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La formula polacca
Articolo tratto da Le Due Città, Rivista dell’Amministrazione Penitenziaria Numero 2, anno V
Nuove politiche di gestione, la formazione del personale e la diversificazione degli istituti di pena hanno cambiato il volto al sistema penitenziario polacco. Sempre più vicino agli standard europei
Ottantamila detenuti per una popolazione di quasi 40 milioni di abitanti; oltre 22 mila funzionari e 156 istituti. Sono questi solo alcuni dei dati che fotografano il sistema penitenziario polacco e danno il segno della grandezza di un Paese che si appresta ad entrare nel ristretto circolo europeo. La data del 1° maggio, storico spartiacque prima dell’Allargamento dell’Unione a 25 membri, sancirà definitivamente l’ingresso della Polonia nell’Europa dei grandi stati. Un appuntamento importante per il quale il Paese dell’Est ha dovuto adeguarsi agli standard occidentali in tutti i settori. Secondo la statistica penale annuale redatta dal Consiglio d’Europa, di cui fanno parte i 41 stati firmatari della Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali, in Polonia i detenuti sono aumentati, nel 2002, di 38 unità per 100 mila abitanti, rispetto all’anno precedente. Un incremento che in alcun modo ha minato il costante rinnovamento del sistema penitenziario, capace di ricalcare i più moderni esperimenti carcerari e di abbandonare i retaggi del passato. Nonostante il numero dei detenuti rimanga alto (80.000 contro i circa 53.000 italiani), le loro condizioni di vita possono dirsi migliorate. Questo per merito dell’adozione di nuove politiche di gestione del sistema penitenziario, ma anche per la modernizzazione dei sistemi di formazione del personale lavorativo. Il 69,2% degli oltre 22 mila funzionari ha una formazione professionale di livello medio, mentre il 25% raggiunge anche il massimo di professionalità. Un dato dovuto anche alla giovane età dei funzionari penitenziari. La maggioranza, infatti, non supera i 39 anni e solo il 4,6% ha più di 50 anni. Giovani leve, testimoni di un nuovo metodo di lavoro e capaci di adottare le tecniche più moderne ed efficaci. Per far ciò la formazione diviene l’aspetto più importante, una necessità garantita dalla Scuola centrale del Servizio penitenziario a Kalisz. Dieci mesi di approfondimenti e pratica che vanno dallo studio dei sistemi penitenziari alla sicurezza, dal controllo dell’igiene sul lavoro alla cancelleria, dal servizio sanitario all’economato. Accanto alle scuole per ufficiali e sottufficiali, anche i centri di formazione continua svolgono un ruolo decisivo, fornendo opportunità di aggiornamento a tutti coloro che sono già impiegati. Nel solo 2002 sono stati 6.218 i funzionari che hanno seguito questi corsi di formazione. Un’organizzazione efficiente e sensibile, non solo a finalità formative, ma anche ricreative. Fare gruppo e contribuire a creare un legame più stretto tra i funzionari diviene, così, un elemento fondamentale: sono 15 i centri di vacanza a disposizione del servizio penitenziario polacco di cui hanno beneficiato, nell’ultimo anno, 12.800 funzionari e 1.155 bambini. Tutto ciò offre spunti di riflessione su un sistema solido e molto variegato. Sono 156 gli istituti di pena polacchi, di cui 96 (il 64,5%) costruiti prima della 1a Guerra mondiale e solo 36 (il 23,3%) costruiti dopo la II Guerra mondiale. Attualmente a disposizione vi sono 70 Case circondariali, 86 Centri di detenzione, 32 istituti di semi-libertà, 2 istituti per madri detenute ed i loro bambini. Una differenziazione che permette di identificare e dividere i condannati in funzione dei reati commessi. Sono previsti, a questo proposito, degli alloggiamenti terapeutici per detenuti affetti da turbe psichiche, detenuti alcoolisti e dipendenti da droghe. Inoltre, nel solo 2002, sono stati realizzati dai centri diagnostici 2.085 esami medici. Un trattamento personalizzato che viene garantito anche ai detenuti pericolosi, che sono aumentati negli ultimi anni fino a toccare quota 385. Di questi, 193 sono accusati e 192 condannati, con un terzo legato alla criminalità organizzata. Per loro sono stati riservati 69 istituti penitenziari di tipo chiuso che dispongono di tutte le attrezzature necessarie. La diversificazione degli istituti, la formazione del personale, l’innovazione dei sistemi, sono tutti elementi che concorrono alla composizione di un impianto moderno e vicino agli standard europei. In questo senso anche il servizio medico, all’interno dei penitenziari, ha compiuto passi da gigante, incrementando le specializzazioni e l’efficacia delle cure. Controllo sanitario, promozione della salute, tecniche di profilassi e rilascio dei certificati, sono i compiti principali che il servizio svolge quotidianamente. Oltre a questi, le consulenze generali e specialistiche hanno raggiunto quasi i due milioni, mentre gli ospedali degli istituti si sono dotati di numerosi centri di specializzazione che vanno dalla medicina generale alla chirurgia, dalla psichiatria ai trattamenti per la tubercolosi, dalla neurologia alle cure contro l’Aids. 10.000 detenuti ricoverati, durante il 2002, negli ospedali dei penitenziari e un servizio che funziona e che offre ulteriori margini di miglioramento. Siamo di fronte, quindi, ad un sistema organizzato e completo in tutte le sue specialità che sembrava essere indietro solo nel campo del reinserimento sociale e lavorativo del detenuto. Una lacuna presto colmata visto che, già da un paio d’anni, anche il mondo dell’imprenditoria ha cominciato a guardare ai penitenziari polacchi, sensibilizzato da un’ istanza solidale, ma anche incuriosito dalle opportunità lavorative che sono in grado di fornire. Sono, tutt’oggi, 40 le imprese che hanno arrivato esperimenti di lavoro all’interno degli istituti con dei risultati più che soddisfacenti; un’esperienza legittimata e regolata dalla legge sul lavoro dei detenuti che garantisce riduzioni finanziarie per compensare i costi organizzativi, mentre obbliga le imprese a retribuire i detenuti impiegati secondo le regole generali relative al lavoro esterno. Primi esperimenti che non nascondono le difficoltà, dovute soprattutto agli alti costi, ma che offrono opportunità uniche per i detenuti, unite alla speranza di un reinserimento nella società, altrimenti proibitivo. Sono le caratteristiche del sistema penitenziario polacco; elementi significativi, nati dall’intreccio della vecchia scuola con le tecniche di gestione più moderne, e capaci di aprire all’Europa, non solo i confini, ma anche le porre delle carceri.
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