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Il "Progetto Sportelli" dell'AgeSoL di Milano
Agenzia di Solidarietà per il Lavoro Via
San Vincenzo 18/b
Il Progetto Sportelli, ideato e attuato dall’Agenzia di solidarietà per il Lavoro di Milano (AgeSoL), nasce nel 1999, con il sostegno dell’Amministrazione Provinciale di Milano:
Il Progetto Sportelli si articola su due piani: un piano motivazionale ed un piano informativo. Il piano motivazionale: riuscire a sviluppare la cultura del lavoro, laddove per cultura del lavoro, non solo la conoscenza del mondo del lavoro stesso, ma anche lavoro come alternativa al reato, vissuto come unica fonte di sostegno. Riuscendo nell’obiettivo si potrà permettere ai detenuti un migliore ed adeguato reinserimento sociale al momento dell’uscita, sia a fine pena sia utilizzando le misure alternative al carcere, al fine di orientarli, anche in termini formativi ad un possibile inserimento lavorativo. Il piano informativo: riguarda normativa vigente sul lavoro, previdenza, iscrizione al collocamento, e relativi aggiornamenti. Sono usati materiali, quali volantini, che i detenuti possono conservare a seguito degli incontri. Il piano informativo, inoltre, è gestito sia con contatti individuali, sia organizzando gruppi nelle varie sezioni degli Istituti. Al primo colloquio si chiede ai detenuti di compilare volontariamente un questionario in cui indicano i loro dati generali, dalla scolarità all’esperienza lavorativa, alle loro eventuali aspettative e desideri. Sono attivi gli Sportelli negli Istituti di Opera, Monza, San Vittore e uno esterno presso la sede operativa. L’apertura degli sportelli, per ogni carcere e per la sede, è di una volta la settimana.
La gestione e l’organizzazione
Negli sportelli interni, per quanto riguarda la raccolta delle "domandine", un primo incontro per selezionare gli effettivi bisogni, il back office e la compilazione dei questionari, ci si avvale della collaborazione volontaria di 3 detenuti/e per istituto, con scolarità media, formati con un corso, per circa 30 persone, di 400 ore "Meglio Fuori", finanziato dal Ministero per gli Affari Sociali e promosso dalla Provincia di Milano, con l’AgeSoL come ente attuatore. per i colloqui e la presa in carico vera e propria degli utenti, collaboratori esterni gestiscono gli sportelli interni agli istituti e lo sportello esterno presso la sede operativa. Questi ultimi sono stati individuati secondo un profilo professionale adeguato a svolgere tale ruolo, I referenti esterni hanno svolto nella fase sperimentale (di sei mesi) la loro attività turnandosi nella gestione dei 4 sportelli e come tutor del corso di formazione "Meglio Fuori". Dopo la fase sperimentale, terminata nella primavera del 2000, ci si è avvalso anche della collaborazione di un operatore per la sensibilizzazione del mondo delle imprese.
Fasi attuative e di sviluppo
Casi affrontati da settembre 1999 a maggio 2001 nei 4 sportelli di Agesol
Dati persone inserite o in fase d’inserimento Il lavoro è svolto su percorsi d’inserimento personalizzati sulla singola persona. L’obiettivo del Progetto Sportelli di promuovere percorsi d’inserimento "mirati" si scontra talvolta sia con una limitata varietà d’offerte lavorative sia con la professionalità della maggioranza degli utenti, che risulta piuttosto generica. Si può costruire un progetto più aderente alla persona quando si riesce ad avere anche opportunità di inserire nei percorsi anche uno step formativo, di tirocinio o di stage. I casi trattati non sono omogenei, alcuni possono essere esauditi rapidamente, altri necessitano d’interventi complessi; il bisogno preponderante rilevato è sicuramente una collocazione lavorativa "urgente". Gli inserimenti avvenuti, a seguito di progettazione di un percorso, dall’avvio dell’attività sono 117. Gli inserimenti si differenziano in diverse forme di contratti:
Facendo un’indagine a campione sugli inserimenti effettuati si è riscontrato che: il 70% ha mantenuto il lavoro, il 15% svolge un lavoro precario con un contratto a termine ed il restante 15% sta cercando una nuova occupazione. Molti interventi hanno richiesto percorsi articolati che hanno occupato tempo e diverse iprogettazioni in itinere, col coinvolgimento di molteplici attori sociali. Gli utenti, pur arrivando da svariate esperienze di lavoro, in prima battuta sono disponibili ad accettare lavori d’ogni genere, e questo se da un lato può apparire un elemento positivo, dall’altro pone incertezze sulla tenuta dell’opzione lavorativa nel lungo periodo, quindi va molto ben indagata questa disponibilità. La condizione socioeconomica prevalente degli utenti evidenzia la stretta necessità di un lavoro e di un reddito pieno e continuato, inoltre non tutti hanno la possibilità di muoversi con un mezzo proprio e questo limita ulteriormente il ventaglio delle possibilità d’inserimento lavorativo in un territorio vasto come il milanese. Altro capitolo sono i detenuti od ex detenuti stranieri la cui problematicità primaria risiede nel possesso o meno del permesso di soggiorno, e in situazioni abitative instabili o, spesso, inesistenti. I profili dei detenuti in stato di restrizione comportano il confronto con: avvocati, operatori sociali, educatori e direzioni, per comprendere l’effettiva fattibilità di accedere ad una misura alternativa al carcere. Questo dilata notevolmente i tempi d’attuazione di un progetto, in contrasto con i tempi delle aziende e che comunque vogliono avere un contatto diretto con i candidati, per valutare e selezionare le persone da inserire nel loro contesto lavorativo.
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