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Sanità in carcere: tra il dire ed il fare
Il Ministro della Sanità con decreto 21 aprile, in attuazione del dpr 23 giugno
1999 n. 230 che dispone il passaggio graduale alle Regioni e quindi alle ASL
della gestione diretta della sanità nel settore penitenziario, ha approvato il
Progetto Obiettivo per la tutela della salute in ambito penitenziario. Lo
stato della salute nelle carceri, sovraffollate, non è conosciuto perché manca
un sistema di rilevazione delle patologie, ma è preoccupante per la presenza di
extracomunitari, tossicodipendenti. I malati di mente, AIDS, di sindromi
infettive, gastriche, cardio vascolari sono più numerosi che all'esterno. I piani regionali dovranno garantire gli obiettivi
di salute dei detenuti secondo i livelli essenziali ed uniformi previsti dal
piano sanitario nazionale. Occorre soprattutto curare la prevenzione perché il
carcere e è causa di rischi aggiuntivi per la salute fisica e psichica dei
detenuti e degli operatori. Viene ribadito che per salute non si intende la
mancanza di malattia ma il benessere fisico, psichico e ambientale. Edifici degradati, regime alimentare, inattività,
inedia, atti di violenza sono i problemi da affrontare subito. Entro tre mesi ogni ASL effettuerà una ricognizione
dei rischi di ogni carcere per realizzare i necessari interventi strutturali al
fine di migliorare le condizioni di vita. Le ASL dovranno varare programmi di educazione alla
salute per sensibilizzare detenuti e operatori. Le ASL dovranno
assicurare il soddisfacimento della domanda di CURA dei detenuti garantendo tempestività continuità assistenziale qualità ed appropriatezza delle
prestazioni verifica dei risultati Le aree di intervento sono: medicina generale
medicina specialistica medicina d'urgenza tossicodipendenza immigrati infettivi
salute mentale. Medicina generale: il modello deve prevedere visita
ai nuovi giunti visita a chi ne fa richiesta raccordo con la medicina del
territorio continuità assistenziale. Nel settore della medicina d'urgenza si deve
garantire il pronto intervento del sistema di emergenza aggiornare il personale
integrare le strutture interne con quelle estreme disporre all'interno del
carcere di strutture per affrontare le urgenze senza ricorrere al ricovero
esterno.
La
tossicodipendenza richiede misure di prevenzione
diagnosi terapia Gli
obiettivi sono:
Il modello organizzativo deve essere centrato sui
SERT e sulla rapida comunicazione tra servizi intramurali e quelli esterni
prevedere l'assegnazione ad istituti di custodia attenuata migliore
coordinamento con i programmi svolti all'esterno iniziative di formazione
permanente tra operatori Giustizia e Sanità
L'assistenza
agli IMMIGRATI richiede la promozione di accordi locali tra regione,
amministrazione penitenziaria, ASL e Comuni per l'individuazione di PERCORSI
COORDINATI atti a superare i seguenti punti
critici:
LE MALATTIE INFETTIVE nel
settore penitenziario sono un capitolo importante. Gli obiettivi da raggiungere
sono:
In tema di SALUTE MENTALE il piano premette che negli istituti il disagio psichico è diffuso e maggiore rispetto all'esterno. Il che è rilevante sia ai fini sanitari che a quelli della sicurezza. Occorre coinvolgere tutti gli operatori in un progetto complessivo di presa in carico, strettamente collegato con le strutture psichiatriche del territorio. Obiettivi:
I MODELLI ORGANIZZATIVI dovranno
essere differenziati al fine di essere funzionali al perseguimento degli
obiettivi del piano. Negli istituti fìno a 200 presenze occorre un
servizio sanitario multiprofessionale, nell'ambito del distretto sanitario, con
un dirigente coordinatore. Negli istituti fino a 700 presenze occorre un'unità
operativa multiprofessionale con a capo un dirigente medico. Negli istituti più grossi occorre un dipartimento
strutturale articolato in più unità operative. Il direttore del dipartimento
è nominato dal direttore generale dell'ASL. In
ogni caso L'ASL deve garantire PER L'INTERO ARCO DELLE "24 ORE DI TUTTI I GIORNI DELLA SETTIMANA"
l'attività assistenziale ai detenuti IN ANALOGIA a quanto richiede per i liberi
l'art. 8 del D.Lvo 229/1999, attraverso II coordinamento e l'integrazione
professionale fra medici della medicina generale specialisti e quelli delle
strutture esteme del SSN. I RICOVERI ESTERNI sono
riservati a malattie acute e per ragioni di sicurezza devono essere limitati al
massimo, potenziando la rete dei servizi diagnostico-terapeutici interni in ogni
istituto. La Regione dovrà accreditare le strutture già presenti negli
istituti, fissando i requisiti necessari. In futuro finalmente ogni
Regione dovrà individuare nel suo ambito ALMENO UNA STRUTTURA OSPEDALIERA PER
DETENUTI. Importante
principio:
le
ragioni di sicurezza non possono mai mettere a rischio la salute e la vita del
detenuto. Il nuovo sistema consente:
Il Ministero della Sanità sarà
dotato di un apposito ufficio ai fini dell'indirizzo e coordinamento del
processo di riordino della medicina penitenziaria. Il progetto fìssa infine i
compiti e le competenze dello Stato, delle Regioni, delle Aziende Sanitarie
locali al fine, condivisibile, di evitare al massimo conflitti ed equivoci che
finirebbero per affossare la riforma, a danno della chiarezza, dell'efficienza
ma - sopra tutto - della salute dei detenuti, coloro che alla fine pagano tutto e
sempre personalmente, anche per gli errori altrui.
Giancarlo Zappa
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