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"Dalla parte dei detenuti"
Vita, 26 luglio 2002
Caro lettore, questa volta uso tutto lo spazio per indirizzarti io una lettera e invitarti a fare qualcosa assieme a noi. La situazione nelle carceri italiane è esplosiva e vergognosa. I suicidi si succedono al ritmo di uno al giorno, a Sanremo, a Siracusa, a Sassari. Brahim, C., Samuele avevano tutti meno di trent’anni e si sono impiccati. Nell’indifferenza generale e, quel che più è grave, nell’indifferenza di chi dovrebbe garantire a chi sconta una pena non dico condizione umane, ma almeno non così bestiali da far desiderare l’uccidersi. In questi giorni è uscito per i tipi della Carocci editore il libro di Anastasia e Gonnella intitolato Inchiesta sulle carceri italiane, che fotografa lo stato disastroso dei nostri istituti penitenziari: una discarica sociale (stranieri, disoccupati, malati non curati, stranieri - il 30% dei detenuti -, tossicodipendenti) sovraffollata (il 28% oltre la capienza prevista), abbandonata a se stessa, una scuola di criminalità e una fabbrica di sofferenza in cui non è neppure ipotizzabile il principio costituzionale della "rieducazione". La fotografia di Anastasia e Gonnella, seppur crudele, è però già superata dalla crudeltà dei fatti. Una corsa al peggio che dura da ormai 10 anni. Solo un sussulto nel 2000 per l’instancabile appello all’amnistia del vecchio Pontefice, in occasione del Giubileo. Ma tutti fecero orecchie da mercanti, mercanti di voti s’intende. Poi il silenzio, persino della Chiesa. Ma dove sono i garantisti pro Previti e pro Berlusconi? Che vergogna! Tra il personale amministrativo, ci sono poi dirigenti come la direttrice del carcere di Sulmona, Armida Miserere (famosa per aver affermato "Non venitemi a parlare di trattamenti risocializzanti perché sono boiate"), che non si dà pace per le lettere che i detenuti inviano a Vita punendoli per ritorsione con l’articolo 14 bis, oltre poi a inoltrare a noi querela perché ciò che pubblichiamo "offende l’onore e il prestigio della locale Casa di reclusione" e costituisce "turbativa dell’ordine pubblico". In questi giorni, finalmente, si è levata anche la voce dell’Associazione nazionale volontariato penitenziario, che in una lettera elenca puntigliosamente tutte le violazioni a leggi, regolamenti attuativi, Convenzioni internazionali, Codice penale, dell’attuale situazione dei 57 mila detenuti. Nella lettera è scritto: "La situazione è tale che non basta più denunciare, perché la situazione è penalmente perseguibile". D’accordissimo. L’invito che vi faccio è quello di spedire una cartolina - messaggio al Presidente del Consiglio, On. Silvio Berlusconi (Palazzo Chigi, 00100 Roma) e al Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi (Palazzo del Quirinale - 00187 Roma) con questa scritta: "Ristabilisca una condizione di diritto e di dignità nelle carceri italiane". Non siate avari in questa protesta.
Riccardo Bonacina, direttore editoriale di Vita
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