Salvatore Rassa

 

La morte di Salvatore Rassa (Catania, 18 luglio 2001)

 

Procedimenti avviati

Reati ipotizzati

A carico di

Esito

Procura di Catania

Omicidio colposo

2 medici penitenziari

Sconosciuto

 

 

15 luglio 2001: Salvatore Rassa, 34 anni, viene trasportato, già in coma, dal carcere di Catania al reparto di Rianimazione dell’ospedale "Mario Ragusa Basso" di Militello Val di Catania, dove muore dopo tre giorni di agonia.

29 gennaio 2002: Il Gup del Tribunale di Catania, Alfredo Sicuro, rinvia a giudizio due medici penitenziari. Avrebbero omesso di prestare la "necessaria assistenza" a Rassa, e non avrebbero diagnosticato tempestivamente che, poiché affetto da "epatopatia cronica Hcv in evoluzione cirrotica, era stato colpito da pancreatite acuta emorragica".

 

Rassegna stampa sul caso di Salvatore Rassa

 

Il detenuto morto per pancreatine. Due medici rinviati a giudizio

 

Giornale di Sicilia, 30 gennaio 2002

 

La Procura ritiene i due sanitari responsabili, per aver omesso "la necessaria assistenza" al taorminese e per una diagnosi non tempestiva. La Procura ritiene i due sanitari responsabili per aver omesso "la necessaria assistenza" al taorminese e per una diagnosi non tempestiva.

Sarebbero responsabili della morte di un detenuto del carcere di Gazzi. Il Gup Alfredo Sicuro ha rinviato a giudizio per il 15 maggio, due medici Gaetano Ilacqua, 43 anni e Placido Mondello, 48 anni. L’accusa è di omicidio colposo, per la morte di Salvatore Rassa, 34 anni, di Taormina, deceduto il 18 luglio dello scorso anno, in un ospedale di Militello Val di Catania, dopo il trasferimento dal carcere di Gazzi. Sulla morte di Rassa la Procura avrebbe fatto luce dopo oltre un anno di indagini, affidate alla Sezione di polizia giudiziaria della polizia. Sono stati infatti interrogati parenti del detenuto, molti dei suoi compagni di cella, il personale di polizia penitenziaria, i medici e gli infermieri del centro clinico di Gazzi, e anche il medico di turno del pronto soccorso del Policlinico, che era in servizio la sera della ricovero esterno.

È stata affidata anche una perizia ad un’equipe di medici dell’ospedale di Caltagirone. Complesse anche le accuse mosse ai due sanitari. Ilacqua, nella sua qualità di medico di turno al carcere, visitò Rassa il 10, 11, 14 e 15 luglio del 2000, mentre Mondello, se ne occupò il 13 luglio. Sostituiva Ilacqua come medico del servizio di assistenza sanitaria integrativa. Tutti e due avrebbero omesso di prestare la "necessaria assistenza" a Rassa, e non avrebbero diagnosticato tempestivamente che, poiché affetto da "epatopatia cronica Hcv in evoluzione cirrotica, era stato colpito da pancreatite acuta emorragica".

Ed ancora avrebbero omesso di effettuare tempestivamente esami clinici e di somministrare farmaci idonei, e di far ricoverare il paziente in un ospedale, nonostante questi presentasse "un improvviso peggioramento delle condizioni generali con astenia, anoressia, dimagrimento". Questa condotta colposa dei due medici secondo la Procura avrebbe poi provocato la morte di Rassa.

I genitori e i fratelli del detenuto, che si sono costituiti parte civile e sono assistiti dall’avvocato Massimo Marchese. Il calvario di Rassa cominciò il 4 luglio scorso, quando presenziò ad un’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza. Apparentemente stava bene, come notarono i parenti e il suo difensore. Ma nella settimana successiva, giorno 7, i parenti si recarono per il consueto colloquio in carcere, videro che Salvatore stava malissimo e telefonarono al difensore molto allarmati. Domenica 15 luglio, le condizioni di Rassa si aggravarono ulteriormente, e dopo le dimissioni dal carcere, il giovane venne trasportato, già in coma, addirittura al reparto di Rianimazione dell’ospedale "Mario Ragusa Basso" di Militello Val di Catania, dove morì dopo tre giorni di agonia.

 

 

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