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Quando tutto avviene sotto lo sguardo delle onnipresenti - onnipotenti telecamere di Graziano Scialpi
Un romanzo che è un ritratto ironico, ma spietato di una società americana alla quale ormai anche l’Europa somiglia sempre di più
Un ragazzo di origine messicana imbraccia il fucile e uccide sedici compagni di scuola che lo maltrattano, poi rivolge l’arma contro di sé e si spara in bocca. Un fatto come se ne sentono ormai molti ai telegiornali. Ma questa volta è accaduto in una cittadina del Texas dal nome che è tutto un programma: Martirio. Una cittadina che ha una via Gurie e una piazza Gurie. Un paesotto dove lo sceriffo, il vice sceriffo, il giudice e tutti i maggiorenti si chiamano Gurie. Un microcosmo che riassume in sé tutte le peculiarità più negative e grottesche di una società americana obesa, cibo e teledipendente. Una società matriarcale, formata da donne vedove o divorziate che debordano grasso da ogni dove. Donne ossessionate da diete che non riusciranno mai a seguire, donne ossessionate dall’invidia delle amiche, donne ossessionate da se stesse e pronte a svendere il proprio figlio in cambio di una assai improbabile promessa di notorietà da parte del primo giornalista truffatore e cialtrone che bussa alla loro porta. Donne che usano il ricatto affettivo per giustificare il proprio egoistico egocentrismo, donne a cui è stato ucciso un figlio e che comprano montagne di orsacchiotti e bambolotti da piazzare davanti al cancello, a beneficio delle telecamere. In un ambiente del genere anche la più fosca delle tragedie non può che trasformarsi in commedia. Troppo ottusi per chiedersi come e perché un ragazzino possa essere giunto a compiere una simile strage per poi uccidersi, gli abitanti di Martirio sono invece ossessionati dal fatto che il colpevole si sia sottratto alla loro vendetta e cercano un complice, che individuano nell’unico amico del ragazzo messicano: Vernon Gregory Little, un quindicenne ossessionato dalle mutandine delle ragazze e dal loro odore. Vernon è assolutamente innocente, ma ha un alibi di cacca, in senso sia metaforico che letterale. Al momento della strage era infatti a liberarsi gli intestini presso il luogo dove sua madre lo aveva costretto a seppellire il fucile del padre, andatosene di casa e dichiarato morto per via dell’assicurazione. Sull’arma ci sono le sue impronte e lui teme che, se verrà trovata, non potrà riuscire a dimostrare la sua innocenza. In ogni caso, qualsiasi cosa faccia, qualsiasi cosa dica, non fa altro che rafforzare nella "opinione pubblica" la convinzione della sua colpevolezza. A dargli il colpo di grazia è proprio sua madre, che ha trovato "l’amore" con un giornalista truffaldino intenzionato a creare lo scoop ad ogni costo. Vernon comprende lucidamente di essere ormai preda di un meccanismo che finirà per stritolarlo, e l’unica soluzione che riesce a intravedere è una assai improbabile e televisiva fuga in Messico, dove sogna di rifarsi una vita con la ragazza dei suoi desideri. Riesce a raggiungere il Messico e convince anche la ragazza a seguirlo. Ma naturalmente lei è lì solo perché il giornalista truffaldino, che ormai ha scaricato la madre di Vernon e le sue amiche, le ha promesso un radioso futuro come conduttrice televisiva se riesce a intrappolarlo. La fuga si conclude in un’aula di tribunale, sotto lo sguardo delle onnipresenti-onnipotenti telecamere che trasmettono in diretta un processo nel quale Vernon, oltre che della strage di Martirio, è accusato di tutti gli omicidi avvenuti in Texas negli ultimi tre mesi. L’esito è scontato: condanna a morte per iniezione letale. La data dell’esecuzione? Dipende dal pubblico televisivo che, con il voto da casa, può decidere quale detenuto dovrà essere eliminato dopo averlo osservato attraverso le telecamere in funzione giorno e notte in una sorta di Grande Fratello penitenziario (il carcere e i processi costano al contribuente, perché non recuperare le spese con i diritti televisivi e gli introiti pubblicitari?). L’appello viene respinto, il pubblico vota la sua eliminazione, la sorte di Vernon è segnata: deve salire sul lettino dove, sempre sotto gli obiettivi delle telecamere, gli verrà praticata l’iniezione letale. Ma questa non è una tragedia, è una commedia; e come nelle migliori commedie di Plauto c’è un deus ex machina che, proprio all’ultimo momento, sbroglia tutta la matassa ingarbugliata. Nel caso di Vernon il deus ex machina è un altro condannato a morte che, mentre si avvia all’esecuzione dopo il televoto, gli svela il grande segreto della vita: "Dai alla gente quello che vuole". Mancano ormai poche ore anche all’esecuzione di Vernon e lui chiede di fare un’ultima telefonata. Poi arriva il momento, si stende sul lettino, viene legato e gli infilano l’ago nel braccio… Un ritratto acuto, ironico, ma spietato di una società americana alla quale ormai anche l’Europa somiglia sempre di più. Una favola con tre morali: Se remi contro corrente non vai da nessuna parte e rischi pure il coccolone. Scopri quello che la gente desidera e li farai ballare tutti come topi ammaestrati. Stai molto bene attento a quello che desideri, perché potresti ottenerlo.
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