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Carceri, al via "Un libro, una voce"
Progetto del Ministero della Giustizia
Tg Com,10 febbraio 2004
Rilanciare l’utilità e la dignità sociale del carcere per aiutare i più deboli attraverso il lavoro dei detenuti. E’ in questo progetto che si inserisce l’iniziativa del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia guidata dal giudice Giovanni Tinebra "Un libro, una voce". Il lavoro, che consiste nell’incidere su audiocassette i libri letti dai detenuti, è in via di sperimentazione presso il carcere di Rebibbia. L’iniziativa ha un doppio scopo. Da una parte dare un senso al trascorrere del tempo dei detenuti in carcere portando la cultura all’interno dei penitenziari. Dall’altro rilanciare l’utilità sociale delle prigioni: i libri letti dai detenuti e incisi su audiocassette e cd verranno infatti messi a disposizione delle persone non vedenti, degli anziani, dei neurolesi, dei bambini affidati alle case famiglia, dei ricoverati in ospedale e degli analfabeti. Il primo detenuto a sperimentare il progetto è stato Massimo Tata, che ha letto e registrato "Lettera al padre" di Franz Kafka. Tata, in carcere dal 1995, sta scontando una pena per concorso in omicidio che si concluderà nel 2018. Dopo di lui saranno molti altri i carcerati che si impegneranno in questa iniziativa. Proprio il buon esito della sperimentazione ha convinto i promotori del programma a bandire un concorso di voci all’interno dei duecento istituti penitenziari italiani.
L’iniziativa è così articolata:
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