|
Tribunale dei minori. I magistrati attaccano la riforma
La Stampa, 12 giugno 2002
Magistrati e avvocati specializzati nel processo minorile contro la riforma del ministro Castelli. «Una controriforma» dice dal palco del convegno organizzato ieri nell’aula magna del Palazzo di Giustizia l´avvocato Anna Ronfani, ricordando come il disegno di legge governativo, «basandosi su pochi casi di cronaca diffusamente trattati dai media, ha rovesciato le statistiche sulla devianza minorile e creato un nuovo pericolo sociale per cui offre una sola terapia: più carcere». E’ il controcanto di quanto scrive l’Associazione nazionale magistrati minorili e della famiglia in un proprio comunicato: «Attorno alla giustizia minorile infuria da qualche tempo una violenta campagna, non priva di spunti francamente denigratori, condotta attraverso i giornali e il palcoscenico televisivo con messaggi che giocano quasi esclusivamente sull’interesse suscitato da fatti di sangue e sulla facile emotività stimolata dalla narrazione di vicende familiari tragiche ed altamente complesse...». Il caso di Novi, definito da pochi giorni in appello con la conferma delle condanne di Erika e Omar a 16 e a 14 anni di carcere, ha creato questo clima o è servito a pretesto per crearlo? Giudici e avvocati non hanno dubbi, e proprio il procuratore capo Piercarlo Pazè, fra gli intervenuti al dibattito di ieri, ha ricordato quanto sia stato affrontato con rigore. «Che non significa buttare via la chiave delle celle. - ha commentato - Il carcere può e deve servire, ma non deve venire meno la nostra preoccupazione perché i ragazzi siano avviati a un percorso di cambiamento». Dal palco si è sottolineato come la riforma preveda che al compimento dei 18 anni d´età, e non più al ventunesimo, il giovane debba essere trasferito in un carcere per adulti. Nessuno lo ha detto, perché di fronte a un numeroso pubblico di addetti ai lavori, non vi era bisogno. Lo ricordiamo noi: con il trasferimento anticipato si espone un ragazzo a una convivenza dietro le sbarre che può diventare per lui particolarmente punitiva, qualunque reato abbia commesso. «Questa controriforma vuole solo più punizione - ha rincarato l’avvocato Ronfani - e non a caso prevede che anche la custodia cautelare, per chi abbia compiuto nel frattempo i 18 anni, vada scontata in un carcere per adulti». Il legale sottolinea anche un altro aspetto, «sicuramente anticostituzionale del disegno di legge»: che per il solo reato, fra quelli minori, di resistenza a pubblico ufficiale in occasione di manifestazioni pubbliche, si possa ricorrere alla custodia cautelare, «autorizzando con ciò le forze dell’ordine a procedere con gli arresti». Al dibattito hanno partecipato Giulia De Marco, presidente del Tribunale per i minorenni, Marina Ponzetto, presidente della VII sezione civile del Tribunale, Roberto Maurizio, giudice onorario minorile, l’avvocato Antonio Dionisio e il giudice tutelare Daniela Giannone.
|