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S.I.P.P. - Società Italiana di Psicologia Penitenziaria
Il nostro primo socio onorario che ha aderito è il prof. Luigi Cancrini. La Società intende promuovere una riflessione sulle questioni teoriche, cliniche, etiche che riguardano la professione e dare l’opportunità a chiunque voglia, a vario titolo, contribuire con progetti ed esperienze alla costruzione di un discorso scientifico sulla psicologia penitenziaria.
La S.I.P.P. ha come obiettivi:
L’esperienza, in quasi 30 anni, ha permesso di formulare, sperimentare e verificare nel tempo ipotesi, definire contenuti e strumenti che caratterizzano la psicologia penitenziaria, dandole confini ed identità propri. Essa riguarda la psiche dell’individuo, ma anche le sue relazioni nei gruppi, nelle istituzioni e l’istituzione stessa. La psicologia penitenziaria costituisce un patrimonio di conoscenze e uno strumento a disposizione di utenti ed operatori: diagnosi e trattamento psicologico finalizzati alla tutela della salute psichica e al trattamento penitenziario per i detenuti; formazione e contenimento del rischio di burn-out per gli operatori. La psicologia penitenziaria, nel lavoro con il detenuto, si colloca tra richiesta dell’istituzione e bisogno del soggetto, tra punire e prendersi cura, tra esigenze giudiziarie e sanitarie. All’interno di tale complessità la Società si propone di dare impulso alla dimensione soggettiva e non all’equazione reato = persona (all’identificazione del reo con il suo reato) che tende a mettere in secondo piano le dinamiche psicologiche, le motivazioni, le aree problematiche della personalità e quelle parti sane del Sé sulle quali far leva per aprire un circuito verso la crescita psicologica e l’assunzione di responsabilità. Il recupero della soggettività diviene strumento fondamentale soprattutto nei casi in cui, essendo le problematiche di devianza e la pericolosità sociale maggiori, non è possibile pensare a modalità di esecuzione penale diverse da quella intramuraria. In una istituzione ove si è fatto molto per superare la logica del "sorvegliare e punire", la psicologia penitenziaria può fornire un valido contributo per consolidare un modello di esecuzione della pena inteso come laboratorio di esperienze relazionali e formative, orientato in una prospettiva progettuale che coinvolga sia il soggetto che l’istituzione quale garante di tale percorso. La S.I.P.P. intende sviluppare una psicologia penitenziaria, a partire dall’esperienza di chi opera dietro le sbarre, attraverso il confronto e la collaborazione attiva con le Istituzioni, con gli Ordini Professionali, con le Società Scientifiche e con quanti si occupano delle problematiche penitenziarie e della giustizia minorile, nella consapevolezza che l’intervento psicologico sulla "mente incarcerata" rientri tra i mestieri impossibili ma che, proprio per questo, costituisca una sfida ed una nuova frontiera per la nostra società civile.
Il logo è stato elaborato dagli studenti della Scuola d’Arte presso la Casa di Reclusione di Spoleto Sede legale: Via degli Orti di Galba n. 19 - 00152 Roma
Per informazioni
Tel.: 0733.969571
Alessandro Bruni, Presidente Sipp
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