Ancora
13 i detenuti controllati con il braccialetto elettronico
Gazzetta
del Sud, 29 luglio 2002
Ci sono, in tutta Italia, altri 13 detenuti controllati con il braccialetto
elettronico dopo la fuga del boss Antonino De Luca. Adesso, dunque, restano solo
13 i detenuti con braccialetto dopo che all’inizio della sperimentazione,
avviata nell’aprile del 2001 in cinque città dall’ allora ministro
dell’Interno Enzo Bianco, erano 51 i nuovi strumenti applicati ad altrettanti
detenuti. Molti meno di quanti forniti dalle aziende produttrici che avevano
distribuito 75 kit ad ognuna delle cinque città inserite nella sperimentazione.
I braccialetti disattivati, secondo i dati del Viminale, sono stati 38 di cui
due per evasione. I bracciali oggi in uso per il controllo a distanza dei 13
detenuti sono uno a Milano, uno a Torino, uno a Roma, nove a Napoli e uno a
Catania. De Luca, condannato all’ ergastolo, che era stato sottoposto al
regime del 41 bis, era stato arrestato nel 2000 nell’ ambito dell’
operazione «Omero», dopo una faida tra cosche mafiose che nella città dello
Stretto aveva decimato il suo clan e quello di Ferdinando Vadalà (cognato di De
Luca). Indicato come un sicario che avrebbe eseguito diversi omicidi alla fine
degli anni Ottanta nello scontro fra le organizzazioni criminali di Messina,
proprio per questo motivo si sarebbe creato numerosi nemici. A Messina vivono
ancora la moglie ed i figli dell’ ergastolano ricercato. De Luca aveva
inoltrato in passato una domanda di sospensione della pena per motivi di salute,
che gli era stata respinta il 31 gennaio scorso. L’ ergastolano, tra l’
altro, non avrebbe dovuto, secondo gli investigatori, ricevere visite. Invece ne
aveva ricevute svariate probabilmente concessegli per il suo grave stato di
salute. L’uomo, presumibilmente un giovane, che si trovava con lui nella
stanza quando è stato visto l’ultima volta e di cui poi non è più stata
trovata traccia, non è stato ancora identificato e potrebbe proprio trattarsi
di un complice che ha approfittato della visita per aiutarlo a fuggire. Gli
investigatori stanno verificando se qualche telecamera di quelle presenti
nell’ospedale possa aver ripreso qualcosa di utile alle indagini. Intanto se
il bracciale elettronico mostra, come accaduto a Milano, qualche problema per il
controllo dei detenuti il meccanismo che ne sta alla base sembra avere successo
per altre applicazioni. E’ una specie di braccialetto elettronico, infatti,
quello che viene proposto per il piccolo polso dei bambini in modo che non «evadano»
dal controllo di mamma e papà. Il dispositivo è realizzato dal gruppo Beghelli
e proprio in questi giorni approdato tra gli spot televisivi. In supermercati,
giardini o spiagge permette di seguire gli spostamenti del piccolo sino ad una
distanza massima di 30 metri. Se viene superata tale distanza il ricevitore
nelle mani dei genitori emette un bip-bip e la maggiore o minore frequenza del
suono, è in grado anche di portare mamma e papà nella direzione giusta. Il
dispositivo, pensato per bambini e genitori, potrebbe, in futuro, essere
utilizzato anche per gli anziani e gli animali.