Il Mattino

 

Un detenuto per omicidio esce in licenza dal carcere 
Adesso risulta introvabile

Evade soltanto l’1% dei reclusi

 

(Il Mattino di Padova, 13 luglio 2001)

 

Permesso d’evasione dal Due Palazzi per buna condotta. Non è purtroppo una battuta ma la realtà. Ad approfittare del momentaneo “via libera” di 7 giorni, concessogli dal giudice di sorveglianza di Padova Giovanni Maria Pavarin, nonostante il parere contrario dato dalla direzione dell’Istituto, è stato il detenuto Andrea Salvatore, un romano trentacinquenne condannato dalla Corte di Assise della capitale a 25 anni di reclusione e con un curriculum piuttosto preoccupante: omicidio, rapina, sequestro di persona, incendio e violazione della legge sulle armi. A pena espiata (cioè nel 2009) avrebbe dovuto scontare 3 anni di misura di sicurezza. Ma da martedì scorso è uccel di bosco. Salvatore era uscito di galera, con tanto di pass giudiziario per buona condotta, la mattina del 2 luglio. Grazie sempre alla buona condotta, aveva sinora beneficiato della riduzione di circa un anno e mezzo di detenzione. Gli agenti di custodia della Casa penale sono arrabbiatissimi, anche perché l’èquipe preposta alla valutazione dei reclusi aveva ritenuto inattendibile la credibilità apparente di Salvatore. Eppure, nonostante tutto, il permesso premio ai detenuti “meritevoli” è un rischio che bisogna correre.

Su questa linea di principio, fatte salve le riserve espresse sul caso specifico, è anche il Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria del Triveneto Orazio Faremo. “Dalle due carceri padovane evade, nel senso che non rientra dai permessi, un detenuto su cento all’anno. Una media fisiologica, analoga a quella nazionale. Talvolta alcuni reclusi, partiti con l’intenzione di tornare in Istituto, si trovano loro malgrado coinvolti in episodi particolari che possono indurli in tentazione. Sono uomini imperfetti, come noi. La situazione va pertanto valutata caso per caso”.

 

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