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progetto di reinserimento per detenuti extracomunitari
Un progetto di reinserimento socio-lavorativo per i detenuti extracomunitari del carcere "Due Palazzi" di Padova
Redattore sociale, 01.03.2004
Reinserimento socio-lavorativo degli extracomunitari detenuti nel carcere "Due Palazzi di Padova", situazione del personale di polizia penitenziaria, mancata individuazione nelle strutture sanitarie cittadine di un "reparto carcerario" dove ospitare i detenuti ammalati come richiesto più volte dalla direzione del carcere. Questi i temi al centro dell’incontro che si è tenuto oggi tra l’Assessore regionale alla Sicurezza e ai flussi migratori Raffaele Zanon e il direttore del carcere Salvatore Pirruccio. L’Assessore regionale ha espresso l’interesse della Regione a realizzare un progetto di formazione e di reinserimento sociale e lavorativo indirizzato a 10-12 detenuti extracomunitari prossimi alla fine della pena e che si stanno avvicinando alla conclusione della detenzione e che possano godere delle misure di semilibertà o relative all’articolo 21 (lavoro in sede extrapenitenziale). Obiettivo del corso è di farli diventare manutentori nei settori della falegnameria, dell’impiantistica elettrica a bassa tensione, della serramentistica in alluminio, della manutenzione delle aree verdi, dell’idraulica, delle pulizie. Queste
figure potrebbero trovare sbocchi occupazionali tramite la Cooperativa Atlante e
l’Ater di Padova per la cura degli alloggi, in particolare nella zona di
Padova e provincia. È stato deciso di presentare il progetto al Tribunale di
sorveglianza affinché siano avviate le necessarie procedure di semilibertà che
permetteranno, una volta selezionati i corsisti, di far loro frequentare i
laboratori e gli stage esterni. Il Direttore ha informato Zanon sull’attuale
situazione delle presenze nella casa di reclusione: 700 detenuti in media di cui
il 45% stranieri (alla casa circondariale di Padova i detenuti sono al 95%
extracomunitari); 70 che godono del regime di semilibertà o del lavoro in sede
extrapenitenziale, 620/630 stabili entro le mura carcerarie; la metà di questi
è occupata nei tre laboratori interni (componentistica, manichini,
componentistica metallica) e poi nei servizi domestici e di manutenzione della
struttura; i corsi scolastici occupano un centinaio di detenuti.
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