La Corte europea dei diritti dell'uomo, costituita nel 1959 ma rinnovata nella struttura, al fine di rendere il lavoro più rapido ed efficace, il 1° novembre 1998, è la più importante istituzione di tutela giuridica dei diritti dell'uomo a livello europeo.
In forza della Convenzione che la ha creata, stipulata a Roma il 4 novembre 1950 ed entrata in vigore nel settembre 1953, ogni singolo cittadino dell'Europa (si tratta, in questo caso, della "grande Europa" costituita dai 41 Stati membri del Consiglio d'Europa) può rivolgersi ad essa per lamentare la lesione di uno dei diritti garantiti dalla Convenzione.
La Corte europea dei diritti umani, divisa in 4 sezioni, è composta di un numero di giudici pari a quello degli Stati aderenti (attualmente sono 41). I giudici sono eletti dall'Assemblea del Consiglio d'Europa per un periodo di 6 anni. La Corte plenaria inoltre elegge il suo presidente, due vice-presidenti e due presidenti di sezione per un periodo di tre anni.
La Corte, una volta adita, sempre che sussistano i requisiti di ammissibilità del ricorso, funziona come un organo giudiziario che verifica l'osservanza della Convenzione da parte degli Stati e può sanzionarne comportamenti lesivi. Si può affermare che la Convenzione di salvaguardia dei diritti dell'uomo è la base normativa, quasi una "costituzione" del Consiglio d'Europa. Da un lato l'adesione alla Convenzione costituisce il requisito di ammissione di uno Stato al Consiglio e, dall'altro lato, l'inosservanza protratta e grave della Convenzione comporta la sospensione e, in estrema ipotesi, l'allontanamento di uno Stato dalla partecipazione al Consiglio.