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Il carcere di Gorgona si rinnova dopo gli ultimi due recenti omicidi
Gazzetta del Sud, 22 marzo 2004
Il rilancio del progetto di colonia penale all'aperto sull'isola di Gorgona, dove si sono verificati due omicidi negli ultimi mesi, passa anche attraverso il cambio dei detenuti. Ventinove i reclusi che ieri mattina hanno lasciato l'isola per essere destinati ad altri penitenziari. Altri 20 partiranno nei prossimi giorni. Una decisione che, viene spiegato, non è una punizione né è strettamente legata alle indagini in corso per gli omicidi dei detenuti Martino Vincenzo Zoroddu, avvenuto il 10 gennaio scorso, e Francesco Lo Presti, trovato morto il 1° marzo. Delitti per i quali sono indagati tre reclusi, già trasferiti. Spiega il provveditore toscano dell'amministrazione penitenziaria, Massimo De Pascalis: "Il segnale di oggi è estremamente positivo perché vuole rilanciare il progetto-Gorgona e renderlo ancora più efficace". Insomma, aggiunge De Pascalis, "non è una smobilitazione, bensì, usando una metafora calcistica, un modo di ripartire giocando all' attacco". Con i trasferimenti di ieri sull'isola restano 50 detenuti, meno della metà di quanti non fossero prima dell'omicidio di Zoroddu quando nelle sezioni della colonia penale vivevano 105 detenuti. Altri 20 reclusi se ne andranno nei prossimi giorni. I trasferiti sono stati scelti, spiega sempre De Pascalis, in base al criterio del "programma trattamentale intrapreso in questi anni dai detenuti. Comunque Gorgona non si spopola e, a regime, tornerà a ospitare un centinaio di reclusi". Su quale sarà l'identikit dei prossimi detenuti di Gorgona, De Pascalis dice che "dovrà essere valutato un dettaglio importante, che forse prima è stato un po' trascurato, ovvero chi vorrà venire a Gorgona dovrà avere un profilo psicologico idoneo. Insomma per conquistare margini di responsabilità e libertà bisogna dimostrare di poterseli meritare, non solo da un punto di vista comportamentale, ma anche sul piano della solidità psicologica". "Del resto – conclude il provveditore – io avevo già previsto, due anni fa, che qualcosa doveva cambiare e che si doveva ripensare Gorgona senza per questo buttare via il progetto. Anzi andava rilanciata, ma per farlo occorreva fermarsi e ripartire. Non voglio accusare nessuno, men che meno il direttore Carlo Mazzerbo e il comandante Fancellu – entrambi sospesi dopo il delitto di Lo Presti – ma a volte per terminare i cicli servono eventi traumatici. Ora credo che vi siano le condizioni per ripartire".
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