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Detenuti: i monzesi lavorano in Comune
IL NUOVO on line, 15 luglio 2002
Singolare accordo pilota tra il Tribunale di Monza e il Comune di Desio. Gli imputati condannati per reati non gravi, invece che in cella, finiranno a lavorare per il Comune della cittadina brianzola.
La
ramazza al posto del carcere; la pena espiata attraverso lavori utili ai
cittadini, in alternativa alle giornate d'ozio trascorse in una cella. Il tutto
vestendo i panni del "dipendente comunale", almeno sino a quando il
condannato non avrà saldato il conto con la società. Lavori che spaziano dalla manutenzione dei giardini, dei parchi e delle ville esistenti sul territorio, a quelli prestati a favore di associazioni di volontariato che assistono soggetti disabili, anziani e minori. I mancati detenuti, potranno inoltre essere impegnati nella tutela del patrimonio ambientale e culturale e non da meno in lavori con finalità di protezione civile, anche mediante il soccorso prestato alla popolazione in caso di calamità naturali. Un'iniziativa che, secondo gli amministratori comunali, ed anche a parere del Tribunale, può portare alla completa riabilitazione della persona condannata. Insomma la pena come occasione di recupero. I soggetti che usufruiranno di questo "beneficio" ovviamente non dovranno essere pluripregiudicati, ma soprattutto dovranno rendersi più che disponibili a svolgere i compiti loro affidati. Anche perché chi coordinerà le prestazioni lavorative dei condannati, scontata la pena, dovrà redigere al Tribunale una relazione attestante il "comportamento" e del soggetto affidato al comune. Descrivendo appunto l'impegno profuso a favore della comunità e i compiti affidatigli. Durante il periodo di affidamento all'ente civico, le persone condannate potranno usufruire di diversi benefici propri del dipendente comunale, anche se dovranno prestare la loro opera gratis, ma assicurati contro ogni evenienza. In conclusione, per il comune si tratta di una possibilità in più per poter contare su "manodopera" da destinare ai servizi rivolti alla comunità. Resta inteso che comunque spetta alla persona condannata, chiedere di poter beneficiare di questa nuova possibilità, scontando la pena fuori dal carcere e soprattutto in modo diverso e utile. I detenuti? Vanno in Comune
Il Giorno, 3 maggio 2002
Favorire
l’inserimento sociale e lavorativo dei detenuti. Con questo obiettivo, sei
"ospiti" della casa circondariale di via Gleno, a partire da lunedì,
affiancheranno i dipendenti comunali di alcuni paesi dell’alta valle Seriana:
Villa d’Ogna, Gromo, Gandellino, Valbondione, Valgoglio e Ardesio. Il
progetto, che durerà sei mesi, è uno dei primi in Italia e il primissimo in
Lombardia, e per essere concretizzato ha ricevuto l’adesione di Comunità
Montana, Provincia e ministero di grazia e giustizia, oltre ai sei comuni
interessati e alla direzione carceraria.
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