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In carcere sciopero della spesa
In carcere sciopero della spesa. Ucciardone, detenuti: "Basta rincari"
TGCOM, 04.03.2004
A Palermo è in corso lo sciopero della spesa. Ad abbandonare i carrelli non sono però le casalinghe del capoluogo siciliano, ma i detenuti del carcere dell’Ucciardone. Un gruppo di reclusi, infatti, stufo dei continui aumenti dei prezzi dei prodotti di prima necessità, ha deciso di dire basta e non acquisterà più cibi, detersivi e altri generi che il penitenziario mette a disposizione attraverso un’azienda esterna. I detenuti si limiteranno quindi a usufruire del vitto "istituzionale" e delle derrate alternative garantite dai familiari. La protesta è partita dalla sesta sezione, dove si scontano le condanne passate in giudicato. L’annuncio dell’astensione dallo "shopping interno" è stato dato con una lettera distribuita fuori dalla casa circondariale, dove gli ospiti, alcune decine, lamentano altre disfunzioni sul piano sanitario e dell’assistenza sociale. Sciopero più che motivato se si pensa che dal 1° marzo le uova costano 0,80 centesimi contro lo 0,75 del mese precedente, la pasta 0,63 contro lo 0,60 e le merendine 1,95 contro l’1,85. Il direttore dell’istituto, Maurizio Veneziano, ha garantito che verranno effettuati accertamenti e verifiche, osservando però che "il problema della spesa riguarda un po’ tutti i cittadini. Ogni giorno si parla di rincari e proteste". Nella lista distribuita ogni sette giorni ai carcerati (che non possono spendere più di trecento euro per il cosiddetto sopravitto), sono duecento le voci: dagli alimentari sino ai giornali, dalle sigarette ai francobolli.
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