi hanno quegli occhi che ti sfidano». «Ho letto che Gugliotta ha chiesto il permesso per vedere le figlie — aggiunge — Io mio figlio dove lo vado a vedere? Ricordiamoci che questi killer della Uno bianca non hanno avuto pietà per nessuno. Ora mi sento dire che devono andare a vedere i figli. Ma ai figli non ci pensavano prima quando commettevano i delitti?».

Sulla vicenda dei permessi-premio è intervenuto anche Gianfranco Fini. «Fermo restando l’assoluto rispetto per le leggi e per l’autonomia della magistratura — ha detto —, è semplicemente immorale che questi assassini possano godere di benefici. Per questo proporrò in Consiglio dei ministri una modifica restrittiva delle leggi Gozzini e Simeone».

 

 

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