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Bilancio del "Progetto Or.f.eo 2"
Il Progetto Orfeo in sintesi
In un anno di attività (ottobre 2002 –settembre 2003) il Progetto Or.f.eo ha raggiunto circa mille tra detenuti ed ex-detenuti presso i quattro istituti penitenziari della provincia di Milano - le Casa Circondariali San Vittore e di Monza, le Casa di Reclusione di Opera e di Bollate - l’Istituto Penitenziario Minorile Beccaria e il Centro Giustizia Minorile. Le figure professionali coinvolte nel progetto, di cui una direttrice, una coordinatrice e 27 operatori (divisi per funzioni di competenza: orientatori, tutor, ecc), hanno accompagnato adulti, giovani e minorenni nel processo di orientamento/formazione e qualificazione al lavoro culminato, per 70 persone, nell’effettivo inserimento nel mercato del lavoro. Il progetto si rivolge ai detenuti, agli ex detenuti, alle persone soggette a vincoli della libertà adulti e ai minorenni dell'Istituto Penitenziario Minorile Beccaria e del Centro Giustizia Minorile. Al 25/11/2003, la popolazione carceraria nella provincia milanese si componeva come segue:
Circa la metà delle 4.498 persone detenute nelle carceri sono attualmente in attesa di giudizio: in ragione del loro stato precario, non si è ritenuto utile iniziare con loro percorsi di accompagnamento a medio/lungo termine, ma intraprendere azioni di informazione generale.
Le modalità di azione del progetto possono essere raggruppate in tre aree di intervento:
Azioni interne agli istituti di pena: incontri di informazione orientativa, colloqui di accoglienza, formazione orientativa di gruppo, determinazione di un bilancio attitudinale personale, colloqui orientativi e motivazionali. La fruizione di questi servizi è stata la seguente:
Azioni esterne: percorsi di integrazione sociale, di conoscenza del mondo del lavoro locale e delle sue esigenze, tutoraggio all’inserimento lavorativo in cooperative sociali e aziende private. Sono le iniziative svolte con persone fuori degli istituti carcerari, più precisamente per collegare la realtà lavorativa a quella della detenzione. L’interfaccia tra "dentro" e "fuori", è lo Sportello Esterno, punto di contatto tra operatori, richiesta e offerta di impiego. Ricadono in questa categoria le iniziative di inserimento lavorativo vere e proprie, anche con utenti provenienti dal carcere. Lo sportello di orientamento esterno ha raggiunto 199 persone adulte concludendo il percorso con 100 persone. Sono stati coinvolti in itinerari di formazione/orientamento/tutoraggio e inserimento lavorativo 24 giovani, provenienti dall’area penale minorile. Attività di rafforzamento del sistema: informazione orientativa rivolta ai familiari (per un totale di 14 ore di servizio erogate), formazione rivolta agli operatori del progetto e del sistema carcerario (24 ore di servizio erogate). L’obiettivo è creare un sostegno al sistema che continui oltre il progetto. In media, il progetto ha potuto avvicinare circa un detenuto adulto su cinque, tra quanti stavano scontando la propria pena negli istituti di riferimento:
I progetti di tutoraggio hanno portato ad un numero di inserimenti lavorativi pari a 70 unità , di cui 16 minori o giovani adulti. Di questi 70 inserimenti: 23 sono stranieri
Sul totale di 356 contattati dalle azioni di orientamento/inserimento lavorativo, l’incidenza di assunti arriva oltre il 20%: 37 detenuti adulti e 6 giovani continuano l’esperienza lavorativa dopo il periodo di inserimento "accompagnato" dal progetto. Dei rimanenti: 17 adulti attraversano attualmente una fase di definizione del percorso assistita dagli operatori; i giovani invece stanno proseguendo nel tragitto di formazione/qualificazione professionale avviato. In sintesi, il Progetto Orfeo ha toccato circa un quinto dei detenuti negli istituti milanesi, per l’anno 2004, visti i risultati significativi, il progetto è stato riproposto grazie a un contributo provinciale con il nome di Orfeo 2. Il Progetto Orfeo: azioni previste e realizzate
Il Progetto "OR.F.E.O." ORientamento, Formazione Ed Occupazione detenuti, finanziato dal Fondo Sociale Europeo e dalla Regione Lombardia nell’ambito dell’obiettivo 3 Dispositivo Multimisura – orientamento, consulenza ed accompagnamento – anno 2002/2003, è forse l’unico progetto multimisura monotarget, dedicato esclusivamente all’universo carcerario. Si tratta di un progetto integrato, in collaborazione tra settore pubblico e privato sociale, gestito da un’apposita A.T.S. - Associazione Temporanea di Scopo – conosciuta come "Cercare Lavoro", per la realizzazione di servizi d’orientamento, consulenza ed accompagnamento all’inserimento lavorativo rivolti a persone, adulte e minorenni, soggette a provvedimento penale nella provincia di Milano. L’intervento realizzato ha origine dalla collaborazione di partner che realizzano servizi ed attività per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate: la Provincia di Milano Assessorato Economia e Lavoro, Consorzio Nova Spes, Agenzia di Solidarietà per il Lavoro AgeSoL ONLUS, Consorzio S.I.S. Sistema Imprese Sociali, Consorzio CS&L Cascina Sofia e Lavorint, Fondazione ENAIP Lombardia. Il Progetto ORFEO (da qui brevemente P.O.) nel suo complesso ha avuto inizio formalmente il 15 ottobre ‘02 e si è concluso il 30 settembre ’03. Le attività progettate e realizzate sono: informazione orientativa (AP1), momenti di gruppo volti a fornire ai destinatari le informazioni circa il sistema del mercato del lavoro e le opportunità di sostegno all’integrazione delle fasce deboli. colloqui d’accoglienza (AP2), realizzati in collaborazione con gli operatori dei Centri per l’Impiego della Provincia di Milano, per valutare il livello di occupabilità della persona e procedere alla compilazione dell’immediata disponibilità al lavoro con il rilascio della "job card". formazione orientativa di gruppo (AP3), per due gruppi di 6 minori ciascuno, dell’area penale interna ed esterna, per orientare e supportare nella gestione della fase di transizione, formazione-nonlavoro-lavoro, fornendo informazioni, competenze preprofessionali, strumenti di autovalutazione, supporti operativi per la definizione e la scelta di un percorso formativo o professionale coerente con le attitudini, competenze e motivazioni dei giovani. percorsi d’integrazione sociale (AP4), svolti con momenti individuali e di gruppo, finalizzati ad approfondire la conoscenza del funzionamento del mercato del lavoro, dei diversi contesti formativi e produttivi del territorio, nonché dei servizi e delle strutture di supporto all’impiego. Inoltre aiuta la definizione dei bisogni specifici di tipo orientativo e professionale delle persone coinvolte, così da avviare l’elaborazione di percorsi individualizzati. bilancio attitudinale individuale (AP5), svolto nell’istituto di San Vittore, per supportare la persona nella conoscenza di sè, esplorando le esperienze lavorative , rileggendo il percorso personale formativo e professionale al fine di rilevare le risorse personali (conoscenze, abilità, attitudini) e far emergere desideri ed aspettative. counselling orientativo (AP6), costituito da colloqui individuali finalizzati a sviluppare le competenze personali e, partendo dall’analisi motivazionale, a facilitare la strutturazione di una progettualità lavorativa consapevole. tutoraggio all’inserimento lavorativo (AP7-8), sostegno ed accompagnamento al lavoro per l’acquisizione e/o il potenziamento delle competenze di base, professionali, di diagnosi, relazione e fronteggiamento in azienda(AP7) o in contesti più protetti quali le cooperative sociali (AP8). informazione orientativa rivolta ai familiari dei detenuti (AS1), finalizzata alla creazione di comprensione e condivisione del progetto lavorativo e di vita della persona detenuta da parte dei familiari. formazione rivolta agli operatori del P.O. e del sistema (AS2), momenti formativi per consolidare le competenze specifiche inerenti l’orientamento/inserimento lavorativo in contesto penitenziario. Azioni, ore e destinatari previsti nella fase di progettazione:
Azioni, ore e destinatari incontrati nella fase di realizzazione:
La fase di avvio del progetto
Il P.O. nasce da una sperimentazione dell’attività di orientamento e inserimento lavorativo da parte dell’Agenzia di Solidarietà per il Lavoro AgeSoL con il progetto formativo Meglio Fuori ed il Progetto Sportelli (1999-2000) con il sostegno della Provincia di Milano e poi divenuto servizio finanziato dalla Provincia stessa dal 2001, e gestito in ATS con il progetto "Cercare Lavoro" nell’ambito dell’area penale adulti. Il P.O. ha così potuto contare sulla continuità dei partner dell’ATS e di alcuni operatori, tranne che per il nuovo l’Istituto di Bollate. Ciò ha consentito di garantire la successione ininterrotta delle attività e dei contatti con l’amministrazione penitenziaria, mentre per lo sportello esterno la conoscenza consolidata dello stesso da parte del territorio ha indotto un’alta affluenza di utenza Altro elemento favorevole è stato il riconoscimento da parte delle Direzioni penitenziarie di quanto fatto negli anni precedenti, che ha permesso di introdurre nuovi servizi e nuove modalità di erogazione in tempi relativamente brevi. La presenza dei Centri per l’Impiego della Provincia di Milano all’interno degli Istituti per adulti si è rivelata fattore motivante alla partecipazione al Progetto, in quanto concreto segno di interesse delle istituzioni, oltre che servizio rispondente ad un bisogno presente. Il coinvolgimento dei Centri per l’Impiego della Provincia di Milano ha richiesto la negoziazione delle modalità di erogazione del riconoscimento ex Legge 181; purtroppo una volta perfezionati e approvati gli strumenti, l’attività è stata sospesa per l’innovazione legislativa della stessa, e non più ripresa da parte del servizio pubblico o delegata in parte agli operatori del progetto. Le criticità che hanno influenzato i tempi di avvio delle attività del progetto sono stati anzitutto la novità della forma di finanziamento: questi sono i primi progetti Multimisura della Regione Lombardia, le cui procedure di rendicontazione e vincoli di erogazione si sono mostrati da subito particolarmente macchinosi da implementare. Inoltre hanno condizionato alcuni elementi di incertezza del contesto carcerario quali il cambio di alcune direzioni e le aspettative dei detenuti circa i provvedimenti di "clemenza". L’attesa da parte delle persone detenute della concessione di indulto-indultino ha fatto sì che coloro che rappresentavano i possibili destinatari, persone con fine pena di 2 o 3 anni, non abbiano preso in considerazione la partecipazione al progetto, se non a primavera inoltrata. Ha inciso purtroppo negativamente la discrasia di tempi di realizzo tra il progetto Orfeo ed Euridice, due progettualità che avrebbe dovuto andare di pari passo, soprattutto per quanto riguarda il reperimento delle opportunità occupazionali. Per quanto riguarda i minori, si è potuto contare dell’esperienza pluriennale in questo ambito della Fondazione ENAIP Lombardia, la Direzione del Centro per la Giustizia Minorile della Lombardia e della Liguria ha promosso un tavolo di lavoro, al quale sono stati chiamati a collaborare i componenti dell’A.T.S., con lo scopo di approfondire e ridefinire, le finalità generali degli interventi, di promuoverne lo sviluppo e l'approfondimento progettuale specifico, di reperire risorse integrative necessarie alla sua realizzazione, di definire criteri che consentano di monitorare e verificare il raggiungimento degli obiettivi, di promuovere e divulgare i risultati degli interventi realizzati. Il gruppo di lavoro delegato alla ri-progettazione delle azioni ha concluso i lavori e dato avvio alle attività previste dal Progetto Orfeo il 20 febbraio 2003.
Le attività di orientamento all’interno degli istituti per adulti
La Casa di Reclusione di Bollate
All’interno della Seconda Casa di Reclusione di Milano Bollate il P.O. ha conosciuto una fase iniziale di temporeggiamento, in attesa di chiarezza sul tema dell’indulto/indultino/amnistia, molto acceso nei mesi di Ottobre-Dicembre 2002; e dovuto alla recente apertura della struttura e quindi necessitante di tempi più distesi per l’implementazione di numerose attività/progetti all’interno dell’istituto. Gli operatori del P.O. presenti a Bollate ritengono molto buoni i rapporti con gli operatori del territorio, del CSSA e dei vari progetti attuati nella casa di reclusione. Di reciproco riconoscimento e valorizzazione i rapporti con la Direzione e gli operatori/esperti penitenziari. La costituzione dei primi gruppi di informazione orientativa è stata abbastanza faticosa, ma l’avvio delle prime azioni ha consentito poi velocemente di acquisire visibilità, spazio ed agibilità operativa al progetto. I gruppi di informazione orientativa sono stati momenti di discussione molto vivace e sono stati seguiti dai detenuti, a parte qualche rara eccezione, con estremo interesse. E’ stata molto apprezzata anche la dispensa consegnata al termine dell’incontro. I colloqui di accoglienza sono stati utilizzati per predisporre le job card in sinergia con il Centro per l’Impiego di Rho e per fare una prima ricognizione delle esperienze formative/lavorative dei detenuti. Purtroppo già in questi primi colloqui si tocca con mano come le aspettative che si vengono a creare siano davvero altissime. Anche i percorsi di orientamento nella maggior parte dei casi, svolti nell’intento di portare a consapevolezza delle proprie risorse e dei propri bisogni formativi, vengono vissuti con una forte attesa di uscita con misure alternative. I colloqui di counselling, che in fase di progettazione erano stati pensati proprio rivolti a detenuti con possibilità di svolgere un lavoro all’esterno, si sono scontrati spesso con una estrema riduzione della concessione di pene alternative. Si ritiene che dopo questi mesi di lavoro le condizioni per procedere più agevolmente siano favorevoli, con il prossimo progetto si intende attivare anche un lavoro di sinergia con i mediatori culturali e si ritiene quanto mai necessario pensare ad azioni di informazione mirate ai detenuti stranieri. Resta comunque la fatica di reperire risorse lavorative nelle quali possa confluire un buon percorso di orientamento al lavoro, svolto con i detenuti. Con il P.O. sono usciti da Bollate in articolo 21: cinque detenuti (di cui uno ora Affidato ai Servizi Sociali), per altri si è ancora in attesa della risposta della Magistratura di Sorveglianza. Altri detenuti, arrivati a fine pena sono attualmente in carico al progetto Orfeo2 insieme ad altri progetti gestiti dai partner(ad esempio Equal TESI di AgeSoL)
La Casa Circondariale di Monza
L’esperienza del P.O. all’interno della Casa Circondariale di Monza, nonostante abbia dovuto vivere un turn-over di operatori del progetto e l’assenza della figura del Direttore fino a primavera 2003, ha comunque realizzato interventi e percorsi significativi. Il maggior punto di forza è stato un approfondito contatto diretto con le persone detenute, che ha consentito loro, in primo luogo, l’accesso alle informazioni relative ai cambiamenti del mercato del lavoro altrimenti irreperibili; in secondo luogo ha offerto la possibilità di avviare una ricerca lavorativa precedente all’uscita; in terzo luogo, anche laddove la persona avesse evidenziato una multiproblematicità di fattori che hanno reso più difficoltosa la ricerca lavorativa, il contatto è servito ad attivare gli operatori competenti. A questo proposito, un segnale positivo è rappresentato dalla partecipazione alle èquipe di discussione dei casi, finalizzata al coordinamento di tutti gli operatori coinvolti nel caso stesso. Il maggiore punto di debolezza, invece, è sicuramente rappresentato dalle rigidità previste dal progetto Multimisura, che hanno imposto agli operatori una modalità di lavoro che spesso non risponde alle esigenze di persone in stato di detenzione. In fase di realizzazione del P.O. la Direzione e gli operatori dell’area trattamentale hanno mostrato disponibilità e collaborazione, così gli Assistenti Sociali del CSSA. Va segnalata anche la collaborazione con i volontari delle associazioni del territorio. Inoltre, è stato costante il contatto con il SERT, con i Servizi Sociali del Comune di Monza e dei Comuni limitrofi, per reperire risorse lavorative ed avviare possibili inserimenti. Il progetto ha consentito, nel tempo, il contatto e la realizzazione di percorsi con un discreto numero di persone, nonostante sia una Casa Circondariale, con alto turn over e presenza di detenuti non definitivi. I gruppi sono stati sicuramente un momento formativo importante. Rispetto ai percorsi individuali (AP4/AP6): gli interventi alla sezione femminile hanno rivelato problematicità, dovuta anche ad un certo vissuto di "abbandono" da parte delle donne detenute, ed una grossa difficoltà nella realizzazione di percorsi per l’esiguità di persone cui viene concessa una misura alternativa. A ciò va aggiunto l’alto numero di persone extracomunitarie e di situazioni di tossicodipendenza tali da non essere compatibili con un inserimento lavorativo immediato. Diversi interventi nelle sezioni maschili si sono rivolti a persone che avevano situazioni giudiziarie e personali tali da ipotizzare un progetto di inserimento lavorativo. Laddove si sono manifestate situazioni multiproblematiche, l’intervento si è orientato all’ascolto delle esigenze manifestate dalle persone. Sono state individuate 7 postazioni lavorative. E’ utile segnalare che, nonostante la disponibilità manifestata dalle aziende, si è riscontrata una scarsa informazione rispetto alla modalità di gestione del rapporto di lavoro con persone detenute. In considerazione di ciò, sarebbe utile riuscire a far corrispondere le esigenze delle aziende e dell’amministrazione penitenziaria, in modo da rendere più fluidi i passaggi di cui oggi si fanno carico gli operatori dei vari progetti/enti.
La Casa di Reclusione di Opera
Il P.O. nel carcere di Opera ha coinvolto tutte le sezioni del carcere ed ha visto le figure dei Bibliotecari come referenti volontari per la raccolta della modulistica predisposta alla partecipazione alle diverse azioni. L’avvio effettivo del Progetto è avvenuto dopo la presentazione dello stesso alla nuova direzione, che è stata possibile solo a dicembre 2002; si segnala che in un anno si è assistito per ben due volte al cambio della Direzione, con tutto ciò che questo comporta (l’ultima presentazione è avvenuta nel maggio 2003). Il rapporto con gli enti esterni, oltre che con il CSSA, è stato più sviluppato con i volontari ed il cappellano, per confrontarsi su persone per cui era ipotizzabile un percorso esterno. Il rapporto con gli educatori è parso positivo e buono, anche se la grande maggioranza dei reclusi, deve ancora scontare lunghissimi periodi di pena. è mancato all’interno del carcere un coordinamento tra i vari progetti/attività presenti, creando di fatto un certo livello di disorientamento nei destinatari, e inficiando in parte una maggiore efficacia degli interventi. L’attesa da parte delle persone detenute della concessione di indulto-indultino ha fatto sì che coloro che rappresentavano i possibili destinatari, non abbiano preso in considerazione la partecipazione al progetto; nonostante l’affissione in tutti i reparti dei bandi che pubblicizzavano le iniziative. Comunque il progetto ha reso possibile la collocazione lavorativa di 5 persone. La presenza degli operatori del Centro per L’impiego all’interno dell’istituto si era rivelata fattore motivante alla partecipazione al progetto, in quanto concreto segno di interesse delle istituzioni, purtroppo in seguito questa presenza si è interrotta. Rimane positiva la valutazione per coloro che hanno aderito al P.O., per costoro l’operatore ha rappresentato in diversi casi la prima persona con la quale si confrontavano, parlavano, scambiavano ipotesi sul proprio futuro. In tutti i casi i colloqui hanno rappresentato un significativo spazio di riflessione. Si sottolinea tuttavia che il numero di sei colloqui, previsti per l’azione AP6 dai parametri FSE, pare eccessivo per persone detenute.
La Casa Circondariale San Vittore
Il P.O. a San Vittore è stato realizzato in collaborazione con L’Istituto Vigorelli ed con il Centro per l’Impiego di Milano. Al fine di coordinare la realizzazione delle diverse azioni di competenza sono stati organizzate diverse riunioni per definire: rispettive competenze, modalità di promozione, realizzazione del materiale di lavoro, raccolta delle "domandine", procedure di comunicazione ed aggiornamento tra i diversi operatori. E’ stato introdotto invia sperimentale il servizio interno di iscrizione al "collocamento" obbligatorio ed ordinario, a seguito della riforma del "collocamento". Nel corso dei mesi lavorativi, i rapporti con la direzione sono stati sempre caratterizzati da un ascolto attento e da un atteggiamento disponibile e collaborativo nei confronti del progetto. I rapporti con l’ufficio educatori sono stati costanti e frequenti. Alcune segnalazioni sono arrivate direttamente dalle educatrici, anche se non con tutti i casi segnalati si è potuto intraprendere un percorso di inserimento al lavoro. Il lavoro con gli educatori è proceduto con aggiornamenti reciproci costanti, con un buon riconoscimento dell’utilità delle diverse azioni del progetto. Ottimi sono sempre stati i rapporti con gli agenti dei diversi reparti. Nella realizzazione dei gruppi informativi (AP1) si è instaurato un rapporto con altri progetti presenti a San Vittore. Le azioni di inserimento lavorativo (AP6), hanno visto l’intreccio proficuo con Centro di Mediazione al Lavoro del Comune di Milano (CELAV). A San Vittore, ci sono state diverse occasioni di confronto su singoli casi con altri progetti e Cooperative presenti in carcere, con le psicologhe del SerT e con molti volontari. Nella realizzazione di alcuni gruppi dell’azione AP4 si è coinvolto l’Ufficio Politiche Sociali della CGIL di Milano. Nel corso del progetto sono stati attivati contatti con realtà lavorative esterne che hanno portato all’inserimento al lavoro di 4 persone. Rispetto all’affluenza delle persone al progetto non sono stati riscontrati particolari problemi; è stato, invece, più difficile trovare persone con una situazione giuridica, professionale e personale compatibile col lavoro. Inoltre il P.O. a San Vittore, non si è realizzato esclusivamente nell’ambito del mondo del lavoro, nell’incontro con le diverse persone che facevano richiesta di colloquio, a volte, emergevano necessità anche di altra natura. Sono stati, così, realizzati interventi di "consulenza", dovuti anche alla natura circondariale dell’Istituto.
L’Amministrazione Provinciale – settore Politiche del Lavoro, tramite il CFP Vigorelli, all’interno del Progetto Multimisura ORFEO, ha realizzato a San Vittore le seguenti azioni: "Incontri di informazione orientativa" (AP1), "Colloqui di accoglienza individuali"(AP2), "Bilancio attitudinale"(AP5). L’intero percorso è stato sostenuto da una strategia di intervento che ha coinvolto tutte le parti istituzionali: Direzione del carcere, Area educativa, CFP Vigorelli, Presidio Carcere, Coordinamento progetto Orfeo. In particolare tramite le sue azioni, il progetto ha consentito di guidare il detenuto dalla fase dell’accoglienza, informando e orientando in modo congruo ai desideri e alle potenzialità del soggetto, alla fase dell’acquisizione di un livello di consapevolezza di sè come soggetto portatore di risorse e bisogni. In questa fase si inserisce il "bilancio attitudinale", realizzando gli obiettivi previsti mediante l’analisi ed il recupero di esperienze professionali e formative recenti e passate, valorizzando abilità e competenze trasversali maturate. L’intero iter previsto dal P.O., consente di accompagnare i soggetti durante il periodo di detenzione, partendo dalla fase iniziale che prevede il riconoscimento dei bisogni, alla scelta di percorsi mirata alla soddisfazione degli stessi, in un contesto di informazione e di analisi della realtà dinamica socio economica legislativa. I riscontri registrati al termine dell’esperienza confermano l’evoluzione a cui il detenuto è andato incontro con l’acquisizione di abilità di analisi, criticità nei propri confronti con la consapevolezza dei mutamenti avvenuti nel mercato del lavoro. Il detenuto può a ragione considerarsi in una fase di apprendimento, appropriandosi gradualmente di metodi e criteri di analisi, elaborazione e sintesi del proprio bagaglio di esperienze e competenze. La domanda di aiuto all’inserimento lavorativo è diffusissima e particolarmente pressante da parte dei detenuti che sono prossimi ad uscire o candidabili a misure alternative. Si può quindi affermare a ragion veduta che l’intero progetto esprime la sua elevata potenzialità ponendosi a supporto di tutti i percorsi che favoriscono il processo di riabilitazione del detenuto, diventandone parte imprescindibile e integrante.
Le attività di orientamento esterne
L'accesso allo sportello esterno è avvenuto attraverso due principali canali: Le richieste di colloquio pervenute telefonicamente. In questo caso la segreteria provvede a fissare un primo appuntamento con gli operatori. Qualora la persona fosse in condizioni particolari e si rendesse necessaria l'autorizzazione da parte del tribunale competente, viene inviata - all'avvocato o all'utente - una lettera o un fax per la richiesta. Le segnalazioni pervenute da servizi pubblici (CSSA, Servizi di inserimento lavorativo di ASL) e privati (associazioni di varia natura presenti sul territorio). E' stata predisposta una scheda di segnalazione in cui gli operatori invianti annotavano, insieme alle generalità, una valutazione del candidato. Il percorso poteva essere poi concordato e monitorato con il servizio inviante. Non sempre è possibile concludere un percorso di orientamento con il numero di colloqui previsti dal progetto. Le ragioni di questo possono risiedere nell'abbandono del percorso da parte dell'utente, nel reperimento in modo autonomo di postazione lavorativa, ma anche nell'inserimento in una postazione lavorativa reperita dal progetto stesso. Alcuni percorsi di orientamento, a volte, non vengono neppure iniziati e si interrompono al primo colloquio. Questo succede o per abbandono o perché non sussistono le condizioni per il proseguimento dell'azione di orientamento (per es. extracomunitari non regolari, persone con gravi invalidità fisiche, etc.). Da ottobre ’02 a settembre '03 sono state avviate al lavoro 33 persone. Questo è stato possibile grazie, innanzitutto, alla posizione giuridica degli utenti, che spesso non presenta vincoli particolari (affidati, ex-detenuti etc.), a questo vanno aggiunte le particolari necessità, anche di sostentamento che queste persone hanno. Ogni persona inserita (salvo qualche eccezione) è stata affiancata da un tutor. Occorre segnalare la collaborazione intercorsa fra lo sportello esterno del P.O. e il CSSA di Milano. A seguito di un incontro ad hoc per la presentazione del progetto sono state definite le buone prassi di collaborazione tra il CSSA e il progetto, sono stati individuati i criteri e le modalità di segnalazione predisponendo un'apposita scheda. Il progetto ORFEO, congiuntamente con il Progetto Euridice, è stato incaricato, nell'ambito dei fondi del Ministero della Giustizia per attivare borse lavoro a favore di affidati tossicodipendenti/alcooldipendenti, della valutazione dei candidati, del reperimento delle postazioni lavorative, del matching e del tutoring degli inserimenti lavorativi. Questo è avvenuto sia con i fondi disponibili nell'anno 2002/2003 sia con quelli 2003/2004, attualmente in corso. Altri contatti sono intercorsi con servizi inviati sia pubblici sia privati, fra cui i Servizi di inserimento lavorativo delle ASL, gli assessorati ai servizi sociali di alcuni comuni della Provincia di Milano, i Centri per l'Impiego delle Provincia di Milano e diverse associazioni operanti sul territorio. In questo anno di attività è stata rinsaldata e ulteriormente sviluppata la rete dei contatti con le realtà del territorio. Tale lavoro di rete si è rivelato uno strumento prezioso e insostituibile per affrontare la complessità richiesta dagli interventi e dai percorsi, e per orientare nella maniera più efficace possibile le persone ai servizi operanti nella giurisdizione. L'avvio dei lavori dello sportello esterno, dal punto di vista del servizio e dell'utenza è potuto procedere senza soluzione di continuità anche nel periodo d’attesa tra la conclusione del precedente progetto Cercare lavoro e dell'avvio ufficiale del P.O. a metà ottobre. La lunghezza e la complessità dei percorsi, insieme alla logica della rendicontazione prevista dai dispositivi Multimisura, hanno creato qualche difficoltà iniziale, poi in parte risoltasi intermini organizzativi. A questo va poi aggiunto un aumento dell'affluenza delle richieste di colloquio. E' stata predisposta una segreteria con compiti di alleggerire le mansioni di back office, mediante la gestione delle telefonate e degli appuntamenti. L'elevato numero di richieste, la complessità dei percorsi previsti dal progetto e della rendicontazione, hanno reso necessaria la creazione di strumentazione adatta sia cartacea sia informatica. Tale strumentazione ha conosciuto nel tempo diverse modifiche per poi definirsi in due registri cartacei e un database in Access. In questa maniera la gestione risulta essere di gran lunga più efficiente e più veloce. L'elevato numero di richieste di colloqui e di consulenze telefoniche rende il back office dello sportello esterno particolarmente gravoso e dispendioso in termini di impegno e di tempo. In particolare la segreteria ha il compito di filtrare le telefonate, fissare i relativi appuntamenti con le eventuali relative richieste di autorizzazione necessarie, aggiornare il data base. L'operatore si occupa delle consulenze telefoniche, della parte non gestionale dei colloqui, e di seguire i passi relativi agli inserimenti progettati (candidature, stesura profili, segnalazioni, reperimento borsa lavoro, concordare colloqui con operatori aziende, imprenditori e tutor, etc.). Il back office comprende anche le riunioni di equipe e tutte quelle attività necessarie al corretto svolgimento dei lavori dello sportello esterno esclusi i colloqui. Per ogni 50 ore impiegate nei colloqui frontali con l’utenza, si stimano 75 ore di lavoro di back office dell'operatore e 15 ore settimanali di back office della segreteria
Attività di tutoraggio Quando si parla di azioni di tutoraggio all’inserimento lavorativo si indicano una serie di interventi che riguardano soggetti spesso diversissimi tra loro, ai quali va ragionevolmente applicato un modo di intervento mirato, sia nelle modalità che negli obiettivi. Nel corso delle azioni di ORFEO abbiamo incontrato un numero di soggetti che possono essere ricondotti a quattro diverse categorie di tutoring e che sono le seguenti:
I risultati ottenuti sono stati molto soddisfacenti dal punto di vista quantitativo, e hanno messo in luce alcuni punti di forza a nostro giudizio significativi, che elenchiamo di eseguito. Capacità da parte dell’équipe di attuare interventi mirati, utilizzando competenze e risorse specifiche Ottima interazione e collaborazione con gli altri componenti dell’équipe-matching e del progetto Ricorso, dove possibile, a risorse lavorative adeguate, accoglienti e disponibili a fornire un "plusvalore educativo" durante il corso dell’inserimento. Buon utilizzo della rete dei rapporti professionali precedentemente instaurati con le Istituzioni e il territorio Significativa complessità dei Progetti Educativi Individualizzati degli utenti, anche e soprattutto in relazione con tematiche e problematiche non inerenti alla sfera lavorativa, ma tutt’altro che marginali.
Sono stati effettuati 36 inserimenti lavorativi in cooperativa e 18 in aziende private, dei quali la maggior parte hanno dato prova di tenuta e sono stati portati a termine, dando luogo in alcuni casi al prolungamento del rapporto di lavoro e/o all’assunzione come lavoratore dipendente.
Più precisamente 20 persone a seguito di un inserimento in cooperative sociali sono state assunte dalle stesse, 10 sono state confermate dalle aziende, mentre 7 hanno trovato una diversa collocazione con il supporto dei tutor.
Le azioni di tutoraggio hanno evidenziato la grossa fatica per il mondo delle aziende a incontrare il mondo del carcere: sono due realtà che stentano oggettivamente ad incontrarsi, perché le esigenze e le logiche sono opposte. In questo gran parte di responsabilità ha, a nostro avviso, la non abitudine e scarsa comunicazione dell’Istituto carcerario con l’ "esterno" di qualsiasi tipo. Più semplice da gestire il rapporto con le cooperative sociali, più disposte ad accettare disagi e disguidi legati ai tempi e alla macchinosa organizzazione di tutto ciò che ha a che fare con i vincoli della detenzione. I percorsi di tutoraggio all’inserimento lavorativo sono stati, ovviamente, molto diversi tra loro e sarebbe molto ambizioso pensare di entrare nel merito di ciascuno di essi. In generale le difficoltà che si possono evidenziare, oltre a quelle già menzionate in merito alle aziende, sono legate alla fatica di accompagnare al lavoro soggetti che sono fermi da molto tempo, alle difficoltà relazionali che insorgono nell’ambiente di lavoro, alla ripetitività e monotonia riscontrata nell’attività lavorativa con guadagni esigui oppure Borse Lavoro o incentivi molto bassi. Inoltre non va dimenticato che spesso la condizione detentiva è solo uno degli aspetti problematici e ci riferiamo a soggetti con problemi di tossicodipendenza o patologie di natura psichica. Tutto questo potrebbe tratteggiare uno scenario sconsolante; in realtà l’aver in messo in luce le difficoltà incontrata non mette in dubbio l’estrema importanza dei principi alla base del Progetto e delle metodologie adottate. Occorre partire dalle difficoltà per puntare ad un miglioramento qualitativo ed efficacia dell’intervento e dell’inserimento lavorativo. Il lavoro costante di confronto e d’équipe con gli operatori dei vari segmenti del P.O., con la Direttrice e la Coordinatrice del Progetto è stato senza dubbio molto positivo. Le difficoltà iniziali tra operatori con diversi stili e impostazioni di lavoro sono state affrontate e risolte grazie alle mediazioni della Coordinatrice. Si avverte la necessità di integrare la formazione ricevuta (di ottima qualità e con professionisti ed esperti di alto livello) con giornate di formazione più specifiche sui temi dell’orientamento e dell’accompagnamento al lavoro. Nel corso del progetto si è manifestata la necessità di affiancare all’azione di tutoraggio delle particolari azioni di orientamento (o ri-orientamento) in itinere, azioni che si ponevano come obiettivo il miglioramento della visione progettuale (anche non ristretta allo specifico lavorativo) e degli aspetti relazionali e motivazionali.
Le azioni e le attività con i minori
Le azioni con i minori sono state realizzate dagli operatori della Fondazione ENAIP Lombardia, mentre al gruppo di lavoro hanno partecipato sia la Direttrice che la Coordinatrice ed una rappresentante della Provincia di Milano, a significare l’importanza che si dà questo particolare tassello di intervento del P.O. Gli operatori del gruppo di lavoro incaricato dai componenti dell’A.T.S. "Cercare Lavoro" e dal C.G.M. per la Lombardia e la Liguria, si sono riuniti con cadenza regolare per un totale di circa trenta incontri. Si è reso utile, fin dall’inizio dare, ad ogni operatore, lo spazio necessario per la conoscenza reciproca e per la condivisione del tipo di lavoro da realizzare, come ormai da anni si realizza all’interno dell’area penale minorile. Questo ha permesso di valorizzare la specificità del settore minorile ed ha richiesto necessariamente il "riadattamento" della progettazione. Il lavoro del gruppo è stato costantemente riferito e confrontato con gli operatori e le Direzioni dei singoli Servizi della Giustizia Minorile di appartenenza, pertanto le scelte operative attuate sono il risultato di un lavoro di ridefinizione, avvenuto con i Servizi stessi, per permettere di rispondere ai bisogni dei minori con maggior efficacia, valorizzando percorsi e relazioni interpersonali significative già sperimentati. Per i giovani la domanda di apprendimento, formazione e socializzazione in azienda è risultata centrale rispetto al bisogno di riscatto sociale e di crescita umana e professionale. Le aziende hanno dimostrato inoltre un’adesione significativa alle proposte di svolgimento dei tirocini lavorativi, sia come disponibilità ad "insegnare" sia in funzione di possibili assunzioni, in particolare tra le aziende artigiane dei settori elettrico, meccanico, edile, manutenzione del verde e tra le aziende commerciali della vendita al dettaglio. Le attività di Tirocinio lavorativo si sono svolte nelle aziende dei settori produttivi vicini agli interessi dei giovani e hanno costituito la fase successiva alla formazione orientativa, integrando e completando il percorso orientativo/formativo con la possibilità di sperimentare in situazioni reali le ipotesi progettuali professionali elaborate e di praticare la realizzazione di altri sé nei contesti sociali di integrazione. La composizione del gruppo allievi è risultata perfettamente adeguata rispetto alle previsioni del progetto. Il quadro generale della situazione pregressa dei giovani ha evidenziato una realtà complessa e largamente deficitaria sotto il profilo scolastico e lavorativo, con una presenza discontinua e precaria di figure educative primarie di riferimento, che non sono risultate in grado di sostenere ed accompagnare adeguatamente le esperienze e i percorsi di crescita e maturazione. Le esperienze lavorative pregresse sono risultate frammentate e con esiti negativi, sia sul piano dell’acquisizione di abilità e competenze professionali, sia nella qualità delle relazioni con i colleghi di lavoro. A ciò è sembrato abbiano contribuito non solo le difficoltà personali dei giovani ma anche le forti carenze di sostegno educativo ed affettivo, nonché le limitazioni delle esperienze culturali e valoriali offerte dai rispettivi contesti di socializzazione. La realizzazione del percorso formativo si é svolta per ciascun giovane secondo un calendario diversificato e ha seguito un criterio di "attivazione individuale", pur rispettando le metodologie, le attività e gli strumenti previsti. I risultati conseguiti, valutati dagli allievi e dalle aziende in relazione alla situazione delle competenze di partenza, sono stati soddisfacenti. Gli operatori al termine delle attività hanno valutato buono sia il grado di efficacia complessiva del servizio, in relazione alle finalità e agli obiettivi dichiarati in sede di avvio delle attività, sia il grado di sviluppo nei giovani presi in carico di un atteggiamento positivo verso la formazione e il lavoro. I giovani hanno aderito positivamente alle proposte formative e, a partire da una ri-definizione di sé e da un ri-utilizzo delle proprie potenzialità, hanno manifestato una crescita personale per l’inserimento lavorativo, formativo e sociale. Le assistenti sociali e gli educatori dell’area penale minorile hanno accolto con interesse le attività realizzate in quanto utili e già sperimentate con successo all’interno della collaborazione già esistente, inoltre hanno constatato la loro efficacia ai fini del raggiungimento degli obiettivi del programma d’intervento individuale psico-socio-educativo previsto dal Tribunale per i Minori. Le aziende hanno considerato la collaborazione utile a conoscere e valutare giovani per l’eventuale assunzione in azienda e, quando ciò non è avvenuto, si sono dimostrate soddisfatte del percorso svolto e del loro ruolo formativo. Gli elementi fondamentali che hanno reso possibile il soddisfacente raggiungimento degli obiettivi sono rappresentati dalla forte motivazione dei giovani, dal grado di collaborazione con gli operatori dei servizi della Giustizia Minorile, dalla ampia disponibilità delle aziende, dal grado di funzionalità del gruppo di lavoro degli operatori, dal grado di efficienza ed efficacia organizzativa messa a disposizione dal Centro per le attività del servizio.
Giovani inseriti nelle attività
Il numero dei giovani, sul totale di n. 24, inseriti nelle diverse attività è stato: in quelle di bilancio attitudinale personale AP5 n. 16 (pari al 67%) per n. 140 ore complessive, in quelle di formazione orientativa AP3 n. 7 (pari al 29%) per n. 802 ore complessive, in quelle di tutoraggio e tirocinio lavorativo AP7/AP8 n. 12 (pari al 50%) e tutoraggio e tirocinio lavorativo interrotto n. 4 (pari al 8%) per n. 1980 ore complessive, in quelle di counselling orientativo AP6 n. 12 (pari al 50%) per n. 89 ore complessive. Il numero delle ore svolte dagli operatori con i giovani inseriti nelle diverse attività è stato: Il genere dei giovani inseriti nelle attività é stato totalmente di sesso maschile. La distribuzione delle età si è concentrata sulla fascia 15-17 anni con n. 13 giovani inseriti (pari all’54%), mentre nella fascia 18-20 anni sono risultati n. 11 giovani (pari al 46%). La nazionalità é: italiana per n. 12 (pari al 50%), marocchina per n. 8 (pari al 33%), albanese per n. 2 (pari al 8%), brasiliana per n. 1 (pari al 4%), peruviana per n. 1 (pari al 4%). Il titolo di studio in possesso dei giovani inseriti nel P.O. è stato: senza titolo di studio per n. 2 (pari al 8%), con licenza elementare per n. 5 (pari al 21%), con licenza media per n. 17 (pari al 71%).
Milano, 16 dicembre 2003
Relazione monitoraggio e valutazione
Progetto Multimisura OR.F.E O. 2002 / 2003 F.S.E. ID 51984
a cura della Provincia di Milano – Presidio Carceri Fasce Deboli Dott.ssa Mariella Fracasso, Dott.ssa Francesca Corso
Dicembre 2003 Premessa metodologica
Al fine di completare la valutazione complessiva del percorso progettuale di orientamento e di accompagnamento al lavoro delle persone in esecuzione penale ed ex detenute ( adulte e minori ) cui si è rivolto il Progetto OR.F.E O., sono state elaborate, a cura della Provincia di Milano – Ufficio presidio carcere Fasce Deboli – due schede d’intervista volte a cogliere il livello di aspettative e il grado di soddisfazione del percorso effettuato, rivolte ai soggetti ed alle aziende coinvolte. Si è ritenuto di avviare una prima esplorazione, su un campione significativo di partecipanti trattabile anche a fini statistici, in cui si è preferito restituire una valutazione prevalentemente in termini qualitativi per evidenziare meglio la percezione del senso dell’intervento, la qualità della partecipazione, la ricorrenza di aspettative più o meno esaudite ed il pronunciamento degli utenti sia sul valore delle singole azioni cui avevano partecipato, sia del percorso complessivo. Alle aziende è stato richiesto di esprimersi circa l’aver avuto o meno esperienze pregresse d’inserimento di persone con problemi penali e la motivazione alla partecipazione al progetto. Si è voluto anche sondare la necessità di eventuali modificazioni gestionali adottate ed il tipo e la qualità di supporto ottenuto da parte degli operatori del progetto. Tale rilevazione, ha coinvolto n. 172 persone adulte e 7 minori/giovani, e n. 47 aziende e/o contesti lavorativi. Le schede sono state presentate esplicitandone la finalità: contribuire ad una miglior comprensione – da parte della Provincia – dell’utilità e significatività del percorso, anche per meglio impostare interventi successivi, che tengano conto del punto di vista dei soggetti direttamente coinvolti. Le compilazioni sono state effettuate con modalità diversificate: taluni, liberi o in esecuzione esterna hanno risposto alle domande anche per telefono (soprattutto utenti col percorso concluso precedentemente la rilevazione); taluni, detenuti, hanno preferito compilare di persona, altri hanno dettato le risposte all’intervistatore che le ha annotate immediatamente sulla scheda. La valutazione era espressamente anonima, tuttavia alcuni soggetti hanno scelto di dichiararsi esplicitando completamente i propri dati, altri hanno preferito mantenere alcuni riferimenti non riconoscibili e quindi non dichiarati nella scheda, da cui si evince che alcuni dati statistici sono completi altri no (es. dati sul sesso e la nazionalità). Per quanto riguarda le schede rivolte ai datori di lavoro, la modalità di compilazione è stata simile che con gli utenti, alcune aziende hanno compilato un’unica scheda pur inserendo soggetti diversi, altre invece non è stato possibile raggiungerle in tempo utile. La Provincia intende, in futuro, sviluppare ulteriormente questo strumento, perfezionandolo e pervenendo ad una lettura più analitica e più approfondita delle risultanze emerse (anche grazie ad un eventuale supporto di figure tecniche allo scopo coinvolgibili) ma intende, qui, fornire, con le brevi note seguenti, una prima lettura delle più rilevanti evidenze, cogliendo anche alcuni elementi quantitativi in ordine alle età, ai titoli di studio posseduti, alla prevalenza di genere, nonché per i datori di lavoro, alle tipologie organizzative e classi di appartenenza.
Sintesi elementi di rilievo del monitoraggio Suddivisi per Sedi ed Enti attuatori delle azioni
San Vittore. Orientamento ai Corsi di Formazione professionale Provinciali
Ente: Provincia Milano (CFP Vigorelli)
Hanno compilato la scheda n. 23 persone detenute Di cui donne 0 Di cui stranieri 10 Titoli di studio : 6 elementare, 8 Medie inf., 6 Medie sup., 3 Università. Età : min. 23, max 54, prevalente intorno ai 40. . Condizioni detentive: 17 definitivi, 2 ricorrenti, 2 appellanti, 2 in attesa di giudizio. . In una scala da 0 a 5, la valutazione soggettiva delle azioni orientative alla formazione cui hanno partecipato vede: n. 2 non rispondono; n. 6 fra 2 ½ e 3 ½; n. 2 attribuiscono 4; n. 13 attribuiscono 5 il massimo. . L’utilità del percorso orientativo viene valutata in termini pressoché totalmente positivi e con sfumature diverse di cui si citano alcune espressioni tipiche o interessanti: " inserirsi in un progetto per il futuro". " la speranza di lavorare per essere considerato un cittadino, non solo un ex detenuto". "Mi ha riordinato le idee sulle mie capacità e mi fa pensare al futuro". "Utile per l’interno, per ora non vedo l’utilità per l’esterno". "Utile nel modo di capire e indirizzarmi per il futuro". . L’aspetto più importante del percorso orientativo è stato indicato con riferimento a vari aspetti: " Aiuto di trovare un lavoro, spero". " Le informazioni di carattere legale" . "La prospettiva del progetto, di non mollare e andare avanti sulla mia professione" . " Il modo dell’insegnante, nelle sue spiegazioni". " Riuscendo a definire le mie competenze sono riuscito a capire e conoscere il lavoro che vorrei e dove posso rendere al massimo". "L’aiuto per trovare occupazione e l’aiuto per i miei figli". " La valutazione della persona come individuo". " Al di fuori di questo contesto qualcuno si interessa ai ns problemi e ci considera esseri umani". " Conoscenza professionale". . e quello meno rilevante: Nessuno per n. 20 persone. Per 1 è "la comunicazione con gli altri" ( evidentemente vissuta come limitata ) . per 1 " le cose sono rimaste come sono, almeno fino adesso". Per 1 " esperienza molto positiva e nuova". Per 1 "l’eccesso da parte dei compagni". . come essere aiutato a meglio valorizzare le sue competenze: Molti rispondono "tramite un lavoro" " tramite corsi, orientamento e specializzazioni", "Più informazioni sul lavoro" . " Più partecipazione professionale" . "Incominciare con la teoria, poi partire con la pratica, fino all’inserimento (l’aggancio!)". "Poter sfruttare al massimo le mie capacità". "Mettermi alla prova e formarmi per superare le lacune". . quali interventi si aspetta da parte dei servizi( scelte multiple): n. 15 indicano con Formazione Professionale; n. 7 con Borsa lavoro; n. 7 con tutoraggio; n. 4 con incentivi economici. Inoltre alla voce ’altro’ : " aiutare i familiari per il mancato reddito, perso in carcere", "Aiuto ad aprire un’attività propria", "Fiducia", " Sostenere la libertà, che non si perda quello costruito". "Un’assistenza nell’avvio di società individuale". Nota: Emerge l’importanza e la novità di far precedere la frequenza a corsi di formazione professionale da un percorso di orientamento trasparente. Elevata la consapevolezza del volerne sapere di più, sia in relazione agli scenari ed alle nuove regole del mercato del lavoro, che in relazione ad apprendimenti professionali e relazionali ed all’aumento delle competenze. Molto apprezzata, anche da chi critica il percorso perché non vi è stato immediato sbocco lavorativo, la possibilità di un contatto/colloquio con operatori esperti.
2) San Vittore. Orientamento al lavoro Ente: Consorzio Nova Spes
Hanno compilato la scheda n. 20 persone detenute Di cui donne 7 Di cui stranieri ? Nessuno indica l’età Titoli di studio : 3 elementare, 15 Medie inf., 2 Medie sup. Condizioni detentive: 19 definitivi, 1 appellante. In una scala da 0 a 10, la valutazione soggettiva dell’intero percorso orientativo cui "hanno partecipato vede: n.3 fra 5 e 6; n. 9 attribuiscono 7; n. 5 attribuiscono 8; n. 3 attribuiscono 9. In una scala da 0 a 10, la valutazione soggettiva delle singole azioni cui hanno partecipato vede: incontri di gruppo: n. 2 valuta 7; n. 2 valuta 8. Orientamento al lavoro individuale: n. 2 ( 6); n. 6 ( 7); n. 4 (8); n. 2 (9). Tutoraggio all’inserimento lavorativo n. 1 (8). Incentivi economici individuali: n. 1 (6). L’utilità del percorso orientativo viene valutata in termini di massima positivi, con talune sfumature di cui si citano alcune espressioni tipiche o interessanti: "poter parlare con qualcuno di cose utili per quando uscirò"; " ritornare a pensare alla possibilità di lavorare" ; " aver trovato un lavoro che mi piace"; farmi conoscere e avere la possibilità di trovare lavoro"; "solo poter fare un po’ colloqui, non posso uscire". L’aspetto più importante del percorso orientativo è stato indicato con riferimento a vari aspetti: poter aumentare le mie competenze" ; " l’analisi delle mie capacità lavorative" ; " il bilancio di competenze" ; "il curriculum" (4); "il colloquio di lavoro"( 4). e quello meno rilevante : Nessuno per n. 17 persone. Per 3 è rispettivamente "il curriculum" ( evidentemente vissuto come ridondante) "il colloquio di lavoro", "la formazione" ( probabilmente non corrispondente alle aspettative). come essere aiutato a meglio valorizzare le sue competenze: Molti rispondono "con un lavoro" , " con corsi di formazione", fra i quali indicano: computer, informatica avanzata, litografia . quali interventi si aspetta e quali le sono stati forniti da parte dei servizi( scelte multiple): Tutoraggio 13 5 Formazione 7 Borsa Lavoro 3 2 Interventi economici 11 1 Altro 1(lavoro) 8 (orientamento) 3(informazione utile) 1(colloqui) Nota: Emerge il fatto che il percorso di orientamento è una novità, ancora da acquisire nelle ‘prassi’ carcerarie. L’aspettativa di lavoro è piuttosto elevata, ma si fa strada la consapevolezza di bisogni formativi specifici. Apprezzate le azioni di bilancio di competenze e di informazione sui nuovi scenari del mercato del lavoro, ma anche il colloquio ed il contatto con operatori professionali.
3) Bollate. Orientamento al lavoro Ente:Consorzio S.I.S.
Hanno compilato la scheda n. 20 persone detenute Solo uomini, poiché a Bollate non vi è la sezione femminile Di cui stranieri ? Età: tra 25 e 59 prevalente 34/37 Titoli di studio : 0 elementare, 14 Medie inf., 5 Diploma Medie sup., 1 diploma professionale Condizioni detentive: definitivi. In una scala da 0 a 10, la valutazione soggettiva dell’intero percorso orientativo cui "hanno partecipato vede: n.1 0 ( volevo un lavoro!) ; n. 4 attribuiscono 4; n. 2 attribuisce 5; n. 4 attribuiscono 6; n. 4 attribuisce 7; n. 4 attribuisce 8; n. 1 attribuisce 10. In una scala da 0 a 10, la valutazione soggettiva delle singole azioni cui hanno partecipato vede: incontri di gruppo: n. 1 valuta 4, n. 4 valutano 5; n. 4 valutano 6; n. 4 valuta 7; n. 5 valutano 8. Orientamento al lavoro individuale: n. 4 ( 4); n. 2 ( 5); n. 3 (6); n. 3 (7) ; n. 7 (8). Orientamento alla formazione: n.1 valuta (6) Tutoraggio all’inserimento lavorativo: n. 2 (8). Incentivi economici individuali: -- L’utilità del percorso orientativo viene sottovalutata, con talune sfumature espressive che denotano il senso: " ho parlato con persone disponibili e attente", " farmi parlare di qualcosa di utile"; "pensare a un lavoro fuori" ; "una delusione perché sono ancora in carcere"; "per ora non la vedo ancora",rileggere le mie esperienze di lavoro", " non so" ; ma 2 " ho iniziato a lavorare!". L’aspetto più importante del percorso orientativo è stato indicato di conseguenza: " parlare del lavoro"; "le informazioni ricevute", "prendere i contatti con l’esterno", " i corsi di formazione professionale", " i cambiamenti del MdL"; "gli approfondimenti", "poter avere una speranza per il futuro", "il curriculum", "le agenzie di lavoro interinale"" non saprei"; "non so"; "nessuno"; "tutte chiacchiere", " il lavoro" e quello meno rilevante : "non saprei, non so" per n. 5 persone, per n. 5 "nessuno".. Per altri è rispettivamente: "gli stage e i tirocini (non ho più l’età)", "l’incontro di gruppo"; "le leggi del lavoro"; "i colloqui"; "un corso di qualificazione", "il curriculum", "tutti". come essere aiutato a meglio valorizzare le sue competenze: Molti rispondono, "con un lavoro" , "cominciando a lavorare"; "con corsi di aggiornamento"; " se lavorassi", ma anche: "vorrei terminare la scuola che ho interrotto", "sto imparando tante cose"; "devo imparare a fare qualcosa", "quelli dell’ORFEO mi hanno trovato il lavoro, ma il Magistrato non mi ha autorizzato l’art. 21". quali interventi si aspetta e quali le sono stati forniti da parte dei servizi( scelte multiple): Tutoraggio 5 2 Formazione 2 1 Borsa Lavoro - - Interventi economici 3 - Altro in molti (lavoro) (nessuno), uno (che insistano col magistrato), uno (referenze), uno (contatti con la scuola) in molti (colloqui) (informazioni), altri: (nessuno), (non so), (uno sfogo), (un aiuto a cercare lavoro) Nota: Emerge in modo significativo una forte disillusione ed una marcata aspettativa solo di ‘lavoro’ , che lascia poco spazio al valore delle altre azioni orientative effettuate. La specificità dell’Istituto di Bollate – preposto al trattamento avanzato – ha indotto molte aspettative occupazionali nei detenuti, che devono essere supportati nella complessità del percorso, maturando l’impossibilità di praticare ‘scorciatoie’.
4) Opera. Orientamento al lavoro Ente:Consorzio Nova Spes
Hanno compilato la scheda n. 20 persone detenute Di cui donne 0 Di cui stranieri ? Età: min. 29 – max. 50 . Prevalente 39 Titoli di studio : 3 non indicano, 0 elementare, 15 Medie inf., 2 Medie sup. Condizioni detentive: 19 definitivi, 1 non indica. In una scala da 0 a 10, la valutazione soggettiva dell’intero percorso orientativo cui "hanno partecipato vede: n. 9 attribuiscono 8; n. 7 attribuiscono 9; n. 4 attribuiscono il massimo 10. In una scala da 0 a 10, la valutazione soggettiva delle singole azioni cui hanno partecipato vede: incontri di gruppo: n. 1 valuta 7; n. 4 valutano 8; n. 2 valutano 9 e n. 2 valutano 10. Orientamento al lavoro individuale: n. 8 (8); n. 9 (9); n. 1(10). Tutoraggio all’inserimento lavorativo: Incentivi economici individuali: - L’utilità del percorso orientativo viene valutata in termini di massima positivi, con talune sfumature di cui si citano alcune espressioni tipiche o interessanti: "il sostegno per i miei problemi"; "cercare di ricollocarmi nel MdL" ; "il confronto";"riflessioni sulle mie capacità"; "riflettere sui miei limiti/capacità"; "confronto sulle possibilità lavorative". L’aspetto più importante del percorso orientativo è stato indicato con riferimento a vari aspetti:"essere stato aiutato" ; "scoprire i miei punti forti" ; "il colloqui con una persona che ascolta" ; "contatto umano, ascolto"; "supporto nella fase prima di poter uscire"; "è tutto nuovo". e quello meno rilevante : 1 dice "nessuno"; tutti gli altri 19 lasciano in bianco ( se ne deduce che tutto ha rilievo). come potrebbe essere aiutato a meglio valorizzare le proprie competenze: molti rispondono " lavorando" ; " con formazione e lavoro"; " Sperimentandomi"; "rigiocandomi nel lavoro esterno"; "con lavoro interno al carcere"; "provandole sul campo". quali interventi si aspetta e quali le sono stati forniti da parte dei servizi( scelte multiple): Tutoraggio 1 1 Formazione 4 (aiuto nella ricerca) 1(ricerca di opportunità di formazione) Borsa Lavoro - - Interventi economici 6 2 Altro 16 (lavoro) quindi (colloqui) 15 di cui 8(colloqui), 2(contatto con operatori); quindi (migliore rapporto con equipe interna per sintesi) (riavvio rapporto con l’equipe del carcere) (aiuto nella ricerca di lavoro). Nota: Emerge in modo significativo un apprezzamento del lavoro di gruppo e dell’importanza dell’ascolto. Il rapporto ed il confronto con gli operatori preposti all’orientamento assume un valore e diviene motore per la crescita ed il cambiamento. Importanti le prospettive personali espresse in direzione dell’aggiornamento personale e della professionalizzazione, considerata importante per il successivo impiego.
5) Monza. Orientamento al lavoro Ente:Consorzio Nova Spes
Hanno compilato la scheda n. 20 persone detenute Di cui donne 9 Di cui stranieri ? Età: min. 23 – max. 62. Prevalente : 32, 42. Titoli di studio : 2 elementare, 16 Medie inf., 2 Medie sup. Condizioni detentive: 20 definitivi. In una scala da 0 a 10, la valutazione soggettiva dell’intero percorso orientativo cui "hanno partecipato vede: n.1attribuisce 6; n. 6 attribuiscono 7; n. 4 attribuiscono 8; n. 5 attribuiscono 9; n. 4 il max 10. In una scala da 0 a 10, la valutazione soggettiva delle singole azioni cui hanno partecipato vede: incontri di gruppo: n.1 valuta 6; n. 6 valuta 7; n. 4 valuta 8; n.5 valuta 9; n. 4 valuta 10. Orientamento al lavoro individuale: n.1 ( 6); n. 6 ( 7); n. 4 (8); n. 5(9); n. 4 ( 10). Orientamento alla formazione: n. 1 ( 6); n. 2 (7); n. 2 (8); n. 4 (9); n. 2 (10). Tutoraggio all’inserimento lavorativo: - Incentivi economici individuali: - L’utilità del percorso orientativo viene valutata in termini di massima positivi, con talune sfumature di cui si citano alcune espressioni tipiche o interessanti: "il sostegno per cercare lavoro"; "incontrare persone che mi aiutino a trovare lavoro" ; "se troverò lavoro sarà stato utile"; "aiutarmi a uscire"; "sapere come poter cercare lavoro"; "è stato interessante". L’aspetto più importante del percorso orientativo è stato indicato con riferimento a vari aspetti: "avere una possibilità in più di lavoro" ; "tutto interessante" ; "avere informazioni utili" ; "essere aiutati da voi"; "informazioni sul MdL"; "spero di uscire dal carcere con un lavoro". e quello meno rilevante : 9 "niente"; 3 "non so"; 6 lasciano in bianco; 1 ribadisce "è stato tutto interessante". come potrebbe essere aiutato a meglio valorizzare le proprie competenze: molti rispondono "con dei corsi di formazione" ; "non so"; "vorrei fare un corso di computer"; 8 non si esprimono ( si palesa una più passiva accettazione di quello che ‘passa il convento). quali interventi si aspetta e quali le sono stati forniti da parte dei servizi( scelte multiple): Tutoraggio 5 Formazione 11 20 Borsa Lavoro 17 - Interventi economici 7 - Altro - Nota: Emerge un atteggiamento piuttosto rassegnato alle condizioni penitenziarie, con un’aspettativa di lavoro non del tutto realistica e determinata da altri. Il percorso di orientamento viene percepito come uno dei più tradizionali corsi di formazione progettati ‘fuori’ ma con poca partecipazione autentica, e modesti livelli di fiducia nelle possibilità di cambiamento. E’ probabile un’influenza della condizione detentiva ( tutti definitivi ) e dell’età piuttosto elevata.
6) Sportello Esterno. Orientamento al lavoro Ente: Consorzio Nova Spes
Hanno compilato la scheda n. 20 persone ex detenute o ammesse ai benefici esterni Di cui donne 2 Di cui stranieri ? Età: min. 29 – max.55. Prevalente : 47. Titoli di studio : 1 nessuno; 2 elementare, 10 Medie inf., 4 Medie sup.; 1 Laurea. Condizioni detentive: 5 detenuti; 2 Arresti domiciliari; 3 Detenzione domiciliare; 1 Semilibero; 4 in Affidamento ai Serv. Soc.; 2 Liberi; 1 in Art. 21; 2 non dichiarano. In una scala da 0 a 10, la valutazione soggettiva dell’intero percorso orientativo cui "hanno partecipato vede: n.2 attribuiscono 6; n.5 attribuiscono 7; n. 2 attribuiscono 71/2; n. 9 attribuiscono 8; n.2 attribuiscono 9. In una scala da 0 a 10, la valutazione soggettiva delle singole azioni cui hanno partecipato vede: incontri di gruppo: n. 5 (7); n. 4 (8); n.2 (9): Orientamento al lavoro individuale: n. 1 (5); n. 1 (6); n. 5 (7); n. 10 (8); n.21 (9); n.1 (10). |