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La libertà
Libertà: quando si riacquista la gioia è totale. È l’incontro con la famiglia, l’allegria di essere vivo. Le reazioni iniziali sono le tipiche da stress acuto: alcuni parlano, altri piangono, altri ridono, alcuni ritornano con un senso di spiritualità rinforzato, con l’idea che hanno rivalutato la loro vita e diventeranno migliori. Passano i giorni e le cose cambiano, alcuni lasciano indietro la spiritualità iniziale. Quando diminuiscono i saluti, i festeggiamenti, arriva un duro periodo: quello di ritornare alla vita di tutti i giorni, affrontare debiti, le problematiche anche psicologiche lasciate dalla carcerazione. Durante il tempo passato in carcere si modificano le dinamiche all’interno della famiglia, la parte dell’assente è assunta da un’altra persona e rientrare, tornare ad occupare il proprio posto, non è impresa facile. In alcuni casi questi non incontri sono così traumatici da portare alla separazione. Poi ci sono le aspettative familiari. Si idealizza il padre assente che da lontano è visto come il migliore, il più amoroso. Quando ritorna non è più così e si produce uno scontro. Alcune spose si riempiono d’illusioni, pensano che il marito abbia smesso di bere, sia più innamorato. Questo tempo è pure l’epoca delle discussioni e delle delusioni nello scoprire che il comportamento di parenti e amici non è stato uguale a quello che ci si aspettava. È necessario elaborare una serie di duelli interiori, psicologici ed esiste una sensazione molto grande di tempo perso. Le conseguenze psicologiche dipendono dai percorsi di ogni persona, dalla sua personalità, dai meccanismi di difesa, dalla capacità di aggiustarci a ogni differente situazione. Quelli che riescono ad impegnare il tempo eterno della detenzione occupandosi di una attività come la cucina, i corsi scolastici o artigianali, escono meglio liberati di quelli che si isolano e contano i secondi con l’aspettativa dell’esco domani. La detenzione lascia un’impronta di dolore sociale. I sintomi dello stress iniziale si prolungano per molti mesi, lasciando un’impronta di depressione molto grande e la presenza fortissima di fobie, ad esempio si teme di salire in spazi aperti o fra la moltitudine. Ci si sente insicuri, ci si riempie di domande in cui persiste la sfiducia, non ci si fida più di nessuno, neppure dei vicini di casa o dei compagni di lavoro. La mancanza di fiducia rompe il tessuto sociale e questa è la conseguenza più grave della detenzione.
M.L. Religione - La Festa del Grande Bayram
Oggi per il mondo musulmano, di cui io faccio parte, è un grande giorno di festa che si chiama Bayram Grande. Questo giorno viene dopo due mesi e dieci giorni dalla fine: di Ramadan che è il nostro mese di purificazione. Questa festa è un’ottima occasione per ritrovarsi tutti in famiglia e riunirsi. In questa giornata tutte le famiglie sacrificano l’agnello seguendo così la maniera del profeta Abramo. Ogni zona del mio paese, che è il Marocco, ha la suo tradizione nel modo di preparare e di cucinare l’agnello. Durante questa festa, che dura una settimana. vi è un grande spostamento di persone che si recano a trovare parenti o amici ed ogni casa come ospitalità si mangia l’agnello, si beve del te, che anche questo varia da zona a zona per il modo di prepararlo, mentre in qualsiasi casa c’è molta allegria, con musica e canti, così lo è anche in qualsiasi città o paesino durante le feste. Solo che io in questi giorni mi sento triste, perché sono qua e non con la mia famiglia e sono lontano dalla mia patria durante questo periodo di grandi feste. Comunque… (mabrok, ossia buona festa).
H.S. Riflessioni
Una moglie è il miglior amico che mai avrai nella tua vita. Condividerà i tuoi pensieri, i tuoi stati d’animo le tue risate e le tue lacrime. È qualcuno con cui vivere e seguire fino alla fine del mondo. E se questo suona troppo sentimentale, non posso comunque farne a meno, perché è ciò che sento per mia moglie. Il mio amore per lei non ha mai perso la sua intensità. Le mie lettere indirizzate a lei erano lettere d’amore, ed il suo ritorno a casa significava per me venire sollevato fino in paradiso. Ma la qualità che più ammiravo in lei era la sua sincerità… Non c’era rimasto niente per me da indovinare, non bugie, non falsità. Tutto era noto, tutto sofferto e sopportato, e poi non c’erano riserve nella nostra gioia. Se si ama profondamente, bisogna anche soffrire profondamente, perché il prezzo della capacità di raggiungere una gioia è il tormento. E cosi è stato per noi sino alla fine.
L.M. Sport: Pugilato
Un robot da prendere a pugni. Per quanto si possa essere dei tranquilli pacifisti, ogni tanto picchiare qualcuno potrebbe servire allo stress accumulato nervosismo. L’ideale però sarebbe che qualcuno non si faccia male e non reagisca, come i due nuovi punching ball dalla forma umana dell’americana body. Si chiamano slam man e cyber man e sono fatti di polipropilene e di schiuma che riprende la forma originale dopo ogni pugno. Grazia a chip e sensori inseriti all’interno, sull’attrezzo si accendono luci in sequenza che vanno spente a suon di pugni. Sarebbe ideale averlo in palestra quando si arriva al limite del nervosismo, ci si chiude dentro e si dà sfogo all’ira, per poi uscire di nuovo calmo e sereno.
A.G. Teatro
Ho ancora nella mente il ricordo dell’ultimo lavoro teatrale che hanno messo in Scena alcuni miei compagni, vestiti con costumi da Carnevale, e ciò mi ricordava come era Carnevale fuori di qui. Hanno preparato due scene teatrali su Arlecchino, molto belle e divertenti, almeno secondo me. Anche quelli che vi hanno partecipato, e che hanno applaudito calorosamente, devono aver pensato la stessa cosa. C’è stato anche un piccolo concertino sempre fatto da alcuni miei compagni che hanno riscosso anche loro dei meritati applausi, per come hanno svolto la parte musicale. È stato bello essere stati gratificati dai partecipanti con dei complimenti, verso il nostro lavoro svolto. Io e altri miei compagni abbiamo preparato un buffet per i partecipanti e il gruppo teatrale, compresi alcuni ospiti che venivano da fuori di questo stabile. Anche per il buffet abbiamo avuto dei complimenti per il lavoro svolto, abbiamo preparato le frittelle, i crostoli, due tipi di biscotti, le zeppole, e la pizza. Alla fine di tutto questo sono stato veramente contento e felice di aver svolto anche io una mia parte, e ringrazio tutti quelli che hanno potuto potercelo far fare. Ringrazio il direttore di questo istituto, il comandante, e l’insegnante di italiano che ha diretto il teatro e spinto per fare tutto questo. Grazie, e... alla prossima.
A.P. |