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Intervista alla direzione della Casa Circondariale di Udine
Lo stato dei lavori di ristrutturazione del "circondariale" di Via Spalato procede, pare, in maniera spedita e probabilmente saranno rispettati i tempi di consegna della rinnovata struttura. La popolazione e i collaboratori volontari non conoscono comunque le caratteristiche che in futuro assumerà l’istituto. Per questo motivo la Redazione de La voce nel silenzio rivolge alcune domande alla Direzione.
La Redazione
Per quando è previsto il termine dei lavori di ristrutturazione del carcere? Ci saranno variazioni nel numero dei posti? Sarà prevista la sezione femminile? Esattamente non si conosce il termine dei lavori, però vista la loro speditezza si potrebbe prevedere un anno ancora. La capacità detentiva dovrebbe essere la stessa, ma si potrà essere più precisi verso la fine dei lavori. L’istituto ristrutturato prevede anche una sezione femminile.
Ci può descrivere le linee essenziali del progetto di ristrutturazione? Il nuovo istituto sarà adeguato, anche, ai nuovi parametri previsti dal regolamento di esecuzione della legge penitenziaria. Questo comporterà una migliore qualità della vita comunitaria e la possibilità di offrire all’utenza penitenziaria un potenziamento dell’offerta trattamentale.
La ristrutturazione permetterà la piena attuazione del nuovo regolamento penitenziario? Compatibilmente ai limiti che una ristrutturazione comporta, sicuramente nel suo complesso saranno raggiunti i nuovi parametri previsti dalla legislazione penitenziaria.
Sono previsti spazi di socialità, laboratori per la formazione professionale, il lavoro? Indubbiamente rispetto al passato saranno potenziati gli spazi destinati alla realizzazione di attività ricreative, sportive e culturali. Quello del lavoro, invece, è indubbiamente, uno degli aspetti più problematici della realtà carceraria ed al tempo stesso uno dei cardini su cui poggia la riforma del ‘75. Su questa tematica è importante sensibilizzare e stimolare maggiormente gli Enti Locali affinché attraverso un’opera di coordinamento promuovano opportuni contatti con le categorie economiche per dare attuazione alle normative esistenti per quanto concerne il lavoro interno ed esterno, coniugando progettualmente il binomio formazione professionale - lavoro. Con la riapertura dell’istituto, in relazione al lavoro interno, è intenzione della Direzione, compatibilmente con gli spazi che saranno messi a disposizione, attivare interventi di promozione della legge "Smuraglia".
Sono previste modalità diverse per i colloqui e quindi spazi adeguati per i rapporti con i familiari? Sicuramente la sala colloqui sarà adeguata ai nuovi parametri previsti dalla normativa, ma, attualmente, il progetto è ancora in fase di definizione.
Per quanto concerne le attività di volontariato e nello specifico l’attività del periodico, sono previsti degli spazi dedicati? Nell’ambito del potenzia mento degli spazi trattamentali, sicuramente anche le attività di volontariato avranno la possibilità di migliorare la propria opera all’interno della struttura. A tal proposito, comunque, mi preme sottolineare che quando saranno delineati gli spazi destinati alle opportunità trattamentali nel suo complesso, è intenzione della Direzione effettuare una fase di studio e progettazione delle nuove attività da realizzare nel momento di riapertura totale della struttura.
La nuova struttura riuscirà a favorire nuove relazioni con il mondo esterno? Come già evidenziato, nell’ambito di un lavoro di programmazione e pianificazione delle attività, sarà, come già è avvenuto per il passato, valutata la possibilità di migliorare i rapporti con la comunità penitenziaria.
Con la rinnovata struttura quali progetti saranno necessari per il reinserimento sociale delle persone detenute? Negli ultimi anni dall’approvazione del Progetto Pilota non vi sono stati significativi mutamenti innovativi e strettamente legati alla dinamica della comunità penitenziaria che nel momento attuale, tra l’altro, registra una forte presenza di soggetti stranieri. Tale dinamicità della popolazione detenuta necessita di nuove strategie trattamentali finalizzate sia a fornire agli operatori concreti strumenti per l’azione rieducativa intramurale che per la realizzazione di programmi riabilitativi per i soggetti appartenenti all’area penale esterna. Gli interventi attivati per l’area penale penitenziaria e per il disadattamento, pur essendo significativi, hanno la necessità di essere supportati da altre azioni per renderli maggiormente efficaci e rispondenti ai nuovi bisogni dell’utenza. In quest’ottica è auspicabile realizzare un protocollo d’intesa in materia di esecuzione penale penitenziaria nonché una convenzione operativa con l’Ente Regionale che abbia la finalità di programmare, modulare e coordinare, attraverso un sistema di "rete" i vari soggetti coinvolti in questo settore. In tal senso anche la prossima definizione del "piano di zona in ambito udinese", previsto dalla Legge 38/000 e nello specifico dall’articolo 19, potrà contribuire alla realizzazione di un sistema integrato di interveti e servizi sociali. Per l’immediato è in fase di sottoscrizione un protocollo d’intesa tra l’Ente Locale (Comune e Provincia), l’Istituto di Pena e il C.S.S.A. di Udine. Nell’ambito delle progettualità future intramurali è nei programmi di questa Direzione potenziare le attività istruttive sia a livello di scuola dell’obbligo che di istruzione secondaria nonché quelle della formazione integrata finalizzate a far acquisire al ristretto una professionalità spendibile sul mercato del lavoro. Parallelamente sarà necessario coinvolgere le Istituzioni Pubbliche, gli Enti locali, le Associazioni del privato sociale e del mondo imprenditoriale per elaborare dei progetti diversificati finalizzati a favorire il graduale reinserimento sociale dei detenuti.
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