Rete Cittadina sul carcere

 

Genova: la Rete Cittadina sui problemi del carcere

 

L’Assessorato alla Città Solidale ha promosso, poco più di tre anni fa, la costituzione di una Rete Cittadina sui problemi del carcere, area fino ad allora inesplorata dai servizi del Comune. Questo organismo rappresenta principalmente l’espressione di un’istanza culturale in grado di far crescere la consapevolezza che il carcere è parte integrante della città, rappresenta una sua componente ed è una realtà inalienabile all’interno della realtà cittadina stessa. La Rete Cittadina è quindi momento di scambio di informazioni, di conoscenza tra tutte le realtà che vi partecipano, di progettazione di iniziative e attività. Alla Rete aderiscono circa 40 realtà cittadine fra istituzioni, enti e associazioni e si riunisce in forma plenaria una volta all’anno; l’incontro annuale rappresenta il momento in cui si riferisce di quanto fatto nel corso dell’anno e di avvio per nuove proposte e progetti.

 

I progetti

 

I primi progetti realizzati hanno riguardato le tre aree:

l’area degli interventi a favore dei detenuti prossimi alla dimissione dal carcere;

l’area degli interventi a favore dei detenuti immigrati;

l’area del lavoro in relazione alle attività connesse al trattamento del detenuto in carcere.

 

Relativamente alla prima area sono stati attivati all’interno del carcere cicli di conferenze per gruppi di detenuti, di circa 12 persone, scelti dalla direzione del carcere, tenute dagli operatori e dai volontari appartenenti agli organismi aderenti alla Consulta, il cui scopo è offrire informazioni utili al detenuto per il momento dell’uscita dal carcere e per affrontare i problemi che incontrerà immediatamente dopo l’uscita e anche in seguito. Nelle conferenze si tratta quindi - da un lato - dei problemi, quali tossicodipendenza, etilismo, sieropositività, lavoro, problemi familiari e - dall’altro - dei Servizi che aiutano ad affrontarli e delle risorse che il Volontariato mette a disposizione etc.

Per la seconda area abbiamo inserito, nel carcere di Marassi, dei mediatori culturali che, oltre alla possibilità che offrono al detenuto straniero di comunicare nella propria lingua di origine, gli consentono anche di avvicinarsi alla cultura locale, aiutandolo quindi a trovare delle forme di adattamento ad essa. L’alta percentuale di detenuti immigrati con problemi di tossicodipendenza e l’impossibilità da parte di questi di fruire delle misure di trattamento, previste dalla legge, per i detenuti italiani, ha favorito l’apertura da parte del carcere e del servizio per le tossicodipendenze della Asl 3, della "custodia attenuata" cioè di un luogo di trattamento della tossicodipendenza interno al carcere.

La terza area ha visto una breve esperienza, durata 8 mesi, di inserimento di alcuni detenuti al lavoro con i giardinieri del Comune, che è terminata e non più ripresa. In seguito, con i finanziamenti della Legge 285/97, "Disposizioni per la promozione di diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza" è stata progettata un’attività di sostegno alla relazione madre-bambino in situazione di detenzione, nell’unico Istituto di Pena femminile di tutta la Regione che ha sede a Genova.

Questa attività riguarda: la possibilità per i bambini che sono in carcere con la madre di frequentare l’asilo nido di zona al fine di avere normali relazioni con gli altri bambini; il miglioramento dell’ambiente carcerario circondando il bambino di giochi e arredi che ricreino un contesto simile a quello del nido e della propria casa; la presenza di educatori professionali il cui compito è il sostegno alla relazione tra la madre e il bambino in un’esperienza complessa come quella della detenzione.

Nel prosieguo del lavoro la Rete Cittadina ha individuato un’altra area su cui progettare un intervento e un’attività di prossima realizzazione. Il progetto riguarda l’apertura di uno sportello informativo principalmente di tipo giuridico relativo all’ottenimento, per chi ne ha i requisiti previsti dalla legge, delle misure alternative alla detenzione.

Evidentemente sono anche altre le informazioni che detenuti, ex detenuti, loro familiari e persone interessate all’area del carcere richiedono: si tratta, così come per le conferenze realizzate nel carcere, di consigli di orientamento per affrontare le situazioni e i momenti di difficoltà.

Lo sportello è presente all’interno del Centro di Servizio Sociale Adulti del Ministero della Giustizia, in Passo Frugoni, 9, ed è gestito da volontari appositamente formati. Chi fosse interessato a partecipare alle iniziative presentate può farlo, telefonando all’Assessorato alla Città Solidale 010.5577273.

Genitorialità dei detenuti e bambini in carcere

 

Il progetto è mirato a migliorare:

la qualità della vita dei bambini presenti all’interno della Casa Circondariale di Ponte X con le madri detenute;

la qualità dei loro rapporti e la vivibilità degli spazi con arredi idonei al nido interno al carcere;

la relazione Madre-Bambino / Padre- Bambino trasformando i colloqui svolti nel carcere in incontri di una giornata che il bambino trascorre con il proprio genitore in uno spazio idoneo individuato all’interno del carcere;

aumentare di conseguenza la frequenza dei colloqui;

promuovere questi incontri con i genitori reticenti a incontrare i propri figli all’interno del carcere.

 

Percorso

 

Al Nido: accoglienza ed inserimento dei bambini nel gruppo dei pari; potenziamento delle loro capacità attraverso le attività di nido.

Target: bambini 0-3 anni

Bisogni: necessità di veder rispettate le esigenze di socializzazione e "normalità" all’interno del carcere. Sostegno alla relazione madre bambino. Miglioramento della qualità della vita all’interno della struttura.

Target: madri con bambini 0-3 anni

Incontro con il genitore per bambini fino ai 10 anni di età organizzato in maniera congrua: preparazione degli spazi, articolazione dei tempi, cura della modalità di accoglienza e separazione a fine incontro.

Modalità di gestione: la gestione è affidata ad operatori del Consorzio (accompagnamento al nido e/o accompagnamento al colloquio); educatrice del nido (riferimento emotivo); coordinamento e supervisione.

Soggetti coinvolti: coordinatrice nido - educatrice nido - educatori consorzio - responsabile distretto sociale - operatori distretto sociale - mediatore culturale - educatori del carcere - direttore del carcere – esperti.

 

Servizi, orari e sedi

 

servizio di nido tutte le mattine presso l’asilo nido Alice di Pontedecimo e attività educative all’interno del carcere con gli educatori della cooperativa aggiudicataria.

incontri fra genitore detenuto e figlio organizzati all’interno del carcere in uno spazio allestito allo scopo, della durata di una giornata (dalle ore 10.00 alle ore 15.00 circa) con una fase precedente volta a preparare questo evento ed una successiva con l’obiettivo di aiutare il bambino ad elaborare il vissuto di questo incontro.

 

Soggetti partner nella gestione

 

Responsabile ed educatrici dell’asilo nido Alice

Responsabile ed assistenti sociali del Distretto sociale di Bolzaneto

Direttore della Casa Circondariale di Pontedecimo

Educatori del Consorzio Sociale Agorà

 

Efficacia esterna

 

Elevato interesse sia da parte della Direzione della casa Circondariale sia da parte dei detenuti (n° di richieste effettuate come sondaggio )

 

Crescita soggettiva

 

Il risultato atteso sta nella integrazione fra i soggetti coinvolti ai diversi livelli e con le diverse competenze.

 

Attività

 

Il progetto si sviluppa su due aree, quella relativa ai bambini presenti nel carcere con le madri e quello relativo ai bambini fino ai dieci anni di età non residenti in carcere, che hanno necessità di incontrarsi con i genitori detenuti.

a) Al nido: accoglienza e inserimento del bambino nel gruppo dei pari dei pari. Potenziamento delle loro capacità attraverso le attività di nido Target bambini di 0 - 3 anni. Bisogni: vedere rispettate le esigenze di socializzazione e "normalità". All’interno del Carcere: sostegno alla relazione madre/bambino, miglioramento della qualità della vita all’interno della struttura.

b) Il progetto si pone l’obiettivo di sostenere la relazione madre-bambino/padre-bambino. Saranno organizzati incontri all’interno del carcere della durata di una giornata che il bambino trascorrerà con il proprio genitore in uno spazio idoneo individuato. Sarà compito dell’educatore preparare il bambino all’incontro ed aiutarlo all’elaborazione dello stesso.

 

Tempo

 

Orario giornaliero, settimanale, mensile 20 ore settimanali per la preparazione e realizzazione dei colloqui . 4 ore mensili per la consulenza con le educatrici del nido Alice. 6 ore mensili per la supervisione.

 

Strumenti tecnici

 

la pratica pedagogica quotidiana realizzata al nido;

colloquio realizzato dall’assistente sociale con il genitore detenuto colloquio con gli operatori dei servizi che seguono il bambino;

incontro con il bambino, in un contesto familiare, da parte dell’educatore;

incontri per la raccolta dei dati emersi e loro elaborazione all’interno del gruppo di lavoro formato da responsabile di progetto, educatori di nido, educatori del consorzio sociale Agorà, assistente sociale.

 

Metodologie adottate

 

utilizzo delle teorie di riferimento della Psicologia Sistemica e Analitica;

grande attenzione ai numerosi passaggi relazionali (dalla madre all’educatore del Consorzio Agorà all’educatore del nido e il ritorno);

creazione di un approccio empatico con il bambino al fine di porsi come facilitatore nella relazione con il genitore al momento del colloquio;

ascolto del bambino e delle sue emozioni.

 

 

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