Suicidi
in carcere, Ruggeri chiama in causa il governo
Il
parlamentare ha presentato un'interpellanza
Gazzetta
di Mantova, 5 giugno 2002
Il fenomeno dei suicidi nelle carceri italiane ha raggiunto livelli tristemente
elevati. Secondo gli ultimi studi i suicidi dentro le mura risultano 19 volte
superiore a quanto non avvenga all'esterno e negli ultimi 10 anni si sono
triplicati.
A lanciare l'allarme è il parlamentare mantovano, attuale vicepresidente della
commissione attività produttive alla Camera, Ruggero Ruggeri, che nei giorni
scorsi ha presentato un'interpellanza al Governo per avere chiarimenti e
risposte concrete. Ruggeri, da sempre in prima linea per la difesa dei diritti
dei detenuti, spiega: «Il fenomeno riguarda almeno 135 suicidi avvenuti solo
negli ultimi 2 anni e spesso di ragazzi giovani condannati a brevi periodi di
detenzione (il fenomeno riguarda soprattutto i condannati definitivi nei primi
sei mesi di detenzione, o nel primo anno)».
L'onorevole della Margherita mantovana ammonisce: «Il sovraffollamento e la
promiscuità non si risolvono costruendo nuovi istituti di reclusione».
Dall'analisi delle statistiche parte l'interpellanza al Governo del professor
Ruggero Ruggeri: «Quali misure di prevenzione intende prendere per arginare
questo fenomeno dilagante? Quali progetti di prima accoglienza sono stati messi
in campo? Ci sono programmi personali di recupero?
«Ci sono progetti per l'aumento del personale che opera nelle carceri con un
adeguamento della retribuzione legata al grande lavoro che già viene svolto?».
Il parlamentare mantovano prosegue nell'interpellanza sollecitando chiarimenti
circa le attività lavorative interne al carcere ed esterne, chiedendo una
riforma del Sistema sanitario interno che «privilegi la professionalità
specifica degli attuali operatori, anche con nuovi indirizzi nelle facoltà di
medicina e chirurgia».
Ma nell'interrogazione presentata alla Camera si fa cenno anche ad un nuovo
status più libero e operativo del volontariato interno alle carceri, ad un
trattamento particolare, diverso e separato dei detenuti tossicodipendenti,
all'avvio della depenalizzazione e di misure di condono accompagnate da progetti
di reinserimento nella società e nel mondo del lavoro.