Cssa di Agrigento

 

Presentazione della Carta dei Servizi

del Centro di Servizio Sociale per Adulti di Agrigento

 

Ringrazio tutti coloro che hanno creduto in questo progetto ed hanno collaborato per la sua realizzazione con entusiasmo e passione, ringrazio le Autorità, questo pubblico così numeroso, i rappresentanti e gli operatori delle istituzioni, dei Sert, del privato sociale, del cooperativismo, del volontariato con cui da anni tessiamo insieme una rete. In questa città e Provincia che da tempi antichi è crocevia di popoli e culture diverse mi piace iniziare dalle parole di un simbolo per eccellenza della città di Agrigento Luigi Pirandello, parole contenute in un suo famoso romanzo del quale riporto un breve tratto: "Il guaio è che voi non saprete mai, né io vi potrò mai comunicare come si traduca in me quello che voi mi dite. Non avete parlato turco, no. Abbiamo usato, io e voi, la stessa lingua, le stesse parole. Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote. Vuote caro mio. E voi le riempite del senso vostro nel dirmele; e io nell’accoglierle, inevitabilmente le riempio del senso mio.

Abbiamo creduto d’intenderci; non ci siamo intesi affatto". Come sottolineato da Pirandello un problema centrale sia nelle organizzazioni pubbliche e private che nelle relazioni interpersonali è la difficoltà di comunicare intesa quale difficoltà a rendere semplici linguaggi a volte eccessivamente tecnici, oppure la difficoltà a riconoscersi in un significato comune, nonché quella di capire e di farsi capire. Oggi desideriamo e vogliamo esprimere la nostra chiara volontà d’intenderci perché siamo consapevoli che il processo di miglioramento di tutta la Pubblica Amministrazione passa attraverso queste forme d’informazione e di comunicazione che consentono di concretizzare la trasparenza dell’azione amministrativa nei confronti dei cittadini. La presentazione di questa Carta dei Servizi ci dà infatti l’occasione per affermare con chiarezza l’identità e la natura del nostro servizio, il suo scopo, la sua ragione d’essere. Sebbene i nostri Uffici esistano per legge dal 1975, da quando cioè il legislatore ha inteso affermare con vigore il principio già inscritto nella nostra Carta Costituzionale della rieducazione e del recupero del condannato (art.27 comma 3) quante volte ci siamo sentiti dire.... "Ma cosa sono questi Centri di servizio sociale Adulti, di che cosa vi occupate? Siete i servizi del Comune? Nell’ambito dell’immaginario collettivo e a volte anche nelle convinzioni di molti, alla parola pena è associato immediatamente il carcere come luogo di espiazione. Mi sembra importante rilevare che i Cssa sono stati istituiti da 30 anni, con il compito di affiancare e sostenere il recupero di chi ha delinquito attraverso i metodi e le tecniche proprie del servizio sociale, le cui caratteristiche si possono sintetizzare nella non direttività del trattamento, nel coinvolgimento attivo del reo in un programma di recupero, nell’operare in una prospettiva pienamente integrata con gli altri servizi esistenti sul territorio, ai quali spetta, secondo le rispettive competenze, di contribuire alla realizzazione dell’azione rieducativa. Spesso questo lavoro non risulta visibile agli occhi dell’opinione pubblica e dei mass media che mettono in luce soltanto l’aspetto eclatante del reato, ossia la carcerazione, mentre, più correttamente, l’esecuzione della pena assume oggi, con sempre più frequenza, una forma alternativa alla detenzione (semilibertà, detenzione domiciliare, affidamento).

Nel corso degli anni l’originaria finalità di queste misure, diretta ad evitare un processo di criminalizzazione e di esclusione sociale, laddove era più probabile che l’autore di un reato, per le caratteristiche di ridotta pericolosità, potesse più utilmente essere aiutato a reinserirsi con un sostegno di tipo sociale, ha lasciato il passo a politiche di deflazione dal carcere a volte dissennate. Sono infatti intervenute numerose riforme legislative ed interpretazioni della giurisprudenza che hanno allargato il campo di applicazione delle misure alternative aumentando sempre più il numero dei condannati ammessi. Per citare dei numeri nel 2004 nel territorio regionale siciliano i soggetti in esecuzione penale esterna sono stati oltre 3700 e di questi circa 290 per Agrigento e Provincia. In campo nazionale il dato che si rileva nel 2004 è superiore alle 40mila unità. Oltre all’aspetto quantitativo si evidenzia inoltre l’ingresso nell’area penitenziaria di soggetti portatori di problematiche nuove (come ad esempio i colletti bianchi, o i detenuti stranieri) problematiche che si aggiungono a quelle già conosciute per i soggetti tossico/alcooldipendenti oppure per i soggetti appartenenti alla criminalità organizzata. Non sempre le nostre strutture deputate alla gestione di queste misure sono state poste nelle condizioni di far fronte ai citati cambiamenti qualitativi e quantitativi con risorse e strumenti adeguati alle mutate esigenze.

Ma si sa, ed è esperienza comune, che le motivazioni professionali e personali consentono di raggiungere obiettivi non immaginabili e pertanto posso certamente evidenziare che tutto il personale dell’Ufficio che rappresento è proiettato a dare valore aggiunto al servizio applicando nella quotidianità una tensione professionale al fare, riuscendo altresì a superare le difficoltà esistenti con pervicacia e spesso anche con il sacrificio personale. La Carta dei servizi è testimonianza di questa tensione, non scoraggiata da resistenze e pregiudizi, ma rinforzata dall’ottica della trasparenza (cosa facciamo), della comunicazione (come lo facciamo) e degli obiettivi di miglioramento (cosa pensiamo di fare per il futuro). Siamo fermamente convinti di aver imboccato la strada giusta, una strada finalizzata a non svuotare il contenuto della pena alternativa ma a rifondarne il significato sottolineando il momento della responsabilizzazione e della riconciliazione con la società.

Il tempo della pena assume quindi un valore per la persona, sollecitata "a recuperare il controllo del proprio comportamento senza interventi di carattere repressivo" (comma 8 dell’art.118 del Dpr 230/2000) sulla base di un rapporto fiduciario con l’Istituzione, assume valore per i servizi locali, responsabili sul piano generale dello sviluppo sociale del territorio, assume valore per la società civile sensibilizzata ad accogliere il condannato in una direzione costruttiva ed a essere coinvolta da un modello di giustizia che richiede al reo forme di riparazione del danno provocato.

Le azioni programmatiche dell’Amministrazione Penitenziaria sia a livello centrale che regionale orientano e consolidano il lavoro dei Centri di Servizio sociale verso obiettivi di qualità. Si può fare riferimento ad esempio al progetto di miglioramento della qualità del servizio offerto dai Cssa alla Magistratura di Sorveglianza nella fase istruttoria, quando si tratta di fornire i dati occorrenti per la concessione delle misure alternative, ed ancora all’inserimento nei nostri Uffici degli esperti psicologi, ed anche alla recentissima modifica introdotta dalla Legge 154 del 27 Luglio 2005 che ufficializza una metodologia corretta e cioè la previsione di un’ipotesi d’intervento individualizzato, per i soggetti che chiedono una misura alternativa dalla libertà, da proporre all’Autorità Giudiziaria che decide sull’accoglimento ed infine alle Linee di indirizzo sull’applicazione nell’ambito dell’esecuzione penale dei condannati adulti relative alla giustizia riparativa, esitate dalla Commissione "Mediazione penale e giustizia riparativa" istituita presso l’Ufficio del Capo del Dipartimento. Anche sul fronte delle istituzioni locali è doveroso investire verso obiettivi di qualità per orientare la politica sociale nell’ottica della prevenzione attraverso una sistematica opera di aiuto sociale nei confronti dei potenziali autori di reato nonché di quei soggetti che desiderano allontanarsi da contesti e culture devianti. Forte in tal senso è la scommessa sui piani di zona ai sensi della legge 328/00 alla cui redazione il nostro servizio ha partecipato favorendo la promozione di scelte progettuali dirette all’inclusione sociale.

In conclusione desidero accennare, in modo sintetico, ad alcune delle attività svolte da quest’ufficio dall’inizio dell’anno in collaborazione con le risorse istituzionali, sociali, con il cooperativismo ed il volontariato:

La realizzazione del progetto di Educazione alla salute in collaborazione con l’Asl di Agrigento rivolto a soggetti sottoposti a misure alternative alla detenzione e ai loro familiari iniziato a febbraio e terminato ad aprile;

La Partecipazione ai Piani di Zona ai sensi della Legge 328/00 in tutti i sette distretti socio-sanitari rientranti nell’ambito provinciale di competenza;

Il rafforzamento della collaborazione con i Sert della Provincia insieme ai quali si gestisce il percorso terapeutico del tossicodipendente in misura alternativa alla detenzione. Con questo obiettivo a Febbraio presso la sede del Centro si è realizzata una riunione con i responsabili dei Sert, gli operatori ed i Magistrati di sorveglianza;

Il rafforzamento del rapporto col Volontariato anche attraverso delle intese formalizzate e mi riferisco al Protocollo d’intesa siglato a Dicembre 2004 con l’associazione As.vo.pro.de.fa.di Agrigento e a quello recentemente sottoscritto con l’Associazione Centro 3p di Licata nell’ambito del progetto "Spezzare le catene"

Gli inserimenti in borsa lavoro di soggetti in misura alternativa presso molte associazioni, datori di lavoro privati, cooperative e mi scuso se non posso elencarle tutte, faccio cenno alla Caritas di Agrigento, all’Associazione Condividere Gesù, ecc.

Desidero, inoltre, accennare al contributo che il nostro servizio, quale luogo privilegiato di composizione della teoria con la prassi, offre alla formazione universitaria consentendo un’esperienza di tirocinio altamente professionale per gli allievi del corso di Laurea in servizio sociale dell’Università degli Studi di Palermo.

In ultima sintesi: anche se operiamo in un particolare settore della Pubblica Amministrazione desideriamo consolidare le risorse professionali e le competenze per:

1. Lavorare per obiettivi e non per compiti;

2. verificare la nostra azione e se necessario correggerla;

3. Ascoltare i pubblici di riferimento;

4. Contare sulla cooperazione quale strategia vincente per raggiungere risultati efficaci.

 

Il Direttore del C.S.S.A. ora Ufficio Locale

dell’esecuzione penale esterna di Agrigento, Marina Altavilla

 

 

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