Detenuto suicida col gas

 

Detenuto suicida col gas nel carcere di Buoncammino

 

L’unione Sarda, 23 luglio 2003

 

Si è tolto la vita inspirando il gas di una bomboletta da campeggio che utilizzava per preparare i pasti. Damiano M., un detenuto ventiseienne, è morto in pochi istanti e a nulla sono serviti i soccorsi. Quando gli agenti sono entrati nella cella il cuore del giovane aveva ormai cessato di battere. Sull’episodio sono filtrati pochissimi particolari. Si sa soltanto che l’uomo ha deciso di togliersi la vita nella notte tra domenica e lunedì. L’ha fatto in modo insolito. Dopo aver preso una piccola bomboletta, una di quelle utilizzate solitamente in campeggio ha aperto la valvola e inspirato il gas. L’uomo ha perso immediatamente conoscenza e quando è stato soccorso non c’era più niente da fare.

Due compagni di cella hanno notato che il giovane era sul letto, quasi rannicchiato in una posizione insolita. Un detenuto l’ha chiamato, ma Damiano M. non ha risposto. A quel punto è stato chiesto l’intervento delle guardie penitenziarie che hanno chiamato il medico. Damiano M. è stato accompagnato in ospedale, ma ogni tentativo per rianimare il giovane si è rivelato inutile. Il detenuto stava scontando una condanna per lesioni. In passato era stato arrestato anche con l’accusa di furto. Secondo le poche notizie filtrate ieri sera negli ultimi tempi il giovane aveva problemi di salute. Non si conoscono i motivi che hanno spinto l’uomo al suicidio, ma è chiaro che anche questo episodio testimonia la situazione di estremo disagio all’interno del vecchio penitenziario. Nei giorni scorsi un altro detenuto avrebbe cercato di togliersi la vita, sempre inspirando del gas. Ma in questa circostanza l’intervento delle guardie penitenziarie avrebbe scongiurato l’ennesima tragedia. Nel 2003 si sono suicidati altri tre detenuti e i volontari che operano in carcere hanno lanciato l’allarme. A placare le polemiche non ha contribuito nemmeno l’iniziativa del ministero di Grazia e giustizia che due mesi fa ha finanziato 48 milioni di euro per la costruzione del nuovo penitenziario.

La notizia era stata accolta con soddisfazione dai rappresentanti delle forze politiche e soprattutto dai parenti dei detenuti. Quattro mesi fa il deputato Michele Cossa dei Riformatori, insieme ad altri parlamentari sardi, ha promosso una petizione per chiedere la chiusura del carcere. Provvedimento auspicato anche dall’amministrazione comunale di Cagliari, che intende riappropriarsi della struttura che ospita vecchio penitenziario.

In attesa del progetto e dell’individuazione della zona che dovrebbe ospitare la nuova struttura, nella casa circondariale di Buoncammino restano i disagi di sempre. Il problema più grave è sempre quello del sovraffollamento. Il numero di posti è insufficiente e sono numerose le carenze sul fronte dell’assistenza sanitaria. La maggior parte dei detenuti ha problemi legati alla tossicodipendenza. Le cose non vanno meglio sul fronte dell’organizzazione del lavoro delle guardie penitenziarie. Da qualche anno gli agenti sono costrette a turni massacranti e spesso devono a rinunciare alle ferie.

 

 

Precedente Home Su