La Nuova Sardegna, 17 agosto 2002

Francesco Carboni, deputato diessino alla seconda legislatura, vice presidente del comitato carceri della commissione giustizia della Camera, usa l'arma dell'ironia per rispondere a Roberto Castelli: «L'unico che ha scambiato il carcere per un albergo è il ministro. Già da due anni, infatti, ed è una cosa insolita nella storia della repubblica, passa le vacanze nella colonia penale di Is Arenas con moglie, figli e corte. Pare se non proprio gratuitamente alla modica spesa di 6 euro e mezzo al giorno.

«La vicenda - continua Francesco Carboni - è già stata oggetto di interrogazioni alle quali non è stata data risposta. Quindi è solo per il ministro Castelli che il carcere è un albergo, per gli altri resta carcere.

E la cosa che sconvolge è che il ministro abbia una visione politica reazionaria e non sa che nella nostra costituzione la pena ha finalità di recupero e di riabilitazione». Ma non si parla di una riforma dell'attuale sistema carcerario? «La riforma del ministro Castelli consiste solo nel far stare ancora peggio i detenuti e, conseguentemente, il personale di polizia penitenziaria, gli operatori e i familiari dei detenuti stessi. Come noi diessini abbiamo già detto in precedenza, la riforma delle carceri affidata a questo ministro e a questo governo è davvero un'utopia. Infatti, i fondi stanziati dal governo di centrosinistra, e che erano spendibili dal 2002, sono stati spostati al 2004, e dei cinque istituti da ricostruire in Sardegna, che erano Cagliari, Sassari, Tempio, Lanusei e Oristano, ne sono rimati solo due a partire dal 2004: Cagliari e Sassari». Il suo giudizio politico, quindi?

«Il ministro Castelli è interessato, come tutti gli altri membri del governo, e della maggioranza che lo sostiene, a risolvere i guai giudiziari del presidente del consiglio. Per gli altri, detenuti, immigrati, ci sono solo controriforme e repressione». E l'opposizione cosa sta facendo? «Io e altri colleghi del centrosinistra abbiamo presentato una proposta di legge sulla costruzione di nuove carceri che prevede il coinvolgimento degli enti locali per costruire i nuovi istituti in locazione finanziaria e con la permuta di quelli da dismettere. Il problema è che tutto questo si infrange con l'orientamento politico del governo. Quando dice che il carcere è un albergo, infatti, questo vuol dire che applicheranno il regolamento in maniera repressiva anche nella costruzione dei nuovi istituti. In conclusione, vorrei che il ministro Castelli si sottragga per un altro giorno all'esilio dorato del carcere di Is Arenas trasformato per lui in un albergo e che visiti il carcere di Sassari.