Protocollo d’intesa tra UGL di Roma e del Lazio e

Garante regionale delle persone sottoposte a

misure restrittive della libertà personale

 

Preso atto della legge regionale 31/2003 e sue successive modificazioni, attraverso la quale il Consiglio Regionale del Lazio ha proceduto alla nomina del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, di seguito denominate Garante, U.G.L. di Roma e del Lazio, nell’esprimere apprezzamento per l’iniziativa del Consiglio Regionale che lo colloca all’avanguardia normativa in tema di tutela dei soggetti richiamati, decidono congiuntamente con il Garante di stipulare, negli ambiti delle rispettive competenze ed autonomie, il presente protocollo d’intesa. Il protocollo vuole contribuire a far si che venga garantito il diritto alla sicurezza dei cittadini, nonché il sostegno alle vittime del crimine.

Individuando un’ulteriore premessa necessaria, s’impegnano a sollecitare, attraverso i rispettivi canali, il Ministero della Giustizia ed il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, affinché venga velocemente consentita la piena funzionalità delle prerogative del Garante su tutto il territorio regionale.

Muove in comune sensibilità la consapevolezza che questo sia un ambito in cui si misurano il grado di civiltà delle istituzioni e la possibilità di una vita e di scelte diverse per le persone.

Sta al sistema complessivamente inteso garantire alle persone detenute l’opzione di raccogliere le opportunità che vengono offerte al fine del loro reinserimento.

Il Garante e l’UGL condividono il principio cardine per il quale qualsiasi intervento debba poggiare sull’insieme dei ditti che non vengono meno nelle situazioni di restrizione.

Si ritiene, quindi, indispensabile la completa applicazione della legislazione vigente, volta al reinserimento.

A tal fine ritengono di dover sostenere le persone in stato di restrizione all’interno delle politiche di programmazione e di bilancio della Regione e degli Enti locali.

Tutto ciò premesso si danno reciprocamente gli obiettivi:

di migliorare i servizi sanitari erogati, coinvolgendo le Asl territorialmente competenti, superando l’attuale sistema sanitario carcerario e sostenendo l’applicazione nei LEA (livelli essenziali assistenza) e LEAS (livelli essenziali assistenza sociale) delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie a tutela della integrità psico-fisica dei detenuti, in ragione del passaggio delle competenze al SSN (servizio sanitario nazionale);

di elaborare proposte formative sempre più funzionali e spendibili sul mercato del lavoro coinvolgendo in un apposito protocollo gli enti di formazione disponibili;

di promuovere con le rappresentanze dei datori di lavoro e le istituzioni responso dei servizi per l’impiego accordi specifici per linserimento al lavoro e/o alla creazione d’impresa;

di rendere sempre più fruibile la cultura e lo sport all’Interno dei sistemi di detenzione:

            - sollecitando specifiche erogazioni di soggetti terzi (ad esempio le fondazioni bancarie);

            - coinvolgendo in maniera diffusa l’associazionismo.

di monitorare l’edilizia carceraria con lintento di rendere gli ambienti di detenzione rispettosi della dignità della persona;

di promuovere un piano di miglioramento dei tempi, dei pasti, dell’assistenza connessa all’esercizio della libertà di religione;

Di mantenere un’attenzione particolare alle condizioni dei lavoratori penitenziari (assistenti sociali, educatori, personale amministrativo, polizia penitenziaria. psicologi. Su proposta del Garante concordano di partire dal coinvolgimento delle Cga, Cisl, Uil della polizia penitenziaria per le quali le confederazioni regionali accompagneranno l’ipotesi di un protocollo specifico con il garante;

Di fare in modo che venga applicata al meglio, anche per i detenuti stranieri, la norma relativa alla “territorialità della pena”.

Di sostenere specifica condizione femminile con:

            - azioni in grado di eliminare l’ingresso e la permanenza dei bambini negli istituti carcerari;

            - azioni di raccordo con il principio sopramenzionato, attraverso misure alternative per le madri detenute;

            - azioni volte alla modifica della normativa riguardante l’automaticità di espulsione delle madri straniere.

 

Al fine di comprendere meglio situazioni specifiche ritengono opportuno coinvolgere le strutture istituzionali e sindacali territorialmente competenti.

Inoltre l’U.G.L. ed il Garante si riservano la possibilità di costituire delegazioni congiunte allo scopo di visitare i luoghi di detenzione.

Per l’insieme degli argomenti, concordano almeno due formali incontri annuali.

Il presente protocollo è valido per l’intera durata del mandato del garante e iniziativa delle parti, automaticamente rinnovato.

 

Letto, approvato e sottoscritto

 

Roma, 2 febbraio 2005

 

UGL

di Roma e del Lazio

 

Il Garante

Angiolo Marroni