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Regina Coeli, il terzo braccio è on line
Il Messaggero, 20 agosto 2003
Il carcere si mette on line e lo fa attraverso la carta: le pagine dei libri e delle riviste delle biblioteche. Solo da qualche tempo, nel famoso terzo braccio di Regina Coeli (quello di Sandro Pertini) è partita la sperimentazione del collegamento tra la biblioteca interna e le trenta consorelle dei municipi cittadini. In parallelo è iniziato un corso di formazione professionale che istruisce venti detenuti alla gestione di una biblioteca, compresa la catalogazione elettronica dei testi. L’esperimento si allargherà presto a Rebibbia "nuovo complesso" e alla sezione femminile di via Maietti. "Sono circa tre anni - spiega Fabio De Grossi, responsabile per il Comune delle biblioteche carcerarie - che la loro gestione si è istituzionalizzata ed è direttamente entrata nel circuito delle biblioteche cittadine. Ora con la messa on line la biblioteca del carcere stringe ancora più saldamente i legami con il mondo di fuori creando non solo nuove possibilità di lavoro interno al penitenziario (per esempio si è pensato alla possibilità di far catalogare i libri per conto di biblioteche della città retribuendo i detenuti impegnati), ma anche esterno al carcere portando, attraverso il famoso articolo 21 chi ne beneficia a lavorare presso una biblioteca municipale con competenza e non solo con mansioni basse. In più - aggiunge De Grossi - oltre a consultare l’archivio generale dall’interno del carcere, un utente esterno potrebbe trovare un testo che lo interessa, per così dire, dietro le sbarre e potrebbe averlo in prestito attraverso i bibliotecari comunali (sono quattro) che vi lavorano". Oggi nelle sei carceri romane si possono contare venti biblioteche (8 a Regina Coeli, 7 a Rebibbia nuovo complesso e una ciascuno rispettivamente al "femminile", al Rebibbia Reclusione, alla cosiddetta "38 casa- e al minorile di Casal del Marmo. Occupano uno spazio totale di circa 400 metri quadrati e con un attivo che supera i 10.000 volumi solo con i nuovi acquisti. "le biblioteche nascono soprattutto nelle sezioni - sottolinea ancora De Grossi - come più modeste raccolte di testi che però, per gli ovvi motivi organizzativi, rimangono più accessibili e più gettonate rispetto a una sala centrale". Infatti le presenze totali in biblioteca sono confortanti: su circa tremila detenuti complessivi il numero dei libri prestati tocca le 800 unità mensili. I libri più gettonati sono quelli di poesia, soprattutto quella d’amore, ma vanno forte anche i romanzi d’azione, autori come Wilbur Smith, Follet e Le Carrè. Parlando di carcere e di libri vengono alla mente ricordi cinematografici: il Tim Robbins di Le ali della libertà, che scrive caparbiamente una lettera alla settimana al Congresso degli Stati Uniti per ottenere in cambio l’enorme biblioteca del carcere o il Burt Lancaster de L’uomo di Alcatraz che diventa uno degli studiosi di ornitologia più noti al mondo grazie ai testi specialistici via via acquisiti in cella, in uno dei penitenziari più duri d’America: il libro come riscatto e anche come mezzo per superare la lentezza dello scorrere del tempo al di qua delle sbarre.
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