Ristretti Orizzonti

 

Presentata a Palazzo Moroni l’edizione 2007/2008 del progetto

"Il carcere entra a scuola. Le scuole entrano in carcere"

di Francesca Carbone, redazione di Ristretti Orizzonti

 

14 dicembre 2007

 

Presentata oggi in Sala Giunta di Palazzo Moroni, l’edizione per l’anno scolastico 2007/2008 del progetto "Il carcere entra a scuola. Le scuole entrano in carcere", un’iniziativa nata dall’Associazione Il Granello di Senape di Padova, promossa e sostenuta dal Comune, e che vede la collaborazione della Casa di Reclusione. Un programma, rivolto a docenti e studenti delle scuole medie inferiori (delle classi terze) e superiori, finalizzato alla prevenzione della devianza e all’informazione sui temi della legalità, del carcere e dell’esclusione sociale, e che si svolge lungo tutto il corso dell’anno attraverso varie attività: incontri e testimonianze di detenuti e detenute, incontri con gli operatori carcerari (direttori, educatori, insegnanti, assistenti sociali, psicologi, operatori volontari, agenti di Polizia Penitenziaria, Magistrati di Sorveglianza) e, a conclusione, per le scuole medie superiori una mattinata all’interno della Casa di Reclusione di Padova.

 

«Crediamo, perché lo sperimentiamo ogni giorno fra i banchi di scuola, che la testimonianza sia in assoluto la fonte più efficace per i ragazzi», sostiene Ornella Favero, presidente del Granello e direttore di Ristretti Orizzonti, lo storico bimestrale sui temi di carcere e giustizia scritto dai detenuti del Due Palazzi di Padova. «Quando i detenuti redattori di Ristretti incontrano gli alunni nelle aule delle scuole, magnetizzano letteralmente la loro attenzione. Gli studenti delle superiori – continua la Favero - entrano poi al Due Palazzi per trascorrere qualche ora all’interno della redazione di Ristretti, e parlare "da dentro" di come si finisce a commettere reati, di quale sia il senso della pena e di quanto difficile sia il rientro in società: anche allora – racconta - i risultati sono ottimi in termini di attenzione, partecipazione e elaborazione dei ragazzi». L’importanza di comunicare ai giovani attraverso esempi di vita, è un concetto su cui è tornato stamattina più volte Claudio Piron, Assessore comunale alle Politiche Scolastiche e Giovanili: «I nostri figli - ha detto - ci chiedono sempre più di essere concreti. Vanno formati ma anche educati e le esperienze di ragazzi e giovani che hanno commesso reati e hanno assunto comportamenti violenti, possono costituire spunti di riflessione e occasioni per imparare dalle esperienze negative degli altri, per capire».

 

E che la concretezza stia alla base di questo progetto, lo testimoniano le numerosissime scuole che vi hanno aderito lo scorso hanno: 87 incontri realizzati nelle classi, e 16 all’interno del carcere, che hanno fatto "assaggiare a più di 600 ragazzi un po’ di galera"; e ancora, più di 500 gli alunni delle terze medie che hanno preso parte a questo percorso. Oltre 1000 studenti coinvolti dunque, appartenenti a 28 scuole, numero che già si prevede verrà abbondantemente superato con l’edizione 2007-2008 del progetto, al quale la partecipazione si preannuncia altissima: nei soli mesi di novembre e dicembre, ragazzi e detenuti si sono già incontrati in una ventina di classi, e a fine anno il numero degli incontri realizzati supererà quasi di sicuro quota cento. Un progetto unico nel panorama nazionale, sia in termini di dimensioni che di risultati raggiunti, com’era già stato puntualizzato il 12 giugno scorso alla Camera dei Deputati, a Roma, in una conferenza stampa promossa dal parlamentare Marco Boato per presentare l’iniziativa.

 

Ed è anche attraverso le parole degli alunni coinvolti che è stata illustrata oggi la prossima edizione, leggendo testimonianze dalle due pubblicazioni che hanno raccolto i frutti del lavoro del 2006-2007: "La pena raccontata ai ragazzi" (scuole superiori) e "Se sbagli ti cancello" (scuole medie). Entrambi i volumi sono stati realizzati col patrocinio e contributo del Comune di Padova, Centro Servizi Volontariato della Provincia e Regione Veneto, e presentati presso Padova Fiere in occasione dell’Exposcuola (dall'8 al 10 novembre scorsi).

«Questo progetto» - ha raccontato Ornella Favero, «ci ha permesso di arrivare anche a tante famiglie, attraverso i figli che raccontavano ai genitori le esperienze che stavano vivendo». Un interessante occasione di scambio e confronto per l’intera comunità dunque, che offre la possibilità di uscire per una volta dagli stereotipi e dai luoghi comuni che circondano il carcere e i detenuti, incontrandoli personalmente. Ma anche un momento ad altro valore educativo: «"Il carcere entra a scuola. Le scuole entrano in carcere", è un importante tassello del Piano Carcere del Comune di Padova», ha spiegato l’Assessore alle Politiche Sociali e vicesindaco Claudio Sinigaglia, «e dell’azione di prevenzione in favore della sicurezza e della legalità che sta a cuore a tutti noi, e che la società civile si trova a dover affrontare perché sempre più parte della quotidianità».