Iniziative
del D.A.P. sul lavoro per i detenuti
Fonte:
Ministero della giustizia - sito www.giustizia.it
Nel reinserimento sociale dei detenuti la
formazione professionale e il lavoro ricoprono un ruolo determinante. Per questo
motivo, la Direzione generale dei detenuti e del trattamento, e in particolare
l'ufficio IV, ha dedicato particolare attenzione a questo aspetto, attraverso
l'attivazione di una collaborazione stabile con il ministero dell'Istruzione per
lo sviluppo di un sistema integrato di formazione professionale in grado di
costituire utile supporto al futuro reinserimento sociale dell'utenza
penitenziaria. E' stato avviato un tavolo di lavoro con il dicastero
dell'Istruzione per attuare un coordinamento dei vari soggetti coinvolti nel
sistema formativo: Regioni, Enti locali, Enti pubblici e privati che si occupano
di formazione, ministero del Lavoro, dipartimento Giustizia minorile.
L'ufficio ha posto un grande impegno nello sviluppo di progettualità ed
interventi tesi a favorire l'inserimento al lavoro dei detenuti. In primo luogo
si è provveduto a un capillare monitoraggio delle imprese e delle cooperative
che hanno assunto soggetti in stato di detenzione o in art. 21 O.P. fruendo
degli sgravi contributivi e fiscali previsti dalla legge n. 193 del 2000,
cosiddetta legge Smuraglia. Contemporaneamente sono state impartite le
necessarie direttive agli uffici periferici affinché pervengono alla Direzione
generale dei detenuti e del trattamento, trimestralmente, le notizie riguardanti
i detenuti assunti e i datori di lavoro. Così da poter valutare, sull'intero
territorio nazionale, l'impatto della legge e, in particolare, quali siano le
professionalità richieste dal mondo imprenditoriale. Le azioni tese ad
incentivare l'ingresso del mondo imprenditoriale nell'organizzazione del lavoro
all'interno degli istituti costituisce, inoltre, il contenuto qualificante di
due P.E.A. (n. 14 e 15) presentati, per il 2003, dalla Direzione generale.
I Provveditorati, inoltre, sono stati invitati a ricercare tutte le possibili
interazioni con le realtà territoriali per inserire le proprie produzioni nelle
economie di mercato locali, con l'intento di razionalizzare gli interventi
economici erogati dall'Amministrazione penitenziaria.
Particolarmente significativa è la collaborazione tra il ministero della
Giustizia e il ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Si è costituito,
infatti, un tavolo tecnico permanente sia al fine di aggiornare e integrare il
protocollo d'intesa già esistente, sia di seguire progetti che perseguono
obiettivi comuni, inerenti l'ingresso nel mondo del lavoro di categorie
svantaggiate.
D'intesa con la società “Engineering Ingegneria Informatica” è stata
prevista la creazione di un data-base con informazioni relative alle
caratteristiche professionali e al percorso formativo di ciascun detenuto, alla
disponibilità e alle caratteristiche degli spazi lavorativi presenti presso gli
istituti penitenziari nonché alle attività lavorative realizzabili. Il
progetto, su preciso input di questo ufficio, provvederà all'informatizzazione
delle graduatorie previste dall'art. 20 o.p. mediante un apposito software
gestito direttamente dagli istituti e, per essi, dalle commissioni ex art. 20
O.P.
Tutti i dati confluiranno in un data-base messo a disposizione dei servizi per
l'impiego, facendo salve le esigenze di sicurezza e riservatezza. Si procederà
a una prima sperimentazione del progetto in alcuni istituti pilota (al momento
individuati in Torino Le Vallette e Venezia) per poi estendere l'esperienza su
tutto il territorio nazionale.
Sono in fase di avvio, inoltre, altri due progetti denominati “affidamento di
attività di consulenza a sostegno dei servizi pubblici per l'impiego per
favorire il reinserimento lavorativo dei detenuti”, che mirano ad attuare
interventi specifici per l'inserimento al lavoro di soggetti detenuti
promuovendo azioni indirizzate sia ai singoli individui che alle imprese.
Sono stati individuati gli ambiti territoriali per la prevista sperimentazione:
nell'ambito dell'obiettivo 1 (cooperativa Centro servizi di Matera) sono state
individuate le regioni Puglia, Basilicata e Campania; nell'ambito dell'obiettivo
3 (consorzio C.G.M.) sono state individuate le regioni Piemonte, Veneto e
Toscana.