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Il progetto "Re.Lais" di Pescara reinserirà 70 detenuti del mondo del lavoro
Redattore Sociale, 18.02.2004
Con il progetto "Re.Lais" 70 tra ex detenuti e detenuti del carcere di Pescara presto inseriti nel mondo del lavoro
Settanta
tra ex detenuti e detenuti in semilibertà della casa circondariale "San
Donato" di Pescara saranno presto inseriti nel mondo del lavoro, grazie al
progetto "Re. La. I. S.", Reti per il lavoro e l’inclusione sociale,
finanziato dal Fondo sociale europeo nell'ambito dall’iniziativa comunitaria
Equal e realizzato dalla Provincia di Pescara in collaborazione con il
dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per l’Abruzzo e il Molise,
la CNA, l’Enfap Abruzzo e l’Ebrart. Il progetto si colloca tra il carcere e il territorio, in quanto accompagna i percorsi, personalizzati e flessibili, dal carcere verso il (re)inserimento sociale e professionale dei detenuti ed ex detenuti, attraverso un integrazione in rete di opportunità, risorse e servizi. Oggi sono stati presentati i primi risultati del progetto, che, partito nel giugno 2002, si chiuderà entro il 2004, anche se si presume possibile un nuovo finanziamento per la terza fase di progetto, destinata al consolidamento dell’inserimento lavorativo avviato o alla creazione di un’attività professionale autonoma. I destinatari sono appunto 70 detenuti del carcere pescarese, un numero destinato a crescere nei prossimi mesi. A loro è stata rivolta l’opera di formazione e di un equipe di orientatori, psicologi e assistenti sociali, opportunamente formati, che accompagnano lo sviluppo educativo in modo mirato all’utilizzo delle abilità personali e tecnico professionali, in modo da "certificare" formalmente le loro competenze anche con la organizzazione di laboratori formativi e stage di formazione in azienda. Contemporaneamente la Confederazione nazionale artigiani e l’E.B.R.ART. individuano e coinvolgono le aziende nelle quali inserire i lavoratori. Nel corso del seminario non sono mancate testimonianze significative e anche inaspettate, come quella di un ex detenuto che ha raccontato la propria esperienza positiva di vita all’uscita del carcere, quando ha incontrato un imprenditore che gli ha dato fiducia, o quella di Cristian Odoardi, titolare di un’azienda metalmeccanica, che, nel definire il valore etico di una impresa, ha sottolineato l’importanza della dimensione della piccola impresa, che è quella più giusta per inserire un soggetto appartenente a categorie deboli.
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