Giornalismo dal carcere

 

La storia di Nabuc, rivista dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa (NA)

 

Direttore responsabile: Raffaele Sardo

 

Sede: O.P.G. “F. Saporito”

Via S. Francesco 2, Aversa (Caserta)

Tel. 081.8155111

 

E - mail: nabuc@hotmail.com

 

Web: www.opgaversa.it

 

"Parliamo di Nabucodonosor (per gli amici, Nabuc), il Re di Babilonia che impazzì per troppa superbia, e pazzo rimase per sette anni…e poi guarì": così, nel loro sito Internet, i "redattori" del giornale dell’O.P.G. di Aversa ci raccontano chi è il Nabuc che compare nella loro testata, e ci spiegano che lo hanno scelto come loro Re, loro rappresentante, affinché porti a noi la loro voce. Perché ad Aversa ancora hanno "poesia, fantasia e speranza da regalare" a chi ha la voglia di leggerli, e ai lettori augurano "che Nabuc vi faccia sorridere e vi faccia pensare!"

Ed è vero, lo stile utilizzato nel giornale è basato proprio sull’ironia, una caratteristica della scrittura anche da noi di Ristretti Orizzonti molto apprezzata ed utilizzata. Con l’ironia e un sorriso si possono dire tante cose importanti, e chi scrive "La Storia di Nabuc" ci riesce bene.

Ma cominciamo un "breve viaggio" dentro Nabuc con una bella storia d’amore…

  

STORIA DI UN AMORE

 

Parlo sinceramente, in verità, do la mia parola e lo giuro. Conobbi la signorina E.S. all’età di 15 anni, le diedi un nome di copertura, Maurizio.

Io all’epoca oltre a fare il macellaio NORCINO, facevo il farmacista nel suo paese Morlupo.

Ci innamorammo. All’incirca dopo un paio d’anni, per il mio modo di pensare, non volevo sposarmi in questa vita, ci lasciammo. Ci siamo salutati ancora per due anni. Io durante questo periodo ebbi altre avventure, lei no mi rimase fedele, rimaneva sempre in casa a dipingere e a piangere.

Le parlavo del mio lavoro alla NASA sono uno scienziato e un inventore.

Ma lei non mi credeva diceva che ero pazzo perché pensava che io la tradissi.

Sono professore medico-chirurgo. Lei pensava che io andassi a tradirla quando la notte non ero in casa mentre io andavo a lavorare in Ospedale.

Anche la mia famiglia non credeva che fossi uno scienziato, un professore che possiedo una multinazionale, pensavano che spacciassi droga.

Con lei niente violenze solo parole.

Ci rincontrammo dopo due anni all’IF CLUB mi chiese di ballare una canzone dei POOH, "Dammi solo un minuto".

 

Alfredo Fabi

 

Certo le storie d’amore a volte sono complicate, ma a questo punto quelli di Nabuc ci vengono in soccorso con l’arte, attraverso un altro racconto ironico, acuto e profondo sui dubbi di un aspirante artista, Michele artista di strada famoso solo a Canosa.

 

ARTE E FOLLIA

 

L’arte è il regno della fantasia.

Non sono maestro come Van Gogh ma mi piace dipingere / sono un artista di strada.

La mia è una passione che ho nel cuore.

Ma ho paura di diventare famoso da morto.

Penso sempre di diventare famoso ma ho paura che da morto diventerò famoso.

NO! Se questo fosse un desiderio mi ammazzavo. Ci sono stati degli artisti che si sono suicidati per diventare famosi.

Non è come alla TV: vai, ti conoscono, subito diventi popolare.

Magari ti conoscono a Canosa, come me, che mi conoscono a Canosa ma non sono popolare nel resto del mondo.

L’arte è fantasia, anche il falegname è un artista. Bisogna avere fantasia per essere artista, se non si ha dentro la passione non si può essere artista.

Che c’entra l’arte con la macchina?

L’arte è una cosa famosa, mi piacerebbe essere artista.

E’ bugia per quando faccio i quadri non penso a guadagnare l’artista non può pensare a guadagnare le persone hanno mangiato pane e cipolle per fare gli artisti.

Io i miei quadri li vendevo a poco.

Io sempre la sera dipingevo.

Van GOGH ha un’espressione umile, DALI’ invece è un malandrino.

Van GOGH ha conosciuto la fame e la povertà e origini contadine.

DALI’ ha vissuto in un modo migliore perché ha vissuto in mezzo ai ricchi.

L’arte è fantasia, ogni pittore ha la sua idea la passione di creare.

Era orgoglioso della sua vita, la vedeva a modo suo, voleva viaggiare.

I suoi quadri si capiscono, mentre quelli di DALI’ vanno sul pazzotico e non si capiscono.

Esaminando due quadri si nota la pazzia di DALI’.

Può fare tante cose, ma sbaglia pure, ha sbagliato, non esistono donne con i cassetti.

E’ un mostro, un incubo. DALI’ aveva i diavoli nella testa.

Van GOGH è il mio mito. Van GOGH diceva "dipingerò col rosso e col verde le terribili passioni umane".

Nelle grandi città ci sono i barboni che non sanno dove andare.

DALI’ abitava nel lusso negli Hotel di lusso. Amo di più la camera di Van GOGH, che ha sofferto la fame.

Nei girasoli si vede la luce, usava molto il giallo per esprimere la luce.

 

Michele D’Agnelli

 

Ma c’è un altro pensiero sull’arte, di Pino Auriemma, straordinariamente efficace nel descrivere la condizione di chi è ristretto e quella piccola ancora di salvezza che può essere la fantasia: 

Tutto è arte, imparala e mettila da parte.

Se vogliamo essere liberi dobbiamo pensare all’arte, così io prima disegno sul muro le sbarre, poi le cancello ed esco fuori.

E se siete persone "soggette" a troppi dubbi. leggete quanto segue: è un pezzo che più che risolvere pone degli interrogativi a modo loro geniali, per questa capacità di accostare senza mediazioni domande "grandiose" a piccolissimi quesiti come quello che chiede "se nel leone c’è una parte della formica".

 

I NOSTRI DUBBI. Analisi di un dilemma oscuro

 

Non ho capito:

- Dio perché ci ha creati e a che cosa serviamo.

- Se c’èra un collegamento tra le varie idee che ci sono nella realtà (ad es. nel leone c’è una parte della formica?)

- Sono bello oggi?

- Sono i nostri sentimenti a creare la realtà?

- Posso produrre o materia eterea o materia solida, ma se produco materia solida rimango schiacciato.

- Avere i dubbi è brutto, io non ho nessun dubbio.

- Vorrei sapere se vivere è bello o brutto.

- Vorrei sapere se il tacchino è più felice vivo o cotto.

 

Una cosa raccomandiamo, di leggere Nabuc anche con il cuore, entrando nelle storie che i suoi redattori ci propongono e scoprendone tutti gli aspetti di ironia, di profondità, di coraggio di raccontare di sé fuori da qualsiasi schema e calcolo.

 

 

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