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La
Polizia Penitenziaria: "Le carceri sono stracolme,
Gazzetta del sud, 26 ottobre 2002
Ieri mattina, schierati nell’aula magna della scuola della Polizia penitenziaria di fronte al Capo dello Stato, al presidente della Camera e alle massime autorità hanno ascoltato le parole del Guardasigilli che sull’indulto ribadiva che "il Parlamento è sovrano" ma che comunque avvertiva: "bisogna decidere se aprire le porte delle prigioni o invece non arrendersi". Loro, i "baschi azzurri" (poco più di 42mila) hanno reso gli onori e cantato l’inno di Mameli. A parlare, alla fine della cerimonia per la festa del Corpo, ci hanno pensato i sindacati. E tutte le principali sigle (Sappe, Osapp, Uil Penitenziari e Cgil Penitenziari) hanno rotto gli indugi per dirsi a favore dell’indulto come soluzione all’emergenza sovraffollamento nelle carceri. "L’indulto condizionato proposto da Taormina e Biondi e anche il mini-condono ipotizzato da Pisapia sono buone strade – afferma Leo Beneduci, segretario generale dell’Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria – perché danno garanzie: a chi torna a delinquere viene revocato l’indulto". Concorda Donato Capece, segretario generale del Sappe, il principale sindacato di categoria, che oggi sfoggiava alla festa della polizia penitenziaria la divisa di commissario (ruolo direttivo da poco istituito): "Sì, un indulto servirebbe, anche se condizionato. Le carceri sono stracolme". E se proprio manca la "volontà politica" per trovare un accordo su indulto o amnistia – fa notare il portavoce della Uil-penitenziari, Vincenzo Lo Cascio – "non dimentichiamoci che nelle carceri ci sono 19mila tossicodipendenti che potrebbero beneficiare di forme alternative alla pena". Ma Fabrizio Rossetti, responsabile nazionale della Cgil-penitenziari ritiene che "proprio ora ci sono le condizioni perché si apra in Parlamento una discussione seria su indulto e amnistia. Dopo un anno e mezzo di governo di centrodestra, dal ministro Castelli continuano a venite solo parole: gli stanziamenti per l’assistenza sanitaria sono stati ridotti del 30%, il lavoro in carcere è sempre meno. La situazione è talmente grave che serve un intervento urgente che non esclude l’indulto". Ma la costruzioni di nuove carceri, come più volte sostenuto dal ministro, può risolvere l’emergenza sovraffollamento?. "No, è impossibile – risponde Beneduci dell’Osapp. Se non c’è personale, chi le può far funzionare? Ad esempio, nel nuovo carcere di Caltagirone ci sono solo 80 detenuti contro i circa 300 che potrebbe ospitare la struttura. Sfido io, per funzionare a regime quel carcere ci sarebbe bisogno di 250 agenti, mentre ora ce ne sono 120". Il Sappe come le altre sigle, chiede un aumento di organico: "servono almeno 5mila unità in più – dice Capece – di cui 4mila uomini e mille donne". Da parte di tutti i sindacati, poi, l’invito alla politica a discutere, ma anche a fare scelte in tempi brevi perché – fanno notare Rossetti e Lo Cascio – "durante il Giubileo si parlò tanto di indulto e amnistia ma non si fece niente. Il risultato fu la totale delusione. E anche qualche tensione nelle carceri". |