Corte Europea Diritti dell'Uomo

 

Giurisprudenza sovra-nazionale in materia penitenziaria

 

Corte Europea per i diritti dell’Uomo

Sentenza 11/1/2005

Regimi penitenziari di rigore e diritti fondamentali dell’Uomo. Si trovano affermati due principi. Il primo è che viola l’effettività del diritto di accesso alla tutela giurisdizionale la sistematica decisione dei reclami avanzati dal detenuto sottoposto al regime di cui al 41 bis non solo oltre il termine ordinatorio di legge, ma anche dopo che sia trascorso un periodo significativo di efficacia del decreto, soprattutto quando non sia esclusa la reiterazione, identica, del provvedimento da parte dell’autorità che lo ha emesso. Il secondo è che deve essere riconosciuto il diritto a un ricorso effettivo a un organo giurisdizionale anche in materia di sottoposizione del condannato al regime c.d. Elevato Indice di Vigilanza.

 

Corte europea dei diritti dell’uomo Sezione II

Sentenza 28/9/2000

Carcere duro: i controlli sulla corrispondenza violano la Convenzione dei diritti dell’uomo. La restrizione può essere adottata dallo stato solo con una legge che indichi durata e motivazioni. Nello specifico, la Corte ha rilevato come la legge 354/1975 non disciplini né la durata né i motivi che possono giustificare le misure di controllo dei detenuti e non indichi con chiarezza l’estensione e le modalità di esercizio del potere discrezionale delle autorità competenti. Il ricorso è stato sollevato da detenuto condannato in Italia per associazione mafiosa.

 

Corte europea dei diritti dell’uomo

Sentenza 6/4/2000 (ricorso n. 26772/95 Labita contro Italia

Condannata l’Italia per la mancata inchiesta su presunte violenze nel carcere di Pianosa. Illegittimo il protrarsi della custodia cautelare se vengono meno i presupposti della detenzione. L’esito del ricorso Labita ha visto il nostro Paese sul banco degli accusati per una serie di motivi: dall’uso improprio dei pentiti ai mancati accertamenti su presunte violenze.

 

Corte europea dei diritti dell’uomo

Sentenza 29/07 - 24/08/1998 (Contrada contro Italia)

Caso Contrada: la Corte dei diritti umani giustifica la custodia cautelare. Termini di carcerazione giudicati ragionevoli per la complessità della vicenda.

 

 

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