Carta per i diritti e le garanzie

 

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Carta di intenti per i diritti e le garanzie nel sistema penale

 

Le politiche della giustizia, e in particolar modo le politiche della giustizia penale, sono da tempo al centro del dibattito e del confronto pubblico. Questa attenzione non significa però che esse siano naturalmente ben orientate, anzi talvolta sono segnate da contrapposizioni pregiudiziali, tale da rincorse su parole d'ordine d'emergenza. Ciò spesso produce non solo una politica della giustizia incerta e inefficace, ma anche un oscuramento dietro quelle parole d'ordine di gravi questioni sociali che avrebbero bisogno di politiche di segno diverso.

La nostra proposta del diritto penale minimo è quindi una proposta di razionalizzazione del diritto penale volta a ridefinirne confini e modalità di intervento, ma anche una proposta politica di disvelamento dei problemi sociali nascosti sotto il manto dell'uso simbolico del diritto penale. In questo senso e con queste finalità sottoponiamo alla adesione dei cittadini i seguenti punti di programma.


Riforma del codice penale: è necessario portare a compimento la madre di tutte le riforme che, tutelata dal principio della riserva di codice, preveda una drastica riduzione dei reati e delle pene, a partire:

dall'abolizione dell'ergastolo;

dalla riduzione del carcere a extrema ratio dell'intervento sanzionatorio penale;

dalla decarcerizzazione dei tossicodipendenti, dalla depenalizzazione di tutte le condotte connesse al consumo di droghe e dalla decriminalizzazione della vita quotidiana dei consumatori.

 

Sicurezza dei diritti: solo la promozione di politiche di integrazione e coesione sociale, un nuovo universalismo dei diritti, potrà rendere praticabile una riforma riduzionista del sistema penale, contenendo i fantasmi dell'insicurezza urbana, la trasfigurazione della insicurezza sociale in insicurezza penale, la domanda sociale di carcere.

 

Giusto processo per tutti: è necessario un monitoraggio sull'attuazione delle nuove leggi sulla difesa d'ufficio e il gratuito patrocinio, affinché siano superate eventuali resistenze burocratiche alla loro attuazione e si possa valutarne la efficacia, senza escludere che esse siano corrette in direzione dell'istituzione dell'Ufficio pubblico di difesa.

 

Limiti alla costrizione: quella parte di detenzione che non può essere altrimenti trattata dal sistema penale deve vedere pienamente tutelati i diritti delle persone detenute, a partire:

dai loro diritti fondamentali e, primo tra tutti, dal diritto alla salute, per la cui garanzia va portata a compimento la riforma delineata nel corso della XIII legislatura e verificata l'applicazione della legge sulle alternative al carcere per i malati di Aids e gli affetti da altre gravi patologie;

dalla promozione di opportunità formative e di reinserimento sociale dei detenuti;

dalla effettiva tutela giurisdizionale dei loro diritti, così come richiesto dalla Corte costituzionale;

dalla istituzione di un Difensore civico delle persone private della libertà personale, per la promozione e la tutela dei diritti dei detenuti e per la prevenzione di ogni forma di maltrattamento o di pena inumana o degradante.

 

Liberarsi dalla necessità del carcere per i minori: è necessario proseguire lungo la strada del superamento degli istituti penali per i minori, attraverso:

una ulteriore espansione delle pratiche di mediazione sociale e penale;

la revisione organica dell'ordinamento penale minorile che assicuri la priorità da esso assegnato alla risocializzazione del minore condannato.

 

 

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