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L’indultino è morto e ora anche sepolto
Corriera della Sera, 1 marzo 2003
L’indultino è morto e, ora, è anche sepolto. Una decina di giorni fa, sono stati alcuni senatori di Forza Italia e dei Democratici di sinistra ad annunciare l’agonia del testo di legge che introduce la sospensione dell’esecuzione della pena nella misura massima di 3 anni e, adesso, è il presidente del Consiglio a mettere la pietra tombale sull’atto di clemenza già approvato dalla Camera e in discussione in commissione al Senato a partire da mercoledì. E così Silvio Berlusconi può annunciare un piano per la costruzione di nuove carceri: perché il "Parlamento, ufficiosamente, non sembra avere intenzione di procedere alla realizzazione di misure che portino a una diminuzione dei detenuti". Berlusconi, poi, svela il mistero sull’incontro avuto nella sua casa romana con Roberto Castelli e con il deputato di FI, nonché suo avvocato, Niccolò Ghedini: "Ho incontrato il ministro della Giustizia e l’edilizia carceraria è stato uno dei temi affrontati: abbiamo ereditato una situazione disastrosa, drammatica e, allora, stiamo esaminando un piano per realizzare nuove carceri per garantire condizioni di vita accettabili ai detenuti". Il 14 novembre, quando il Papa chiese al Parlamento un atto di clemenza, Berlusconi dichiarò la sua disponibilità: "Dal mio punto di vista e da quello della mia forza politica c’è sempre stata un’apertura in tal senso, anche in considerazione del sovraffollamento". E così è stato: la Camera ha approvato anche con il voto di FI (no convinto di Lega e An) l’ indultino. Cosa succederà al Senato? Ancora ieri, il premier ha ricordato di aver lasciato libertà di coscienza ai suoi deputati. I detenuti sono 57 mila, 16 mila in più rispetto ai posti letto ufficiali. E il senatore Leonzio Borea (Udc) oltre ad essere il relatore dell’indultino e anche membro della delegazione ispettiva carceri della commissione Giustizia: "Lunedì presenteremo la relazione sulla Campania nella quale si evidenzia la situazione drammatica di Poggioreale: capienza 1.000, presenti 2.400. Quindi, fa bene Berlusconi ad occuparsi dell’edilizia carceraria". Borea, comunque, lavora su due fronti: per questo ha già inviato ai Ds, alla Margherita e alla Lega la sua proposta di indulto e amnistia di 4 anni che presto potrebbe essere calendarizzata in commissione al Senato. Ma quanto tempo ci vorrà per costruire nuovi penitenziari? "Servono almeno 10 anni e non vorremmo che tutto si risolvesse in un grande business", risponde il presidente di Antigone, Stefano Anastasia. E il segretario del Sappe, Donato Capece, prevede che per realizzare questo piano occorrerebbero 3.000 agenti penitenziari in più. Il piano sulle nuove carceri piace al portavoce di An, Mario Landolfi: "E’ la risposta giusta". Invece Clemente Mastella (Udeur) ironizza: "Si sono fatti belli con la visita del Papa ma la maggioranza non ha per un atto di clemenza lo stesso interesse dimostrato per la legge Cirami". Per Guido Calvi (Ds) è il "governo che non vuole sentir parlare di indulto e indultino". Duri, infine, i radicali: "L’indultino è stato approvato alla Camera e ora bisogna mettere in condizione il Senato di dire sì o no. Altrimenti si finirà, dopo 3 anni, per prendere in giro detenuti e cittadini. Oltre che il Papa"
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