Newsletter n° 1 di Antigone

 

Newsletter numero 1 dell'Associazione "Antigone"

a cura di Nunzia Bossa e Patrizio Gonnella

 

L’Editoriale: Doppia Giustizia, di Stefano Anastasia

L’Osservatorio parlamentare, a cura di Francesca D’Elia

Sotto la lente degli ispettori europei, di Laura Astarita

Brevi

L’Editoriale: Doppia Giustizia, di Stefano Anastasia

 

Un "uno-due" più secco non poteva darsi: mentre il Poligrafico mandava alle stampe la Gazzetta ufficiale contenente la legge che stabilisce l’immunità per le alte cariche dello Stato, il Senato affossava definitivamente il minimo "indultino" per i condannati in esecuzione penale detentiva. Se un Presidente del Consiglio è accusato di qualsivoglia reato, può sottrarsi al processo finché sia in carica (o finché termini il gioco dei cinque cantoni, possibile a termini di legge); viceversa non c’è sovraffollamento che tenga, i detenuti devono farsela tutta, la galera, salvo che miracolosamente non siano a un anno di fine pena, ne abbiano scontata la metà, non rientrino nelle infinite preclusioni previste dalla legge, etc. etc..

È la più nitida immagine della doppia giustizia perseguita da questo Governo: una giustizia a due velocità, in cui ai processi per direttissima a carico degli immigrati si contrappongono i processi infiniti del premier e dei suoi amici, in cui finanche i procedimenti legislativi possono essere istantanei - come quando qualcosa serve al Presidente del Consiglio - o interminabili, quando in ballo siano flebili speranze dei detenuti; una giustizia in cui tutte le garanzie sono nel processo, per chi abbia i mezzi per farvi fronte, e poi, per tutti gli altri si butta la chiave; una giustizia in cui i profeti delle libertà pensano che sia possibile tenere sotto chiave per sessanta giorni uomini e donne colpevoli di non conoscere le nostre astruse leggi sull’immigrazione, oppure che solo il riscatto interiore conseguito presso Muccioli o Gelmini possano salvare i consumatori di droghe dalla giusta punizione per il loro vizio.

Una doppia giustizia per una società diseguale. È un paese ottocentesco, l’Italia di Berlusconi: di qua i signori, di là i cafoni (immigrati, tossici, disoccupati, ma domani - chissà - anche i lavoratori senza più diritti). È un’Italia che non ci piace, che disprezza la Costituzione e la sua storia. È un’Italia che non ha futuro.

 

L’Osservatorio parlamentare, a cura di Francesca D’Elia

 

Quarta lettura dell’indultino in Senato

 

"Indultino": ulteriori modifiche al testo, che torna al Senato per la quarta lettura. Il cd. "indultino" torna al Senato: il 10 luglio, infatti, il provvedimento (approvato con 219 voti a favore, 46 contrari, e 13 astensioni) ha subito ulteriori modifiche nel corso del secondo esame avviato dall’Aula di Montecitorio. Rispetto all’originaria proposta di legge in tema di "sospensione dell’esecuzione della pena detentiva nel limite di tre anni", l’attuale formulazione è sicuramente meno convincente, soprattutto per le ulteriori limitazioni apportate al testo: è previsto uno sconto di pena pari a due anni (invece che tre) per quanti abbiano già scontato metà della condanna (e, dunque, non più un quarto della pena).

Rispetto, invece, al testo che era uscito dal Senato a giugno e, fortunatamente, non preso in considerazione dalla Commissione Giustizia della Camera, la versione licenziata il 10 luglio da Montecitorio costituisce indubbiamente un passo in avanti. Così come licenziato dalla Camera la scorsa settimana -secondo una stima approssimativa- il provvedimento andrebbe a beneficio di circa 6.000 persone: circa la metà dei beneficiari che invece erano stati calcolati in relazione all’originaria versione del testo a prima firma Pisapia. Attendiamo ora l’orientamento del Senato, dove la discussione in Commissione Giustizia dovrebbe cominciare il 22 luglio.

 

Difensore civico delle persone private della libertà personale

 

La scorsa settimana, in Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, è stata chiesta la calendarizzazione delle proposte di legge in tema di difensore civico dei detenuti, che riprendono l’originario disegno di legge promosso da Antigone già nella scorsa legislatura. Le proposte dovrebbero essere inserite nel calendario dei lavori di luglio della I Commissione e, in tempi brevi, dovrebbe iniziarne l’esame. Attualmente esistono ben tre proposte in argomento, presentate sin dai primi mesi della legislatura e assegnate già da tempo alla competente commissione (Affari Costituzionali): l’Atto Camera 411 ad iniziativa di Giuliano Pisapia (PRC) presentata il 1° giugno 2001; l’Atto Camera 3229 a prima firma Erminia Mazzoni (UDC), presentata il 4 ottobre 2002; infine, l’Atto Camera 3344 presentato da Anna Finocchiaro (DS) in data 4 novembre 2002.

 

Sotto la lente degli ispettori europei, di Laura Astarita

 

È uscito a giugno il volume, curato da Antigone, Il collasso delle carceri italiane. Sotto la lente degli ispettori europei (Sapere 2000 Editore), resoconto dell’ultima visita in Italia del Comitato per la Prevenzione della Tortura e dei Trattamenti Inumani o Degradanti e della risposta del Governo Italiano, con le relative parti di interesse tratte dalle "Substanctive Sections", i rilievi essenziali e generali contenuti nei vari Rapporti Generali del CPT, recentemente riuniti in un unico documento: "Gli Standard del CPT".

Come sappiamo, il CPT è l’unico organo ispettivo in grado realmente di entrare nella complessa e oscura realtà "carcere" e, grazie ai poteri conferitigli dalla Convenzione per la Prevenzione della Tortura e delle Pene e Trattamenti inumani o Degradanti, di verificare l’esistenza di situazioni a rischio o di effettivi casi di maltrattamenti che ledono la dignità della persona e che sfociano talvolta nella tortura. Leggere i Rapporti del Comitato sui vari paesi significa entrare a conoscenza nel dettaglio delle modalità di detenzione nei paesi del Consiglio d’Europa.

Purtroppo in Italia il Rapporto del CPT relativo alle visite effettuate nel nostro paese ha ricevuto l’autorizzazione alla pubblicazione dal nostro Governo con anni di ritardo, pubblicato poi unitamente alla risposta delle autorità. L’ultimo Rapporto, quello relativo alla visita del CPT svoltasi nel febbraio del 2000, è stato pubblicato soltanto quest’anno.

Il collasso delle carceri italiane. Sotto la lente degli ispettori europei ripercorre tale Rapporto punto per punto, dalle condizioni nei luoghi di detenzione delle forze dell’ordine ai centri di assistenza e permanenza temporanea per stranieri, dalle carceri agli istituti per i minori e agli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Per ogni punto viene riportata la risposta dell’Italia che è di particolare interesse per la comprensione della portata dei problemi denunciati; le varie risposte risultano più o meno burocratiche, spesso evasive, in singoli punti costruttive.

Nonostante il ritardo, dovuto all’attesa dell’autorizzazione del nostro Governo, la lettura di questo botta e risposta, con alla base quelli che sono gli standard posti dal CPT, è necessaria per chiunque voglia conoscere realmente quello che quotidianamente accade nei luoghi di detenzione del nostro paese e come le autorità affrontano la questione.

 

Brevi

 

Giovedì 24 luglio alla Festa Nazionale di Liberazione a Modena dibattito sulla giustizia con Patrizio Gonnella (coordinatore nazionale Associazione Antigone), Livio Pepino (presidente di Magistratura Democratica) e Alberto Burgio (responsabile nazionale giustizia del Prc).

 

Il Ministro Castelli ha cominciato con il piede giusto il mese di luglio presentando alla stampa la Dike Aedifica S.p.A. Si tratta nientedimeno che di una società per la realizzazione dei programmi di edilizia carceraria e giudiziaria del Ministero della Giustizia, controllata da Patrimonio dello Stato S.p.A. Il Guardasigilli trova che questa sia la soluzione più adeguata al problema del sovraffollamento delle carceri.

 

L’Unione delle Camere Penali ha denunciato che il carcere bunker di Guantanamo rappresenta una grave violazione dei diritti civili, in quanto "le condizioni di vita dei prigionieri reclusi nella base statunitense appaiono ben al di là della soglia minima di trattamento".

 

Gli Stati Uniti lo scorso aprile hanno varato le nuove norme sui tribunali speciali militari, alla luce delle quali i detenuti di Guantanamo non sono considerati prigionieri di guerra bensì "combattenti fuorilegge", non sono quindi tutelati dalla Convenzione di Ginevra e restano al di fuori di qualsiasi legislazione in materia di diritti umani. L’unico organismo che potrebbe intervenire per chiedere garanzie è l’Onu, ma non l’ha ancora fatto.

 

Due suicidi di detenuti in Campania nel mese di luglio. Si tratta di Ciro Castaldo (detenuto dal 25.08.2001 con fine pena 16.07.08), che si è impiccato il 6 luglio all’interno del reparto matricola del carcere di Secondigliano, mentre era rinchiuso in una "cella liscia" e di Angelo Vallone, 23 anni di Marcianise, che si è impiccato all’interno Dell’Opg di Aversa, nel celebre reparto Staccata.

 

Martedì 1 luglio 2003 nella seduta n° 332 c’è stata un’interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-02185 presentata da Tiziana Valpiana (Prc) al Ministro della Salute, riguardo i presidi per le tossicodipendenze all’interno degli istituti penitenziari. Questi ultimi, fino a qualche anno fa, erano finanziati con un capitolo a parte e dotati di strutture e personale proprio, ma in seguito all’emanazione della legge n° 230 del 1999, dall’1 gennaio 2000 il personale medico e infermieristico è passato alle dipendenze funzionali dei Sert ed il capitolo di spesa relativo è stato finanziato fino al 30 giugno 2003. Dall’1 luglio 2003, quindi, le risorse economiche sono trasferite al servizio sanitario nazionale, che dovrebbe occuparsi anche del pagamento del personale operante all’interno degli istituti penitenziari, ma ad oggi non si sa niente delle modalità di passaggio al servizio sanitario nazionale. Ha risposto all’interrogazione il Sottosegretario Antonio Guidi sostenendo che il Ministero della Giustizia ha reso noto di aver ricevuto, in data 30 giugno 2003, una nota del Ministero dell’Economia e delle Finanze, con cui è stato comunicato che le risorse finanziarie preposte al funzionamento dei Presidi sanitari e psicologici per i detenuti tossicodipendenti negli istituti penitenziari, sarebbero transitate dal Ministero della Giustizia al Fondo Sanitario Nazionale a partire dal 1° luglio 2003, in virtù del decreto ministeriale n. 26122, in corso di perfezionamento. Tiziana Valpiana, replicando, ha ritenuto insoddisfacenti le rassicurazioni del Sottosegretario e reputato opportuno che la Commissione Affari Sociali avviasse un’indagine conoscitiva sulla materia dell’assistenza sanitaria nelle carceri.

 

 

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