Newsletter n° 13 di Antigone

 

Newsletter numero 13 dell'Associazione "Antigone"

a cura di Nunzia Bossa e Patrizio Gonnella

 

L’Editoriale di Stefano Anastasia: Quale programma per le carceri italiane

L’Osservatorio Parlamentare, a cura di Francesca D’Elia

Gli Enti Locali e il carcere, di Valentina Lodoli

Le iniziative di Antigone, a cura della Redazione

Brevi, a cura della Redazione

L’Editoriale: Quale programma per le carceri italiane, di Stefano Anastasia

 

È stata sufficiente la combinazione del tragico suicidio del sindaco di Roccaraso e della protesta dei detenuti di Regina Coeli perché il bubbone delle carceri esplodesse. La misura del degrado è data dai fatti del carcere romano. Sono anni (più di un decennio ormai) che i detenuti delle carceri italiane - nonostante i ricorrenti vaticinii degli apprendisti stregoni ministeriali - si guardano bene dal promuovere proteste che possano arrecare danni alle cose o alle persone.

Non a caso: chi sta in galera sa bene che una civile e nonviolenta protesta può non ottenere i risultati sperati; una sommossa, una rivolta, o anche solo l’erezione di una barricata rischia al contrario di rivolgersi contro di loro. Non solo e non tanto per lo squilibrio delle forze tra rivoltosi e poliziotti, ma anche e soprattutto per le conseguenze disciplinari che i detenuti ne possono soffrire: niente liberazione anticipata, pregiudizio nel programma trattamentale, misure alternative alla detenzione che si allontanano nel tempo. Il precipitare della protesta dei detenuti della IV sezione di Regina Coeli ci dice allora che la misura è colma, la sofferenza è tale da indurre a gesti e a iniziative consapevolmente autolesionistiche.

In effetti, il sistema dell’esecuzione penale e della privazione della libertà in Italia sembra precipitato in un pozzo senza fondo. Abbandonate a se stesse, le carceri sono tornate a essere pura sofferenza, pena per la pena, senza neanche più quelle "pietose bugie" (la finalità rieducativa della pena, la missione trattamentale dell’istituzione, il reinserimento dei detenuti, ecc.) di cui qualche tempo fa discutevamo. In carcere ci si va perché si deve e non resta che contare i giorni, sperando di cavarsela in buona salute. Come nelle vecchie favole, "c’era una volta" è l’incipit di alcuni dei capitoli dell’ormai prossimo terzo Rapporto dell’Osservatorio di Antigone sulle carceri italiane: c’era una volta il trattamento, c’era una volta la sanità penitenziaria, c’era una volta. Ad oggi, non c’è più niente, salvo – s’intende – i muri e le sbarre, i controllati e i controllori.

Tre anni sono sufficienti per un bilancio dell’indirizzo politico nel governo del sistema penale e penitenziario. Non ci sono eredità che giustifichino. Nel bene e nel male, dello stato attuale delle patrie galere il Governo Berlusconi e il suo Ministro della Giustizia portano la piena responsabilità. "Le carceri non sono alberghi a cinque stelle", sentenziò all’inizio del suo mandato il Ministro Castelli. Ce l’aveva con il nuovo regolamento penitenziario, che imponeva entro il 2005 l’adeguamento degli edifici penitenziari a minimi parametri di vivibilità (la doccia in cella, il bidet nei femminili, una cucina ogni 200 detenuti, ecc.). Ma la rivendicazione ministeriale, la sua sottesa perentorietà normativa ("le carceri non sono alberghi a cinque stelle" stava per "le carceri non devono essere alberghi a cinque stelle", o alberghi tout court, nel senso di dignitosi luoghi di dimora, per quanto coatta) è, ha mostrato di essere, un programma di governo. Negata categoricamente la dignità delle persone in stato di detenzione, il piano è stato inclinato: in tre anni non solo non è stato neppure progettato un piano di adeguamento delle strutture penitenziarie agli standard regolamentari, ma sono stati ripetutamente tagliati e ridotti all’osso gli stanziamenti per il trattamento e la salute dei detenuti, al punto che in molti istituti mancano farmaci essenziali e – notizia recente – in un ospedale psichiatrico giudiziario mancano gli psichiatri! In queste condizioni, ai detenuti non resta che incrociare le dita, e sperare di cavarsela; agli operatori non resta che alzare le braccia, che le nozze, coi fichi secchi, non si fanno.

Si vari dunque il provvedimento di clemenza riproposto in questi giorni, se si ha la forza per farlo. Servirà a calmierare il sovraffollamento. Poi però, si lavori sulle sue cause: in primis una politica sull’immigrazione e le tossicodipendenze che alimenta clandestinità e criminalità. E si lavori, infine, affinché siano garantite condizioni dignitose di detenzione e, con il concorso delle regioni e degli enti locali, opportunità di reinserimento a chi resta in carcere. Ecco, in poche parole, un programma di governo delle carceri italiane. Di un altro governo. Di un altro ministro.

 

Osservatorio Parlamentare, a cura di Francesca D’Elia

 

Camera: verso un testo unificato sulle misure alternative al carcere

 

Nella seduta del 15 settembre scorso, la commissione giustizia della Camera ha convenuto sull’opportunità di procedere alla definizione di un testo unificato delle undici proposte di legge sulle misure alternative alla detenzione (Atto Camera 461 e abb.) e intervenire con urgenza su specifici casi di affidamento ai servizi sociali senza ipotizzare una riforma complessiva. Per tali motivi, è stato quindi deciso di costituire un Comitato Ristretto che lavorerà prioritariamente su quelle specifiche disposizioni che nella pratica hanno spesso reso inefficace il sistema delle misure alternative alla detenzione. Obiettivo condiviso sia dalla maggioranza che dall’opposizione, è quindi di arrivare ad un testo che, tenendo conto anche dei tempi di discussione al Senato, possa ottenere il via libera del Parlamento entro la fine della legislatura.

 

La relazione di Castelli sull’edilizia penitenziaria e minorile depositata in commissione giustizia: più tecnologia e meno agenti

 

Uno degli obiettivi principali del piano sull’ edilizia penitenziaria, depositato dal ministro della Giustizia alla Camera, è quello di potenziare gli impianti di sicurezza sui muri di cinta delle carceri, le riprese video a circuito chiuso e i sistemi di controllo a tecnologia avanzata; misure che consentirebbero di diminuire gli agenti di polizia penitenziaria che vigilano sui detenuti.

Nella relazione, il Ministro ha sottolineato che per il 2004 l’Amministrazione penitenziaria può contare su circa 84 milioni di euro (dei quali circa 68 milioni sarebbero destinati all’ acquisto, alla ristrutturazione e manutenzione straordinaria di immobili, e circa 16 milioni alle strutture, impianti ed interventi). Gli interventi dovrebbero innanzitutto soddisfare due esigenze ritenute prioritarie: il miglioramento delle strutture di alcune carceri per dare soluzione alle molteplici segnalazioni di inadeguatezza, sotto il profilo igienico-sanitario e della sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché - come già illustrato - il potenziamento dei sistemi di sicurezza (allarmi sui muri di cinta, il controllo video interno ed esterno gli impianti di automazione) al fine sia di prevenire le evasioni e le intrusioni dall’esterno, che di diminuire le unità di personale di polizia penitenziaria addetto ai compiti di vigilanza. In cima alla lista degli interventi urgenti ci sono, inoltre, il potenziamento dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto (ristrutturare un padiglione in disuso per incrementare la capienza di circa 80-100 posti); la ristrutturazione del carcere di Favignana (così da poter chiudere il fatiscente reparto del vecchio castello); la realizzazione di un reparto per detenuti in regime di 41 bis attraverso la ristrutturazione della ex sezione femminile del carcere di Milano-Bollate.

L’accantonamento di circa 15 milioni di euro nel 2004 sarebbe destinato agli interventi urgenti e consentirebbe ai Provveditori regionali di realizzare impianti tecnologici o interventi di manutenzione nelle carceri. Un’ultima quota di circa 20 milioni e 600 euro è stata infine autorizzata per la costruzione (con lo strumento della locazione finanziaria) delle due nuove carceri di Varese e di Pordenone.

Per la giustizia minorile sono previsti 13 milioni e 300 mila euro, ed in cima alla lista degli interventi urgenti di ristrutturazione figurano i complessi detentivi di Bari, Cagliari, Firenze, Milano e Napoli e quello giudiziario di Trento.

Anche per gli istituti di pena per i minori prevale la linea "più tecnologia e meno agenti" e, in particolare, viene rivolta una specifica attenzione alle cd. "misure di sicurezza passiva", non meglio specificate nella relazione, ma che consentiranno di "ottimizzare le scarse unità di personale di polizia penitenziaria mediante una riduzione dei posti di servizio".

 

Reato di tortura quale delitto proprio ascrivibile esclusivamente ai pubblici ufficiali ed agli incaricati di pubblico servizio

 

È ripreso in questi giorni l’esame, da parte della Commissione Giustizia, delle proposte di legge tese all’introduzione del reato di tortura, rinviato il 30 luglio scorso. Nell’ultima seduta, vi era stata la pressoché unanime preferenza per la configurazione del reato di tortura quale delitto proprio ascrivibile esclusivamente ai pubblici ufficiali e agli incaricati di pubblico servizio, in quanto maggiormente aderente al dettato dell’articolo 1 della Convenzione di New York del 1984. Il relatore (l’on. Mormino di Forza Italia) ha quindi proposto la seguente formulazione: "Art. 613-bis (Delitto di tortura). È punito con la reclusione da uno a quindici anni il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che infligge ad una persona una tortura sottoponendola a gravi sofferenze fisiche o mentali, allo scopo di ottenere informazioni o confessioni da essa o da una terza persona su un atto che essa stessa o una terza persona ha commesso o è sospettata di avere commesso ovvero allo scopo di punire una persona per gli atti dalla stessa compiuti o che la medesima è sospettata di avere compiuto ovvero per motivi di discriminazione razziale, politica, religiosa o sessuale. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, la pena è aumentata se dal fatto deriva una lesione grave o gravissima; è raddoppiata se ne deriva la morte. Il fatto non è punibile se le sofferenze sono conseguenza di condotte, misure o sanzioni legittime. Art. 613-ter (Fatto commesso all’estero). È punito secondo la legge italiana, il cittadino o lo straniero che commette nel territorio estero il delitto di tortura, di cui all’articolo 613-bis, in danno del cittadino italiano".

La discriminante prevista relativamente alle condotte, alle misure e sanzioni legittime ha chiaramente suscitato molte perplessità; è stato quindi deciso un ulteriore approfondimento e un nuovo rinvio dell’esame.

 

Presto all’esame del Senato il Decreto legge 14 settembre 2004, n. 241 (Disposizioni urgenti in materia di immigrazione)

 

A seguito delle indicazioni espresse dalla recente sentenza della Corte Costituzionale (che, a luglio scorso, ha dichiarato incostituzionali vari punti della legge Bossi Fini), il Governo ha elaborato il decreto legge 241/2004 "Disposizioni urgenti in materia di immigrazione", presto all’esame del Senato.

Il decreto legge ha il duplice obiettivo di allargare le garanzie previste dalla Costituzione anche agli stranieri per i quali sia stato disposto l’accompagnamento alla frontiera e di prevedere comunque adeguate misure per assicurare la massima celerità dei provvedimenti di convalida e di esecuzione delle espulsioni.

L’eventuale convalida del provvedimento, emesso dal questore, che dispone l’accompagnamento alla frontiera dell’espellendo è affidata al giudice di pace, che deve provvedervi - con decreto motivato - entro 24 ore dall’adozione. In attesa della definizione del procedimento di convalida (che prevede udienza in Camera di Consiglio con la partecipazione necessaria di un difensore), si prevede che l’espulsione venga sospesa e che l’interessato sia trattenuto in uno dei centri di permanenza temporanea. Se la convalida è concessa, il provvedimento di accompagnamento alla frontiera diventa esecutivo, mentre, nel caso opposto - ovvero non è osservato il termine per la decisione - il provvedimento del questore perde ogni effetto. Il decreto di convalida emesso dal Giudice di Pace può essere impugnato in Cassazione.

 

Gli Enti Locali e il carcere, di Valentina Lodoli

 

È stata di recente presentata alla camera una proposta di legge composta di un solo articolo in cui si chiede il libero accesso, senza autorizzazione, nelle carceri per i Sindaci e i Presidenti di Provincia. Primo firmatario della Pdl è Ermete Realacci, con l’appoggio di forze parlamentari trasversali.

"È una norma di elementare civiltà - ha spiegato Realacci - quella di consentire proprio ai più diretti rappresentanti dei cittadini e delle comunità locali, l’ingresso in carcere. Considero infatti una vera e propria dimenticanza normativa quella di non aver incluso anche i Sindaci e i Presidenti delle Province fra le figure istituzionali che possono visitare gli istituti penitenziari senza autorizzazione".

Ricordiamo che attualmente, oltre ai parlamentari, l’accesso negli istituti di pena è consentito ai soli Consiglieri Regionali in rappresentanza delle istituzioni locali, le quali, invece, in diverse circostanze sono chiamate direttamente in causa dalla popolazione detenuta circa esigenze e diritti che i cittadini momentaneamente privati della libertà condividono con i loro concittadini liberi.

A questo proposito è emblematico l’episodio avvenuto lo scorso 19 agosto a Roma, dove ad una delegazione del Comune di Roma, formata dall’Assessore alle Politiche per le Periferie, Sviluppo Locale, Lavoro, Luigi Nieri, dal Garante dei Diritti e delle Opportunità delle Persone Private della Libertà Personale, Luigi Manconi, e da Patrizio Gonnella di Antigone, fu negato l’ingresso alla Casa Circondariale di Regina Coeli dove i detenuti stavano mettendo in atto una forma di protesta pacifica. La delegazione, previa richiesta di autorizzazione all’ingresso effettuata tre giorni prima della visita, si augurava di incontrare i reclusi per ascoltare le ragioni della loro protesta e per informarli, oltre che rassicurarli, circa le iniziative che il Comune di Roma stava svolgendo e aveva in programma di svolgere a favore dei cittadini detenuti. In quell’occasione, fu completamente ignorato il fax del Tribunale di Sorveglianza di Roma che autorizzava la visita e, successivamente, vennero date spiegazioni arruffate e confusionarie al Comune, circa il presunto ‘ smarrimento ‘ dell’autorizzazione in questione.

In quella circostanza, la piattaforma delle richieste avanzate dai detenuti era da un lato ‘ classica ‘, se così si può dire - riguardava, infatti, i cronici problemi di sovraffollamento, le cattive condizioni igienico - sanitarie della struttura, nonché l’abuso della custodia cautelare da parte della Magistratura - rivolta al Governo e all’Amministrazione Penitenziaria. Dall’altro lato, però, si sollecitavano maggiori occasioni di percorsi di reinserimento socio-lavorativo, formazione professionale e quant’altro, chiamando in causa, in questo caso, direttamente gli amministratori locali.

In tal senso, l’approvazione della Pdl di cui sopra, risulterebbe particolarmente importante laddove si vogliano realmente considerare i detenuti cittadini a tutti gli effetti. A questo proposito, inoltre, Antigone, da oramai più di un anno, ha predisposto un Disegno di Legge teso a riconoscere il diritto di voto a detenuti ed ex detenuti.

 

Le iniziative di Antigone, a cura della Redazione

 

Venerdì 15 ottobre in fascia serale alla Camera del Lavoro di Udine: presentazione del Rapporto sui diritti globali 2004. In rappresentanza dell’associazione Antigone partecipa Paola Bonatelli.

 

Da giovedì 21 a sabato 23 ottobre si terrà a Roma la Terza Assemblea Nazionale del Volontariato Giustizia: "Giustizia, diritti, solidarietà e gratuità nel nostro tempo" Per Antigone interverrà Francesca D’Elia.

Di seguito il programma completo dei lavori:

Giovedì 21 ottobre, ore 15.00. C.C. Rebibbia Nuovo Complesso - Giustizia e diritti in carcere

Introduzione artistica, Ivana Monti; Coordinatore Giovanni Anversa (Giornalista Rai)

Saluti: Carmelo Cantone (Direttore Rebibbia N.C.), Luigi Nieri (Assessore al lavoro del Comune di Roma), Rosario Priore (Capo Dipartimento Giustizia Minorile), Rosa Rinaldi (Vice Presidente Provincia di Roma), Giovanni Tinebra (Capo Dipart. Amm. Pen.).

Relazione: Carmen Bertolazzi (Vice Presidente Conf. Naz. Volontariato Giustizia)

Testimonianze: Detenuti uomini, donne, dell´OPG, dell´AS, minori, Casa lavoro, Ristretti Orizzonti, ospiti del CPT.

Ore 19.00: Buffet della Cooperativa Sociale "Men at work" di Roma

Ore 20.00: Concerto musicale

Venerdì 22 ottobre, ore 9.00. Sala Conferenze di Palazzo Marini - Giustizia e solidarietà del nostro tempo

Coordinatore: Stefano Trasatti (Direttore Agenzia Redattore Sociale)

Sono stati invitati: Pier Ferdinando Casini (Presidente Camera dei Deputati), Emilio Di Somma (Vice Capo Dip. Amm. Pen.), Enrico Gasbarra (Presidente Provincia di Roma), Walter Veltroni (Sindaco di Roma)

Relazione: Livio Ferrari (Presidente Conf. Naz. Volontariato Giustizia)

Contributi: Marco Bertotto (Presidente Amnesty International Sez. Italiana), Albino Bizzotto (Presidente Beati Costruttori di Pace), Luigi Ciotti (Presidente Gruppo Abele), Maria Marinakou (Presidente EAPN - Rete Europea delle Associazioni di lotta contro la povertà e l’esclusione sociale), Teresa Sarti (Presidente di Emergency)

Ore 13.30, Buffet della Cooperativa Sociale "En Kanà" di Roma

Ore 15.00

La CNVG e gli organismi nazionali sulle strade della giustizia

Coordinatore: Paola Roselli (Addetto stampa CNVG)

Contributi: Francesca D´Elia (Antigone), Franco Uda (Arci Ora d´Aria), Giancarlo Perego (Caritas Italiana), Paola Papi Barbato (Comitato per il Telefono Azzurro), Mauro Cavicchioli (Comunità Papa Giovanni XXIII), Renato Frisanco (Fondazione Italiana per il Volontariato), Gabriella Stramaccioni (Libera), Piergiorgio Licheri (Seac), Claudio Messina (Società di San Vincenzo De´ Paoli)

La CNVG e le Conferenze Regionali sulle strade della giustizia

Contributi: Loredana Costa (CRVG Abruzzo e Molise), Apollonia Annunziata (CRVG Campania), Maurizio Artale (CRVG Sicilia), Virgilio Balducchi (CRVG Lombardia), Patrizia Costantini (CRVG Umbria), Ettore Cannavera (CRVG Sardegna), Paola Cigarini (CRVG Emilia Romagna), Lucia Cima (CRVG Basilicata), Italo Dal Ri (CRVG Trentino Alto Adige), Stefano Danti (CRVG Marche), Romeo Gatti (CRVG Toscana), Alberto De Nadai (CRVG Friuli Venezia Giulia), Maria Teresa Figari (CRVG Liguria), Maurizio Mazzi (CRVG Veneto), Antonio Morelli (CRVG Calabria), Raffaele Sarno (CRVG Puglia), Claudio Sarzotti (CRVG Piemonte e Valle d´Aosta), Vittorio Trani (CRVG Lazio)

Dibattito

Sabato 23 ottobre, ore 09.00. Sala don Luigi Di Liegro - Giustizia e gratuità del futuro

Coordinatore: Paola Springhetti (Direttore Rivista del Volontariato)

Saluti: Claudio Cecchini (Assessore Politiche Sociali Provincia di Roma), Raffaela Milano (Assessore Politiche Sociali Comune di Roma)

Contributi: Luciano Eusebi (Docente Università Cattolica), Giovanni Nervo (Fondazione Zancan di Padova)

Programmi, prospettive e politiche della Conferenza

Contributi: Celso Coppola (CNVG), Sergio Segio (Ass. Società INformazione)

Conclusioni: Livio Ferrari (Presidente Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia)

Con il contributo e il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche per le Periferie, per lo Sviluppo Locale, per il Lavoro del Comune di Roma e della Vice Presidenza e Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Roma.

Per maggiori informazioni: CNVG - Via Nazionale, 39 - 00184 – Roma. Tel. 06.483332 - Fax 06.4814617 - Mail: volont.giustizia@tiscali.it - Web: www.volontariatogiustizia.it

 

Lunedì 25 ottobre, presso l’Aula Magna dell’Istituto Universitario di Venezia, convegno dal titolo: "Quale sanità nelle carceri? E a Venezia…" Per Antigone interviene Patrizio Gonnella.

Segue il programma completo.

Ore 9.30: Relazione introduttiva di Salvatore Lihard (Segretario CGIL Veneto)

Ore 10.00: Interventi: Dr. Alberto Anedda (medico incaricato della C.C. Santa Maria Maggiore), Dr. Sandro Pasquinucci (medico spec. Malattie infettive USSL 12), Dr.ssa Marina Paties (medico SERT), Dr. Sergio Stefanoni (medico psichiatra USSL 12), Dr. Claudio Beltrame (Direttore settore sociale USSL 12), Gianpietro Pegoraro (Coord. Reg. CGIL Settore Penitenziario), Dr Gabriella Straffi (Direttrice Istituti Penitenziari di Venezia), Dr Giuseppe Caccia (Ass. Comune di Venezia alle Politiche Sociali), Patrizio Gonnella (Ass. Antigone), Ass. Ristretti Orizzonti.

Ore 11.30: Coffee-break.

Ore 11.45: Ripresa dei lavori: Dr Felice Bocchino (Provv. Reg. dell’Amm. Pen.), On Luana Zanella, On Piero Ruzzante, On Tiziana Valpiana, Dr Iles Braghetto (Cons. Regione Veneto), Dr Fabio Gava (Ass. Reg. alle Politiche Sanitarie)

Ore 13.30: Conclusione: Sergio Chiloiro (Segr. Gen. CGIL di Venezia)

 

Brevi, a cura della Redazione

 

Ricordiamo ai nostri lettori che a brevissimo sarà disponibile presso le migliori librerie il terzo rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione dal titolo Antigone in carcere. Il volume è a cura di Claudio Sarzotti e Beppe Mosconi ed è edito da Carocci.

Presso la sede dell’Associazione, inoltre, a partire dalla prossima settimana sarà disponibile, per la collana "I quaderni di Antigone", il volume dal titolo Araba Fenice: l’inserimento lavorativo di persone provenienti da percorsi penali, a cura di Alessandra Naldi, con la collaborazione di Paola Bonatelli, Chiara Ioele e Matilde Napoleone, edizioni Sinnos.

 

 

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