Castelli: il carcere non è un albergo

 

Castelli: "Il carcere non è un albergo"

 

Il Nuovo on line, 15 agosto 2002

 

Dopo la visita nel penitenziario di Buoncammino (Cagliari), il ministro della giustizia parla del problema del sovraffollamento. "Dignità per i detenuti, non lusso".

 

"Il nostro obiettivo è quello di garantire la dignità dei detenuti, non di farli vivere nel lusso". A termine della visita-lampo del carcere cagliaritano di Buoncammino, il ministro della Giustizia Roberto Castelli prende posizione sulla situazione dei penitenziari italiani, e criticando "l'allarmismo" sull'emergenza affollamento. Senza negare che il problema sia reale, Castelli avverte che molta va imputato al regolamento carcerario.

"Va rivisto e modificato", spiega. Perché, secondo il ministro, "era stato pensato come se il carcere fosse un grande albergo". Lo dimostrerebbe, ancora secondo Castelli, "l’obbligo di mettere nelle celle la televisioni a colori". Un problema quindi "gonfiato", secondo Castelli, per quanto serio. Il ministro ha comunque ricordato che ''il governo ha varato un piano da mille miliardi per l'edilizia penitenziaria".

Il finanziamento servirà a realizzare nuovi penitenziari. In testa alle priorità dell’esecutivo c’è proprio la Sardegna dove è in programma la costruzione di quattro nuovi carceri, a cominciare da quello di Cagliari. ''La possibilità di dare al capoluogo sardo una nuova struttura è reale - ha spiegato Castelli -, la volontà politica c'è, i fondi anche. I tempi, però, non saranno brevi: i passaggi sono molteplici, dall'individuazione dell'area fino agli accordi con gli enti locali''.

Il carcere di Buoncammino è tra quelli dove il problema del sovraffollamento è tra i più pesanti d’Italia. Attualmente ospita 450 detenuti esattamente il doppio di quanto previsto. Recentemente i detenuti avevano presentato un appello in cui avevano denunciato lo stato di "profonda invivibilità". Le celle, quattro metri per quattro, ospitano sei persone.

Le ore d’aria sono tre al giorno. I colloqui con i familiari sono di 40 minuti e si svolgono in una stanzetta in cui vengono ammassate 15 persone per volta. Duri anche i giudizi sull’assistenza sanitaria e sui programmi di rieducazione. Nel corso della visita il ministro non ha ripreso questi argomenti e non ha incontrato alcun detenuto.

''Sono qui per portare, attraverso questa breve visita a Cagliari, un doveroso saluto a tutti gli agenti penitenziari d'Italia - ha spiegato Castelli - che garantiscono con il loro lavoro, 365 giorni l'anno, la sicurezza dei cittadini affinché si godano anche questo periodo di ferie in tutta tranquillità''.

 

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