Due
suicidi nel carcere di Marassi (GE)
IL
RESTO DEL CARLINO, 14 maggio 2002
Il
sovraffollamento può portare a situazioni estreme. Due suicidi, avvenuti nei
giorni scorsi nel carcere di Genova di Marassi, ha portato al trasferimento di
diversi detenuti. Uno è stato trasferito all'Opg di Reggio. La notizia del
trasferimento è stata data dall' avvocato Emanuele Tambuscio, difensore del
compagno di cella di uno dei due detenuti suicida. «Il mio cliente, affetto da
comportamento autolesionistico, dopo il suicidio del compagno di cella è stato
trasferito all' ospedale psichiatrico di Reggio Emilia. In sei mesi trascorsi
nel carcere di Marassi è ingrassato di 20 chili per le terapie a cui è stato
sottoposto».
Anche a Reggio, però, si assiste al sovraffollamento dei detenuti. A Marassi i
detenuti hanno sottolineato la grave situazione dovuta al sovraffollamento delle
celle e hanno chiesto un' amnistia. «Abbiamo già trasferito 15 detenuti ad
altri istituti - ha dichiarato il direttore del carcere di Marassi — -: entro
la prossima settimana completeremo il trasferimento dei settanta annunciato dal
ministro». Il direttore ha invece smentito la notizia secondo la quale a
Marassi starebbero per arrivare agenti del GOM, il reparto scelto della polizia
penitenziaria, specializzato in rivolte e trasferimenti di mafiosi.
Le proteste a Marassi sono scoppiate in seguito al suicidio di due detenuti e
dal sovraffollamento.
Sono già quindici i detenuti trasferiti per allentare la tensione. Altri
settanta lo saranno nei prossimi giorni. Due avvocati , difensori di alcuni
carcerati «a rischio» suicidio e rinchiusi del centro clinico, sostengono che
non c'è continuità nelle terapie né sufficiente assistenza e controllo
psichiatrico. Il carcere di Marassi è stato ispezionato dal provveditore
regionale, Franca Sanò. I detenuti denunciati sono reclusi nelle sezioni dalle
quali si è sviluppata la protesta: quella per i malati di Aids e quella degli
imputati in attesa di giudizio (in particolare i piani terzo e quarto). L'
ipotesi di reato è quella di danneggiamento: oltre al furgone blindato e alle
suppellettili bruciate, è stata raggiunta dalle fiamme anche un' auto di
servizio. L' ammontare dei danni supera i 15.000 euro.
Carcere,
si dorme in terra
Il
carcere della Pulce sta scoppiando. Non c'è più posto. Così le celle di
isolamento sono state aperte ai detenuti che altrimenti non avrebbero trovato
una sistemazione adeguata, mentre altri dormono sul pavimento e al posto del
materasso che sono stati forniti. All'inizio di quest'anno vi trovavano posto
più di 180 detenuti. Un numero superiore a quello che la struttura può
ospitare. Ma le cose sono peggiorate in questi ultimi mesi. Non ci sono più
letti a disposizione, i materassi non bastano. Ed ecco che la struttura
carceraria ha dovuto correre ai ripari.Le celle di isolamento, che vengono
utilizzate per determinate condizioni ben precise, sono state aperte a detenuti
che lì non dovrebbero andare. Altri detenuti sono stati sistemati
provvisoriamente in celle, dove dormono sul pavimento. Sono soprattutto i
cittadini extracomunitari ad affollare la casa circondariale di Reggio. Secondo
una percentuale approssimativa, la popolazione di cittadini stranieri supera
abbondantemente il 70 per cento dei detenuti.
In
carcere i letti non bastano più
Fosse
un albergo avrebbero già messo il cartello "tutto esaurito". Ma il
carcere è tenuto a trovare una sistemazione a tutti i suoi "ospiti".
Ecco perché le celle di isolamento sono state aperte ai detenuti che altrimenti
non avrebbero trovato una sistemazione adeguata. Ecco perché altri dormono sul
pavimento e al posto del materasso che sono stati forniti.
La casa circondariale della "Pulce" sta letteralmente scoppiando.
All'inizio di quest'anno vi trovavano posto più di 180 detenuti. Un numero
oltre a quello che la struttura può ospitare. Ma le cose sono peggiorate in
questi ultimi mesi. In questi ultimi giorni la popolazione è largamente
aumentata rispetto a quel numero. Non ci sono più letti a disposizione, i
materassi non bastano. Ed ecco che la struttura carceraria ha dovuto correre ai
ripari.
Le celle di isolamento, che vengono utilizzate per determinate condizioni ben
precise, sono state aperte a detenuti che lì non dovrebbero andare. Le celle
sono state fornite di televisore e tavolo, assenti nel regime di isolamento dove
il detenuto non può usufruire di certi servizi. Altri detenuti sono stati
sistemati provvisoriamente in celle, dove dormono sul pavimento. Anziché
materassi sono stati forniti di diversi panni per rendere più confortevole il
sonno.
Sono soprattutto i cittadini extracomunitari ad affollare la casa circondariale
di Reggio. Secondo una percentuale approssimativa, la popolazione di cittadini
stranieri supera abbondantemente il 70 per cento dei detenuti. Il che mette di
fronte la struttura a diversi problemi determinati dalla diversa cultura, dalla
lingua.
A fronte di un aumento dei detenuti, l'amministrazione penitenziaria soffre per
la mancanza di personale. Una situazione che il direttore della casa
circondariale di Reggio ha fatto presente più di una volta ai massimi vertici.
Il numero di agenti della polizia penitenziaria dovrebbe essere adeguato, invece
i poliziotti in servizio devono affrontare turni massacranti a causa pure del
distacco di un buon numero (circa 40) di agenti perché in malattia o in
missione.